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IGNORED

Minerva testa


Lucreziamaria

Risposte migliori

Buon giorno. Tra le monete ho trovato questa medaglia che so con certezza essere uscita dalla Zecca. Sapreste dirmi di che si tratta e se è da tenere unicamente come ricordo di mio padre che lavorava a Roma alla Zecca. Saluti

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Buonasera, non hai postato la fotografia, ci penso io. Però, a meno che non rispondano subito gli esperti, dovresti farci vedere il rovescio della medaglia e dirci quanto misura il diametro:

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Supporter

L'avanzamento della scienza ha cancellato la pulcritudine. Ci resti tu, Lucrezia, ecco una poesia..molto OT

LUCREZIA

 

Lucrezia, tu sei ghiaccio al Grand Marnier

sei un tango ballato sulla luna...

sei un bacio accennato

sei abbraccio dolcissimo e sfiorato...

sei nuova giacca antica e vaporosa

sei Otto Marzo e fiori di mimosa...

sei tempesta di sguardi

e sei rosa selvaggia in mezzo ai cardi...

mangi solinga pizza e patatine

e sogni il sole e il vento

e la pelle e la sabbia e un nuovo amore

che si tuffi d'incanto

fra i ventricoli e gli atri del tuo cuore.

 

 

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minerva.jpg.1d0b905b65071f6b430ae2b9ed0c38a7.jpg

…..

Buonasera, c'è confusione circa la sua Minerva, non è quella del link che ha postato e inoltre ha due retri, una con spilla e una senza. In ogni caso, qualunque sia non ha alcun valore numismatico né altro, se non affettivo.

Saluti da

Hirpini

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mi furono regalate 2 medaglie una come ciondolo, l'altra come spilla, da qui nasce la confusione. M'interessava sapere se aveva qualche attinenza con la Medaglia di uguale soggetto e dimensioni omaggio del  1909 alla Società Francese per le Scienze,come riportato  in https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/medaglie/dettaglio.html?medagliaId=278.

Saluti da Lucrezia che ringrazia l'utente storico Conte per la cortese risposta nonché l'utente senior Barone per i versi dal sapore di arancia che non lesinano frescura primaverile nel caldo silenzio d'inverno.

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Eccomi, buonasera Lucreziamaria, vedo che hai perdonato la nostra vena poetica e ti ringrazio. Oltre tutto anche tu ne hai e di molto pregio.

Le due medaglie come dicevo non hanno valore se non affettivo. Oltre tutto, prive della legenda al diritto e anche di quella al rovescio con la data, restano due oggetti di gradevole aspetto sì, ma anonimi, non riferibili ad alcunché, neppure nel tempo. Mi spiace.

Complimenti per la bella prosa poetica e a presto rileggerci

HIRPINI

Modificato da Hirpini
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Supporter

Panèmorphe Lucrezia, comunque sulla striscia blu leggi i nostri nomi, i titoli nobiliari si acquisiscono con la frequentazione.

Io sono Luigi, con l'immagine del capoccione di Seneca e il conte è Irpini, con il lupo

 

Hoc habeo quodcumque dedi

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Supporter

detto per gli esteri, πανεμορφη (con l'accento grave sulla epsilon che qui manca) significa bellissima

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Supporter

chissà se Lucrezia è γλαυκπις ... poi bisogna vedere se traduci occhi azzurri o occhi lucenti...

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Glaucopide è certo un epiteto che ben si adatta alla dea.

A me  piace tradurre γλαυκπις con glaucopide, nel senso di "occhi da civetta", epiteto che si adatta non solo alla dea protettrice di Atene, ma a tutte le donne che hanno intelletto d'amore come diceva l' antico poeta. La scelta è dettata non solo  per il riferimento all'uccello sacro alla dea, γλαῦξ , civetta ,fulgida nella notte, degno attributo di Atena ma anche all'aggettivo γλαυκός, lucente fulvo, in cui attribuisco una base sumerico-accadica (qalu).

s-l400.jpg

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Supporter

Tutto vero, ma poi sono arrivati i cristiani con la loro paura della femmina: Così la civetta è diventata strega e anche porta sfiga. Questo è il risultato della demonizzazione della donna , considerata perversa e impura. Alla fine non mi hai detto il colore dei tuoi occhi...

