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I legni di Ercolano: l'antichità ora ha un'aria di casa


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I legni di Ercolano: l'antichità ora ha un'aria di casa
 
L’eruzione del Vesuvio carbonizzò senza bruciare arredi e oggetti: un patrimonio straordinario e unico, finalmente esposto al pubblico nella mostra "Materia"
Un letto proveniente dalle domus di Ercolano, esposta nella mostra “Materia”

Un letto proveniente dalle domus di Ercolano, esposta nella mostra “Materia” - Luigi Spina

I latini distinguevano tra legna da ardere e legna da costruzione: la prima è “lignum”, la seconda è “materia” (voce rimasta in spagnolo, madera, e portoghese, madeira). Il legno dunque non solo come materia prima ma la prima tra tutte le materie. E “Materia” si intitola la mostra che per la prima volta espone “il legno che non bruciò a Ercolano”.

Fino al 31 dicembre nella Reggia di Portici, sede in età borbonica dell’Herculanense Museum, la raccolta dei primi scavi e germe del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono infatti raccolti armadi, tripodi, sgabelli, letti, tavole, larari a forma di tempio, una culla, ritrovata con i resti del neonato. E poi lo scafo di una barca, un dritto di prora, un argano. Portamonete con serratura e il loro contenuto. Elementi decorativi in avorio e bronzo. E tavolette per la scrittura: il legno come supporto scrittorio è testimoniato a Ercolano da otto archivi privati di tavolette incerate trovati all’interno delle domus, che hanno conservato il contenuto graffito. Unicum tra gli unica, il soffitto del salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo, ritrovato nel 2009. Divelto e rovesciato dallo spostamento d’aria, era finito sulla sabbia umida del litorale e quindi coperto dal fango poi solidificato: una particolare condizione che ha conservato il legno “vivo” e persino elementi della cromia. I cassettoni sono assemblati quasi esclusivamente a incastri a mortasa e tenone, senza uso di chiodi. Lo stato di conservazione di alcuni lacunari ne permette tutt’oggi smontaggio e rimontaggio.

 

 

Una culla carbonizzata proveniente dalle domus di Ercolano, esposta nella mostra “Materia”

Una culla carbonizzata proveniente dalle domus di Ercolano, esposta nella mostra “Materia” - Luigi Spina

 

Ercolano è di fatto l’unico sito che attesti con larghezza l’ebanisteria e la carpenteria dell’antichità romana. Oltre agli arredi mobili sono oltre trecento i legni architettonici rimasti in situ come travi, porte, tramezzi, balaustre, arredi di bottega. Nella sequenza di distruzioni e ricostruzioni che segna la storia delle civiltà, gli oggetti d’uso, anche quelli di pregio, e gli elementi costruttivi realizzati in una “materia” deperibile come il legno, sono sempre i primi ad andare perduti: bruciati, demoliti, consunti, gettati via. Paradossalmente è stata proprio la distruzione operata dalla celebre eruzione del Vesuvio del 79 d.C. ad averceli consegnati. A differenza di Pompei, devastata da una nube di ceneri e lapilli, la massa alta 20 metri di fango lavico ad altissima temperatura precipitata sulla città ha fatto sì che a causa dell’assenza di ossigeno il legno si sia carbonizzato e non combusto. Ma questi legni per diverse ragioni, principalmente conservative, sono sempre stati nei depositi. Solo un impegnativo e sperimentale progetto di restauro, tuttora in corso, coordinato da Elisabetta Canna e realizzato con la consulenza dell’Herculaneum Conservation Project, ha consentito di renderli in parte visibili.

