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Lucio Memmio e i Dioscuri


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Tra le monete repubblicane della Gens Memmia una , emessa da Lucio Memmio pochi anni prima dell’ anno 100 a.C. , rappresenta al dritto la testa di Apollo (?) o di Attalo (?) e al rovescio i gemelli Dioscuri , fin qui nulla di strano in quanto i Dioscuri sono tra le iconografie monetali piu’ rappresentate nella Repubblica ma non in questo modo , comune ad esempio i Dioscuri al galoppo , mentre questa iconografia dei Dioscuri in questa particolare emissione della Gens Memmia , e’ piu’ rara ; una stessa rappresentazione dei divini gemelli viene nuovamente ripresa da Massenzio , con emissione della zecca di Ostia , circa 400 anni dopo Lucio Memmio , con la differenza che nella moneta di Lucio Memmio i cavalli sono all’ esterno dei Dioscuri mentre in quella di Massenzio sono posizionati interni ai gemelli . Questa differenza di rappresentazione , facente comunque parte della uguale , ma non identica , iconografia , cosa potrebbe significare ? Credo che una possibilita’ sia che il gruppo originale forse in bronzo , ritenuto opera di Fidia o di Prassitele , avesse questa disposizione con i Dioscuri interni ai cavalli , mentre i gemelli di Massenzio evidentemente sono una copia romana in marmo forse della fine del III , inizi del IV secolo , nella quale per motivi ignoti vennero invertite le posizioni delle figure , forse per motivi pratici .

Il monetiere repubblicano Lucio Memmio volle ricordare questo famoso bronzo , probabilmente predato a Corinto da Lucio Mummio Acaico , strana la similitudine tra la Gens Memmia e Mummia , Console nel 146 a.C. che concluse la guerra contro la Lega Achea e per questo ottenne il Trionfo a Roma e il Cognome di Acaico ; probabile che in questa occasione Mummio portasse a Roma , tra altre opere greche , anche il gruppo bronzeo dei Dioscuri predato a Corinto .

La moneta , un Follis , emessa ad Ostia da Massenzio dimostrerebbe che i Dioscuri rappresentati nella moneta sono  invece una copia marmorea dell’ originale bronzo greco , questo gruppo , sembra che venisse trovato tra le rovine delle Terme di Costantino , iniziate da Massenzio come la Basilica nel Foro , sul Quirinale e sistemato poi nell’ attuale Piazza del Quirinale insieme ad un Obelisco , uno dei due che ornavano il Mausoleo di Augusto , ed una fontana .

Per maggiori informazioni sul gruppo scultoreo del Quirinale :

https://www.archeologiaviva.it/2703/i-dioscuri-sul-quirinale/

In foto due denari di L. Memmio , il follis di Massenzio , una foto attuale della Piazza del Quirinale e un disegno del Piranesi .

 

 

memmia1.3.jpg

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Massenzio ostia , dioscuri RIC035.Q.jpg

Dioscuri del Quirinale.b.jpg

Dioscuri del Quirinale del Piranesi.jpg

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I Dioscuri sul Quirinale

Dai Greci ai Romani

 
Roma: i Dioscuri sul Quirinale

Archeologia Viva n. 133 – gennaio/febbraio 2009
pp. 32-39

di Paolo Moreno, a cura di Annalisa Venditti

I colossi in marmo che fin dall’antichità adornano il Colle sono copie romane di un gruppo in bronzo di Fidia e Prassitele il Vecchio che aveva ispirato un gran numero di artisti nei secoli fra l’età classica e l’ellenismo

Insieme agli archi trionfali e allE colonne istoriate, i Dioscuri che dominano la piazza del Quirinale sono tra gli stupefacenti complessi figurativi rimasti a Roma dall’antichità senza conoscere l’interro.

Erano stati posti a ornamento del tempio di Ercole e Bacco (già creduto del Sole o di Serapide), voluto da Settimio Severo intorno al 198 d.C. come auspicio per il futuro dominio dei figli Caracalla e Geta, sul pendio del colle verso la Flaminia (attuale via del Corso).

Trasferiti nelle adiacenti terme dette di Costantino, forse dovute al predecessore di questi Massenzio (306-312), furono ancora oggetto di cura nel 411 da parte del prefetto urbano dopo il passaggio di Alarico.

