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5 Lire 1914 "Quadriga Briosa" - Approfondimento generale


Risposte migliori

Staff
Inviato (modificato)

Visto che la recente discussione sulla moneta in oggetto ha nuovamente deviato verso argomentazioni più profonde, ho pensato di creare un'apposita nuova discussione in cui continuare a disquisire su tutti quei temi di approfondimento che continuano a suscitare dibattiti, come ad esempio: l'effettiva circolazione, il contingente coniato, le cause dell'usura su alcuni esemplari, e così via.
ATTENZIONE: Questa non è quindi la discussione adatta per chiedere pareri di autenticità e/o di conservazione. In questi casi siete pregati di aprire un'apposita discussione. GRAZIE

Qui di seguito riepilogo le discussioni che nel corso del tempo hanno avuto luogo sul forum. Se ne ho tralasciato qualcuna vi prego di segnalarmela in MP.

Discussione relativa alle modalità di ottenimento della moneta e alla circolazione monetaria del tempo

 


Discussione relativa a un esemplare usurato. Cause dell'usura e notizie sulla circolazione monetaria del tempo

 

Discussione relativa a un esemplare usurato slabbato dalla PCGS


Altro esemplare usurato


Siete pregati di leggere le succitate discussioni prima di continuare eventuali temi in questa.
Grazie per la collaborazione!

Fabrizio

 

Modificato da ilnumismatico
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Inviato
18 ore fa, NoNmi4PPLICO dice:

Ho scritto un post che è su Google documenti, perchè è di 2500 parole più varie foto, che ripercorre tutta la storia della moneta dal 1905.

Nel post tocco anche molti temi già scritti negli altri post, in più alla fine ci sono note personali. É comunque un buon riassunto.
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5 LIRE 1914 TUTTA LA STORIA


PREMESSA

Con questo breve post provo a ricostruire la cronistoria temporale di una delle più belle monete del Regno d’Italia. Una storia ricca di colpi di scena, rinvii e misteri. Particolare enfasi sarà data ai due tipi 1906 e 1908, che sono stati i precursori (spesso dimenticati) del modello emesso nel 1914.
Gli ultimi due capitoli, dove non documentati, sono da intendersi come note personali o pareri personali.

 

ANNO 1905 DOVE TUTTO EBBE INIZIO

Con R.D. del 29 gennaio 1905 venne istituita, presso il Ministero del Tesoro, la commissione permanente tecnico artistico monetaria per l’esame dei tipi delle nuove monete e per lo studio delle questioni attinenti la nuova monetazione, il cui scopo era rinnovare la tecnica artistica della monetazione italiana.

Della suddetta commissione facevano parte: il Ministro del Tesoro (Presidente); il Direttore generale del Tesoro (I Vice Presidente); prof. Solone Ambrosoli, Roma (II Vice Presidente), Direttore del Gabinetto numismatico di Brera a Milano; prof. Tommaso Di Lorenzo (Membro), Direttore della Regia Calcografia, Roma; Ercole Gnecchi (Membro), Milano; Francesco Gnecchi (Membro), Milano; Federico Johnson (Membro), Industriale, Milano; Marcella Lancelot-Croce (Membro), Scultrice, Roma; Primo Levi (Membro), Pubblicista, Roma; Grande ufficiale Prof. Giulio Monteverde (Membro), Senatore del Regno, Scultore, Roma; prof. Antonino Salinas (Membro), Direttore del Museo Archeologico di Palermo, Palermo; Giovanni Tesorone (Membro), Napoli; Domenico Trentacoste (Membro), Scultore, Firenze; prof. Adolfo Venturi (Membro), Insegnante della Regia Università di Roma, Roma; Il direttore capo di divisione preposto ai servizi di Zecca e monetazione;
Un segretario amministrativo del Ministero del Tesoro che avrebbe svolto le funzioni di segretario della commissione.

Nella seduta dell’8 maggio 1906 la commissione discuteva del fallimento del primo bando per i nuovi modelli delle 5 monete nazionali (5 tipi). Prima di dare mandato diretto ai migliori artisti nazionali, infatti, la commissione aveva fatto un fallimentare bando pubblico in nessuno dei modelli presentati dai candidati rispecchiava i requisiti richiesti dalla commissione. La nuova politica, quindi, fu quella di dare mandato diretto direttamente agli artisti più segnalati in termini di bravura e sospendere i concorsi aperti a tutti. Questo fu un significativo passaggio che determinerà la nascita dei più bei capolavori monetali della monetazione di Vittorio Emanuele III.

Gli artisti prescelti dalla commissione furono Leonardo Bistolfi, Egidio Boninsegna, Davide Calandra e Pietro Canonica. A ciascuno di loro fu assegnato un metallo mediante estrazione a sorte. A Calandra venne assegnato l’argento.

Dopo aver visionato il lavoro del Calandra, nella seduta del 31 dicembre 1906 vennero presentati i modelli in bronzo (vedi successivo collegamento all’articolo di Cronaca Numismatica) e le riduzioni in acciaio di 37mm per il 5 lire. Le successive fusioni di gesso dei modelli in bronzo e le riduzioni in acciaio furono eseguite nello stabilimento Johnson di Milano. Con coni e matrici derivati dalle riduzioni in acciaio, si ottennero i pezzi di prova, meglio conosciuti col nome di progetti.



 

Calandra presenta lo scudo da lire 5 datato 1906, con i cavalli in modalità “Veloce”image.png
(M. Lanfranco I progetti e le prove di monete del Regno d ‘Italia – Tav. VII N.9)

Dopo tale data (31 dic.1906) ci furono numerose sedute della commissione e si stabilì le opportune modifiche dei modelli. La commissione dopo visione suggerì al Calandra di apportare alcune modifiche come il rimpicciolimento dei caratteri del dritto in modo da risultare più staccati dal bordo. Per il rovescio venne chiesto di abbassare il piano sul quale poggiano i cavalli, di rendere meno uniforme il movimento delle gambe anteriori e di modificare il carattere delle scritte secondo il tipo classico. Lo scultore accettò per la maggior parte le richieste.

