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Passione per la numismatica: quanto mi costi!


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Inviato (modificato)

Le passioni (se sono veramente tali) non servono ad arricchirsi e la numismatica appartiene certamente a tale categoria. Affronto questo tema - scontato per molti lettori di questo sito - perché talvolta quando viene presentata la numismatica ai (pochi) giovani che oggi se ne interessano vengono passati - forse involontariamente - messaggi che tendono a confondere la passione per le monete con una qualche forma di investimento.

Ad esempio, tempo fa mi è capitato di leggere in un catalogo una frase del tipo "inserite nelle vostre collezioni anche monete d'oro in modo da garantirvi contro le fluttuazioni del puro mercato numismatico" (cito a braccio, ma il senso era questo). Un invito di questo tipo mi sembra piuttosto fuorviante perché in pratica si suggerisce di tesaurizzare monete d'oro "di Borsa" che dal punto di vista numismatico dicono poco o nulla.

Partendo da queste riflessioni, mi sono domandato cosa sia successo a chi - una ventina di anni fa - avesse deciso di acquistare un marengo umbertino. In particolare non mi riferisco al comunissimo millesimo 1882 che troviamo facilmente dai compro-oro, ma il ben più raro millesimo 1884, coniato in soli 9.775 esemplari. Si tratta di una moneta classificata R2 che - soprattutto se ben conservata - ha un valore di mercato decisamente superiore rispetto a quello intrinseco dell'oro. Sfruttando il bel sito online del Catalogo Gigante sono andato a vedere come è evoluto il prezzo di vendita di tale moneta dal 2005 fino ad oggi, considerando uno stato di conservazione qFDC. I valori sono riportati nel grafico seguente:

image.thumb.png.8c0b7d2b9b2ecdfaab2ba9af2362cec6.png

Il prezzo di vendita (indicato dai punti blu) è quello di alcuni listini italiani e delle principali case d'asta (inclusivo dei diritti). Si nota una grande variabilità, normale perché la classificazione qFDC si presta ad un ampia gamma di interpretazioni e nel conto va messo anche il margine di aleatorietà legato alla vendita all'asta. La linea rossa è un fit lineare (senza alcuna pretesa) che l'indica l'andamento a lungo termine delle quotazioni. Si vede abbastanza bene che c'è stata una tendenza generale alla riduzione delle quotazioni: chi avesse acquistato nel 2005  si ritrova - dal punto di vista finanziario - con una evidente perdita, senza contare l'effetto dell'inflazione che si è accumulata negli anni.

Si tratta di un solo esempio e lungi da me l'idea che da questo si possano estrarre regole generali, ma mi sembra comunque significativo. D'altra parte la crisi di giovani vocazioni numismatiche produrrà in futuro un forte calo della domanda, mentre le vendite realizzate dagli eredi dei vecchi numismatici faranno crescere l'offerta. Il mercato ha le sue regole spietate.

Dal punto di vista puramente finanziario le cose sarebbero andate ben diversamente se - usando gli stessi soldi - nel 2005 qualcuno avesse acquistato un certo numero dei comunissimi marenghi del 1882 che allora si potevano comprare sotto la soglia dei 100 Euro. Oggi avrebbe più che triplicato il capitale, ma sarebbe stato un puro investimento senza alcun interesse numismatico.

In conclusione, la numismatica è una passione che può essere anche particolarmente costosa e che non garantisce un ritorno dal punto di vista finanziario. Ognuno deciderà quanto spendere in base ai suoi desideri ed alle sue disponibilità, ma non facciamo passare - neppure in via indiretta - il messaggio che possa portare anche ad una qualche forma di ritorno economico.

 

Modificato da DB48
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  • lorluke ha rinominato il titolo in Passione per la numismatica: quanto mi costi!
Inviato

Come tutte le passioni anche la numismatica non fa eccezione, se ti piace devi spendere. 


Inviato
55 minuti fa, DB48 dice:

Le passioni (se sono veramente tali) non servono ad arricchirsi e la numismatica appartiene certamente a tale categoria. Affronto questo tema - scontato per molti lettori di questo sito - perché talvolta quando viene presentata la numismatica ai (pochi) giovani che oggi se ne interessano vengono passati - forse involontariamente - messaggi che tendono a confondere la passione per le monete con una qualche forma di investimento.

