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Simbologie romano barbariche


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La storia dei conflitti tra Romani e Barbari e’ antica quasi quanto la storia stessa di Roma . Immensa e duratura memoria ebbe presso i Romani la presa di Roma da parte dei Galli di Brenno , memoria che decise in futuro la politica estera , ma anche interna , di Roma , politica proiettata a definire per sempre i rapporti con i popoli del nord Italia e ancora dopo con quelli del nord Europa .

Da parte dei Barbari , questi videro inizialmente i Romani come come un popolo invasore del territorio e della loro liberta’ , fu quindi guerra aperta ed aspra ; passarono i secoli e i Barbari , molti dei quali ormai romanizzati pur avendo perso la liberta’ , apprezzarono comunque il fascino del vivere civile che Roma aveva portato nel loro modo di vivere semi primitivo , vita che avevano prima di conoscere il modus vivendi dei Latini .

Si giunse cosi a stabilire il corso dei fiumi Reno e Danubio come confini naturali tra i due mondi ; alla fine del II secolo iniziarono guerre di sconfinamento dei Barbari in territorio romano che in pratica non finirono piu’ fino al definitivo crollo della parte occidentale dell’ Impero .

Questi sconfinamenti dei Barbari non ebbero mai come unico scopo di voler distruggere la civilta’ romana , sapevano bene che sarebbe stata utopia ed anche un “assassinio” , quanto piuttosto fu il desiderio di entrare a far parte e direi anche di godere dei vantaggi della civilta’ romana in tutte le sue forme ; incomprensioni ed odii atavici tra le due parti non permisero mai che questa idea prendesse consistenza , Per varie motivazioni alla fine i Barbari vinsero la quasi millenaria sfida con l’ Impero , ma da invasori , inizialmente brutali per rabbia accumulata nei secoli , divennero poco dopo di nuovo conquistati dalla romanita’ , non piu’ come un tempo tramite le armi , ma ora per mezzo delle leggi , dell’ arte e della religione .

Terminata questa brevissima panoramica sui rapporti romano barbarici , vediamo ora un esempio artistico che puo' bene rappresentare la fusione tra gli antichi antagonisti .

Gli esempi da presentare di questa romanizzazione dei popoli germanici invasori del vecchio Impero Romano sarebbero infiniti , mi soffermo solo su un semplice esempio artistico , un oggetto chiamato “Lamina di Agilulfo” , fu costui per 25 anni Re dei Longobardi e Re d’ Italia , dal 591 al 616 .

In questa lamina di bronzo il Re Agilulfo e’ rappresentato nella parte centrale in posa seduto , sembra quasi piu’ un Magistrato romano nell’ atto di emanare una legge piuttosto che un Barbaro , evidenziato pero’ dalla capigliatura e dalla barba appuntita , lo sguardo e’ severo , intimidatorio , anche l’ abito non chiuso sulla spalla ma aperto sul petto , lo indirizza chiaramente al mondo longobardo ; la scritta “DN Agilulf regi” lo identifica senza dubbio . Ai suoi lati due soldati longobardi armati a protezione del loro Re , seguono due Vittorie che reggono ognuna un Labaro iscritto e infine offerenti , probabilmente latini , che portano doni tra cui l' elmo regale ; tutta la scena sembra augurare ad Agilulfo : benessere e vittoria . La lamina e’ stata interpretata come facente parte di un elmo o come rivestimento di una cassetta , la cosa e’ rimasta controversa .

In foto la lamina intera , particolare della parte centrale ed un elmo dal quale si pensa possa appartenere la lamina , seguono due monete di Agilulfo emesse a nome di Giustiniano e Giustino II .

lamina.jpg

DSCN3088.JPG

lamina ed elmo.jpg

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Troverai  @Agricola cenni in merito nella discussione "Agilulfo" del 6-Ottobre-2019 : tra questi cenni anche il ricordo dell'ipotesi che la dedica ad Agilulfo possa essere aggiunta più tarda sulla lamina .

Modificato da VALTERI
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Ferma ferma... Il frontale come dici giustamente non necessariamente avrebbe fatto parte di un elmo ma la corona cui tu attribuisci pertinenza con il frontale non solo non lo è affatto ma non è neanche longobarda, anzi non è neanche originale, infatti si tratta di parte di un famoso falso "tesoro" longobardo apparso negli anni '40 del secolo scorso in Inghilterra e già da allora riconosciuto come falso. 