Nella seduta del 7 luglio 1907 la commissione verificò se gli artisti si fossero attenuti alle modifiche suggerite e, per quanto riguarda il Calandra, risulta che: “l’artista si è attenuto alle osservazioni fatte sui modelli ma , sostanzialmente, la figura dell’Italia risulta troppa rigida e con la posizione della gamba sinistra non naturale, inoltre è preferibile abbia nuovamente il cimiero (ornamento o pennacchio dell’elmo)”.
Il Calandra accettò queste osservazioni e la commissione lasciò ampia libertà per il ritocco di finimento.
Tutte le modifiche sopra elencate portarono a un nuovo modello di moneta di prova di datato 1908.

Come riportato nell’articolo di Cronaca Numismatica (https://www.cronacanumismatica.com/da-martinori-a-traina-il-lungo-oblio-di-una-prova-da-5-lire-del-1908/) l’esemplare di prova del 1908 manca nella ex collezione numismatica reale, nel museo della zecca e non è citato né nel libro del Pagani e né in quello del Simonetti. È invece riportato nella tavola XLIX del Martinori.

Confrontando le foto delle prove datate 1906 e 1908 (in cui il Calandra attuò le modifiche richieste dalla commissione nelle sedute dopo il 31 dic. 1906 e nella seduta del 7 luglio 1907), sono facilmente riscontrabili le differenze apportate dall’artista. Nel particolare notiamo: la legenda del dritto del “tipo 1908” più piccola e staccata dal bordo, l’Italia col cimiero, la modifica del carattere delle scritte secondo uno “stile classico” (si nota bene nell’esergo).

 







PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE "TIPO 1906" - DRITTO
image.jpeg


PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - DRITTOimage.jpeg

 

PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1906” - ROVESCIOimage.jpeg

 

PROGETTO/PROVA SCUDO 5 LIRE “TIPO 1908” - ROVESCIO
image.jpeg



 

Il 12 gennaio 1908 viene approvato il modello per tutte le monete in argento. Entro il mese di maggio dello stesso anno, la commissione si adoperò per dar mandato di preparare i punzoni per le monete compreso quelle in argento.

Nel maggio 1908 erano già state fatte le prime emissioni per le monete divisionarie da 1 lira e 2 lire in argento. Come vennero immesse nella circolazione arrivarono le prime critiche al commissario della commissione Gnecchi; queste riguardavano sia la posizione della figura femminile rappresentante l’Italia, che non cadeva perfettamente sul carro ma risultava sospesa fra i cavalli e il carro, e la forma del carro che non era trionfale. Dato che le coniazioni ormai erano in corso non era più possibile effettuare alcuna modifica. La commissione suggerì che la soluzione della questione avrebbe potuto essere offerta dalla prossima coniazione di scudi col nuovo tipo. La commissione dava così incarico al prof. Calandra di prendersi del tempo per introdurre le modifiche ai modelli, cosa che fece nel 1912.

Per la prima volta dal 1861, un modello (tipo/disegno) per l’argento non aveva un nominale da lire 5.


 

COME SI CONIAVANO GLI SCUDI DURANTE IL REGNO D’ITALIA

A partire dal 1862 e fino al 1875 gli scudi erano di coniazione libera ed esclusiva da parte dei privati (lo Stato non ne coniava per sé) mediante pagamento di una tassa di coniazione e rifornimento del materiale adatto alla coniazione. Tra il 1875 e il 1878 ci fu un tetto alla coniazione annua e dal 1879 (tranne un piccolo contingente per l'Italia) ci fu il divieto di coniazione degli scudi per tutti i paesi aderenti l’Unione Monetaria Latina. Questo divieto cessò con il R.D. n. 4 del novembre 1908 con attuazione 10 giugno 1909 dove si concedeva ai privati di coniare nuovi scudi mediante riconsegna di scudi degli antichi stati. Come mai nel 1909, con la possibilità di riconiare nuovamente la moneta da 5 lire, non si è procedette alla loro coniazione? Come abbiamo visto, il modello quadriga veloce del 1908 fu oggetto di forti critiche e si decise di cambiarlo, cosa che verrà fatta dallo scultore nel 1912. Nel 1911 ci fu la coniazione di 60.000 esemplari del 5 lire cinquantenario, ma questo sarà oggetto di una futura trattazione.

In data 12 febbraio 2012, il Calandra ripresentò i nuovi modelli che incontrarono l’unanime approvazione. Nacque così la famosa Quadriga Veloce. Per la riduzione dei modelli in acciaio sui punzoni l’incisore Giorgi fece notare che occorrevano numerose modifiche, alcune parti erano troppo in rilievo altre troppo esili per essere riprodotte. Purtroppo il 20 agosto 1912 il Giorgi morì, ma il direttore della zecca tenne presenti tutte le critiche fatte e le riportò al nuovo incisore Attilio Motti. Il Calandra ritoccò i modelli e nel gennaio 1913 furono trovati coi rilievi a posto come da indicazione del Giorgi. Motti, il nuovo incisore subentrato a Giorgi, si mise al lavoro e nel marzo 1913 presentò i primi campioni da lire 2 con la parola “1a prova”. Nel luglio 1913 furono ultimate le modifiche ma il Calandra suggerì diverse modifiche. Nel 1913 abbiamo quindi i primi progetti della “Quadriga Briosa” che presentano la scritta “1a prova”, “prova” e “prova di stampa”.

Secondo il catalogo Gigante le prove ufficiali riportano la data 1914, con le stesse modalità dei tipi 1913. Il R.D. di emissione è del 4 gennaio 1914, e vennero coniati 272.515 mila pezzi per un controvalore in lire di 1.362.575.