Ad esempio, tempo fa mi è capitato di leggere in un catalogo una frase del tipo "inserite nelle vostre collezioni anche monete d'oro in modo da garantirvi contro le fluttuazioni del puro mercato numismatico" (cito a braccio, ma il senso era questo). Un invito di questo tipo mi sembra piuttosto fuorviante perché in pratica si suggerisce di tesaurizzare monete d'oro "di Borsa" che dal punto di vista numismatico dicono poco o nulla.

Partendo da queste riflessioni, mi sono domandato cosa sia successo a chi - una ventina di anni fa - avesse deciso di acquistare un marengo umbertino. In particolare non mi riferisco al comunissimo millesimo 1882 che troviamo facilmente dai compro-oro, ma il ben più raro millesimo 1884, coniato in soli 9.775 esemplari. Si tratta di una moneta classificata R2 che - soprattutto se ben conservata - ha un valore di mercato decisamente superiore rispetto a quello intrinseco dell'oro. Sfruttando il bel sito online del Catalogo Gigante sono andato a vedere come è evoluto il prezzo di vendita di tale moneta dal 2005 fino ad oggi, considerando uno stato di conservazione qFDC. I valori sono riportati nel grafico seguente:

image.thumb.png.8c0b7d2b9b2ecdfaab2ba9af2362cec6.png

Il prezzo di vendita (indicato dai punti blu) è quello di alcuni listini italiani e delle principali case d'asta (inclusivo dei diritti). Si nota una grande variabilità, normale perché la classificazione qFDC si presta ad un ampia gamma di interpretazioni e nel conto va messo anche il margine di aleatorietà legato alla vendita all'asta. La linea rossa è un fit lineare (senza alcuna pretesa) che l'indica l'andamento a lungo termine delle quotazioni. Si vede abbastanza bene che c'è stata una tendenza generale alla riduzione delle quotazioni: chi avesse acquistato nel 2005  si ritrova - dal punto di vista finanziario - con una evidente perdita, senza contare l'effetto dell'inflazione che si è accumulata negli anni.

Si tratta di un solo esempio e lungi da me l'idea che da questo si possano estrarre regole generali, ma mi sembra comunque significativo. D'altra parte la crisi di giovani vocazioni numismatiche produrrà in futuro un forte calo della domanda, mentre le vendite realizzate dagli eredi dei vecchi numismatici faranno crescere l'offerta. Il mercato ha le sue regole spietate.

Dal punto di vista puramente finanziario le cose sarebbero andate ben diversamente se - usando gli stessi soldi - nel 2005 qualcuno avesse acquistato un certo numero dei comunissimi marenghi del 1882 che allora si potevano comprare sotto la soglia dei 100 Euro. Oggi avrebbe più che triplicato il capitale, ma sarebbe stato un puro investimento senza alcun interesse numismatico.

In conclusione, la numismatica è una passione che può essere anche particolarmente costosa e che non garantisce un ritorno dal punto di vista finanziario. Ognuno deciderà quanto spendere in base ai suoi desideri ed alle sue disponibilità, ma non facciamo passare - neppure in via indiretta - il messaggio che possa portare anche ad una qualche forma di ritorno economico.

 

 

Bel post e discussione interessante. Non sono tanto d'accordo solo nel definire che l'acquisto di un marengo d'oro non abbia alcun interesse numismatico. Di sicuro il 20 lire 1882 è molto comune ma a me piace molto vederlo, vedere una bella serie di marenghi di Umberto, anzi al contrario non farei follie per avere il 20 lire 1884 che non mi sembra una moneta rara, ma ha solo un prezzo alto ma tutto sommato è coniata in tanti esemplari. Ultimamente lo vedo proposto a cifre più alte degli ultimi anni, seguendo il trend generale di crescita..

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Inviato

Bisogna fare anche una distinzione sulle monete d'oro ovvero monete da investimento come dice il nome stesso sono da investimento e non posseggono un valore aggiunto di rarità quindi valgono il loro valore in oro. 

Cosa diversa è per le monete da collezione che posseggono mille variabili diverse per attribuirgli un valore puramente economico. 

Tralasciando questo, puntare ad investire sulle monete mi sembra inutile. 

Sia perché come già detto ad un collezionista non importa il valore che la propria moneta potrà assumere. 

Poi perché non è che da un mese all' altro il valore della moneta aumenterà o calerà, ci vogliono decine di anni e quindi non è un investimento fruttuoso per un investitore. 

Comunque credo che ci sia una certa ignoranza da questo punto di vista. 

