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La Valle dei Templi di Agrigento


arretium

Risposte migliori

Ho passato le vacanze in Sicilia e una giornata l'ho dedicata ad Agrigento e alla sua meravigliosa valle.

Erano anni che volevo visitarla e mi ha lasciato esterrefatto per la bellezza dei tesori che propone.

Spero solo che riescano anche a mettere mano all'abusivismo che ha imperato in passato nell'area, e poi gli agrigentini avranno a disposizione una risorsa unica al mondo.

La mia visita è proseguita col Museo Archeologico che stanno modernizzando con delle sale progettate veramente bene.

Quando saranno conclusi i lavori sarà, secondo me, uno dei musei italiani più belli e ricchi.

Unica nota stonata lo spennamento che rischi con gli esercizi commerciali limitrofi (ad esempio, chiedere 1,30 per una bottiglietta da mezzo litro di acqua è da denuncia!).

Vorrei sapere se le sensazioni che ho provato visitando la Valle dei Templi sono le stesse dei lamonetiani che ci sono stati.

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Straquoto, la valle dei templi è un tesoro unico al mondo. Spero tu abbia visitato anche altri siti nelle vicinanze, che sicuramente meritano attenzione: Eraclea Minoa, Selinunte, Camarina... l'elenco potrebbe continuare quasi all'infinito, tanto per rimanere sui siti che si affacciano sul Canale di Sicilia.

giamp

Ho passato le vacanze in Sicilia e una giornata l'ho dedicata ad Agrigento e alla sua meravigliosa valle.

Erano anni che volevo visitarla e mi ha lasciato esterrefatto per la bellezza dei tesori che propone.

Spero solo che riescano anche a mettere mano all'abusivismo che ha imperato in passato nell'area,  e poi gli agrigentini avranno a disposizione una risorsa unica al mondo.

La mia visita è proseguita col Museo Archeologico che stanno modernizzando con delle sale progettate veramente bene.

Quando saranno conclusi i lavori sarà, secondo me, uno dei musei italiani più belli e ricchi.

Unica nota stonata lo spennamento che rischi con gli esercizi commerciali limitrofi (ad esempio, chiedere 1,30 per una bottiglietta da mezzo litro di acqua è da denuncia!).

Vorrei sapere se le sensazioni che ho provato visitando la Valle dei Templi sono le stesse dei lamonetiani che ci sono stati.

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le bottiglitte d'acqua non costano meno di 1.50 euro , con una semplice diferenza ad agrigento i commercianti ne venderanno andando bene un centinaio al giorno, mentre i commercianti romani non ne vendono meno di mille in mezza giornata, mi spieghi perchè a quei poveracci di commercianti siciliani gli addossi delle critiche cosi dure che non meritano, e non parli invece di quelli romani che molto spesso sono anche irregolari....?

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Il mio era solo un piccolo appunto :P , non ho mica detto che l'acqua è cara solo ad Agrigento.

Lo so da me che ci saranno altri mille e più posti in Italia che te la fanno pagare oro ma, visto che la cosa mi è capitata lì, perchè avrei dovuto parlare dei romani? :D

E poi, x inciso, nel pomeriggio mi sono fatto furbo e ho trovato un discout che mi ha venduto la stessa marca a 0,30 (e fresca B) ).

Comunque il mio non voleva essere un 3D su quelli che lucrano sull'acqua, desideravo principalmente celebrare una terra meravigliosa che dopo la mia Toscana è quella che amo di più. :beerchug:

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  • 13 anni dopo...

Non volendo aprire una nuova discussione per evitare sovrapposizioni di titoli, ho deciso di riaprire questa per informare delle piccole ma interessanti nuove scoperte:

Archeologia:ritrovati oggetti culto in Valle Tempi Agrigento

Alcuni reperti emersi dagli scavi archeologici condotti nella Valle dei Templi di Agrigento gettano nuova luce sulle fasi architettoniche, storiche e archeologiche del Santuario e del Tempio D.
    Lo ha accertato la prima campagna di scavi, appena conclusa, che è stata effettuata dalla Scuola Normale di Pisa in accordo con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, diretto da Roberto Sciarratta.
    Per la prima volta, infatti, sulla Collina meridionale sono stati trovati materiali in ceramica (tra cui un frammento attribuibile con certezza all'officina di Corinto del Silhouette Goat Painter I, databile intorno al 580-570 a.C.) e frammenti di produzione attica e ionica inquadrabili cronologicamente nella prima generazione della colonia che, secondo le fonti letterarie, sarebbe stata fondata intorno al 580 a.C.. Evidenze, queste, che indicano come subito dopo la fondazione quest'area della città, forse già con una destinazione cultuale, fosse frequentata dai coloni.
    "Stiamo vivendo una stagione molto interessante dal punto di vista dei ritrovamenti archeologici alcuni dei quali, come sta avvenendo ad Agrigento, aprono nuove ipotesi di studio e accendono l'attenzione sull'enorme patrimonio inesplorato che la nostra Isola custodisce. Occorre aprirsi - dice l'assessore dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà - ancora di più alle collaborazioni con le Università italiane e straniere e potenziare le campagne di scavi grazie alle quali non solo avremo la possibilità di ampliare il patrimonio archeologico regionale, ma potremo stipulare alleanze capaci anche di funzionare come attrattori per un turismo culturale di qualità".