 

SITUAZIONE ITALIANA NEL 1914

Dal 1897 (con una piccola eccezione dal 1908) per coniare monete divisionarie italiane si potevano utilizzare solo gli scudi ritirati, in pratica venivano demonetati. Dal 1901 al 1914 sono stati ritirati 55 milioni di lire in scudi pari a 11 milioni di pezzi. Al 31 dicembre 1914 dei 300 milioni di lire in scudi circolanti, 200 milioni erano nelle casse degli istituti di credito, mentre i 100 milioni rimanenti erano quasi tutti in Francia (nel 1903 erano 259 milioni). In Italia non circolavano praticamente scudi. Inoltre circolavano 2 miliardi e 700 milioni in banconote contro 1 miliardo e 600 mila in moneta di cui più della metà nelle casse dello stato. Il 6 agosto 1914 ci fu il divieto di esportazione di valute pregiate, tutte le monete d’oro non circolavano perchè erano presso gli istituti a garanzia della circolazione cartacea.

La somma d’oro in monete decimali presenti nelle casse dello stato, ammontava a 114 milioni presso le banche e 343 milioni presso il tesoro a fronte di una circolazione nominale di 430 milioni.

La somma risulta superiore a tutte le monete d’oro coniate dal 1862. Per quanto riguarda le divisionarie erano solo 33 milioni nelle casse del Tesoro e degli istituti di emissione contro i 274 milioni di circolante. Ovviamente come già detto non contribuivano alla circolazione perchè tutte tesaurizzate da privati, tant'è vero che per costituire il fondo di garanzia dei buoni del tesoro, si dovettero computare pure le future coniazione programmate dalla convenzione, fino al 1919.

 

PREZZO ARGENTO LIRE/GR–QUOTAZIONE MEDIA ANNUA

1902= 0,09 

1903=0,094

1904=0,093

1907=0,10

1910=0,083

1912=0,096

1913=0,096

1914 = 0,09

1915 = 0,087

1916 = 0,11

1917 = 0,14

1918 = 0,17

1919=0,2

1920=0,22

 

DATI TOTALI DEL CONTINGENTE

900/000

6.812 x 90% = 6,130 kg peso totale di argento /999 di tutto il contingente

valore intrinseco 6.130.000 gr di argento x 0,09=551,700 lire

 

VOLUME TOTALE OCCUPATO DAL CONTINGENTE

272.515 Monete da 5 lire 1914 occupano un volume di 0,649 metri cubi (fonte chat GPT, con verifica incrociata, infatti 6.100 kg di argento /999 occupano 0.581 metri cubi).

Come abbiamo visto, grazie al decreto del 1908 per ottenere gli scudi 1911 e anche 5 lire 1914 bisognava consegnare scudi del vecchio tipo degli antichi stati (vedi pag. 34 La circolazione della metallica del Regno) per ottenere il nuovo tipo (5 lire 1914). Grazie al bollettino italiano di numismatica del luglio/agosto 1914, che ne dà notizia, sappiamo che nell’estate 1914 lo scudo da lire 5 non era ancora stato coniato. Quindi la sua coniazione avvenne tra il settembre e il dicembre del 1914.


 

CONCLUSIONI E NOTE PERSONALI

Lo scudo 5 lire 1914 fu stato coniato in 272.515 pezzi ma, chiaramente, vista la situazione particolare, non entrò mai in circolazione se non per un numero esiguo di pezzi che io stimo in massimo 10.000.

Tutti gli altri 262.000 pezzi mancanti, nei prossimi 4000 anni, salvo fusione, salteranno sicuramente fuori. Nel breve, nell’anno 1914, saranno usciti dalla zecca e probabilmente, confluiti o al Tesoro o negli istituti di emissione, come tesaurizzazione o garanzia. Lo scudo mantiene nel tempo un coefficiente di moltiplicazione rispetto al 5 lire 1911 di circa 6x in tutte le conservazioni. Nella rivista SOLDI del 1966, nella sezione quotazioni, il 5 lire 1911 è quotato sia in SPL che in FDC, il 5 LIRE 1914 non ha nessuna quotazione. Per far capire meglio è equiparato agli aurei del 1910, che presentano una linea nera al posto della quotazione. Vedi foto seguente.

image.jpeg

image.jpeg

Nel Catalogo Clelio Varesi 1982 entrambi gli scudi sono quotati dal BB al FDC.

 

ALCUNE BREVI INFORMAZIONI SULLA CIRCOLAZIONE

Non esistono gli scudi per collezionisti, esistono gli scudi.

Nei primi del 900 la numismatica e il collezionismo studiavano le monete antiche, la commissione tecnico artistico monetaria era nata da 9 anni, i tipi monetali artistici stavano per essere coniati, non c’erano i presupposti per credere che una folla di italiani collezionassero monete contemporanee (all’epoca) così come la vediamo oggi. Lascio la foto della prefazione del piccolo libro facente parte di una collana di manuali del 1939 intitolato “La numismatica”, dove, tra l'altro, si cita il re Vittorio Emanuele III.

image.jpeg

 

Ancora negli anni ‘60 su 24 numeri della rivista mensile numismatica “Soldi”, listini a parte, ci sono pochissimi articoli sulle monete di Vittorio Emanuele III.

 

CIRCOLAZIONE E SCUDI IN BASSO STATO DI CONSERVAZIONE
-NOTE PERSONALI-

La moneta non ha mai circolato, anzi non è mai uscita dalla zecca, o se è uscita è rimasta stoccata da qualche parte. Anche quei fortunati 10.000 che quasi sicuramente sono poche persone che ne hanno grosse quantità, che l'hanno portata fuori dalla zecca, poi a loro volta l’hanno tesaurizzata, per i motivi sopra esposti, quindi anche le “circolate non hanno circolato”. Perchè allora, notiamo sul mercato la presenza di (pochi) scudi in basso stato di conservazione?

Ad oggi, noi facciamo distinzione tra le monete da due euro? forse prima di spendere un due euro controlliamo se è commemorativo e di che nazione è, e poi decidiamo?

E se ti chiedessi: ”dimmi quali sono le monete da 2 euro commemorative Italiane del 2016 e del 2018, mi sapresti rispondere”?