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Provo a indovinare, sono come questi:

"... L'occhicilestra dea, che sempre fissa

nel ritorno di Ulisse avea la mente… "

e poi:

"...La dea, che gli occhi in azzurrino tinge,

quasi fiato leggier di picciol vento,

s'avvicinò della fanciulla al letto… "

E' così?

 

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No, non hai indovinato, Hirpini.

Di azzurro ho solo l'aria intorno a me che si specchia negli occhi di chi cerca dietro il cristallino, oltre l'apparenza...

Intanto è  calato dolcemente un velo  di nebbia sulle mie pupille e la realtà si illumina di una lieve parvenza che induce al sonno.           Buona notte

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Supporter

In fondo ai tuoi occhi...

Saffo

  Cosa c'è
in fondo ai tuoi occhi
dietro il cristallino
oltre l'apparenza?
Dove il tempo
d'improvviso
si ferma
e
la mia anima
sulle tue labbra
resta
sospesa?
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Supporter

Saffo

 
Un velo di nebbia
cala dolcemente sulle mie pupille
illuminando la realtà
di una soffice e tenue parvenza ……
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La dolce Saffo dagli occhi di viola mi ha incantato,  come viola d'amore mi ha stregato e tra sospiri di olivi dolcemente accarezzo sogni lontani...

Che il giorno vi sia lieve

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Buongiorno a @Lucreziamaria @pizzamargherita @1412luigi e a tutti.

Amo Saffo, la decima musa secondo Platone, ma ripromettendomi di riparlarne, per un attimo vorrei ricondurre il discorso alla dea che ha tanto ispirato @Lucreziamaria ad aprire questa discussione che poi ha liberato, come gioiose rondini di primavera, voli pindarici tanto poetici quanto inattesi. E' Minerva, la divinità romana dea della saggezza, delle virtù eroiche, della guerra per giuste cause o per la difesa. La dea che prima ancora che dei romani, fu per i greci ῆ πάλλαξ ῆ Ἀθηνᾶ, Pallade Athena dagli occhi lucenti, quelli che nella sua cecità vide forse luccicare il poeta vate, Omero. Per quello che più ci riguarda, ecco la mia dea preferita (quella che amo insieme ad Afrodite/Venere e a Dioniso/Bacco), su due splendide monete d'argento, nella prima ha in capo l'elmo corinzio,  nella seconda la galea:

 Ravel_1008_2.jpg.0047621532e01c8847b213baa91d73ef.jpg

Corinto, statere, AG, 347-307 a.C. Pegaso in volo verso sn, in basso lettera Ϙ (coppa). R/ Testa laureata ed elmata di Athena, dietro, aquila stante.

athe.thumb.jpg.ddd646f973d23dec0f90e6bb242e53bb.jpg        

Attica, Atene, tetradramma, AG, 449-413 a.C. Testa galeata di Atena a ds. R/ civetta stante a ds. ad ali chiuse. Sear 2526; BMC 62 e ss.; Starr, Tab. XXII,4

E con Athena, torna alla mente il suo eroico protetto Ὀδυσσεύς, "colui che è odiato", ma dai nemici, Ulisse. Chi di noi superando le mille traversie che ognuno sa, non ha coraggiosamente viaggiato alla ricerca dell'Itaca che ha in sé? Odisseo poté rivedere dopo vent'anni di peregrinazioni perigliose - ma anche qualche sosta, qua e là diciamo così... "piacevole" - poté rivedere l'isola agognata. Insomma vi approdò ma in gran segreto, conosciamo i motivi. Ben nascosto sotto le sembianze di un mendicante, coperto di stracci. Eppure, uno fu che lo riconobbe... già, ma chi?

