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IGNORED

Collezionare monete del Triveneto


Risposte migliori

48 minuti fa, chievolan dice:

bella disamina ......

Effettivamente, caro Alex, tu rientri contemporaneamente nella prima/seconda/terza opzione, e con grande dignità.

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Mi piacerebbe che aggiungeste anche le vostre scelte, soprattutto se diverse da quelle scritte sopra. Così verrebbe un quadro più completo delle collezioni del Triveneto.

Arka

Diligite iustitiam

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Sono appassionato, come ben sapete, della monetazione triveneta. Zecca di riferimento quella di Aquileia, poi di cerca di completare una collezione tipologica delle altre zecche (Trieste, Merano, Trento, Verona...). Ogni tondello è spunto di riflessione storica ed economica, un impulso ad approfondire e comprendere la mia (macro) regione.

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Awards

ciao. anch'io sono appassionato della monetazione del triveneto. Come riferimento ho preso la zecca di Verona, che appunto al tempo di Ottone I, questa area costituiva la marca veronese. E' una collezione molto piacevole, anche come tipologie e nelle zecche di Aquileia e Trieste ne raggiunge anche una notevole raffinatezza nei conii.

Non e' difficile  imbattersi in varianti anche inedite...insomma non ci si annoia.

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Le monete medievali del Triveneto....mia croce e delizia a più riprese. Ho iniziato la loro collezione circa 12 anni fa' e terminata perché ceduta circa 6 anni fa'. Non avevo tantissime monete, certamente meno di 80 pezzi. Iniziai a comprarle perché il medioevo è un momento storico pieno di fascino e la sua eredità e ancora ben presente nei luoghi in cui vivo e vedo quotidiamente intorno a me, chiese, castelli, palazzi e fortezze. Come poter resistere alla curiosità e piacere di toccare e avere monete emesse dai padovani Da Carrara  ambiziosi e sfrontati contro Venezia ? O delle grandi pretese politiche e militari di condottieri come Ezzelino e Cangrande ? O ancora del patriarcato d'Aquileia che nel medioevo fece risorgere politicamente il nome  dell' antica città romana ? Poi tutto è finito nel mio caso per vari motivi... Non so però se sarà ancora e sempre così, sotto la cenere c'è ancora qualche brace e i contatti con collezionisti e la storia presente nella vita quotidiana di queste terre tengono sempre vivo e attento l'interesse per la monetazione medievale triveneta. Un' ultima considerazione personale : le più belle per me le monete del patriarcato di Aquileia. 

Modificato da Faletro78
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Inviato (modificato)

Purtroppo attualmnte non ho l'accesso al mio archivio fotografico (anche questo intrappolato in ufficio), ma appena possibile ho intenzione di mostrarvi alcune monete di questa area monetaria aggiungendo anche una breve descrizione. Se qualcuno di voi avesse la possibilità di iniziare subito sarebbe il benvenuto...

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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Mai come ora abbiamo bisogno di qualche piccolo spazio personale di svago e serenità attraverso la nostra comune passione numismatica...

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Tra le foto che ho in casa ho scelto questa:

Comune di Padova

Ulrich von Walsee (1320-1321)

Grosso aquilino

D/ + (anello) PADVA (anello su rosetta) REGIA (tre losanghe a trifoglio), aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra

R/ CI - VI - TA - S (anello - scudo con le armi di Walsee - rosetta), grande croce patente che divide la legenda e un cerchio di perline

Rif.: Passera 63; CNI VI, 9

Mi mancano i dati precisi su questa moneta (li metterò successivamente). Di norma questi grossi hanno un peso intorno a 1,40 grammi e un diametro di 21 mm. Il grosso imita quello di Merano coniato nella seconda metà del XIII secolo da Mainardo II e Alberto II, grosso che ebbe un grande successo e venne imitato da molte zecche. Lo stemme dei Walsee è di nero alla fascia d'argento. Sul dritto è visibile la traccia della croce del rovescio causata dal colpo di conio che ha sollevato il metallo.