Sarebbe come ipotizzare che tra 200 anni, guardando all’attuale situazione monetaria italiana, qualcuno si stupisse del fatto che noi abbiamo ben 513 monete da 2 euro commemorative diverse, e non sapessimo come gestirle, oppure fossimo in confusione al momento di pagare, o equiparando al 100 % il caso del 5 lire 1914, mi immagino già il titolo di giornale dell'anno 2224: "prima di ogni pagamento tutti gli italiani guardano il tipo di moneta commemorativa ,conoscono a memoria tiratura e valore e solo in seguito se il riscontro è negativo, la spendono". Sappiamo noi, che non è così se non per uno sparuto gruppo di collezionisti, che nel 1914 era praticamente inesistente.

Ritengo infondato l’assioma moneta circolata=moneta falsa, gli esemplari realmente usciti dalla zecca sono pochi, quindi sono pochi anche quelli che per qualche strano motivo hanno circolato.

Ad esempio rispetto al 5 lire 1911 che presenta una quantità maggiore di esemplari circolati in bassa conservazione, ma questo dato è solo in funzione del numero maggiore di esemplari esistenti (reali).

La moneta, quindi, va dichiarata falsa dopo averla esaminata e controllata e non a prescindere dal suo stato di usura. Era molto ma molto più importante che il 5 lire 1914 fosse un pezzo d’argento di 25 grammi, piuttosto che una moneta da collezione di un aspetto artistico raffinato.

BIBLIOGRAFIA

-La circolazione monetaria del Regno d’Italia 1931 Renato Lèfevre

-Ricerche per la storia della banca d’Italia volume I 1993

-Cronaca numismatica 2007

-Forum Lamoneta + catalogo

-“Soldi” rivista numismatica anno 1966-1967

-Rassegna Numismatica di Furio Lenzi (Tratto da Pagani prove e progetti)

-Relazioni della Regia zecca 

-Moneta e sistema monetario internazionale

-Bollettino di numismatica 54, La collezione di VEIII e gli studi di storia monetaria

LUGLIO 2024

-Tutte le definizioni debbono intendersi provvisorie e progressive

Ciao.

Complimenti per l'articolo.

Sono sostanzialmente d'accordo con le Tue conclusioni, salvo per l'ipotizzato numero di esemplari dello scudo del '14 usciti dalla zecca (10.000), in qualche modo finiti nelle mani di alcuni fortunati. L'impressione è che il numero di queste monete assommi al più ad alcune centinaia (forse 400 o 500 esemplari?), considerando che se è vero che nelle aste passano spesso è anche vero che molte di esse sono le stesse monete che ripassano più volte.

Non so come Tu lo abbia stimato quel numero ma la sensazione è che se ci fossero 10.000 esemplari "in giro" o comunque nelle collezioni, la moneta non sarebbe così costosa e così ricercata.

L'altro aspetto su cui non mi sento di condividere le conclusioni è che una parte cospicua di questi ipotizzati 10.000 esemplari sarebbero ancora tesaurizzati da qualche parte e prima o poi verranno "alla luce".

Al riguardo penso che dopo oltre un secolo dalla loro emissione, dopo due conflitti mondiali, dopo 3 o 4 generazioni che si sono succedute agli originari acquirenti, pensare che ancora queste monete continuino ad essere tenacemente tesaurizzate da qualche parte mi pare oltremodo strano e, quindi, poco probabile e credibile.

Per il resto, concordo e mi complimento per la ricerca. Contrariamente al Tuo nick....Ti sei applicato eccome!.😎

Saluti.

M. 

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Inviato

A me la cosa non sorprende. Probabilmente si è romanzato sulle vicende di questa bella moneta, senz'altro tesaurizzata dall'inizio e fonte di abbondante speculazione. Se qualcuno la cerca, non deve attendere molto; dipende tutto dalla disponibilità di spendere la cifra richiesta. Essa è presente in (quasi) tutte le aste e presso quasi tutti i commercianti professionisti. Penso sia importante confrontare il rapporto di prezzo con lo scudo 1901 e 1911 per farsi un'idea che è sempre stata ritenuta una moneta interessante, ma non certo rarissima.

Cagiati 1918                           500/600                                           10/15                                              20/25

Spaziani Testa 1933                 1.100                                              10/15                                             45/60 

Rinaldi 1949                             40.000                                               1.500                                          3.000/8.000 satinata

Nazarri 1959                           395.000                                            10.500                                            48.000    

Curatolo 1971                       4.100.000                                          160.000                                          700.000

Il confronto ci mostra che il valore rispetto allo scudo 1911 (colonna 2) è variato da 2 a 4,2 volte mentre nei confronti dello scudo 1901 (colonna 1) era inizialmente 1:24 si è ridotto a 1:6 circa nel 1971.

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Inviato (modificato)

Ciao a tutti e grazie a @NoNmi4PPLICO per l’impegno e il tempo dedicato nel preparare questo testo. Mi trovo d’accordo con @bizerba62 per quanto riguarda il punto sull’ipotetico quantitativo disponile sul mercato. Personalmente non mi sento di fare stime, anche se è pacifico che la reperibilità della moneta in questione non sia affato difficoltosa. 

3 ore fa, bizerba62 dice:

Al riguardo penso che dopo oltre un secolo dalla loro emissione, dopo due conflitti mondiali, dopo 3 o 4 generazioni che si sono succedute agli originari acquirenti, pensare che ancora queste monete continuino ad essere tenacemente tesaurizzate da qualche parte mi pare oltremodo strano e, quindi, poco probabile e credibile.

Concordo anche su questo punto, anzi… proprio oggi pensavo la stessa identica cosa: se esistono davvero questi rotolini rinchiusi in cassette di sicurezza, che senso avrebbe continuare a tenerli chiusi?