L'équipe di ricerca, costituita dagli studenti di Archeologia Classica della Scuola Normale, delle Università di Pisa e di Palermo, ha operato sotto la direzione scientifica del prof.
    Gianfranco Adornato.
    "Questa prima campagna di scavo-scuola, che ha visto protagonisti sul campo gli allievi e le allieve di archeologia classica della Normale, è stata particolarmente fruttuosa - afferma il professore Adornato - e i promettenti risultati ci sollecitano a investigare l'area con maggiore attenzione.
    Abbiamo rinvenuto, per la prima volta sulla Collina meridionale, numerose statuette votive deposte ritualmente insieme a ceramica e ossa combuste; questi ex-voto, insieme a cospicui frammenti di tegole in terracotta, sono chiari indizi di un culto e di un possibile edificio sacro di età tardo-arcaica (non ancora individuato)".

https://www.ansa.it/amp/sicilia/notizie/2020/10/16/archeologiaritrovati-oggetti-culto-in-valle-tempi-agrigento_e26637fc-4fb8-41ab-ab58-a2025803af34.html

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Modificato da ARES III
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Inoltre:

Tra gli altri rinvenimenti particolare interesse rivelano: il tetto marmoreo, la pavimentazione e le lastre di rivestimento della cella del tempio di età classica che, come riportano le fonti letterarie, è stato distrutto nel 406 a.C. durante l’assedio dei Cartaginesi. Ulteriori materiali consentono di definire meglio le altre fasi di vita del monumento: due monete coniate sotto Federico II attestano, per esempio, la frequentazione dell’area ancora in età medievale.

In vista della seconda campagna di scavo-scuola, tra gli interventi concordati per il prossimo anno con la Direzione del Parco, oltre alla continuazione di alcuni saggi di scavo, si andrà ad indagare l’area del Torrione che è stato individuato sul ciglio della strada moderna, per comprenderne la funzione e il rapporto con le mura di fortificazione, la via d’accesso su questo versante della città antica e il limite del santuario stesso.

https://www.lecodelsud.it/agrigento-scavi-al-santuario-e-al-tempio-d-nella-valle-dei-templi-regalano-eccezionali-rinvenimenti-che-aprono-nuovi-scenari

 

A proposito del tetto in marmo verso la fine del III secolo a.C., un politico, censore e console romano di nome Quinto Fulvio Flacco, citato più e più volte da autori latini come Tito Livio, Eutropio e Svetonio, spogliò il tempio di Giunone Lacinia del tetto, costituito interamente in marmo.

Livio Ab Urbe Condita I, 11, 7-8

(LA)

«Q. Fulvius Flaccus censor templum
Iunonis Laciniae tegulis marmoreis spoliavit»

(IT)

«Il censore Quinto Fulvio Flacco spogliò
il tempio di Giunone Lacinia dal tetto in marmo.»

 

Frammenti-Tetto_Marmo-1078x516.jpg

Modificato da ARES III
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Il tempio D o di Hera.

Il tempio di Giunone si trova sullo sperone roccioso più elevato della collina dei Templi, presso l’estremità est.

Come per la maggior parte dei templi agrigentini, non è possibile sapere a quale divinità fosse dedicato.

La sua attribuzione a Giunone deriva da un’errata interpretazione di un passo dello scrittore romano Plinio Il Vecchio, che si riferisce, in realtà, al tempio di Giunone sul promontorio Lacinio a Crotone, in Magna Grecia.

L’edificio di ordine dorico è databile intorno alla metà del V secolo a.C. e ha un basamento di quattro gradini, su cui poggiano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi. Al suo interno il tempio è suddiviso in atrio di ingresso, cella e vano posteriore, il primo e l’ultimo con due colonne fra le ante.

Fra l’atrio di ingresso e la cella si apre la porta, fiancheggiata da due piloni con all’interno le scale per l’accesso e la manutenzione del tetto.

A quindici metri di distanza dall’ingresso del tempio, sul lato est, si trova l’altare con una scalinata di dieci gradini.

Forse Il tempio fu gravemente danneggiato durante la conquista cartaginese del 406 a.C., da un incendio di cui restano le tracce sui muri della cella.