Arka

Diligite iustitiam

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Tra le foto che ho in casa ho scelto questa:
Comune di Padova
Ulrich von Walsee (1320-1321)
Grosso aquilino
D/ + (anello) PADVA (anello su rosetta) REGIA (tre losanghe a trifoglio), aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra
R/ CI - VI - TA - S (anello - scudo con le armi di Walsee - rosetta), grande croce patente che divide la legenda e un cerchio di perline
Rif.: Passera 63; CNI VI, 9
Mi mancano i dati precisi su questa moneta (li metterò successivamente). Di norma questi grossi hanno un peso intorno a 1,40 grammi e un diametro di 21 mm. Il grosso imita quello di Merano coniato nella seconda metà del XIII secolo da Mainardo II e Alberto II, grosso che ebbe un grande successo e venne imitato da molte zecche. Lo stemme dei Walsee è di nero alla fascia d'argento. Sul dritto è visibile la traccia della croce del rovescio causata dal colpo di conio che ha sollevato il metallo.
Arka
Diligite iustitiam

FB_IMG_1585142303459.jpg

Merano
Grosso aquilino Mainardo II (dal 1259)
+ • COMES ⁑ TIROL ⁑
DE° MA• RA ͶO
Globetto situato sulla zampa dell'aquila
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Ecco il secondo grosso.

Comune di Padova

Engelmar von Villanders (1323-1328)

Grosso aquilino (1325-1328)

D/ + (trifoglio) PADVA (rosetta grande) REGIA, aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra

R/ CI - VI - TA (anello) - S (trifoglio - scudetto con le armi di Villanders - trifoglio), grande croce patente intersecante la legenda e un cerchio di perline

Rif.: Passera 70; CNI VI, 4

Grosso molto simile a quello già illustrato in precedenza di Walsee, ma con piccole differenze. Il grande fiore che divide la legenda del dritto, usato da Villanders e da Pfannberg. La cosa è importante quando lo scudetto risulta impossibile da leggere. In presenza di questo fiore viene escluso il Walsee e quindi ci troviamo di fronte a uno dei due nomi più rari. Seconda cosa che distingue Villanders da Walsee è l'anello dopo la TA del rovescio. La differenza più importante è lo scudetto. Infatti lo stemma di Villanders è fasciato - increspato d'argento e di rosso. Lo stemma è anche l'unica differenza tra il grosso di Villanders e quello, estremamente raro, di Pfannberg, il cui stemma è a losanghe (vedi la tabella postata poco più sopra da @ak72).

L'epoca di coniazione dei grossi aquilini di Padova coincide con le lotte sostenute con Cangrande della Scala. Era con questo denaro che i padovani pagavano le truppe imperiali poste a difesa della città.

Arka

Diligite iustitiam

 

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Ecco il secondo grosso.
Comune di Padova
Engelmar von Villanders (1323-1328)
Grosso aquilino (1325-1328)
D/ + (trifoglio) PADVA (rosetta grande) REGIA, aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra
R/ CI - VI - TA (anello) - S (trifoglio - scudetto con le armi di Villanders - trifoglio), grande croce patente intersecante la legenda e un cerchio di perline
Rif.: Passera 70; CNI VI, 4
Grosso molto simile a quello già illustrato in precedenza di Walsee, ma con piccole differenze. Il grande fiore che divide la legenda del dritto, usato da Villanders e da Pfannberg. La cosa è importante quando lo scudetto risulta impossibile da leggere. In presenza di questo fiore viene escluso il Walsee e quindi ci troviamo di fronte a uno dei due nomi più rari. Seconda cosa che distingue Villanders da Walsee è l'anello dopo la TA del rovescio. La differenza più importante è lo scudetto. Infatti lo stemma di Villanders è fasciato - increspato d'argento e di rosso. Lo stemma è anche l'unica differenza tra il grosso di Villanders e quello, estremamente raro, di Pfannberg, il cui stemma è a losanghe (vedi la tabella postata poco più sopra da [mention=40771]ak72[/mention]).
L'epoca di coniazione dei grossi aquilini di Padova coincide con le lotte sostenute con Cangrande della Scala. Era con questo denaro che i padovani pagavano le truppe imperiali poste a difesa della città.
Arka
Diligite iustitiam
 