 

Ci tengo invece a puntualizzare un aspetto per me molto importante. Dopo attento studio della documentazione e del contesto storico ed economico del tempo, ho capito che anche solo pensare che qualche sparuto esemplare possa essere finito in circolazione è praticamente impossibile. Non sto a ripetere cose che @bizerba62 ha più che ampiamente ben spiegato più e più volte, ma se avrete la pazienza di confrontare i decreti e i testi allegati e capire il contesto storico, l’idea che uno Scudo potesse essere speso al posto di un biglietto di carta è decisamente anacronistico. Sono stati fatti esempi che in prima battuta sostenevano l’ipotetica circolazione dello Scudo Quadriga. Tra questi esempi c’era quello del 1000 lire “Roma Capitale”. Ebbene, ammesso e non concesso che come esempio non è proprio calzante, ma consideriamo un fatto: chi ha avuto la fortuna di reperirlo dalla circolazione, cosa ha fatto, lo ha speso, o se l’è tenuto? Abbiamo letto su queste pagine la risposta.
E parliamo di una moneta coniata in 3 milioni di pezzi che, stando agli articoli di giornale postati nelle discussioni linkate, si faceva anche fatica a trovare. Figuriamoci allora una moneta coniata, sulla carta, in soli 272.515 pezzi (ma io sono dell’idea che non fu nemmeno coniato l’intero contingente dichiarato, visto anche l’evento bellico sopravvenuto - oltre ad altre circostanze - ancora prima della coniazione).

Modificato da ilnumismatico
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Il 21/7/2024 alle 17:55, bizerba62 dice:

Ciao.

Complimenti per l'articolo.

Sono sostanzialmente d'accordo con le Tue conclusioni, salvo per l'ipotizzato numero di esemplari dello scudo del '14 usciti dalla zecca (10.000), in qualche modo finiti nelle mani di alcuni fortunati. L'impressione è che il numero di queste monete assommi al più ad alcune centinaia (forse 400 o 500 esemplari?), considerando che se è vero che nelle aste passano spesso è anche vero che molte di esse sono le stesse monete che ripassano più volte.

Non so come Tu lo abbia stimato quel numero ma la sensazione è che se ci fossero 10.000 esemplari "in giro" o comunque nelle collezioni, la moneta non sarebbe così costosa e così ricercata.

L'altro aspetto su cui non mi sento di condividere le conclusioni è che una parte cospicua di questi ipotizzati 10.000 esemplari sarebbero ancora tesaurizzati da qualche parte e prima o poi verranno "alla luce".

Al riguardo penso che dopo oltre un secolo dalla loro emissione, dopo due conflitti mondiali, dopo 3 o 4 generazioni che si sono succedute agli originari acquirenti, pensare che ancora queste monete continuino ad essere tenacemente tesaurizzate da qualche parte mi pare oltremodo strano e, quindi, poco probabile e credibile.

Per il resto, concordo e mi complimento per la ricerca. Contrariamente al Tuo nick....Ti sei applicato eccome!.😎

Saluti.

M. 

 

Ciao, mi permetto una piccola provocazione che mi è sorta leggendo un articolo inerente l'eredità degli Agnelli.

Si narra che ci sia un caveau in Svizzera, presso una banca di cui non ricordo il nome, ma se vuoi lo trovo, la quale è praticamente un porto franco inaccessibile, alcuni avvocati fecero  richiesta per sapere cosa ci fosse contenuto, a margine di  una storia da 138 tonnellate di oro in lingotti che non si sa dove siano , ma che sembra essere nella dimensione del reale e che furono appannaggio del fondatore della Fiat, ottenuti in mezzo a non si sa quali loschi affari e poi lasciati all'avvocato Giovanni Agnelli, suo nipote e delfino, poiché ne disponesse ai parenti come meglio credeva, furon cacciati in malo modo senza tante storie e a tutt'oggi nessuno sa cosa ci sia li dentro

La provocazione è la seguente: non potrebbe essere e ribadisco potrebbe all'infinito, che molte di queste monete tesaurizzate giacciano in questi caveau ,ai quali non è possibile accedere, tesaurizzate da ricconi con la mania di differire i loro introiti, ma ben consci che tutto fa businness?

certo di aver operato di fantasia oltre il limite, ma spesso la realtà è più incredibile della fantasia, ti saluto e attendo gentile risposta.

grazie a chiunque vorrà intervenire.

un saluto a tutti

 


Inviato
13 ore fa, bizerba62 dice:

Appunto. Si narra......😎.

 

si, si narra, per carità, ma delle 138 tonnellate di oro e cmq le autorità sono abbastanza certe da aver avviato la ricerca, ma dentro a quel caveau mica ci stanno solo quelle, capito che voglio dire? vai a sapere che ci sta e quanti potrebbero essere certi caveau nel mondo.

chiaro che sto ragionando per assurdo, però....:-)

13 ore fa, bizerba62 dice:

Appunto. Si narra......😎.

 

ah, scusa, giusto per precisione, non si narra, il caveau è certo e la banca ha un nome ed un luogo in Svizzera, ora cerco come si chiama.


Inviato

L'oro si troverebbe nei caveau del Free Port di Ginevra, di proprietà della società Ports Francs et Entrepots de Geneve: un enorme deposito di valori, automobili, reperti archeologici, la più grande raccolta di opere d'arte del mondo che non può essere vista e chissà quant'altro. L'indirizzo è il quartiere de La Praille, a Ginevra. Ma Margherita, nonostante i suoi avvocati e i suoi investigatori, non ha mai potuto neppure avvicinarsi. Scrive Gigi Moncalvo che, all'avvocato che insisteva per accedere almeno ai documenti - per capire cosa ci fosse lì dentro nella disponibilità della famiglia Agnelli/Elkann - fu detto di andarsene o avrebbero chiamato la Gendarmeria.

scusate l'off topic


Staff
Inviato

Ovviamente potrebbe essere tutto (per assurdo, appunto) e il contrario di tutto, ma che senso ha parlare di aria fritta? Avrebbe molto più senso parlare della lacunosa e contraddittoria documentazione, e dei pareri espressi a tal riguardo dal Lefèvre. Hai confrontato questi documenti? 
Lasciamo stare le congetture su dove siano nascosti questi fantomatici gruzzoli di monete (che ancora dopo 110 anni non se ne sa nulla) e, laddove possibile cerchiamo di ragionare su quel poco di concreto che “ci passa il convento”. 

