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Inviato

Buonasera, pare che io ritorni dopo una lunga assenza... ben trovati!

Ho una curiosità: che equivalenza c'era, attorno al 1200, tra la moneta di Pisa e di Lucca (ho letto che erano simili) e quella di Firenze? Un grosso (come si chiamava non so) d'argento di queste due città a che cambio stava con un  equivalente di Firenze, che ancora non aveva la moneta d'oro?


Inviato

Ciao @Renato Delfiol

Parlare di cambio in senso moderno credo sia improprio, i grossi avevano una loro "valuta" in denari secondo il contenuto in argento della moneta in questione. La legge di Gresham poi forzava le varie zecche ad uniformare le proprie emissioni pena la scomparsa del circolante..

Nella prima metà del '200 comunque Pisa, Siena, Arezzo e poi Firenze emettevano grossi d'argento equivalenti nel peso e nella valuta "mettendo così in evidenze un tacito accordo monetario" (M. Bernocchi - Le monete della Repubblica fiorentina vol. III pag. 126)

un saluto      

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Supporter
Inviato

Salve,

solo una piccola specifica rispetto a quanto ha domandato @Renato Delfiol: se per inotorno al 1200 si intende appunti il principio del XIII secolo, allora: 1) Firenze ancora non coniava moneta ma usava i denari di Pisa e di Lucca; 2) i denari di Pisa e di Lucca al tempo erano effittivamente equivalenti (e teoricamente le due zecche dovevano dividere i proventi, come da accordi stipulati nel 1181.

Se invece si vuol parlare del secondo quarto/ metà del XIII e di grossi ha appunto già risposto @cippiri76.

Un saluto cordiale

MB

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Inviato
Il 19/10/2024 alle 20:16, cippiri76 dice:

 

Nella prima metà del '200 comunque Pisa, Siena, Arezzo e poi Firenze emettevano grossi d'argento equivalenti nel peso e nella valuta "mettendo così in evidenze un tacito accordo monetario" (M. Bernocchi - Le monete della Repubblica fiorentina vol. III pag. 126)

un saluto      

 

Anche Napoli in questo periodo produce grossi ghibellini (almeno senesi e pisani).


Supporter
Inviato
17 ore fa, monbalda dice:

Salve,

solo una piccola specifica rispetto a quanto ha domandato @Renato Delfiol: se per inotorno al 1200 si intende appunti il principio del XIII secolo, allora: 1) Firenze ancora non coniava moneta ma usava i denari di Pisa e di Lucca; 2) i denari di Pisa e di Lucca al tempo erano effittivamente equivalenti (e teoricamente le due zecche dovevano dividere i proventi, come da accordi stipulati nel 1181.

Se invece si vuol parlare del secondo quarto/ metà del XIII e di grossi ha appunto già risposto @cippiri76.

Un saluto cordiale

MB

 

Salve ho riletto soltanto adesso ciò che ho scritto e mi scuso molto per gli errori di battitura, anche se i contenuti spero che si capiscano lo stesso. Personalmente non ritengo invece che grossi di Pisa o di Siena della prima parte del Duecento siano stati prodotti legalmente e ufficialmente in zecche che non siano state sotto il controllo delle istituzioni comunali delle rispettive città; diverso il caso di eventuale circolazione di maestranze tra le diverse zecche (conosco gli studi ai quali si riferisce l'accenno fatto).

Con questo chiudo qui l'argomento, che in caso andrebbe discusso in sede scientifica.

Un saluto cordiale,

MB


Inviato

C'è poco spazio per nostri pareri personali.

Ad esempio per il 1238 la coniazione di monete toscane a Napoli è stata documentata da

E. Winkelmann, Acta Imperii Inedita, I, Innsbruck, Verlag der Wagner’Schen Universitäts-Buchhandlung, 1880, doc. 822, p. 637.


Supporter
Inviato

Molte grazie, così anche gli altri possono leggere direttamente.

Un saluto cordiale,

MB


Inviato

Naturalmente il riferimento è solo al documento che l'autore presenta. La lettura del Winkelmann è del tutto sballata, visto che fa tornare il De Morra ad Acerra nel 1238, lo ricolloca il mese dopo in Lombardia e fa coniare queste monete a Brindisi l'anno successivo (1239). Un fantasia piuttosto fervida, ereditata a occhi chiusi dai successivi numismatici.

Per una lettura più vicina alla realtà, referata positivamente e direttamente da parte di due riviste scientifiche, nonché altre 5 volte su altrettante diverse riviste scientifiche nell'ambito della descrizione di altri fatti, mi permetto di consigliare almeno la lettura del commento al doc. 11 di

https://www.academia.edu/114071336/Primo_nucleo_di_fonti_sulla_zecca_sveva_di_Napoli_in_Mémoire_des_Princes_Angevins_15_2022_2023_https_mpa_univ_st_etienne_fr_index_php_id_566

Del resto tutto collima coi successivi fatti del 1243, legati alla miniera di Montieri, non alla sua fantomatica zecca, ma alla zecca di Napoli, e tutto collima con la successiva produzione di fiorini a Napoli al posto degli augustali. 


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