Se ne è parlato qui 

Quanto all' iconografia del frontale (ma sarebbe meglio definirla placca), si tratterebbe della trasposizione su metallo di un tratto di un ciclo pittorico ad affresco eseguito chissà dove (Italia del nord? Ticinum? ) e andato perduto. 

Modificato da Adelchi66
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Ad onor del vero Otto Von Hessen asserisce che la placca di Val di Nievole è sicuramente il frontale di un elmo ma non di uno "spangenhelm" bensì di un elmo a lamelle tipo "Niederstotzingen", anche se il kurze sottolinea le grandi dimensioni del manufatto, troppo per essere utilizzato a tale scopo. Faccio notare però che la placca è stata appiattita, aumentandone le misure in proiezione, per essere forse riutilizzata come decoro di un qualche mobile, in origine doveva essere decisamente curvata per seguire l'andamento ellittico del cimiero e la forzatura sul bronzo, di per sé piuttosto rigido, potrebbe la causa della frattura che lo deturpa (non il "romantico" colpo di spada ipotizzato in prima istanza) e che è stata riparata "ab antiquo". 

 

 

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2 ore fa, Adelchi66 dice:

Ferma ferma... Il frontale come dici giustamente non necessariamente avrebbe fatto parte di un elmo ma la corona cui tu attribuisci pertinenza con il frontale non solo non lo è affatto ma non è neanche longobarda, anzi non è neanche originale, infatti si tratta di parte di un famoso falso "tesoro" longobardo apparso negli anni '40 del secolo scorso in Inghilterra e già da allora riconosciuto come falso. 

Se ne è parlato qui 

Quanto all' iconografia del frontale (ma sarebbe meglio definirla placca), si tratterebbe della trasposizione su metallo di un tratto di un ciclo pittorico ad affresco eseguito chissà dove (Italia del nord?) e andato perduto. 

Calma , calma , a parte che in questo post non si parla di elmi ma solo dell' ipotesi che la lamina forse possa essere stata parte di uno di questi ; strano inoltre quanto affermi che la lamina faccia parte di un "falso tesoro" in quanto questa lamina di Agilulfo e' stata descritta con dovizia di particolari da un notissimo Professore , storico del Medioevo , quindi mi suona molto molto strano che abbia parlato di questo oggetto in un suo monumentale libro sul tema Medioevo non sapendo che si trattava di un falso !

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Allora : NON è la lamina di Val di Nievole ad essere in questione, essa è SICURAMENTE  autentica.

Ad essere  attenzionata è la corona della foto in bianco e nero facente parte del sedicente tesoro di Agilulfo  che NON è pertinente alla lamina del Bargello e che quasi sicuramente NON è autentica. 

https://lastoriaviva.it/agilulfo-teodolinda-e-il-tesoro-longobardo/

 

Modificato da Adelchi66
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Voglio dire... Niente di grave, mi premeva solamente far notare ( cosa che potrebbe non essere sottintesa per chi non è ferrato sulla cultura materiale longobarda) che la lamina del Bargello non ha nessuna attinenza culturale e cronologica con la corona, erroneamente a volte definita "elmo", che appare nel post dell' ottimo @Agricola con cui mi scuso se sono sembrato un po' irruente, è solo passione...

 

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1 ora fa, Adelchi66 dice:

Allora : NON è la lamina di Val di Nievole ad essere in questione, essa è SICURAMENTE  autentica.

Ad essere  attenzionata è la corona della foto in bianco e nero facente parte del sedicente tesoro di Agilulfo  che NON è pertinente alla lamina del Bargello e che quasi sicuramente NON è autentica. 

https://lastoriaviva.it/agilulfo-teodolinda-e-il-tesoro-longobardo/

 

Quella foto di elmo e lamina insieme e' stata SOLO riportata come esempio di POSSIBILE attinenza .

Mi scuso dell' equivoco ma pensavo fosse chiaro l' accostamento tra i due oggetti come esempio !

Chiudo qui la discussione .

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