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IGNORED

Nostalgia di casa


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Inviato (modificato)

E' proprio vero, apprezziamo al massimo le cose solo dopo averle perse.

Rimpiango sempre più la casa e l'area in cui abitavo molti anni fa, da cui me ne sono dovuto andare. Che nostalgia dei vecchi luoghi.... tutta un'altra musica rispetto allo schifo di via con traffico fino a notte in cui mi ritrovo ora. L'abitazione in cui sto adesso è più grande, una stanza in più, ma questo non basta certo a levarmi l'immensa nostalgia di quella in cui la sera potevo vedere il tramonto dalla finestra e un modesto ma elegante panorama urbano, di quella via larga, tranquilla e silenziosa, del cortile in cui giocavo da piccolo. Una volta che passavo di là e mi sono fermato a "piangere" mi sono accorto che il mio ex-dirimpettaio ha adottato un gatto marrone. Con la sua felina eleganza mi osservava dal davanzale della finestra come a dire: "Da che mazzata fosti centrato anni or sono...". Quello stesso giorno ho visto anche una ragazza sconosciuta (una nuova inquilina arrivata dopo, credo una studentessa a cui è stata affittata la mia vecchia amata casa) uscire dal portone da dove prima uscivo io per incontrare il suo fidanzato, cogliendo l'occasione per un romantico bacio sotto gli alberi davanti al palazzo. Ma sento che fra poco di nuovo tutto cambierà, oggi le cose sono ben diverse. Me ne andrò da dove sto adesso e cercherò di avvicinarmi alla mia adorata vecchia zona... se non di ritornare in qualche modo proprio, nella mia casa. Il gatto mi fisserà ancora dal davanzale come a dire: "Bentornato in paradiso!".

Nel frattempo sono sempre più frequenti i miei nostalgy tour in zona, in cui vado di solito deviando dalla strada fra la mia attuale abitazione e il supermarket: ci passo in macchina e faccio qualche giro dell'isolato. Specialmente nella luce poco prima del tramonto mi sembra una specie di piccolo paradiso urbano, inteso come un'area tranquilla e gradevole anche alla vista. Io amo il silenzio e rimpiango quello che avevo là, lontano dal fracasso delle strade principali (e da quel f****** disco-pub con la musica a tutto volume in estate, che sogno spesso di far saltare in aria nel cuore di una notte di nebbia fitta). Ripassandoci tempo dopo non ho visto il gatto dell'ex-vicino ma il vicino stesso, un signore dall'aspetto giovanile sposato con quella che più indietro negli anni era una magnifica ragazza bionda con gli occhi azzurri. Non ci siamo salutati perchè non mi ha visto passare, ma è meglio così: parlandoci magari gli avrei chiesto anche dei vecchi vicini di casa, mi sarei ricordato meglio di quei tempi e la nostalgia sarebbe aumentata ulteriormente. Tornando dal supermarket sono entrato nella mia vecchia via e mi sono fermato in uno dei suoi tanti posti di parcheggio lungo lo spartitraffico centrale che la precorre tutta. Appena ho spento il motore ho subito assaporato la sua magnifica quiete, interrotta solo ogni tanto dal passaggio di qualche sporadica auto o dal vociare di qualcuno in lontananza. Era quasi buio ma l'illuminazione in quella via è ottima: ho preso dalla busta della spesa un barattolo di Caprice (biscotti greci composti da una piccola cialda tubiforme ripiena di crema al cacao) e un succo di frutta e ho cominciato una specie di pic-nic automobilistico. Mentre mangiavo guardavo con estrema invidia le luci accese nel mio vecchio, amato palazzo: come sempre ho pensato a quanto ero fortunato ad abitare lì e a come sarò felice quando prima o poi ci tornerò.

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Preso dalla patologica nostalgia ho cominciato da un po' anche a fare una sorta di studio archeologico sulla formazione dell'isolato in questione. Dalle cartine della città del XIX secolo e inizi del XX si vede una strada, fra le prime della parte di città fuori dalle antiche mura, correre verso nord in quella che all'epoca era aperta campagna e poi curvare leggermente a est [chiamerò questo particolare "C.E."] per sboccare in un'altra, ancora oggi esistente. In seguito, non so esattamente in che epoca, appena dopo quella curva una nuova strada venne aperta con nuova deviazione leggera in direzione ovest ["C.O."]. La cartina dell'Istituto Geografico Militare del 1945 mostra l'interno di quel triangolo di vie completamente deserto con l'eccezione di una roggia delle tante che scorrevano nella zona. Salto con un'altra mappa al 1967 e vedo l'isolato già in parte urbanizzato (senza il mio palazzo, che fu costruito probabilmente negli anni '70), con le sue due vie parallele che curvano a metà e la C.E. ancora segnata.

E qui ho un piccolo mistero da risolvere. Or la C.E. più non si diparte: è stata cancellata completamente... o forse no? L'evidenza delle mappe meno recenti dice che il suo tratto finale corrisponde all'andamento della metà nord delle due vie parallele dopo la loro curvatura, in quella del 1967 invece sono due cose diverse, ben sparate e distanziate in tutto l'andamento...    