Mi ricordo che un giorno a scuola un professore mi disse:"ma io lo so perché collezioni monete, perché così le rivendi tra qualche anno e ci guadagni". 

Quando me lo disse stavo cercando di acquistare un picciolo del 300 di Pisa. 

Quindi figuratevi voi che grande investimento feci quel giorno, ora vivo a Dubai con una Lamborghini tutto grazie al mio picciolo. 😂😂😂

 


Inviato

Non ho mai fatto i conti quando ero collezionista. Ora da commerciante sono obbligato a farli. 

Alla fine però, da collezionista mi divertivo molto, ma molto di più.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Sono d’accordo con il messaggio che si vuole trasmettere. Purtroppo, però, alcune persone stanno cercando in tutti i modi di trasformare una passione (costosa) in un mezzo attraverso il quale poter speculare, giocando sempre più al rialzo… Questi individui sono cattivi maestri per le nuove leve, perché illudono i collezionisti mostrando loro guadagni facili e veloci attraverso la compra-vendita di determinate monete.

Ad ogni modo, come in tutti gli ambiti collezionistici, anche la numismatica vive di periodi: periodi nei quali vanno le grandi rarità; periodi in cui invece vengono preferite le alte conservazioni; periodi dove una certa monetazione riscuote un maggiore o minore interesse. 
A tal proposito, c’è da dire che il Regno d’Italia è da un po’ di anni che lo vedo stagnante, se non addirittura in lieve calo. 
Tolte alcune tipologie e gli esemplari in conservazione eccezionale, molte monete hanno bene o male lo stesso mercato di 10 anni fa. Cosa che, se guardiamo al solo dato inflazionistico, rappresenta già di per sé una perdita economica. 
Viceversa, bisogna anche dare atto al fatto che altre monetazioni sono cresciute molto (forse anche troppo) negli ultimi tempi. Se penso, ad esempio, a quanto si compravano i 20 e 40 lire di Murat fino a qualche anno fa… 

1 ora fa, SAURON05 dice:

Mi ricordo che un giorno a scuola un professore mi disse:"ma io lo so perché collezioni monete, perché così le rivendi tra qualche anno e ci guadagni". 

Ma, per caso, avevi come docente Antonio Razzi? 
 

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Inviato
34 minuti fa, lorluke dice:

Sono d’accordo con il messaggio che si vuole trasmettere. Purtroppo, però, alcune persone stanno cercando in tutti i modi di trasformare una passione (costosa) in un mezzo attraverso il quale poter speculare, giocando sempre più al rialzo… Questi individui sono cattivi maestri per le nuove leve, perché illudono i collezionisti mostrando loro guadagni facili e veloci attraverso la compra-vendita di determinate monete.

Beh certo sono gli operatori commerciali che hanno questo grande interesse, realizzando grandi guadagni immediati e speculando sulle prossime rivendite delle grandi collezioni accumulate.. è una storia che si ripete.. alti e bassi..  prova a rivedere a un privato o a un commerciante una moneta comune in bassa conservazione.... 

37 minuti fa, lorluke dice:

 

Ma, per caso, avevi come docente Antonio Razzi? 
 

 

ah ah

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Inviato
21 minuti fa, Ptr79 dice:

Beh certo sono gli operatori commerciali che hanno questo grande interesse, realizzando grandi guadagni immediati e speculando sulle prossime rivendite delle grandi collezioni accumulate.. è una storia che si ripete.. alti e bassi..

Sia chiaro: non mi riferisco ai commercianti che da anni operano nel settore in maniera corretta. Queste sono figure che sono sempre esistite ed è giusto che guadagnino dalla loro attività. Credo, inoltre, che molti professionisti contribuiscano in maniera importante alla crescita delle nuove generazioni di collezionisti.

Nel mio messaggio mi riferivo, invece, a certi individui che si sono affacciati alla numismatica soltanto negli ultimi tempi, magari senza avere il benché minimo amore per questa passione ma mossi unicamente dall’interesse economico. 
Gente che investe grossi capitali e che vuole subito rivendere quanto comprato (ovviamente guadagnandoci), contribuendo così a forzare la forte impennata dei prezzi che si è vista di recente.


Inviato

Mah, non so se c'è qualcuno che riesca a fare grandi guadagni in poco tempo. Il problema è a chi rivendono? Non a collezionisti che, di norma, sono informatissimi, tant'è che anche qui su la moneta certi ripassaggi veloci con aumento della stima vengono subito sgammati.