A partire dal medioevo i Dioscuri servirono di riferimento topografico e simbolico per le descrizioni, visioni e piante della città. Nel 1470 vennero puntellati con muri di mattoni, come si può vedere in alcune stampe cinquecentesche.

Sisto V (1585-1590) li fa integrare in marmo nelle parti mancanti dallo scultore e archeologo Flaminio Vacca, mentre l’architetto Domenico Fontana libera l’attuale piazza del Quirinale dai ruderi delle terme (1589-1591).

Nel 1783, per volontà di Pio VI e su progetto di Carlo Antinori, viene prelevato un obelisco dal mausoleo di Augusto (dove faceva coppia con quello oggi sull’Esquilino) e collocato tra i Dioscuri: all’occasione si modifica la posizione delle basi, reciprocamente allineate, fatte convergere come oggi le vediamo. Raffaele Stern sistema la fontana durante il papato di Pio VII (1800-1823).

La fortuna moderna dei colossi, costantemente ammirati dagli artisti (tra i quali Pisanello, Andrea del Castagno, Mantegna e Michelangelo), e la vicenda delle fantasiose interpretazioni proposte attraverso i secoli per i due personaggi (vedi scheda: I gemelli fraintesi) sono state motivo di citazioni e studi, mentre è deludente il risultato per quanto riguarda la situazione del monumento nella storia dell’arte antica.

Le iscrizioni che segnalano le statue, quella di sinistra come «opus Phidiae», ‘opera di Fidia’, e l’altra di un Prassitele, «opus Praxitelis», sono trascrizioni effettuate sui basamenti del tempo di Sisto V, con la correzione erudita Phidiae per l’originario Fidiae: le didascalie di epoca romana imperiale, tracciate presso la cornice superiore delle basi, erano state lette durante il medioevo, e sono attestate in disegni e stampe.

Nomi di artisti accompagnati dal latino opus o dal greco érgon su plinti di statue, sostegni o erme, indicavano un originale trasportato nell’Urbe, ovvero l’attribuzione dell’archetipo di cui si esibiva una copia.

Nel caso dei Dioscuri, gli archeologi si sono in generale arenati sull’impossibilità di far corrispondere l’attività di Fidia (490-420 a.C.) con quella più tarda del Prassitele esponente dello stile bello (390-326 a.C.): accostando al gruppo la serie di sarcofagi di età severiana (193-211) dove i Dioscuri appaiono nella medesima posa obliqua, si assegna correntemente a tale periodo non solo l’esecuzione materiale delle statue del Quirinale – il che è corretto per la tecnica di lavorazione del marmo – bensì l’invenzione stessa di esse come opera romana. …

https://www.archeologiaviva.it/2703/i-dioscuri-sul-quirinale/

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4 ore fa, Agricola dice:

Tra le monete repubblicane della Gens Memmia una , emessa da Lucio Memmio pochi anni prima dell’ anno 100 a.C. , rappresenta al dritto la testa di Apollo (?) o di Attalo (?) e al rovescio i gemelli Dioscuri , fin qui nulla di strano in quanto i Dioscuri sono tra le iconografie monetali piu’ rappresentate nella Repubblica ma non in questo modo , comune ad esempio i Dioscuri al galoppo , mentre questa iconografia dei Dioscuri in questa particolare emissione della Gens Memmia , e’ piu’ rara ; una stessa rappresentazione dei divini gemelli viene nuovamente ripresa da Massenzio , con emissione della zecca di Ostia , circa 400 anni dopo Lucio Memmio , con la differenza che nella moneta di Lucio Memmio i cavalli sono all’ esterno dei Dioscuri mentre in quella di Massenzio sono posizionati interni ai gemelli . Questa differenza di rappresentazione , facente comunque parte della uguale , ma non identica , iconografia , cosa potrebbe significare ? Credo che una possibilita’ sia che il gruppo originale forse in bronzo , ritenuto opera di Fidia o di Prassitele , avesse questa disposizione con i Dioscuri interni ai cavalli , mentre i gemelli di Massenzio evidentemente sono una copia romana in marmo forse della fine del III , inizi del IV secolo , nella quale per motivi ignoti vennero invertite le posizioni delle figure , forse per motivi pratici .

