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resti di zecche


SporaN27

Risposte migliori

Cosa intendi per "resti di zecche"..?

Abbiamo identificato alcuni luoghi ove anticamente (epoca romana ed epoca medioevale) venivano battute le monete. Abbiamo dei coni di monete romane e in qualche rarissimo caso anche degli attrezzi di zecca. Abbiamo dei libri di conti di alcune zecche medioevali. E infine abbiamo dei resoconti dettagliati che identificano il procedimento di coniazione e le varie funzioni degli addetti alla zecca per il periodo romano.

Tieni presente che alcune zecche dell'impero romano erano mobili, ovvero seguivano l'imperatore nelle sue varie campagne.

numa numa

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intendo proprio i resti degli "immobili" se ce ne sono..soprattutto per quanto riguarda le zecche al di fuori di roma..tessalonica..aquileia..ecc ecc..nn esiste nulla sulla rete che le documenti fotograficamente?

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Dell'epoca romana al massimo possono essere identificati delle "tracce" di edifici,

conosciamo approssimativamente, in alcuni casi con maggiore precisione, l'ubicazione di alcune sedi di zecca, ma nella maggior parte dei casi i rimaneggiamenti successivi hanno portato alla totale, o quasi totale, obliterazione dell'antica sede.

Diverso e' il discorso per le zecche medioevali ove diversi edifici sono stati identificati anche se nulla o quais delle attrezzature in situ e' sopravvissuto.

numa numa

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Ciao :)

L'utente SporaN27 ha posto l'attenzione su un aspetto decisamente interessante dal punto di vista archeologico e numismatico.

Correttamente ha risposto numa numa...purtroppo degli antichi edifici adibiti a zecche rimangono, quando rimangono e sono identificabili da elmenti ben precisi (quali tondelli non coniati, frammenti di barre, pesi, ecc.), solo tracce (ahinoi, rimangono spesso solo tracce di edifici ben più imponenti quali gli anfiteatri...).

Ma anche la conoscenza di quelle che sono poche tracce è comunque affascinante.

Visto che l'argomento esposto da SporaN27 è uno di quelli che hanno sempre solleticato anche la mia curiosità, mi permetto di indicare a Lui (ed a tutti gli altri amici che dovessero condividere analoga curiosità) due testi che, personalmente, ho trovato d'interesse in riferimento all'argomento.

Il primo libro, già citato in altri post di altri utenti è : "archeologia della moneta", di Federico Barello, ed. Carocci 2006; un testo già di per sè decisamente interessante e valido che comprende alcune pagine di pura archeologia relative a ritrovamenti di edifici (o locali di edifici) adibiti ad officine monetarie nell'antica Grecia e nell'Impero Romano.

Altro testo : "i luoghi della moneta. Le sedi delle zecche dall'antichità all'età moderna", atti del convegno internazionale tenutosi a Milano il 22-23 ottobre 1999, disponibile a catalogo del C.A.S.V.A. di Milano; come dal titolo, si spazia in un contesto storico molto più ampio, ma comprende spunti molto validi.

Se qualcuno è a conoscenza di altri testi in materia....batta un colpo... e mi farà grande piacere.

Una domanda infine per SporaN27 che dice "per quanto riguarda le zecche al di fuori di roma..tessalonica..aquileia..ecc ecc..nn esiste nulla sulla rete che le documenti fotograficamente".

Quell' "al di fuori di... Aquileia" ... che cosa sottolinea :o

Mi spiego ... finora mi è sempre stato indicato da più fonti e dalla lettura di numerosi testi di archeologia e storia locale, che l'ubicazione delle tre officine monetali di Aquileia è assolutamente ipotetica, presumibilmente da ritenersi prossima al palazzo imperiale...ma l'ubicazione dello stesso palazzo imperiale di Aquileia, che fonti storiche rendono certo, è al tempo stesso ipotetica e non supportata da ritrovamenti archeologici (eccetto passati scavi di tracce d'edifici prossimi alla posizione del circo che parrebbero rivestire una qualche "papabilità" con il palazzo imperiale, vista anche per l'appunto la localizzazione ma che tuttavia sarebbero "extra moenia").

Ora...la frase di cui sopra riportata da SporaN27 diciamo che ...mi entusiasma :P

E' stato nel frattempo accertato qualcosa di più e del quale alcuna notizia mi è pervenuta ?

Attendo con piacere novità in merito :D

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Salve Flavio..

ho fatto quelle citazioni a mo di esempio..io so poco e nulla a proposito delle ubicazioni di queste zecche..volevo sapere qualcosa dagli utenti del forum.

grazie per essere intervenuto.

Marco

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Al Convegno "I luoghi della moneta..." ha partecipato la Prof.ssa Travaini che ha da sempre studiato e ricercato l'ambito della 'produzione' monetale (zecche) nel tempo antico.