Ce lo dice Omero e ce lo ricorda, dal lontano anno 82 a. C.  niente po' po' di meno che...  un monetale, C. Mamilius Limetanus:

    ARGO.jpg.decb4c8b832bffb87cd0e1c614b99198.jpgULIXES.thumb.jpg.8a4e5910922c04b95d5e50805ea6d047.jpg

Gens Mamilia, C .Mamilius Limetanus, Denario serrato, AR, Roma, 82 a.C. Busto drappeggiato di Mercurio a d., indossa il petaso alato; dietro, caduceo e lettera di controllo. R/ Ulisse stante verso d., tiene un bastone nodoso ed allunga il braccio verso il cane Argo!; a sn., C MAMIL; a ds., LIMETAN. Crawford 362/1; Mamilia 6; Sydenham 741.

Qualcuno di noi forse, ma molto forse, rileggerebbe volentieri questo ritorno di Ulisse, ὁ Ἴθακος Ὀδυσσεύς, non so ma ci provo con le parole più moderne di Quasimodo, anche se amo la traduzione insuperabile e insuperata del Pindemonte. Per chi la leggerà, buona lettura! per gli altri, pazienza!

 

Il cane di Ulisse - (Odissea libro XVII, versi 290-329)

Mentre questo dicevano tra loro, un cane
che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie.
Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce,
perché assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio.
Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
che presso le porte della reggia era raccolto,
fin quando i servi lo portavano sui campi
a fecondare il vasto podere di Odisseo.
E là Argo giaceva tutto pieno di zecche.
E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda
e lasciò ricadere la orecchie; ma ora non poteva
accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo
volse altrove lo sguardo e s'asciugò una lacrima
senza farsi vedere da Euméo; e poi così diceva:
" Certo è strano , Euméo, che un cane come questo
si lasci abbandonato sul letame. Bello è di forme;
ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce
nella corsa, o non era che un cane da convito,
di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ".
E a lui, così rispondevi, Euméo, guardiano di porci:
" Questo è il cane d'un uomo che morì lontano.
Se ora fosse di forme e di bravura
come, partendo per Troia, lo lasciò Odisseo,
lo vedresti con meraviglia così veloce e forte.
Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva
quando la cacciava, seguendone abile le orme.
Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria
è morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti,
non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi
senza il comando dei padroni, poi che Zeus
che vede ogni cosa, leva a un uomo metà del suo valore,
se il giorno della schiavitù lo coglie ".
Così disse, ed entrò nella reggia incontro ai proci.
E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni,
ecco, fu preso dal Fato della nera morte.

HIRPINI

Modificato da Hirpini
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Buona serata a hirpini, e a 1412luigi

Chi ha camminato con occhio alle Muse, in specie ad Erato, in quel lieve percorso che parte  da Saffo sino al dolce Ovidio ed oltre non può che provare piacere nel leggere quanto scrivono gli amici Hirpini e 1412luigi e grande soddisfazione nel trovare in un campo dove principe è il denaro, maneggiare il quale era per me  opera diaboli, siffatti superbi spiriti. 

Ed ora che mi trovo a dover toccare, scegliere, catalogare tante monete, lasciate a bella posta in un triste dimenticatoio grande è lo stupore e il diletto nel conversare  soavemente di poesia amorosa sotto la guida della bella Erato e di Calliope, con tali amici. 

Intanto la prima neve scende nella nera notte compagna del mio silenzio. Buona serata

Lucreziamaria

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Supporter

NADEZDA

 

Nadezda suona il piano

per risvegliare le speranze morte,

che accarezzino forte

le luci partorite dalla notte,

quando dormono i lupi

quando tacciono i canti

gettati ai monti della luna piena

e si sveglia la vita

e ritorna una nuova cantilena...

è una madre che stringe il suo piccino

perché cadano baci

sulle rose e le spine del mattino.

 

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Buonasera a tutti, vi leggo con piacere, e tanta sana e fraterna invidia per il vostro sapere, se chiudo gli occhi subito  dopo avervi letto, parto con la mente sulle ali della fantasia, ma ancorato alla terra da tante vostre  belle monete. 

Saluti 

Alberto 

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