Il monetiere repubblicano Lucio Memmio volle ricordare questo famoso bronzo , probabilmente predato a Corinto da Lucio Mummio Acaico , strana la similitudine tra la Gens Memmia e Mummia , Console nel 146 a.C. che concluse la guerra contro la Lega Achea e per questo ottenne il Trionfo a Roma e il Cognome di Acaico ; probabile che in questa occasione Mummio portasse a Roma , tra altre opere greche , anche il gruppo bronzeo dei Dioscuri predato a Corinto .

La moneta , un Follis , emessa ad Ostia da Massenzio dimostrerebbe che i Dioscuri rappresentati nella moneta sono  invece una copia marmorea dell’ originale bronzo greco , questo gruppo , sembra che venisse trovato tra le rovine delle Terme di Costantino , iniziate da Massenzio come la Basilica nel Foro , sul Quirinale e sistemato poi nell’ attuale Piazza del Quirinale insieme ad un Obelisco , uno dei due che ornavano il Mausoleo di Augusto , ed una fontana .

Per maggiori informazioni sul gruppo scultoreo del Quirinale :

https://www.archeologiaviva.it/2703/i-dioscuri-sul-quirinale/

In foto due denari di L. Memmio , il follis di Massenzio , una foto attuale della Piazza del Quirinale e un disegno del Piranesi .

 

 

memmia1.3.jpg

memmia1.6.jpg

Massenzio ostia , dioscuri RIC035.Q.jpg

Dioscuri del Quirinale.b.jpg

Dioscuri del Quirinale del Piranesi.jpg

Effettivamente osservando le monete con i Dioscuri all' interno penso ( giudizio il mio che vale meno che zero sia ben chiaro) che Prassitele potrebbe essere il modello. Se notate entrambi cercano un punto di appoggio ( ponderazione) verso l'esterno per scaricare il peso e hanno la tipica sinuosita' e movimento del bacino verso l'esterno di Prassitele piu' che di Fidia. Se vi guardate copie di statue tipo Hermes con Dionisio bebe', il Satiro a riposo oppure l'Apollo Sauroctono ritrovate lo stesso movimento.

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Supporter

Guardavo il disegno di Piranesi. 

Mi hanno colpito due cose:

- I basamenti delle due statue erano ancora allineati. Quindi dovremmo essere prima della risistemazione voluta da Pio VI con il posizionamento dell'obelisco (1783).

- La piazza e' chiamata "Piazza di Monte Cavallo": ho letto che il nome le deriverebbe proprio dalle due statue che il popolo invece identificava come "i domatori di cavalli".

Circa la figura dei Dioscuri nella monetazione di Massenzio, allego questa interessante discussione aperta dal "nostro" Massenzio sulla zecca di Ostia:

Buona serata.

Stilicho

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10 ore fa, ARES III dice:

Veramente interessante @Agricolae complimenti per l'osservazione delle due tipologie di monetali.

 

Grazie @ARES III , come sai a me piace trovare nella storia , archeologia e numismatica motivi particolari di discussione piuttosto che trattare di argomenti arci noti , anche se qualche volta li propongo anch' io , cercando pero' in questi argomenti dettagli insoliti come ad esempio il recentissimo "i misteri di Canne".

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10 minuti fa, Agricola dice:

i misteri di Canne".

L'ho letto (inutile che esprimono il mio interesse dal momento che è più che evidente la positività dello stesso) e volevo fare un'osservazione , ma dal momento che mi manca in mano un testo di riferimento preferisco rimandare.

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10 ore fa, Stilicho dice:

Guardavo il disegno di Piranesi. 

Mi hanno colpito due cose:

- I basamenti delle due statue erano ancora allineati. Quindi dovremmo essere prima della risistemazione voluta da Pio VI con il posizionamento dell'obelisco (1783).

- La piazza e' chiamata "Piazza di Monte Cavallo": ho letto che il nome le deriverebbe proprio dalle due statue che il popolo invece identificava come "i domatori di cavalli".

Circa la figura dei Dioscuri nella monetazione di Massenzio, allego questa interessante discussione aperta dal "nostro" Massenzio sulla zecca di Ostia:

Buona serata.