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Inviato
1 ora fa, Massimiliano Tiburzi dice:

si, si narra, per carità, ma delle 138 tonnellate di oro e cmq le autorità sono abbastanza certe da aver avviato la ricerca, ma dentro a quel caveau mica ci stanno solo quelle, capito che voglio dire? vai a sapere che ci sta e quanti potrebbero essere certi caveau nel mondo.

chiaro che sto ragionando per assurdo, però....:-)

ah, scusa, giusto per precisione, non si narra, il caveau è certo e la banca ha un nome ed un luogo in Svizzera, ora cerco come si chiama.

 

La famiglia ha smentito ufficialmente la notizia:

https://www.affaritaliani.it/economia/gli-agnelli-navigano-nell-oro-ecco-quante-tonnellate-possiede-la-famiglia-916857.html#google_vignette

Poi capisco che, giornalisticamente parlando, è molto più produttivo continuare a scrivere dell'esistenza di miliardi di euro in lingotti d'oro nascosti in Svizzera piuttosto che dare, con la stessa evidenza,  la notizia che la famiglia ha smentito ufficialmente e categoricamente la circostanza.

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Inviato

Buongiorno.

Approfitto della leggera divagazione degli ultimi post per riproporre un ragionamento che, personalmente, mi affascina molto.

I 5 lire del 1914 sono stati coniati nel numero indicato nel contingente ufficiale ma sono stati inviati a Londra o a Parigi quale anticipo o pegno sul redigendo "Patto di Londra" del 1915 e li sono rimaste. Intatte in qualche caveau? Fuse? Nessuno lo può sapere. In altre parole, ebbero la stessa sorte del 5 lire 1866 per Napoli.

Un saluto e grazie agli Utenti che hanno contribuito a questa interessantissima discussione.


Staff
Inviato
10 minuti fa, viganò dice:

I 5 lire del 1914 sono stati coniati nel numero indicato nel contingente ufficiale ma sono stati inviati a Londra o a Parigi quale anticipo o pegno sul redigendo "Patto di Londra" del 1915 e li sono rimaste.

Ciao,

Non lo sapevo! Dove hai appreso questa notizia? 
Riguardo il contingente coniato, io ancora mi chiedo come sia possibile la discordanza tra i dati redatti dalla Regia Zecca in “25 esercizi finanziari…” e gli annuari statistici italiani del 1914 / 1915, dove non viene riportato alcun dato 

Awards

Inviato
9 minuti fa, ilnumismatico dice:

Ciao,

Non lo sapevo! Dove hai appreso questa notizia? 
Riguardo il contingente coniato, io ancora mi chiedo come sia possibile la discordanza tra i dati redatti dalla Regia Zecca in “25 esercizi finanziari…” e gli annuari statistici italiani del 1914 / 1915, dove non viene riportato alcun dato 

Ciao,

nessuna fonte: è un mio ragionamento personalissimo (e come tale valevole solo come esercizio mentale)😃

Nasce dalla possibile similitudine con la storia del 5 lire 1866 N: stesso valore, stessa coniazione a ridosso di una guerra, un certo discorso sulla rarità (benché il 1866 sia infinitamente più raro del 1914).

Tornando "coi piedi per terra" concordo che occorra riflettere sulla discordanza che hai citato: qualcuno se la sente di avanzare ipotesi?

Un saluto cordiale e a presto.


Staff
Inviato

Ciao @viganò grazie per il chiarimento. Io una vaga idea me la sono fatta: a mio parere il contingente indicato non è stato interamente coniato. Sappiamo per certo, tramite comunicazione della Regia Zecca, che fino all’estate del 1914 lo scudo (e addirittura la lira!) doveva ancora essere coniato. Il 28 luglio c’è la dichiarazione di guerra. Considerando che lo Scudo non aveva più ampio utilizzo e che veniva tesaurizzato per il maggior contenuto di fino*, io non escluderei un contingente coniato molto inferiore, che poi fu incettato da pochi fortunati. 
 

* È interessante come si espresse Giovanni Carboneri, a proposito dello Scudo da 5 lire, nel suo libro “La circolazione monetaria nei diversi stati, Roma, 1915” a pag. 530: “era la moneta meno ricercata nella circolazione per la sua grossezza, che la rende assai incomoda e sopratutto ora per la sua sproporzione fra il valore intrinseco e quello nominale”

Awards

Supporter
Inviato
Il 21/07/2024 alle 18:57, Elleffe dice:

A me la cosa non sorprende. Probabilmente si è romanzato sulle vicende di questa bella moneta, senz'altro tesaurizzata dall'inizio e fonte di abbondante speculazione. Se qualcuno la cerca, non deve attendere molto; dipende tutto dalla disponibilità di spendere la cifra richiesta. Essa è presente in (quasi) tutte le aste e presso quasi tutti i commercianti professionisti. Penso sia importante confrontare il rapporto di prezzo con lo scudo 1901 e 1911 per farsi un'idea che è sempre stata ritenuta una moneta interessante, ma non certo rarissima.

Cagiati 1918                           500/600                                           10/15                                              20/25

Spaziani Testa 1933                 1.100                                              10/15                                             45/60 

Rinaldi 1949                             40.000                                               1.500                                          3.000/8.000 satinata

Nazarri 1959                           395.000                                            10.500                                            48.000    

Curatolo 1971                       4.100.000                                          160.000                                          700.000

Il confronto ci mostra che il valore rispetto allo scudo 1911 (colonna 2) è variato da 2 a 4,2 volte mentre nei confronti dello scudo 1901 (colonna 1) era inizialmente 1:24 si è ridotto a 1:6 circa nel 1971.