Modificato da ART
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Inviato

Dodici anni fa ho cambiato casa. Abbiamo cercato per almeno due anni quella che potesse andare bene. Una volta trovata andavo a vederla tutte le volte in vari orari del giorno per controllare l'esposizione al sole, il traffico, la tranquillità. e da dodici anni mi trovo benissimo. Nessun rimpianto.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato (modificato)

Io non all'epoca ho avuto molto tempo per cercare e questo mi ha fregato. Ma ora è ben diverso.

Modificato da ART

  • 1 mese dopo...
Inviato
Il 24/7/2022 alle 21:49, ART dice:

Preso dalla patologica nostalgia ho cominciato da un po' anche a fare una sorta di studio archeologico sulla formazione dell'isolato in questione. Dalle cartine della città del XIX secolo e inizi del XX si vede una strada, fra le prime della parte di città fuori dalle antiche mura, correre verso nord in quella che all'epoca era aperta campagna e poi curvare leggermente a est [chiamerò questo particolare "C.E."] per sboccare in un'altra, ancora oggi esistente. In seguito, non so esattamente in che epoca, appena dopo quella curva una nuova strada venne aperta con nuova deviazione leggera in direzione ovest ["C.O."]. La cartina dell'Istituto Geografico Militare del 1945 mostra l'interno di quel triangolo di vie completamente deserto con l'eccezione di una roggia delle tante che scorrevano nella zona. Salto con un'altra mappa al 1967 e vedo l'isolato già in parte urbanizzato (senza il mio palazzo, che fu costruito probabilmente negli anni '70), con le sue due vie parallele che curvano a metà e la C.E. ancora segnata.

E qui ho un piccolo mistero da risolvere. Or la C.E. più non si diparte: è stata cancellata completamente... o forse no? L'evidenza delle mappe meno recenti dice che il suo tratto finale corrisponde all'andamento della metà nord delle due vie parallele dopo la loro curvatura, in quella del 1967 invece sono due cose diverse, ben sparate e distanziate in tutto l'andamento...   

Dalle mappe più vecchie si evince che il territorio in questione ha cominciato a prendere un aspetto somigliante ad oggi, almeno a grandi linee, a partire dal XVIII secolo.

Mi chiedo chi percorreva quelle strade, e anche quante monete ci sono inavvertitamente cadute.


  • 8 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Qualche mese fa al supermarket, durante la spesa del venerdì, ho visto uno dei ragazzi con cui giocavo in cortile da piccolo quando ancora abitavo in paradiso. All'epoca lui stava in uno dei condomini accanto, e nonostante non mi stesse troppo simpatico mi ha fatto piacere rivederlo. Ci siamo salutati e ci siamo fermati un po' a parlare. Si è fatto una famiglia, ha un lavoro, è andato ad abitare altrove. Tutto regolare, per lui come per me. Abbiamo anche accennato ai vecchi tempi e mi ha chiesto: "Quali sono i tuoi ricordi più belli?". Mi ha un po' spiazzato con quella domanda, così gli ho risposto genericamente: "La compagnia, ma soprattutto il posto in sè", e gli ho spiegato che mi piacerebbe tornarci. Poco tempo dopo ho visto in quello stesso supermarket i vecchi inquilini che abitavano nell'appartamento sotto il mio: un signore che faceva il barbiere e sua moglie. Neanche loro mi stavano particolarmente simpatici, ma in questo caso non mi sono fermato a parlarci. Ulteriore poco tempo dopo ho rivisto sempre lì il compagno di giochi di cui parlavo all'inizio che chiacchierava con loro. E' forse un cosiddetto "segno del destino"?

Purtroppo da qualche anno il silenzioso isolato in cui passando in macchina senti cinguettar l'augelli, e il sole del tramonto illumina magnificamente tutti gli edifici, è stato deturpato da una serie di campi da calcio di varie dimensioni completati da piccoli spalti e pali con fanali, il tutto costruito in un'area libera al centro. Ad essere deturpata non è la vista ma qualcosa di più importante: il SACRO SILENZIO, la tranquillità così rara in gran parte delle città, che io e altri avevamo l'immensa e inconsapevole fortuna di assaporare giorno e notte. Ogni pomeriggio e la prima sera (la mattina non so, perchè sono a lavoro) il Silenzio è lacerato e insultato da gente che corre e urla, simbolo dell'isteria collettiva pallonara che porta molti ragazzi nel gorgo di quel ributtante coacervo di mafia, affari e politica che è lo "sport" del calcio oggi, fra l'altro rendendo gli sport diversi - anche quelli senza virgolette - più trascurati e difficili da praticare. Chissà i poveretti che abitano nei palazzi di fronte, quelli con in mezzo il parco giochi per i bambini...

Ma per fortuna questa disgrazia non riguarda il mio amato ex-condominio, una fortezza protetta da ogni lato da altri edifici, dove le bestemmie contro il Sacro Silenzio non arrivano. Ho verificato io stesso. Ciò non toglie che prima o poi qualcuno la dovrà pagare cara per aver rovinato il santuario isolato.

Modificato da ART

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