Stilicho

Ciao @Stilicho e grazie delle tue osservazioni , occorre anche ricordare che il Piranesi , grandissimo incisore , architetto e teorico dell' architettura , grande cultore dell' antichita' classica , pare arricchisse i suoi lavori di piccoli particolari , le sue incisioni forse non erano esattamente delle "fotografie" del reale ; fu un esponente dello stile rococo' , tipico per la grande eleganza e la sfarzosità delle forme rappresentate .

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Sarebbe molto gradito un vostro parere sul presente proseguo del post , la domanda e' questa : secondo voi e' possibile che la Gens Memmia e Mummia siano la stessa Famiglia ? Non sarebbe un caso raro tra le Gens repubblicane romane che una stessa Famiglia venga riportata nelle monete con una vocale o consonante diversa , aggiunta o mancante , come ad esempio la Gens Didia e Deidia conosciuta in due nomi gentilizi diversi .

Se questo fosse vero allora il monetiere Lucio Memmio , l' autore della moneta con i Dioscuri , potrebbe avrebbe ricordato in questa emissione del 108/9 a.C. , forse il padre Console nel 146 , Lucio Mummio Acaico , infatti anche il doppio prenome Lucio , comune ad entrambi , sembrerebbe avvalorare questa ipotesi . Il Lucio Mummio Acaico combatte' in Grecia contro la Lega Achea ed espugno' Corinto da cui potrebbe provenire il gruppo scultoreo portato poi a Roma . 

P.S. questa Sezione non essendo particolarmente frequentata dai numismatici puri , se non occasionalmente , chiederei ai repubblicani @L. Licinio Lucullo , @Scipio e @Rapax , un loro parere , grazie .

Modificato da Ospite
P.S.
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In realtà, i casi di mutazione di lezione nella tradizione dei nomina e cognomina sono frequenti. Il più famoso è quelli di Clodio, che si atteggiava a popolare plebeo ma in realtà era stato (prima dell'adozione) un nobilissimo patrizio Claudio. Le monete repubblicane ne sono piene: il noto dittatore Silla, ad esempio, compare come Sulla.

Tali mutazioni di grafia disvelano sottese evoluzioni di pronuncia: nell'esempio di Clodio, quella della contrazione del dittongo "au"  nella vocale "o"; nell'esempio di Silla, quella della derivazione di entrambi i suoni, "i" e "u", da uno intermedio, analogo al greco ypsilon (che in Greco non si legge "ipsilon").

Detto questo, bisognerebbe capire se nella pronuncia esistesse un collegamento fra "e" (di Memmia) e "u" di Mummia: a memoria non mi sovvengono esempi, bisognerebbe studiarci su

 

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1 ora fa, L. Licinio Lucullo dice:

In realtà, i casi di mutazione di lezione nella tradizione dei nomina e cognomina sono frequenti. Il più famoso è quelli di Clodio, che si atteggiava a popolare plebeo ma in realtà era stato (prima dell'adozione) un nobilissimo patrizio Claudio. Le monete repubblicane ne sono piene: il noto dittatore Silla, ad esempio, compare come Sulla.

Tali mutazioni di grafia disvelano sottese evoluzioni di pronuncia: nell'esempio di Clodio, quella della contrazione del dittongo "au"  nella vocale "o"; nell'esempio di Silla, quella della derivazione di entrambi i suoni, "i" e "u", da uno intermedio, analogo al greco ypsilon (che in Greco non si legge "ipsilon").

Detto questo, bisognerebbe capire se nella pronuncia esistesse un collegamento fra "e" (di Memmia) e "u" di Mummia: a memoria non mi sovvengono esempi, bisognerebbe studiarci su

 

Da Wikipedia sulla Gens Mummia :

"Ia gens Mummia era una famiglia plebea a Roma. I membri di questa famiglia sono menzionati per la prima volta dopo la seconda guerra punica, e nel giro di una generazione, Lucius Mummius Achaicus è diventato il primo della famiglia per ottenere il consolato. Anche se non furono mai numerosi, i Mummii continuarono a ricoprire le più alte cariche dello stato fino al III secolo d.C.

Poiché i Mummii non erano né una grande né una vecchia famiglia, pochi di loro si trovano con qualsiasi cognome al tempo della Repubblica. L'eccezione principale fu Achaicus, un cognomen vinto da Lucio Mummio, console del 146 a.C., per la sua conquista della Grecia, e si dice che sia stato il primo novus homo ad aver guadagnato tale distinzione attraverso i suoi successi militari"

In base a questa tradizione storica della Gens Mummia , si potrebbe ipotizzare che la variazione da Mummia a Memmia , se variazione fosse mai avvenuta , si verifico' in un periodo indeterminato tra il 145 e il 110 , circa , a.C. , cioe' prima della emissione della moneta con i Dioscuri .