È una mostra che riporta il mondo antico alla nostra quotidianità. La persistenza, persino formale, degli arredi fa cadere la distanza di due millenni. È la forza di Ercolano e la mostra, attraverso l’allestimento, enfatizza la continuità dell’esperienza umana rispetto al dato scientifico, che pure può essere approfondito attraverso una app: «La mostra sui legni è stata un modo per avvicinare tempi lontanissimi – spiega Francesco Sirano, direttore del Parco archeologico di Ercolano e curatore della mostra – Mi sono rifiutato di scrivere “letto” vicino al letto, “culla” accanto alla culla. Abbiamo invece voluto accompagnare il percorso con citazioni di ogni tempo, non solo antiche. La statua, il mosaico, la pittura non sono la nostra esperienza quotidiana. Ma i mobili, quelli li abbiamo tutti. E sappiamo bene che un tavolo non è semplicemente un piano con quattro gambe, ma uno spazio di confronto e di condivisione della nostra vita».

 

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La mostra non è solo un modo nuovo di avvicinare l’archeologia ma ha una dimensione programmatica. Non a caso Stefania Siano, co-curatrice, la definisce «necessaria e improrogabile»: «L’eccezionalità di questo complesso di oggetti ha assunto un significato sempre più identitario per il sito». Se “ materia” contiene in sé “ mater”, questa mostra allora è la madre del futuro prossimo di Ercolano.

https://www.avvenire.it/agora/pagine/i-legni-di-ercolano-mobili-carbonizzati-materia-mostra-alla-reggia-di-portici

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Rassegna particolare e di notevole interesse : da vedere se possibile .


  • 9 mesi dopo...
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Al via l’ultimo mese della mostra “Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano” Fino a fine anno in esposizione alla Reggia di Portici i preziosi reperti in legno del Parco

Mille sono gli usi degli alberi, in mancanza dei quali non sarebbe possibile vivere. Con l’albero solchiamo i mari e avviciniamo le terre l’una all’altra, con l’albero costruiamo le case. Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XII, 2

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C’è ancora un mese di tempo per poter visitare la Mostra “Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano” scrigno privilegiato fino al 31 dicembre 2023 del patrimonio di reperti in legno assolutamente unico provenienti dall’antica Ercolano, allestita in un luogo anch’esso unico quale la splendida Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale borbonica, sede dell’Herculanense Museum e oggi straordinario laboratorio di ricerca e luogo della cultura grazie alla presenza del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

Materia-Il-legno-che-non-bruci%C3%B2-ErcE’ trascorso quasi un anno dalla inaugurazione della Mostra sui legni alla Reggia di Portici –dichiara il Direttore Sirano– e in quest’anno sono stati migliaia i visitatori che hanno colto l’occasione di godere dell’offerta culturale integrata Reggia- Parco Archeologico grazie ad un progetto condiviso con entusiasmo e coraggio dalla Città Metropolitana di Napoli, dal Dipartimento di Scienze Agrarie, dal Centro MUSA e dal Parco Archeologico di Ercolano, con il sostegno della Regione Campania. E’ una mostra che porta su di se non solo gli eccezionali valori storico archeologici dei mobili di legno dell’antica Ercolano, non solo l’interesse artistico e architettonico della reggia di Portici, ma anche il lavoro e la costante cura da parte di decine e decine di persone grazie al cui straordinario impegno essa è stata resa possibile. Anzi si potrebbe quasi dire che il legno, questa materia così particolare, quotidiana, sopravvissuta inaspettatamente ad una immane catastrofe, abbia compiuto l’ulteriore miracolo di attirare intorno a sè tanta positiva energia da parte della comunità coinvolta nella gestione, così come da parte dei visitatori”.