 

Buon giorno e grazie per questo interessante grafico.

non sono certo di aver capito bene cosa sia rappresentato nelle 3 colonne, poichè almeno nel mio monitor si presentano sfalsate.

Immagino sia:

  • Cagiati 1918:

5 lire 1901 - 500/600 lire ; 5 lire 1911 - 10/15 lire; 5 lire 1914 - 20/25 lire

  • Spaziani Testa 1933:

5 lire 1901: 1.100 lire ; 5 lire 1911: 10/15 lire; 5 lire 1914: 45/60 lire               

  •  Rinaldi 1949 

5 lire 1901: 40.000 lire ; 5 lire 1911: 1.500 lire; 5 lire 1914: 3.000/8.000 satinata 

  • Nazarri 1959 

5 lire 1901: 395.000 lire ; 5 lire 1911: 10.500 lire; 5 lire 1914: 48.000 

  • Curatolo 1971

  5 lire 1901: 4.100.000 lire ; 5 lire 1911: 160.000 lire; 5 lire 1914: 700.000                        

La cosa che mi impressiona di questi prezzi, è che se rapportiamo i prezzi con l'inflazione, esce fuori che fino alla fine degli anni '50 il prezzo di questi pezzi era assai modesto, se rapportato a quelli odierni. 

Il salto di qualità nei prezzi, sempre considerando l'inflazione, si ha solo negli anni '70, in cui i prezzi, espressi in euro, diventano paragonabili a quelli attuali.

Ripeto la tabella esprimendo i prezzi in Euro con la tabella rivalutazione. 

  •  Rinaldi 1949 

5 lire 1901: 850 E ; 5 lire 1911: 30 E; 5 lire 1914: 60 E/165 E satinata 

  • Nazarri 1959 

5 lire 1901: 6.100 E ; 5 lire 1911: 160 E; 5 lire 1914: 750 E 

  • Curatolo 1971

  5 lire 1901: 40.000 E ; 5 lire 1911: 1.500 E; 5 lire 1914: 7.000 E    

 

A me onestamente i prezzi del '49 e del 59 paiono un pò bassi. 

 

 


Inviato
1 ora fa, azaad dice:

Buon giorno e grazie per questo interessante grafico.

non sono certo di aver capito bene cosa sia rappresentato nelle 3 colonne, poichè almeno nel mio monitor si presentano sfalsate.

Immagino sia:

  • Cagiati 1918:

5 lire 1901 - 500/600 lire ; 5 lire 1911 - 10/15 lire; 5 lire 1914 - 20/25 lire

  • Spaziani Testa 1933:

5 lire 1901: 1.100 lire ; 5 lire 1911: 10/15 lire; 5 lire 1914: 45/60 lire               

  •  Rinaldi 1949 

5 lire 1901: 40.000 lire ; 5 lire 1911: 1.500 lire; 5 lire 1914: 3.000/8.000 satinata 

  • Nazarri 1959 

5 lire 1901: 395.000 lire ; 5 lire 1911: 10.500 lire; 5 lire 1914: 48.000 

  • Curatolo 1971

  5 lire 1901: 4.100.000 lire ; 5 lire 1911: 160.000 lire; 5 lire 1914: 700.000                        

La cosa che mi impressiona di questi prezzi, è che se rapportiamo i prezzi con l'inflazione, esce fuori che fino alla fine degli anni '50 il prezzo di questi pezzi era assai modesto, se rapportato a quelli odierni. 

Il salto di qualità nei prezzi, sempre considerando l'inflazione, si ha solo negli anni '70, in cui i prezzi, espressi in euro, diventano paragonabili a quelli attuali.

Ripeto la tabella esprimendo i prezzi in Euro con la tabella rivalutazione. 

  •  Rinaldi 1949 

5 lire 1901: 850 E ; 5 lire 1911: 30 E; 5 lire 1914: 60 E/165 E satinata 

  • Nazarri 1959 

5 lire 1901: 6.100 E ; 5 lire 1911: 160 E; 5 lire 1914: 750 E 

  • Curatolo 1971

  5 lire 1901: 40.000 E ; 5 lire 1911: 1.500 E; 5 lire 1914: 7.000 E    

 

A me onestamente i prezzi del '49 e del 59 paiono un pò bassi. 

 

 

 

Può darsi che il puro calcolo di rivalutazione generi quel tipo di riflessione. Occorre tenere presente la stratificazione sociale di quegli anni, il reddito famigliare, le priorità della vita ed allora si capisce che pochissimi potevano disporre di quote di denaro per un hobby così particolare. Nel 1971 lo stipendio medio di un operaio era di 100 mila lire, mentre un impiegato poteva raggiungere i 130/150 mila, ed era l'unico sostentamento della famiglia, in genere composta di 4 persone. Priorità era la casa, l'istruzione per i figli e la settimana di ferie. Tornando indietro nel tempo (1959) questi parametri erano più sfavorevoli e le esigenze più limitate. I primi raccoglitori di monete, erano persone che sfruttavano la loro attività (bancari, negozianti, tabacchini) per cumulare monete che la gente comune non dava alcuna importanza; solo raramente si rivolgevano a professionisti per gli acquisti, e quasi sempre a mezzo di scambi.

  • Mi piace 1

Inviato

Non so sei sia opportuno disquisire su aspetti di economia monetaria del tempo, importanti ma marginali, relativi all'emissione di Scudi nel Regno d'Italia.
Comunque proviamo. 
La legge fondamentale del Regno d'Italia 24 agosto 1862, n. 788, sull'unificazione del Sistema Monetario, prevede all'articolo 5: I pezzi da lire 5 d'argento al titolo di 900 millesimi non si conieranno se non per conto e sopra domanda dei privati, ed avranno corso legale al pari delle monete d'oro.