Sempre da Wikipedia : sembrerebbe che la Gens Memmia presentasse alla storia un primo membro importante della Famiglia che raggiunse la Pretura nel 172 a. C. , fu un certo Gaio Memmio Gallo . In base a questa testimonianza parrebbe che le due Gens fossero distinte tra loro .

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Forse ho trovato qualcosa...

Leggo in Wikipedia, https://it.m.wikipedia.org/wiki/Gens_Memmia, che il nomen Memmia potrebbe in realtà derivare da un cognomen (un soprannome, diremmo oggi) "Memmus". Non c'è la fonte, ma prendiamolo per buono.

Ora, ho trovato questo testo (su google books) del grande  Filangieri:

 

20200705_173314.jpg

 

Ove si legge: 

20200705_173256.jpg

Modificato da L. Licinio Lucullo
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"daß dieses Gereß verschiedene Benennungen erhalten hat , und bald Memmia , bald Mummia , bald Rhemmia geschrieben wird " ovvero - secondo il traduttore - Memmia e Mummia (e Rhemmia) derivano da un medesimo cognomen.

Questo potrebbe pensare che le due gente potrsseroritenere di avere un'origine comune.

Che ne pensate?

 

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Ciao a tutti,

seguo questa discussione da profano asoluto, l'unico mio vantaggio è di saper decifrare il tedesco antico...

Posto il testo originale: "La scienza della legislazione di Gaetano Filangieri: 2"

( che è pure in italiano, così ci risparmiamo la traduzione! ;))

https://books.google.it/books?id=94YkFN8UhdAC&pg=PA8&dq=scienza+mummia+Gaetano+Filangieri&hl=de&sa=X&ved=2ahUKEwjPs83Nv7bqAhVhQkEAHSLOAo0Q6AEwAHoECAAQAg#v=onepage&q=scienza mummia Gaetano Filangieri&f=false

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Servus,

Njk

 

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Awards

@Agricola personalmente dubito che i nummi ostiensi si rifacessero a un gruppo scultoreo capitolino, ricordiamoci che a ostia era presente il tempio di Castore e Polluce e quindi se proprio necessitassero di “copiare” un gruppo scultoreo avrebbero copiato quello presente nel tempio Ostiense.

Se pensiamo alla domus dei Dioscuri sempre a ostia, questi vengono rappresentati addirittura senza cavalli.


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3 ore fa, littleEvil dice:

Ciao a tutti,

seguo questa discussione da profano asoluto, l'unico mio vantaggio è di saper decifrare il tedesco antico...

Posto il testo originale: "La scienza della legislazione di Gaetano Filangieri: 2"

( che è pure in italiano, così ci risparmiamo la traduzione! ;))

https://books.google.it/books?id=94YkFN8UhdAC&pg=PA8&dq=scienza+mummia+Gaetano+Filangieri&hl=de&sa=X&ved=2ahUKEwjPs83Nv7bqAhVhQkEAHSLOAo0Q6AEwAHoECAAQAg#v=onepage&q=scienza mummia Gaetano Filangieri&f=false

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Servus,

Njk

 

Ottimo.

 

Se la tradizione confonde il nome di un senatoconsulto, vuol dire che c'era una varianza tra Memmia e Mummia

 

 

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19 ore fa, Massenzio dice:

@Agricola personalmente dubito che i nummi ostiensi si rifacessero a un gruppo scultoreo capitolino, ricordiamoci che a ostia era presente il tempio di Castore e Polluce e quindi se proprio necessitassero di “copiare” un gruppo scultoreo avrebbero copiato quello presente nel tempio Ostiense.

Se pensiamo alla domus dei Dioscuri sempre a ostia, questi vengono rappresentati addirittura senza cavalli.


