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10 cent 1866 senza sigla di zecca.


giuseppe2013

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Salve.Nel mese di dicembre scorso avevo posto un quesito riguardante un 10 cent in mio possesso,in cui veniva evidenziato (giustamente) che parti mancanti(tipo sigla di zecca),puo' essere dovuto a tanti fattori riguardante il processo di coniazione.Ho trovato questo 10 cent in cui come si evince dalla foto manca la sigla di zecca,e nel catalogo in mio possesso cio'viene evidenziato.Ma giustamente esistono anche dei falsi su queste tipologie di monete,il diametro misura 30 mm,il peso e'leggermente inferiore siamo sui 9,6gr,sicuramente dovuto al processo di detioramento della moneta.Chiedo un vostro parere  se possibile attraverso le foto dare una opinione sulla originalita'della moneta.Grazie.

IMG_0145 (600 x 450).jpg

IMG_0146 (600 x 450).jpg

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  • 2 settimane dopo...

Comprendo le difficolta',ma vi posso assicurare che non presenta nessuna cancellazione riguardante la zecca,puo'essere un artefatto questo non lo so,magari qualcuno del forum possiede qualche esemplare (valido penso anche con la zecca),per vedere se nel processo di coniazione ci sono delle anomalie.Colgo l'occasione per inviarvi un cordiale saluto.

Modificato da giuseppe2013
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La vera domanda è da dove i cataloghi degli anni 70/80 presero l'informazione dell'esistenza di palanconi del 1866 senza il segno di zecca (e quindi presuntivamente coniati a Parigi o Strasburgo)?

Mi pare infatti di ricordare che le prime segnalazioni su questa moneta risalissero addirittura agli inizi del '900.

In ogni caso mi piacerebbe vedere foto migliori dell'esemplare che ha aperto la discussione.

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Il 12/2/2020 alle 17:00, Salvatore Esposito dice:

E' l'unica moneta della serie che non ha ne le quotazioni ne la foto ma solo il grado di rarità (R).

Quelle senza segno di zecca sono Parigi e Bruxelles. Strasburgo ha il segno OM - OM° - °OM°

Il 1866 senza segno di zecca è catalogato dai Manuali fino a qualche anno fa  (vedi sotto). Descritto dal Pagani - n.545 -ma in realtà ormai considerato esemplare contraffatto (abrasione del segno di zecca ). 

Bobba disse a mio padre che queste monete erano state commissionate da qualche suo collega ( non proprio onesto ) ad un abile artigiano dell' interland milanese, che usando una piccola fresa "morbida" riusciva ad asportare perfettamente il segno di zecca. Le stesse monete venivano lasciate poi alle intemperie perchè si ripatinassero. Ne furono vendute molte, ma a quanto pare nessuna chiusa e con garanzia. Nel 1970 il valore era cinque volte il prezzo di un esemplare normale. Nel Montenegro 2005 sono ancora citate come R5 ma senza valutazione. 

Posto la foto del mio 1866 ssz ( logicamente non in collezione, anzi vecchie scansioni perchè non so dove l'ho messo). I 10 cent. Vitt.Em.II erano chiamati "palanconi". 

Questi a mio parere sono "palanconi - patacconi" ?

Ciao Beppe 

 

1642716989_BOBBA_10CENT1866SSZ_001_resize.jpg.3c2ac7178157cf33b1ac2610edeeec7c.jpg234351612_Cent.101866_sszd.jpg.ebdeddfcdd11b1df3476a04cde866eae.jpg2106501720_Cent.101866sszr.jpg.dcac7a6fad4a3b06636648a1d7304b65.jpg

 

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6 minuti fa, Scudo1901 dice:

Ancbe il mio babbo mi portava ad Asti da Cesare Bobba tra le fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘70.

Il Commendatore ( ma preferiva Conte) era una grande persona e con quella personalità ed autorevolezza mi incuteva timore. L'ho ricordato con un "quadretto familiare" nella Discussione "La Moneta Racconta - Il Re Capellone". Ci sono persone che non dimenticherai mai. E...appunto, che monete fantastiche! 

Ciao "signorino" ?

Beppe 

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Il 12/2/2020 alle 12:17, Saturno dice:

come sai 1866 senza segno di zecca non esiste...

 

Sono andato a vedere sul Gigante on-line e, devo dire, ho trovato un interessantissimo studio sulle zecche straniere del 10 centesimi di V.E. II che non conoscevo. Attribuisce in modo preciso la zecca al segno (o alla sua mancanza) e vi riporto la tabella che riassume le sue conclusioni:

Catturz.JPG.b55ff205c2e0249684a6f216e8223346.JPG

L'esemplare che io stesso ho postato ritenendolo falso è probabilmente autentico...