A nuovi arrivati improvvisati? Forse, ma quanti saranno? 

E così le monete comprate per rivenderle subito girano, girano, girano e non trovano casa... 😉

Arka

Diligite iustitiam


Supporter
Inviato
4 minuti fa, Arka dice:

E così le monete comprate per rivenderle subito girano, girano, girano e non trovano casa... 😉

Finché non trovano il pollo da spennare, che nella foga dell'asta spende molto più del previsto. 
Poi ci sono certe case d'asta (senza fare il nome) che si prestano molto a questi giochetti.

Come rimpiango i tempi dei listini a prezzi fissi!
Ormai sono rimasti in pochissimi a proporli ancora...

Ad ogni modo, non vorrei che si andasse ulteriormente off-topic.

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Inviato

Buongiorno.

Visto che in questa discussione si parla di messaggi, non vorrei però passasse il messaggio secondo cui il collezionismo numismatico è giocoforza passione dispendiosa. Si può soddisfacentemente collezionare il contenuto delle ciotole senza sborsare un patrimonio. Sia a 12 anni che a 72 anni. La spesa aumenta solo con l'aumento delle pretese. Teniamoci lontani dai luoghi comuni, per favore. Non ci fanno bene!

...a proposito. Le commercianti arcigne, i commercianti speculatori, le imprese ingrate... Proprio non riusciamo a distaccarci da questa visione quasi simoniaca del mercato collezionistico.

Forse io sì che sono andato fuori tema. A leggere il titolo della discussione neanche tanto, però.

👿😬

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Inviato (modificato)
1 ora fa, sdy82 dice:

non vorrei però passasse il messaggio secondo cui il collezionismo numismatico è giocoforza passione dispendiosa. Si può soddisfacentemente collezionare il contenuto delle ciotole senza sborsare un patrimonio. Sia a 12 anni che a 72 anni. La spesa aumenta solo con l'aumento delle pretese. Teniamoci lontani dai luoghi comuni, per favore. Non ci fanno bene!

Sono in parte d'accordo ed in parte no. È vero che il collezionismo numismatico non richiede per forza uno sforzo economico immane ma, d'altra parte, non esiste nemmeno il collezionismo a costo zero. 
Come qualsiasi hobby o passione, anche la numismatica prima o poi presenta il conto. 

Dopo che un appassionato ha comprato le sue belle monete da ciotola, dovrà comunque acquistare un album dove inserirle e magari anche un catalogo se vuole approfondire un minimo le proprie conoscenze in merito agli acquisti fatti e non rimanere un semplice accumulatore seriale di monete. 
Per cui, se pensassi ad una persona che partito da ragazzo continuasse ad acquistare soltanto monete da 50 cent (1 euro al massimo) fino alla vecchiaia, non sono così certo che alla fine spenderebbe proprio due spiccioli...

Ad ogni modo, credo che il messaggio finale di @DB48 fosse quello di non pensare alla numismatica come una forma d'investimento economico ma come una passione (più o meno costosa essa sia, in relazione a ciò che si colleziona). 
È sbagliato pensare che, se un domani volessimo vendere la nostra collezione, sicuramente riusciremmo a recuperare tutti i soldi spesi e magari anche qualcosina in più.
Può essere (se si ha avuto la fortuna di comprare le monete giuste al momento giusto) ma non è assolutamente una certezza. 

Modificato da lorluke
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Inviato

Quando ho iniziato a collezionare le prime monete ero un bambino e arraffavo ciò che mi capitava a tiro da parenti e ciotoline varie. Mi andava bene tutto, anche monete disastrate, perché per me era tutto nuovo. Col tempo e con lo studio le mie pretese si sono alzate e ora compro meno ma a prezzi più alti (sotto il centinaio comunque). Non mi piace generalizzare, ma credo che questo accomuni gran parte di quelli che hanno iniziato da piccoli.

Sicuramente non è giusto verso la numismatica parlare solo di costi, ma non credo sia una passione adatta a tutte le tasche. A meno che non si voglia collezionare solo da ciotole, come ha detto qualcuno, ma non so quanto sia plausibile un tipo di collezionismo di quel tipo. Nelle ciotole si trovano sempre le stesse cose (almeno da quelle che vedo io) e penso che prima o poi una scintilla si accenda a tutti nel volere qualcosa di più.