 

In concomitanza dell’ultimo mese di programmazione, una nuova occasione di approfondimento del tema con il lancio sui canali social delle Schegge del Parco Archeologico di Ercolano, il nuovo format di minivideo il cui spunto proviene proprio dalla Mostra Materia con un linguaggio veloce e immediato rivolti ad un pubblico interessato anche a chiavi di lettura più fresche e innovative.

thumbnail_reggia-di-portici_scalone-monumentale-1.jpg

Ogni informazione per i visitatori interessati ad approfittare dell’ultimo mese della Mostra “Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano” sul sito dedicatowww.materiainreggia.it , l’invito è di regalarsi il biglietto cumulativo di € 15,00 che permette accesso a Parco Archeologico di Ercolano, Mostra Materia, ma anche alla Reggia di Portici, all’Herculanense Museum e all’Orto botanico.

https://ercolano.beniculturali.it/al-via-lultimo-mese-della-mostra-materia-il-legno-che-non-brucio-ad-ercolano-fino-a-fine-anno-in-esposizione-alla-reggia-di-portici-i-preziosi-reperti-in-legno-del-parco/


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Sarebbe da mettere in Segnalazione Mostre, credo @CdC


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8 minuti fa, Vel Saties dice:

Sarebbe da mettere in Segnalazione Mostre, credo @CdC

 

Sarei d'accordo. Leggendo l'introduzione però mi sorge qualche dubbio, naturalmente mi rimetto alle decisioni di @CdC 

 Segnalazione mostre, convegni, incontri e altro

Segnalazioni di eventi, mostre, convegni e fiere di numismatica, incontri e raduni tra collezionisti e studiosi.
(da non utilizzare per fini autopromozionali)


Inviato (modificato)

praticamente si sono conservati solo a causa dell'assenza di ossigeno. Ercolano quindi non venne distrutta come Pompei?

Modificato da Ghirba84

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37 minuti fa, Ghirba84 dice:

Ercolano quindi non venne distrutta come Pompei?

Dietro la lavagna. Subito!

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36 minuti fa, Ghirba84 dice:

Ercolano quindi non venne distrutta come Pompei?

 

Ercolano fu investita da una colata piroplastica che la "sigillò". Pompei oltre che da colata fu sepolta da una pioggia di pomice

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2 ore fa, ak72 dice:

Ercolano fu investita da una colata piroplastica che la "sigillò". Pompei oltre che da colata fu sepolta da una pioggia di pomice

Non è proprio così.
L'eruzione la cui datazione è stata recentemente rivista su basi geologiche ed archeologiche (24-25 ottobre)
Pompei e Stabia vennero investite sin dai primi momenti da una pioggia di pomici, lapilli, cenere, oltre a materiale più grossolano e pesante espulso con l'esplosione. Quindi il peso del materiale fece implodere le costruzioni ricoprendo e l'enorme quantitativo di materiale espulso in varie forme fu più che sufficiente per ricoprire completamente e definitivamente i siti della pianura.
Ercolano subì, invece, il collasso del pino vulcanico a causa di venti sfavorevoli e venne investita dopo ca 12 ore dall'inizio dell'evento da una o più "nubi ardenti" o "frane piroclastiche" costituite da gas ardenti, vapor acqueo e ceneri che ebbero il duplice effetto di vaporizzare istantaneamente tutti i liquidi presenti in varia forma e misura carbonizzando tutto il materiale organico e poi, come bonus, di ricoprire col fango e sigillare il sito con una potenza di circa 20 metri di materiale trasformatosi in seguito in tufo che ha consentito una conservazione più integra ed in un certo senso unica della città e dei resti materiali.

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Inviato
22 ore fa, ARES III dice:

Sarei d'accordo. Leggendo l'introduzione però mi sorge qualche dubbio, naturalmente mi rimetto alle decisioni di @CdC 

 Segnalazione mostre, convegni, incontri e altro

Segnalazioni di eventi, mostre, convegni e fiere di numismatica, incontri e raduni tra collezionisti e studiosi.
(da non utilizzare per fini autopromozionali)

In effetti, sfogliando le discussioni presenti in quella sezione qualche dubbio sorge anche a me. Io penso che possa continuare a stare qui.

  • Mi piace 1

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11 minuti fa, CdC dice:

In effetti, sfogliando le discussioni presenti in quella sezione qualche dubbio sorge anche a me. Io penso che possa continuare a stare qui.

 

Credo infatti che le segnalazioni siano relative al mondo numismatico.


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