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Asta FINARTE n. 189 "Asta di monete italiane", 7-8-9 novembre 1974 - Milano


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Supporter
Inviato (modificato)

Per condivisione.... Venezia-Zara.

Saluti,

Domenico

 

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Modificato da Oppiano
  • Grazie 1

Inviato

Interessantissimo, molto utile per chiunque fosse interessato a passaggi in asta nel tempo . Sarebbe interessante pubblicarli tutti i cataloghi con aste di monete Veneziane, qui in sezione. Un grazie ad Oppiano che ha iniziato. 


Inviato

Lavoro immane. Finche hai pagine limitate ok, ma pensa ad una Gnecchi o alla Nac o a Finarte.

P.s. sapete Pandolfini quanto vuole del suo catalogo? Per carità bel catalogo cartaceo, ma 40 euro non sono pochi, ovviamente più spedizione.

Awards

Supporter
Inviato

Buona giornata

Leggendo questo catalogo, qualche considerazione su come erano concepiti i cataloghi allora, mi sembra doveroso. Non ha senso scrivere come e cosa sono oggi i cataloghi d'asta, lo sappiamo tutti; alcuni sono dei bellissimi volumi, delle vere e proprie monografie. Certamente oggi ci sono strumenti che negli anni 70 non esistevano, ma è comunque un impegno considerevole.

Chiaramente allora non c'erano i computer che agevolavano e consentivano di predisporre il catalogo con rapidità, precisione e facilità; tutta la composizione era preparata manualmente e poi trasferita alla tipografia che ne curava la stampa, aggiungendo anche le foto di alcune monete, che erano in bianco e nero (l'alta definizione non esisteva) e solo se avevano un valore medio/alto; alcune erano riprodotte anche a colori; generalmente erano quelle più rare e costose e venivano riportate in copertina e/o in uno o due fogli interni.

Tutti costi non indifferenti e consideriamo che i cataloghi erano gratuiti e si richiedevano telefonicamente se non si poteva passare di persona alla sede della Casa d'aste.

Guardate le descrizioni dei lotti, dire che sono stringate è un eufemismo .... non c'erano né peso, né diametro, non si perdeva tempo per misurare questi dettagli; se c'erano delle iniziali del Massaro venivano riportate com'erano, non c'era bisogno di dire chi fosse; i riferimenti erano al Manuale edito da Cesare Gamberini di Scarféa ed al numero d'ordine di quella moneta in esso riportata; i gradi di conservazione erano tutti pieni (salvo un qSpl), non esistevano incertezze o vie di mezzo. Banditi i +, i ++, i meglio di,  ecc. ecc. !

Non so del catalogo in parola, ma le basi di partenza erano generalmente pari al 70% dell'importo segnato, che costituiva la stima attribuita al pezzo; le commissioni da aggiungere al prezzo andavano dal 10% al 12% + eventuale IVA o imposte simili .... sempre se dovute.

Ricordo che per le aste svizzere, ad esempio, le imposte erano applicabili solo se le monete venivano pagate e ritirate in svizzera; se spedite in Italia non c'era alcuna imposizione.

saluti

luciano

 

  • Mi piace 1

Inviato

Tutto vero. Era tutto diverso. Sulle conservazioni pensate agli americani che hanno 10 (in lettere: DIECI) gradi di FDC. Figuriamoci cosa penserebbero del sistema di queste aste.

Per quanto riguarda le percentuali di commissione erano molto più basse di oggi, ma vi assicuro che alla fine si guadagnava molto di più allora che non oggi con le attuali percentuali.

Le scarne descrizioni erano sicuramente legate ai costi. Ogni parola andava inserita a mano e il costo saliva. E senza peso andava via anche la moneta tosata... ;)

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
15 minuti fa, Arka dice:

E senza peso andava via anche la moneta tosata... ;)

Arka

Diligite iustitiam

Andava via anche la patacca...?


Inviato

La patacca magari no... La maggior parte dei commercianti di allora erano seri, ma soprattutto competenti.

Arka

Diligite iustitiam

  • Grazie 1

Supporter
Inviato
21 minuti fa, Arka dice:

Per quanto riguarda le percentuali di commissione erano molto più basse di oggi, ma vi assicuro che alla fine si guadagnava molto di più allora che non oggi con le attuali percentuali.

Ciao!

Non so Artur .... non sono un addetto ai lavori; a occhio mi pare strano ..... sarebbe inspiegabile tutto il proliferare di aste se non ci fosse un congruo ritorno; negli anni 70 le aste erano appannaggio solo di "alcune" monete e le sessioni che si facevano in Italia in un anno non arrivavano alla decina.

Circa le condizioni delle monete che ti arrivavano a casa; beh, per mia esperienza, erano tutte corrispondenti al giudizio espresso e in più occasioni la moneta era anche meglio di quanto era stata giudicata.

saluti

luciano


Inviato

Il prolifereare di aste è dovuto al cambiamento generale che l'avvento di internet ha comportato. Ma che guadagnino tutti... mah...

Arka

Diligite iustitiam


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