La legge 17 luglio 1875 n. 2651, all'art. 2 rivede queste determinazioni e prevede: È data facoltà al Governo deI Re di sospendere temporaneamente l'applicazione dell'articolo 5 della legge 24 agosto 1862, n. 788, nella parte in cui dispone che i pezzi da lire cinque d'argento al titolo di 900 millesimi non si conieranno se non per conto e sopra domanda dei privati. (Il Carboneri riporta che tale "sospensione avvenne effettivamente in forza della convenzione monetaria del 1878" - UML).

Credo che i "privati" qui menzionati siano fondamentalmente le Banche (a quel tempo la Banca Nazionale del Regno, Banca di Toscana, ecc.) che avevano l'obbligo statutario di coprire una quota parte delle loro emissioni cartacee con depositi di moneta metallica (oro e argento). Perché poi, vista la svalutazione dell'argento, dovessero far coniare Scudi nel bianco metallo anzichè monete d'oro non mi è del tutto chiaro: la grande disponibilità d'argento immobilizzato nella vecchia valuta ritirata per legge, non era una condizione sufficiente a farlo scegliere, visto che in economia il profitto è il motore trainante.

Questi scudi nei primi anni del Regno d'Italia sono circolati, ma poco: di certo il loro utilizzo principale riguardò gli scambi internazionali. Ragion per cui sono convinto che di Scudi italiani all'estero ce ne siano parecchi, e non dico "un po' qui un po' là ..." ma nella disponibilità delle grosse Banche Svizzere  e nei Caveaux rispettivi, probabilmente anche le 5 Lire 1914 ... ma il discorso si fa difficile e fantasioso (penso ad esempio alle grandi famiglie di Banchieri Ebrei e alla storia travagliata che le circonda ed anche ai complessi e intricati rapporti tra Svizzera e Germania Nazista https://www.uek.ch/it/publikationen1997-2000/goldi.pdf).

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Inviato

@Giov60

Grazie per l'interessante post che precede e per il documento pdf. indicato, che leggerò appena avrò tempo.

A proposito di scudi all'estero, cosa ne pensa della mia elucubrazione circa l'utilizzo delle 5 lire 1914 per fini di politica internazionale, a ridosso della Grande Guerra?

Un saluto cordiale e grazie in anticipo.  


Inviato
9 ore fa, viganò dice:

@Giov60

Grazie per l'interessante post che precede e per il documento pdf. indicato, che leggerò appena avrò tempo.

A proposito di scudi all'estero, cosa ne pensa della mia elucubrazione circa l'utilizzo delle 5 lire 1914 per fini di politica internazionale, a ridosso della Grande Guerra?

Un saluto cordiale e grazie in anticipo.  

Non sono informato sugli accordi economici di un patto, quello di Londra, che era eminentemente politico-militare (ingresso in guerra dell’Italia); è possibile tuttavia che gli impegni economici sottoscritti in concomitanza o dopo abbiano richiesto al nostro paese l’esborso di somme che potrebbero aver contemplato come valuta anche le monete di cui discutiamo. Si tratta tuttavia di pure ipotesi.

Oltre 10 anni fa, in una interessante discussione, un nostro amico forumista (il cui nick era stato cancellato dopo una sua temporanea cancellazione dal forum) affermava l'esistenza di materiale importante in cassette di sicurezza anteguerra (#10 e #18) e prospettava che in futuro avrebbe potuto anche svelare l'arcano. Chissa se il futuro è oggi ... e se questo riguarda anche le 5 Lire del 1914?! @elledi ...

 

  • Grazie 1

Inviato
8 ore fa, elledi dice:

Nessun arcano....monete che circolarono..se circolarono..pochissimo...argento subito tesaurizzato per lo scoppio della Grande Guerra..e molte sono ancora conservate, anche in cassette di sicurezza di privati... 

Ma allora parlavi “non di privati” …


Inviato
7 ore fa, Giov60 dice:

Ma allora parlavi “non di privati” …

 

Nel 2000/2001 nel corso di alcune perquisizioni ebbi modo di vedere un paio di rotolini di monete da lire 5 del 1914. Ricordo che erano neri con i simboli della RZ. Ovviamente il nome del proprietario non posso farlo..posso solo dire che era persona appartenente a quelle famiglie che con le guerre ci fanno i soldi  e che al fronte non ci sono certo andati...ma questa si sa è la solita storia...

  • Triste 2

Inviato
Il 25/7/2024 alle 14:56, elledi dice:

Nel 2000/2001 nel corso di alcune perquisizioni ebbi modo di vedere un paio di rotolini di monete da lire 5 del 1914. Ricordo che erano neri con i simboli della RZ. Ovviamente il nome del proprietario non posso farlo..posso solo dire che era persona appartenente a quelle famiglie che con le guerre ci fanno i soldi  e che al fronte non ci sono certo andati...ma questa si sa è la solita storia...

 

e così, grazie a lei, la mia fantasia ha un po' più di corpo.

Mi spiego meglio, magari non ha letto il mio intervento sopra, affermavo che tali monete, come da lei affermato potrebbero trovarsi in caveau o casseforti di famiglie ben note e ricche ed in più di un pezzo, da lei leggo addirittura rotolini della RZ....figurarsi se da "sabaudi" non possano trovarsi negli impenetrabili caveau degli Agnelli....:-)

un caro saluto 


Inviato
21 ore fa, Massimiliano Tiburzi dice:

e così, grazie a lei, la mia fantasia ha un po' più di corpo.

Mi spiego meglio, magari non ha letto il mio intervento sopra, affermavo che tali monete, come da lei affermato potrebbero trovarsi in caveau o casseforti di famiglie ben note e ricche ed in più di un pezzo, da lei leggo addirittura rotolini della RZ....figurarsi se da "sabaudi" non possano trovarsi negli impenetrabili caveau degli Agnelli....:-)

un caro saluto 

 

In tutta franchezza penso che molti di questi scudi siano ben conservati, anche in istituti di credito esteri. Quelli che vidi io, e la cosa mi colpì molto, erano molti pezzi tutti insieme...certo, in quella cassetta ci stava ben altri valori che gli scudi, però da numismatico, rimasi colpito.

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