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Inviato

Buonasera a tutti, è da tanto che non apro una discussione,  ne approfitto per aprire la mia N° 1 del 2021..? 

Tutto parte dallo studio di una mia monetina della quale non ho mai approfondito la Storia, nel cercare di catalogarla e mi auguro di averla ben inquadrata, ho avuto la possibilità di aggiungere qualcosa al poco che sapevo. Già nel titolo riporto con piacere una frase di due parole che non conoscevo e che riguardano Federico II di Svevia. 

La moneta è un modestissimo Denaro in Mistura, se ho ben capito la monetazione di questa casata si basava sull'emissione di monete in oro, rame e Mistura. Ma questo potremmo approfondirlo insieme se vi fa piacere, allo stesso modo potreste postare le vostre. 

Premetto che non sono pratico di questa monetazione, ma vorrei approfittare per studiarla insieme, ogni tassello di conoscenza è un qualcosa in più che arricchisce il nostro sapere. È chiaro che sarebbe forse più semplice prendere dei libri e studiare, ma credo che con l'ausilio delle monete possa essere altrettanto interessante. 

Riporto delle brevi note prese da Wikipedia. 

La dinastia sveva in Sicilia durò dal 1198, anno in cui fu proclamato re Federico II di Svevia, al 1266 quando Manfredi di Sicilia fu sconfitto da Carlo I d'Angiò.

Ebbe i suoi prodromi quando nel 1194, con la morte di Guglielmo III, divenne regina di Sicilia sua zia Costanza d'Altavilla, moglie (dal 1185) di Enrico VI, figlio dell'imperatore Federico Barbarossa.

Tre anni dopo Enrico morì, e per un anno Costanza restò sola a governare la Sicilia. Pochi mesi prima della morte incoronò il figlio di quattro anni Federico II, posto sotto tutela papale dalla morte della regina. Aveva così inizio nel 1198 la nuova dinastia degli Svevi in Sicilia. 

Eccoci dunque alla Figura che da una parte di titolo alla Discussione. 

Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250).
Federico apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia.

Conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace".
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente.

Io lo ricordavo solo per aver Istituito l'università a Napoli. E per essere definito come Stupor Mundi. ?

Ora potreste continuare voi oppure insieme. 

Saluti 

Alberto 

 

 

 

 

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Inviato (modificato)

Non sono a casa e quindi il mio contributo temporaneamente è scarso e privo di  immagini però volevo ricordare che

A Federico II va tra l’altro il grande merito di aver portato alla sua corte personaggi illustri di tutti i campi e da tutti i luoghi, certo fatto per dar lustro alla sua corte, ma così facendo ha dato vita a grandi scuole quale l’architettura  vedi per esempio la dimenticata  e distrutta CUBA di Palermo palazzo bellissimo con stupendi giardini e, soprattutto,  la poesia.

Più largamente conosciuto, legato agli ambienti siciliani, fu Giacomo da Lentini, da Dante ricordato anche come il Notaro in riferimento alla sua professione di notaio. Il suoi componimenti sono i più antichi e a lui è stato attribuito l’invenzione del sonetto, la forma metrica che tanto ebbe successo nella poesia successiva.

Importante anche Cielo D'Alcamo, autore del celebre contrasto Rosa fresca aulentissima

Modificato da Numi 62
grammatica
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Inviato

Su Federico II si è scritto tutto e il contrario di tutto. Credo che tra tutti i simboli che richiamano la sua figura ce ne siano due in particolare:

1) Castel del Monte, ancora oggi per alcuni aspetti enigmatico

2) Augustale, una delle più belle monete del Medioevo.

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Inviato

per quanto riguarda il denaro da te postato:

D/+ .ROM.IMPERATOR nel centro FR con sotto una stella

R/+R.IERSL'.ET.SICIL. croce patente caricata da doppio cerchio lineare.

Spahr 143

  • Grazie 1

Inviato
4 ore fa, Liutprand dice:

Su Federico II si è scritto tutto e il contrario di tutto. Credo che tra tutti i simboli che richiamano la sua figura ce ne siano due in particolare:

1) Castel del Monte, ancora oggi per alcuni aspetti enigmatico

2) Augustale, una delle più belle monete del Medioevo.

Augustale.jpg

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@Liutprand concordo con te mai un imperatore è stato più trattato!!! ma ti invito a guardare su internet la storia della CUBA purtroppo oramai distrutta ma che doveva essere un paradiso!!!


Inviato

Buonasera a tutti, @Numi 62, grazie per avermi aiutato a catalogare il mio Denaro di Federico, ne posto un altro che a prima vista sembra diverso, ma è solo più rovinato credo. ?

Spinto dalla curiosità sono andato alla ricerca di notizie sulla Cuba, di cui fino al tuo post non ne conoscevo l'esistenza. 

Ho reperito in rete qualcosa e nel riportarlo cito autore e Fonte. 

La Cuba. 

Situata all’interno di quello che un tempo era l’esteso parco di caccia dei re normanni chiamato il “Genoard ” (che in arabo significa: paradiso della terra), la Cuba (dall’arabo qubba che vuol dire arco) sorge poco lontano da Porta Nuova nell’attuale corso Calatafimi.

Origini
Questo sontuoso palazzo, che presenta tutti i caratteri peculiari dell’architettura d’età normanna, fu voluto da Guglielmo II il Buono, come testimonia una iscrizione araba in caratteri cufici che decora la cornice d’attico della fabbrica decifrata da Michele Amari nel 1849:
“Nel nome di Dio, clemente e misericordioso Bada qui, ferma qui la tua attenzione, fermati e guarda! Vedrai Egregia stanza dell’Egregi tra i re della terra, Guglielmo Secondo, non v’ha castello che sia degno di lui, nè bastano le sue sale… nè quali notansi i momenti più avventurati e i tempi più prosperi. E di nostro Signore il Messia mille e cento aggiuntovi ottanta che son corsi tanto lieti”.

Storia
Il palazzo, coevo a quello della Zisa, che eguagliò in magnificenza, venne portato a compimento nel 1180, era uno dei sollazzi regi (luoghi di delizie), ed un tempo era circondato da un magnifico parco con vigneti, frutteti e da una grande peschiera.
Rimasto possedimento della monarchia di Sicilia fino agli inizi del XIV secolo, nel 1320 divenne proprietà di privati. In questo secolo venne menzionata dal Boccaccio nel suo “Decamerone”, che vi ambientò la sesta novella della quinta giornata riguardante l’amore del giovane Giovanni da Procida per una giovane fanciulla destinata a Federico II d’Aragona e chiusa nel palazzo reale.
Ritornata al patrimonio regio, nel 1436 Alfonso il Magnanimo la concesse a Guglielmo Raimondo Moncada conte di Adernò, uno dei suoi vicere in Sicilia, finchè nel 1575 durante la peste venne adibito a lazzaretto per gli appestati.
Successivamente in epoca borbonica fu aggregato alla caserma di cavalleria dei “Borgognoni”, subendo pesanti trasformazioni ed ampliamenti, con l’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica.
Fonte Web Palermo viva
Autore articolo
Nicola Stanzione 

Saluti 

Alberto 

 

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