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Ciao @Massenzio e grazie per l' intervento ; per quanto hai scritto su Ostia hai ragione , il problema principale riguarda pero' le due monete di Memmio e di Massenzio , distanti circa 400 anni tra loro in cui sono raffigurati i Dioscuri con le figure invertite . Per quanto riguarda invece il gruppo presente nella Piazza del Quirinale , e' ritenuto essere una copia marmorea del III secolo come forse quello presente ad Ostia nel loro Tempio dedicato , tutto questo lascerebbe intendere che esistesse un originale simile in bronzo , forse quello riprodotto nella moneta di Memmio , come era uso produrre statue in questo metallo dagli antichi Greci .

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quello
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Il piu' antico Tempio dei Castori a Roma era quello innalzato nel Foro romano nell' anno 496 a. C. da Aulo Postumio , votato nel corso della battaglia del lago Regillo , durante la quale i divini gemelli aiutarono i Romani a vincere contro i Latini e l' ex re Tarquino il Superbo che cacciato da Roma agognava farvi ritorno . Il Tempio venne costruito presso la fonte di Giuturna presso la quale furono visti i Dioscuri abbeverare i cavalli , mentre Castore e Polluce annunciavano ai Romani la vittoria .

Il culto dei gemelli , figli di Zeus e Leda , era di antica origine greca ; probabile che statue a loro dedicate esistessero in Grecia e che una di queste fosse portata a Roma in un momento imprecisato che va dalla distruzione di Corinto nel 146 a.C. , ad opera di Lucio Mummio Acaico , alla successiva trasformazione della Grecia in provincia romana .

 

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Famosi in Grecia e in seguito a Roma , dopo la conquista della Citta' greca nel 146 a. C. , i bronzi di Corinto .

Da PRIMA LETTERA AI CORINZI

Paolo , Apostolo , Pastore e Padre nella Chiesa di Corinto :

https://associazionelaicibonilliani.it/wp-content/uploads/2019/01/Lectio-Divina-2017-2018.pdf

LA CITTÀ DI CORINTO La città di Corinto è uno dei capisaldi della strategia missionaria di Paolo. La sua storia è assai utile per comprendere meglio in quale ambiente venne a trovarsi Paolo dopo l’umiliante partenza da Atene. Già ai tempi di Platone (secc. V-IV a.C.) Corinto era città raffinata, opulenta e corrotta. Nel 27 a.C. Augusto la fece capitale della provincia senatoriale di Acaia. Fra tutte le città della Grecia, perciò, Corinto, può essere considerata quella che ha avuto le più avventurose vicende, dovute proprio alla sua felice posizione geografica. Situata nella parte meridionale dell’istmo omonimo, non solo controllava i due mari Egeo e Ionio, ma, essendo punto obbligato di passaggio dal continente settentrionale alla penisola del Peloponneso, costituiva anche un centro commerciale di prim’ ordine. Città fra le più cosmopolite del mondo antico, punto di incontro delle culture occidentale e orientale, per le sue strade e piazze si incontravano greci, romani, asiatici e giudei. Dal punto di vista religioso, 6 viste le svariate presenze etniche, tutti i culti vi erano rappresentati. Città del piacere, Corinto era necessariamente anche città dispendiosissima. La dissolutezza della città era talmente proverbiale che “vivere alla corinzia” era sinonimo di vita sfrenata e corrotta. Sotto l’aspetto economico e sociale, Corinto, importante centro commerciale, portava con sé i fenomeni inevitabilmente legati all’abbondante flusso di denaro: l’alto costo della vita e un’estesa corruzione. I grandi traffici commerciali, infatti, portavano nella città ricchezze, ma anche lusso, decadenza morale e sfruttamento. L’incremento economico si fondava pure sulla fiorente attività artigianale, che comprendeva la produzione di ceramica, l’industria tessile e l’arte di fondere il bronzo. Le ricche famiglie romane solevano ornare le loro case e ville con i famosi bronzi di Corinto. Altra fonte di ricchezza per la città era il turismo che raggiungeva le punte più alte in occasione dei giochi panellenici biennali di primavera, noti come “i giochi istmici”. Vi si svolgevano, insieme alle classiche gare atletiche, concorsi di poesia, di musica e retorica. Il benessere economico, comunque, era concentrato nelle mani di pochi ricchi; mentre il resto della popolazione, composto in prevalenza di schiavi e lavoratori portuali, viveva in condizioni disagiate. Profondo, dunque, lo squilibrio esistente tra i grandi possessori di ricchezze e la massa dei diseredati e dei poveri.

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