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Roma: da un litigio ereditario spuntano reperti romani...


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Due fratelli litigano per l’eredità e nella casa del padre spuntano statue e sarcofagi dell’Antica Roma

 

Due fratelli litigano per l’eredità e nella casa del padre spuntano statue e sarcofagi dell’Antica Roma

Un avvocato denuncia la sorella per la successione dei beni dei genitori e intervengono i carabinieri per ricettazione di beni culturali: 13 reperti, probabilmente trafugati, consegnati alla Soprintendenza

Una statua di un semidio su un piedistallo, lunga 90 centimetri. Una testa di uomo in marmo, consumata dal tempo. Una lastra con bassorilievi probabilmente staccata da un sarcofago del III secolo dopo Cristo e un Mercurio in pietra. L’ultimo tesoro dell’Antica Roma, trafugato chissà quando, è apparso sorpresa in tribunale. Tutto, come racconta il Messaggero, a causa di una lite tra due fratelli per l’eredità del padre.I carabinieri sono entrati in azione subito dopo la denuncia di uno dei due, un avvocato.

Il legale, stufo di litigare con la sorella, nel 2022 ha infatti deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine per rivendicare il possesso di un signorile appartamento a due piani a pochi passi dal verde di Villa Ada. Nell’esposto anche il timore, messo nero su bianco, che all’interno dell’elegante dimora potessero esserci reperti storici.A quel punto è partita l’inchiesta e la procura ha disposto un sopralluogo all’interno dell’abitazione. La scoperta? Straordinaria.

Ecco una collezione di antichità eccezionale per un privato: 23 pezzi rari, dalle statue alle epigrafi funerarie che la Soprintendenza ha datato con precisione. Alcune opere risalgono all’età imperiale di Roma. Altre al XV secolo dopo Cristo. Alcune erano conservate, se così si può dire, in balcone. E quindi esposte agli agenti atmosferici.

Nessuno aveva mai denunciato il possesso della collezione e il sospetto è che alcuni degli oggetti possano essere stati rubati. Dopo il blitz delle forze dell’ordine, 13 opere su 23 sono state affidate proprio agli esperti della Soprintendenza, essendo di fatto classificabili come beni di proprietà pubblica.

Tornando alle beghe giudiziarie, la scoperta ha prodotto un risultato: la denuncia dell’avvocato ha portato la sorella al rinvio a giudizio per ricettazione di beni culturali.

https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/04/21/news/eredita_contesa_lite_tesoro_antica_roma_statue_sarcofago_epigrafi-422663019/


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