Ad ogni modo, di rivendere e guadagnarci a me non frega nulla. Così come non mi frega niente delle bustine sigillate. Voglio vivere le monete che compro. L'unica cosa che mi interessa è l'autenticità. Semmai avrò figli proverò a trasmettere questa passione, ma se così non fosse me le godrò finché potrò.

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Inviato

Il bello del collezionismo numismatico è che si adatta alle esigenze di ognuno. L'importante è scegliere bene la collezione secondo le proprie capacità finanziarie.

E ogni collezione, anche la più piccola, può diventare interessante e importante e, soprattutto, togliere la noia dalla vita del collezionista.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Tutte le passioni costano, poi ci sono quelle che costano tanto (opere d'arte, auto d'epoca o di lusso, gioielli e pietre preziose) e altre più elastiche in cui si può spendere molto o poco a seconda del tipo di collezione e la numismatica, per nostra fortuna, appartiene a quest'ultimo genere, se si desidera collezionare aurei o sesterzi romani in ottima conservazione, tetradrammi firmati di Siracusa, aurei o testoni rinascimentali in ottima conservazione, la cosa si fa piuttosto salata, c'è da dire che queste collezioni possono anche, e sottolineo, anche, rivelarsi un buon investimento con almeno la preservazione del valore del capitale speso nel corso del tempo, ma generalmente quelle citate sono tipologie collezionistiche seguite da categorie di persone che hanno già del capitale investito in attività o beni più adatti allo scopo e in ogni caso, anche tenendo conto una certa attenzione al soldo,  la scelta dei pezzi da inserire nella collezione di monete deve essere fatta con una capacità, cura e conoscenza che si acquisiscono solo con lo studio assiduo e anni di esperienza, tutte cose che derivano solo dalla passione e non dall'intento speculativo che al contrario è interessato all'immediato ed è frettoloso...

Poi ci sono tante altre tipologie di collezione decisamente più economiche, specie se si guarda oltre il proprio territorio, ci sono universi ancora molto poco esplorati, monete islamiche, indiane, cinesi e dell'estremo oriente a prezzi estremamente abbordabili, interi generi come le medaglie ancora molto sottovalutati, ma gli stessi tipi più familiari come i talleri del mondo germanico o tante monete auree dell'ottocento e del primo novecento, hanno prezzi anche minori di tanti viaggi, uscite fuori e vestiti vari... 

Comunque ho notato che anche volendo rimanere in ambito nostrano e italico le occasioni di collezionare in maniera appagante e al contempo non troppo salassosa non mancano di certo, penso a tutto il comparto medievale, dove tra denari, quattrini, grossi, follari, cavallotti e cavalli, si possono reperire pezzi ricchi di storia ancora a buon prezzo...

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Inviato

Buona sera  al forum ; Condivido pienamente vorrei però farvi riflettere sul fatto che...quanti post presentati si sono riferiti al senso vero e proprio del collezionismo come studio della numismatica e aggiungo della storia e quanti hanno lavatamente parlato di ritorni economici ?

Ringrazio per avermi concesso l'opportunità di espressione e porgo i migliori saluti

 

 

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Staff
Inviato (modificato)
8 ore fa, Cesare Augusto dice:

Buona sera  al forum ; Condivido pienamente vorrei però farvi riflettere sul fatto che...quanti post presentati si sono riferiti al senso vero e proprio del collezionismo come studio della numismatica e aggiungo della storia e quanti hanno lavatamente parlato di ritorni economici ?

Ringrazio per avermi concesso l'opportunità di espressione e porgo i migliori saluti

Concordo. Mi sembra che si stia confondendo la Numismatica (studio della moneta sotto diversi profili) con il collezionismo. Si può benissimo essere Numismatici senza essere collezionisti (cosa che negli ultimi anni sto facendo. @talpa può capirmi :) ). Certo, anche i libri hanno il loro bel costo, ma decisamente molto più contenuto rispetto a monete ricercate e in alta conservazione. Poi, per il resto, concordo con tutte le variabilità sopra espresse dagli amici 

un saluto a tutti,

Fabrizio 

Modificato da ilnumismatico
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  • 2 settimane dopo...
Inviato
Il 13/9/2023 alle 17:59, DB48 dice:

Le passioni (se sono veramente tali) non servono ad arricchirsi e la numismatica appartiene certamente a tale categoria. Affronto questo tema - scontato per molti lettori di questo sito - perché talvolta quando viene presentata la numismatica ai (pochi) giovani che oggi se ne interessano vengono passati - forse involontariamente - messaggi che tendono a confondere la passione per le monete con una qualche forma di investimento.

