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IGNORED

Ma... andate all'Inferno!!!


littleEvil

Risposte migliori

Bartolomeo di Fruosino, Inferno, dalla Divina Commedia di Dante, 1430-1435, tempera, oro e argento su pergamena, 36,5×26,5 cm, Parigi, Biblioteca Nazionale di Francia.

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Canto XV Inferno

Per evitare la pioggia di fiamme i due pellegrini avanzano su uno degli argini del fiumicello che attraversa il terzo girone e s’imbattono in una schiera di anime di dannati, uno dei quali afferra Dante per il lembo della veste e manifesta la propria meraviglia nel vederlo in quel luogo.
 Il Poeta lo riconosce, nonostante abbia il volto devastato dal fuoco: Brunetto Latini, il suo maestro, che esprime il desiderio di affiancarsi a lui nel cammino.

apollonia

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Non mi ricordavo che i falsari di monete stavano così in basso.....

Sono i dannati della X e ultima Bolgia dell'VIII Cerchio, la cui pena è mostrata da Dante nei Canti XXIX-XXX dell'Inferno: sono divisi in quattro schiere, ovvero i falsari di metalli (alchimisti), di persona, di parola e di monete. Gli alchimisti sono affetti da una sorta di scabbia lebbrosa che ricopre il loro corpo di croste purulente, i falsari di persona sono preda di una follia rabbiosa, quelli di parola sono fiaccati dalla febbre e quelli di monete sono colpiti da idropisia, col ventre gonfio d'acqua e tormentati dalla sete.

https://divinacommedia.weebly.com/falsari.html

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“ Mastro Adamo fu tirato in Casentino nel castello di Romena al tempo che i conti di quello stavano male col comune di Fiorenza, e riduttosi con loro, costoro il misono in sul salto e feciongli battere fiorini sotto il conio del comune di Fiorenza, ch’eran si buoni di peso ma non di lega, però ch’egli erano di 21 carati, dov’elli debbon essere di 24, sì che tre carati v’avea dentro di rame o altro metallo. Di questi fiorini se ne spesono assai. Ora nel fine, venendo un dì Mastro Adamo a Firenze, spendendo di questi fiorini, furono conosciuti essere falsati.
Fu preso e ivi fu arso.”
Dante ( Inferno XXX , 73 e seg.) gli fa dire :
“ Ivi è Romena, là dov’io falsai
la lega suggellata dal Battista
perch’io il corpo su arso lasciai”
ma non per sua scelta, ma per ordine dei conti Guidi di Romena che….
“ m’indussero a batter li fiorini
ch’avevan tre carati di mondiglia..”
Pover‟uomo ! Oggi tra processi, ricorsi, e Cassazione, sarebbe finito tutto in prescrizione

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Punizione inflitta dal Poeta ai falsari di monete come Mastro Adamo (Inferno, Canto XXX, 49-90)

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G. Stradano, Mastro Adamo e Sinone

Dante nota un dannato dal ventre così gonfio che sembrerebbe un liuto, se non fosse che al fondo della pancia ha le due gambe. Ciò è effetto dell'idropisia, malattia che deforma le parti del corpo accumulando liquido nel ventre; il dannato ha anche le labbra aperte per la sete, proprio come accade al tisico. Il dannato apostrofa Dante e Virgilio, meravigliato del fatto che vanno per l'Inferno senza alcuna pena, quindi si presenta come Mastro Adamo, che visse nell'abbondanza e ora brama un goccio d'acqua. Egli ripensa sempre ai freschi ruscelli del Casentino e tale ricordo lo tormenta assai più della malattia di cui ora è vittima: la giustizia divina lo punisce facendogli pensare a quei luoghi dove peccò e inducendolo a sospirare di continuo. In quelle terre infatti c'è il castello di Romena, dove lui ha falsificato i fiorini ed è stato arso sul rogo. Se solo vedesse tra i compagni di pena l'anima di Guido, o di Alessandro o del loro fratello Aghinolfo (i conti Guidi), in cambio rinuncerebbe a bere dell'acqua della fonte Branda: uno di loro (Guido) è già nella Bolgia, stando a quel che dicono gli altri dannati, e se Adamo potesse muoversi anche solo di un'oncia in cent'anni si sarebbe già messo alla sua ricerca, nonostante la Bolgia abbia una circonferenza di undici miglia e non sia larga meno di mezzo miglio. Mastro Adamo è dannato a causa dei conti Guidi, che l'hanno indotto a falsificare i fiorini con tre carati di metallo vile.

Da http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-xxx.html

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Fantastica è poi la rissa che ha Mastro Adamo col greco Sinone, con tanto di botte e rispettive rimbeccate, quasi fosse un duello.

Rendere tutto questo in terzine endecasillabi e veramente qualcosa di ineguagliabile!

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Ci voleva un rebus per presentare il Poeta in mutande, come si nota dall’abbigliamento osè.

Rebus 4 2 3 “5” = 7 7

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Soluzione: rime di osè "Dante" = rimedio sedante

apollonia

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