Un'altra caratteristica è il capo dell'aquila che in questa tipologia sembra "guardar le stelle" [emoji6]
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Comune di Padova

Emissioni autonome (ante 1271 - 1328)

Denaro piccolo

Mistura

D/ + (globetto) CIVITAS (globetto), stella a sei raggi in cerchio di perline

R/ + (globetto) DE PADVA (globetto), stella a sei raggi in cerchio di perline.

Rif.: Passera 2; CNI VI, 2

Questa è la prima moneta della zecca di Padova. Anche in questo caso mi mancano i dati precisi, ma di norma questi esemplari pesano tra 0,20 e 0,30 grammi con un diametro intorno a 13 millimetri. Questa tipologia fu coniata per un periodo di circa sei decenni e quindi esistono numerose varianti. Queste si distinguono per il contenuto di metallo prezioso che scende sempre di più fin quasi ad annullarsi. Ma la caratteristica principale che ci permette la distinzione sono i simboli ai lati della croce. Le prime emissioni hanno come simbolo il globetto, il giglio, il crescente, il trifoglio, quelle successive di norma ne hanno due, uno all'inizio della legenda e uno alla fine, e sono una rosetta e un trifoglio di losanghe, combinati in vari modi.

Arka

Diligite iustitiam

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Comune di Padova

Emissioni autonome (ante 1271 - 1328)

Denaro piccolo

Mistura

D/ + [(rosetta) CI]VITAS (tre losanghe a trifoglio), stella a sei raggi in cerchio di perline

R/ + (tre losanghe a trifoglio) DE PADVA (rosetta), stella a sei raggi in cerchio di perline

Rif.: Passera 37; CNI VI, 7

Ecco un esempio delle ultime emissioni del denaro piccolo del Comune di Padova. I dati ponderali sono del tutto simili alla moneta illustrata in precedenza. Ma il contenuto di argento è decisamente inferiore. Qui abbiamo l'esempio di due simboli alternati, rosetta e trifoglio di losanghe. Anche la scodellatura è leggermente meno evidente.

Arka

Diligite iustitiam

 

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Signoria di Padova

Ubertino da Carrara (1338 - 1345)

Denaro piccolo

Mistura

D/ + (rosetta) CIVITAS (rosetta), Lettera V con globetto in cerchio di perline

R/ + P A D V A, grande stella a sei raggi intersecante la legenda e un cerchio di perline

Rif.: Passera 73; CNI VI, 1

Questa è la prima moneta coniata dai Carraresi, signori di Padova, dopo la sconfitta degli Scaligeri e la riconquista della città. Il peso è simile ai denari piccolo del comune e così pure il diametro. Al dritto l'iniziale del signore V ha preso il posto della stella che rimane al rovescio anche se aumentata di dimensione. Questa tipologia di denaro resterà fino alla fine della signoria con le diverse iniziali dei Carraresi che si succedono. Così i denari di Jacopo II hanno la lettera I, quelli di Francesco I e Francesco II la F, che vedremo in seguito.

Arka

Diligite iustitiam

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Non posso fare a meno di ringraziarti Arka per quello che ci mostri e condividi con noi in questi difficili giorni. Ubertino l'avevo in collezione, all'epoca era un R3 pieno forse oggi un po'meno ma sempre ambito dato il fatto che è l'unica moneta a nome di questo signore. Ricordo ancora la grande soddisfazione per averlo aggiunto alla collezione.

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E' sempre molto raro, infatti compare raramente nelle aste.

Spero di non stancarVi con le monete di Padova, ma sono le uniche immagini che ho a casa e non voglio usare immagini tratte da internet. Abbiate pazienza, appena potrò raggiungere l'ufficio posterò anche monete delle altre zecche... :rolleyes:

Arka

Diligite iustitiam

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