Ad esempio, tempo fa mi è capitato di leggere in un catalogo una frase del tipo "inserite nelle vostre collezioni anche monete d'oro in modo da garantirvi contro le fluttuazioni del puro mercato numismatico" (cito a braccio, ma il senso era questo). Un invito di questo tipo mi sembra piuttosto fuorviante perché in pratica si suggerisce di tesaurizzare monete d'oro "di Borsa" che dal punto di vista numismatico dicono poco o nulla.

Partendo da queste riflessioni, mi sono domandato cosa sia successo a chi - una ventina di anni fa - avesse deciso di acquistare un marengo umbertino. In particolare non mi riferisco al comunissimo millesimo 1882 che troviamo facilmente dai compro-oro, ma il ben più raro millesimo 1884, coniato in soli 9.775 esemplari. Si tratta di una moneta classificata R2 che - soprattutto se ben conservata - ha un valore di mercato decisamente superiore rispetto a quello intrinseco dell'oro. Sfruttando il bel sito online del Catalogo Gigante sono andato a vedere come è evoluto il prezzo di vendita di tale moneta dal 2005 fino ad oggi, considerando uno stato di conservazione qFDC. I valori sono riportati nel grafico seguente:

image.thumb.png.8c0b7d2b9b2ecdfaab2ba9af2362cec6.png

Il prezzo di vendita (indicato dai punti blu) è quello di alcuni listini italiani e delle principali case d'asta (inclusivo dei diritti). Si nota una grande variabilità, normale perché la classificazione qFDC si presta ad un ampia gamma di interpretazioni e nel conto va messo anche il margine di aleatorietà legato alla vendita all'asta. La linea rossa è un fit lineare (senza alcuna pretesa) che l'indica l'andamento a lungo termine delle quotazioni. Si vede abbastanza bene che c'è stata una tendenza generale alla riduzione delle quotazioni: chi avesse acquistato nel 2005  si ritrova - dal punto di vista finanziario - con una evidente perdita, senza contare l'effetto dell'inflazione che si è accumulata negli anni.

Si tratta di un solo esempio e lungi da me l'idea che da questo si possano estrarre regole generali, ma mi sembra comunque significativo. D'altra parte la crisi di giovani vocazioni numismatiche produrrà in futuro un forte calo della domanda, mentre le vendite realizzate dagli eredi dei vecchi numismatici faranno crescere l'offerta. Il mercato ha le sue regole spietate.

Dal punto di vista puramente finanziario le cose sarebbero andate ben diversamente se - usando gli stessi soldi - nel 2005 qualcuno avesse acquistato un certo numero dei comunissimi marenghi del 1882 che allora si potevano comprare sotto la soglia dei 100 Euro. Oggi avrebbe più che triplicato il capitale, ma sarebbe stato un puro investimento senza alcun interesse numismatico.

In conclusione, la numismatica è una passione che può essere anche particolarmente costosa e che non garantisce un ritorno dal punto di vista finanziario. Ognuno deciderà quanto spendere in base ai suoi desideri ed alle sue disponibilità, ma non facciamo passare - neppure in via indiretta - il messaggio che possa portare anche ad una qualche forma di ritorno economico.

 

 

Ammetto, non l'avrei mai detto


  • 2 mesi dopo...
Inviato (modificato)

È una passione che ha un costo, basta non farsi prendere dal demone dell acquisto a tutti i costi, ricordandoci che nella vita ci saranno sempre priorità maggiori e occorre porsi dei limiti , per il resto,  i soldi spesi in numismatica sono spesi bene, in cultura,  basta non tenere conto di un eventuale rientro,  o quasi,  ho imparato nel tempo a prendere poche monete ma in condizioni di conservazione decente,  faccio eccezione solo per esemplari " rari " , perché purtroppo so che il mercato privilegia soltanto questo: le condizioni di conservazione..

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Inviato

Buongiorno

intervengo nella discussione, presentando il "Decalogo del Collezionista" che raccoglie molti argomenti discussi :

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Inviato
1 ora fa, Saturno dice:

presentando il "Decalogo del Collezionista"

Lo conoscevo già, ma repetita iuvant... :good:

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Faccio mio specialmente il 2° comandamento:

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