A proposito di Napoleone in Italia

[28aprile]

Riferendomi alla segnalazione di Incuso del 18 novembre 2006 e a quella di Picchio del giorno dopo, presento due varianti interessanti della medaglia incisa da Ferrier relativa alla prima Campagna d’Italia, rif. Hennin 768 / Essling 695.

Rispetto alla medaglia postata da Picchio:

la prima è una variante simile a quella postata da Incuso. Bonaparte ha la giubba della divisa senza baveri, e il fiocco che lega i capelli ha un nodo leggermente diverso; in esergo 1796.

Materiale: ottone; dia. 32 mm.; peso: 12,0 gr.

la seconda è più interessante. La data è 1797, compare la scritta IETTON, e il fascio littorio nello scudo tenuto da Minerva è rivolto a destra. Materiale: bronzo; dia. 32 mm.; peso: 10,5 gr.

Non so se può definirsi la variante di una variante oppure se si tratta di una nuova medaglia. Che ne dite?

Anche se un pò lungo vorrei riportare questo estratto da:

Albert Sorel - Bonaparte en Italie pag. 64 – 65 incontro con Clarke a Milano il 29 nov. 1796

Tutto in Bonaparte era fatto per sorprendere, sedurre, soggiogare. I capelli in disordine, impolverati, lunghi fino alle spalle alla “oreilles de chien”; la fronte tesa durante il ragionamento; lo sguardo pulito e inquisitore; la bocca mobile e imperiosa; una grande finezza nei tratti del viso scavato e olivastro; una straordinaria energia nelle ossa sporgenti specialmente il mento. Indossava un abito semplice, troppo largo, confezionato male, indossato in fretta, abbottonato fino all’ultimo bottone, guarnito semplicemente di uno stretto filo d’oro; portava una cintura tricolore annodata negligentemente, e una sciabola che sembrava sproporzionata alla sua persona. Si toglieva, si rimetteva, agitava in mano, posava su un mobile il suo piccolo cappello nero sormontato da uno strano pennacchio attaccato alla meno peggio. Si alzava o si sedeva bruscamente, parlava camminando con dei gesti secchi, con un accento italiano, usando un francese scorretto; oppure, seduto al tavolo di lavoro la penna tra le dita, interrogava o piuttosto incalzava il suo interlocutore. Si presentava così a chi lo avvicinava per la prima volta, quasi isolato nell’armata dalla deferenza generale, imponendosi alla testa di un gruppo di eroi che loro malgrado cominciavano a accodarglisi. Imponeva l’obbedienza; alla sua presenza ci si sentiva sempre in servizio e in sottordine. Le sue domande si susseguivano nette, laconiche, veloci. La sua attenzione arrivava ai minimi dettagli; non si allentava che per esaminare l’insieme delle cose che dominava sempre. Non dimostrava alcun imbarazzo nel domandare cose che non conosceva; se la domanda meravigliava, meravigliava ancora di più la conclusione che tirava dalla risposta ricevuta. Apprendeva le cose mentre ne parlava. Le sue argomentazioni erano perentorie e le sue deduzioni evidenti. Tutto nel suo parlare era forza, precisione, comando. Diceva “la mia politica” come diceva la mia “armata”. A questo tono di superiorità naturale si aggiungeva la fiducia di se stesso dopo sette mesi di meraviglie: il Piemonte annesso, il milanese conquistato, la Toscana occupata, Roma tremebonda, Napoli in ginocchio, tre eserciti imperiali battuti, tutta l’Italia piena degli avvenimenti di Arcole. Clarke arrivava da Parigi dove tutto era intrigo meschino, pettegolezzo, incertezza, imboscate, trabocchetti di imbroglioni. Ne fu abbagliato e capì che la sua carriere dipendeva da quest’uomo. Bonaparte aveva fiutato il cortigiano e lo aveva affascinato.

[28aprile]

Riferendomi alla segnalazione di Incuso del 18 novembre 2006 e a quella di Picchio del giorno dopo, presento due varianti interessanti della medaglia incisa da Ferrier relativa alla prima Campagna d’Italia, rif. Hennin 768 / Essling 695.

Non sono riuscito ad allegare le immagini

ci riprovo

[Giovenaledavetralla]

Si vedono molto bene le foto. E complimenti per la bella presentazione delle due varianti.