Modificato da El Chupacabra
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1 ora fa, Scudo1901 dice:

Ma questo significa, a tuo avviso, che il 1866 senza data vero, ab origine esiste? Grazie 

Stando all'articolo del Gigante e che vi sono esemplari non artefatti e considerati autentici a prescindere dalla presenza o meno del segno di zecca, mi sto orientando a credere ad una reale esistenza del millesimo. Oltretutto, l'articolo mette ordine in quel guazzabuglio di simboli di zecca che, a seconda degli autori, erano di una città anziché di un'altra.

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3 minuti fa, vathek1984 dice:

Potreste postare un link per favore?

Ecco: https://catalogogigante.it/tipologia/10-centesimi-1862-1867-valore-entro-semicorona-di-alloro-e-quercia-2-tipo-30-mm-9.23-10.36-g-/38-134-2-1512-15

fai scorrere la pagina fino dove vi sono "altre informazioni"...

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13 ore fa, El Chupacabra dice:

vi sono esemplari non artefatti e considerati autentici a prescindere dalla presenza o meno del segno di zecca, mi sto orientando a credere ad una reale esistenza del millesimo

Ho letto con grande interesse il documento che hai postato. Il Relatore ha svolto un gran lavoro ed è giunto a delle conclusioni che, per questa tipologia sono una vera "rivoluzione". A questo punto sarebbe interessante conoscere se il 1866 ssz sia stato battuto in Asta in passato ( e quindi garantito ). Purtroppo conosco solo Sixbid.com che ha un archivio accessibile gratuito però limitato dal 2009. Conoscete altri siti dove si possa consultare un archivio?  

Grazie a Te per il documento.

P.S. quasi quasi porto il mio 1866 ssz a far valutare...?

Ciao Beppe 

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19 minuti fa, giuseppe ballauri dice:

P.S. quasi quasi porto il mio 1866 ssz a far valutare...

Io ho già iniziato a parlarne col mio NIP di fiducia. Fra qualche giorno glielo porto a valutare con copia (che comunque lui ha) del documento. Ricordo che anche il Gigante non ha dato valutazioni sul valore pecuniario del 10 centesimi in oggetto: è probabile che non esistano (o siano estremamente rari) i passaggi in asta di una moneta che da sempre è considerata dubbia... almeno fino ad ora.

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Ho letto con attenzione e credo si tratti di uno studio molto ben fatto e circostanziato, capace di gettare una  luce tutta nuova sulla materia e sulle convenzioni comunemente accettate.

Mi ero sempre chiesto il motivo della presenza del monogramma OM, con e senza punti al fianco e mi pare che la funzione di distinguere la coniazione eseguita presso le varie zecche europee, dalla medesima ditta, sia molto logica e condivisibile.

Tutto questo ovviamente non trasforma in monete autentiche i vari esemplari del 1866 s.s.z. contraffatti o con il segno zecca asportato "chirurgicamente", ma è chiaro che la possibilità che alcuni di questi pezzi siano originali, sale esponenzialmente.

 

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  • 6 mesi dopo...
Il 22/2/2020 alle 18:48, El Chupacabra dice:

Sono andato a vedere sul Gigante on-line e, devo dire, ho trovato un interessantissimo studio sulle zecche straniere del 10 centesimi di V.E. II che non conoscevo. Attribuisce in modo preciso la zecca al segno (o alla sua mancanza)

Buongiorno,

Ho scoperto solo ieri lo studio del Gigante mentre ero al mercatino della mia città.

Sapreste cortesemente dirmi in quale anno delle versioni cartacee è apparso per la prima volta tale (incredibile per quanto circostanziato) studio? 

Grazie.

Modificato da sdy82
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Bell'articolo, Però è riportato "...appare logico supporre che sia stata la medesima zecca a coniare anche le monete datate 1866 prive del marchio di zecca."

Si tratta di supposizione,  non c'è un documento  provante....mi sembra. 

A mio parere non è sufficiente come giustificazione della esistenza di queste monete.

saluti

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Buongiorno a tutti,

essendo presente un esemplare nella collezione reale mi fa ben sperare.

Ecco il link dove ho trovato i dettagli (la fonte è il Catalogo Gigante)

https://catalogogigante.it/moneta/vittorio-emanuele-ii-di-savoia-1861-1878-regno-ditalia-10-centesimi-1866-valore-entro-semicorona-di-alloro-e-quercia-2-tipo-strasburgo-bronzo/1330

 

Salvatore

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Siamo ancora nel campo delle ipotesi;  si dice " Secondo il nostro parere è verosimile che nel 1866 fu coniato, nella sola zecca di Strasburgo, un primo contingente di queste monete da 10 centesimi, omettendo, così come fatto negli anni precedenti, il marchio di zecca; "

Secondo il mio parere occorre portare delle prove, per affermare qualcosa; un parere rimane un parere.

saluti

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