L’edificio viene  forse restaurato in epoca romana.

Numerosi restauri sono eseguiti a partire dalla fine del XVIII secolo, quando sono risollevate le colonne del lato nord, sino agli ultimi interventi di tipo statico e conservativo delle superfici lapidee effettuati dal Parco Archeologico della Valle dei Templi.

https://www.parcovalledeitempli.it/tempio/tempio-di-giunone/

 

DJI_0008__Tempio-di-Giunone.jpg

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Qualche informazione sul tempio 

Fu edificato nella seconda metà del V secolo a.C., intorno al 450 a.C. e appartiene come epoca e come stile al periodo del dorico classico. Sono stati rilevati segni dell'incendio del 406 a.C. dopo il quale è stato restaurato in età romana, con la sostituzione delle originarie tegole fittili con altre marmoree e con l'aggiunta del piano inclinato alla fronte orientale.

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Pianta del tempio

L'edificio è un tempio dorico periptero con 6 colonne sui lati corti (esastilo) e 13 sui fianchi, secondo un canone derivato dai 

modelli della madrepatria ed utilizzato anche per il tempio "gemello" della Concordia con il quale è accomunato anche dalle dimensioni generali e dalle misure, quasi standardizzate di alcuni elementi costruttivi. Le dimensioni complessive sono di circa m 38,15x16,90.

Il fronte presenta interassi leggermente diversi con la contrazione di quelli terminali e l'enfatizzazione di quello centrale. Il peristilio di 34 colonne alte m. 6,44 e costituite da 4 rocchi sovrapposti, poggia su un crepidoma di quattro gradini. Edificato su di uno sperone con un rialzo risulta in gran parte costruito artificialmente.

L'interno è costituito da un naos senza colonnato interno, del tipo doppio in antis, dotato di pronao e opistodomo simmetrici, entrambi incorniciati da gruppi di due colonne (distili). Due scale per l'ispezione alla copertura o per motivi di culto, erano presenti nella muratura di separazione tra naos e pronaos (diaframma).

Attualmente si conserva il colonnato settentrionale con l'epistilio e parte del fregio, mentre i colonnati sugli altri tre lati sono conservati solo parzialmente (mancano 4 colonne e 9 sono smozzate), e senza architrave. Pochi sono gli elementi rimasti della cella di cui rimane la parte bassa della muratura che la delimitata. L'edificio è stato così ricostruito mediante anastilosi fin dal Settecento ad oggi. Davanti al fronte principale (orientale) ci sono notevoli resti dell'altare.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tempio_di_Giunone_(Agrigento)

Agrigento-TempleD-Plan-bjs.png

Temple_of_Hera,_Agrigento_agr2.jpg

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Modificato da ARES III
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Vale un cenno ricordare la relativamente breve parabola di Agrigento, "...città di Persefone, città la più bella fra quante albergo son di uomini..." come la canta Pindaro, che vi visse, nella sua 12^ ode pitica .

Coloni da Rodi e Creta, fondano nel 689 a.C. Gela, ed i Geloi, 108 anni dopo nel 581 a.C. (Tucidide VI , 4 , 4) fondano a loro volta Agrigento .

Nel 480 a.C. , già grande e potente, Agrigento con il suo tiranno Terone è tra i vincitori della battaglia di Imera che confina per quasi 80 anni l'espansione in Sicilia dei Cartaginesi : ed i Cartaginesi con la loro nuova offensiva, nel 406 a.C. distruggono Agrigento che non si riprenderà più da questa caduta .

Aggiungo quello che potrebbe essere il monumento numismatico di Agrigento, il decadrammo di argento, battuto pochi anni prima della caduta della città .

 

 

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Il 17/10/2020 alle 13:22, VALTERI dice:

Vale un cenno ricordare la relativamente breve parabola di Agrigento, "...città di Persefone, città la più bella fra quante albergo son di uomini..." come la canta Pindaro, che vi visse, nella sua 12^ ode pitica .

Coloni da Rodi e Creta, fondano nel 689 a.C. Gela, ed i Geloi, 108 anni dopo nel 581 a.C. (Tucidide VI , 4 , 4) fondano a loro volta Agrigento .

Nel 480 a.C. , già grande e potente, Agrigento con il suo tiranno Terone è tra i vincitori della battaglia di Imera che confina per quasi 80 anni l'espansione in Sicilia dei Cartaginesi : ed i Cartaginesi con la loro nuova offensiva, nel 406 a.C. distruggono Agrigento che non si riprenderà più da questa caduta .

Aggiungo quello che potrebbe essere il monumento numismatico di Agrigento, il decadrammo di argento, battuto pochi anni prima della caduta della città .

 

 

001 Sear.jpg

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003 Franke-Hirmer rovescio.jpg

???

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