La Travaini e' una delle coordinatrici della "Guida alle zecche d'Italia" opera di amplissimo respio che prende in considerazione proprio i luoghi fisici ove furono prodotte le monete, considerando ogni vestigia giunta fino a noi, attrezzature, punzoni, coni, edifici (quando ancora esistenti).

La guida prendera' in considerazione tutte le zecche italiane sia sul territorio nostrano che battute da italiani all'estero (occupazioni veneziane e genovesi, ad esempio delle isole greche), inoltre considerera' le zecche clandestine.

Colgo l'occasione per confermare che lka zecca di Limosano (Molise), conosciuta attraverso un recente ritrovamento che pure e' stato segnalato recentemente su questo Forum, e' stata considerata nella Guida

numa numa

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Grazie Flavio e Numa per le importanti precisazioni.

Io ho sempre trovato irresistibile che i romani si portassero la zecca a seguito delle legioni, capperi, che comodità !

Del resto, per battere una moneta bastavano due conii, una mazza e dei bei bicipiti. Ben diverso invece era produrre i tondelli, per i quali bisognava avere operai esperti nella produzione di leghe, altiforni, crogiuoli, stampi, cesoie ecc.

Credo che le zecche lasciassero tracce non in quanto tali, ma come officine metallurgiche, dato che la fase più "hard" era appunto questa. Pertanto è impossibile riconoscere per sé una zecca da una qualunque altra impresa metallurgica, se non, come già detto, per il ritrovamento di barre da monetare, conii ecc ecc.

Caius

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Supporter

A Roma ho potuto visitare due siti dove è stata individuata in tempi diversi la zecca: il Campidoglio e gli edifici nei sotterranei di San Clemente:

La basilica di S. Clemente, di impianto medievale, sorge su edifici romani notevolmente modificati dal passare dei secoli. L’edificio più antico è costituito da una serie di piccole stanze con volte a botte, in bellissima opera quadrata di tufo; probabilmente l’edificio faceva parte della Zecca di Roma, che fu trasferita da Domiziano dall’arx capitolina, come documentano alcune iscrizioni di età adrianea rinvenute presso l’edificio.

E' una visita che consiglio a tutti. Anche se gli ambienti riconducibili alla zecca di epoca Flavia non sono certo "spettacolari" mi ha emozionato molto calpestare quei pavimenti...... :rolleyes:

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Ho sempre immaginato le fonderie dove si producevano i tondelli dei luoghi insalubri, più simili ad in inferno dantesco che ad una zecca. Sono anche sicuro che chi maneggiava tutto quell'argento, liquido, i vapori che emetteva, di sicuro non c'era la 626 a infilare guanti e un casco protettivo in testa a quei poveretti, pertanto ritengo probabile che gli operai addetti a produrre tondelli fossero affetti da argiria, una malattia caratterizzata da accumulo cronico di argento nell'organismo. La pelle, la lingua. la congiuntiva diventano brune e incartapecorite.

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Ho sempre immaginato le fonderie dove si producevano i tondelli dei luoghi insalubri, più simili ad in inferno dantesco che ad una zecca. Sono anche sicuro che chi maneggiava tutto quell'argento, liquido, i vapori che emetteva, di sicuro non c'era la 626 a infilare guanti e un casco protettivo in testa a quei poveretti, pertanto ritengo probabile che gli operai addetti a produrre tondelli fossero affetti da argiria, una malattia caratterizzata da accumulo cronico di argento nell'organismo. La pelle, la lingua. la congiuntiva  diventano brune e incartapecorite.

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Ecco, bravo caius...

Nella storia che racchiude ogni moneta c'è anche parte della fatica e della sofferenza (ahiloro imposta) di chi ha partecipato alla sua produzione.

Triste ma vero :(

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Supporter
Ho sempre immaginato le fonderie dove si producevano i tondelli dei luoghi insalubri, più simili ad in inferno dantesco che ad una zecca. Sono anche sicuro che chi maneggiava tutto quell'argento, liquido, i vapori che emetteva, di sicuro non c'era la 626 a infilare guanti e un casco protettivo in testa a quei poveretti, pertanto ritengo probabile che gli operai addetti a produrre tondelli fossero affetti da argiria, una malattia caratterizzata da accumulo cronico di argento nell'organismo. La pelle, la lingua. la congiuntiva  diventano brune e incartapecorite.

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E' vero, sono cose che tendiamo ad ignorare. Immagino che la maggior parte di essi fossero schiavi. Anche gli incisori non dovevano avere vita facile con gli strumenti del tempo, senza lenti adeguate, ad incidere direttamente i coni....

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E' vero, sono cose che tendiamo ad ignorare. Immagino che la maggior parte di essi fossero schiavi. Anche gli incisori non dovevano avere vita facile con gli strumenti del tempo, senza lenti adeguate, ad incidere direttamente i coni....

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Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i grandi incisori fossero in realta' miopi, ovvero avessero un'acutezza visiva da vicino superiore alla media, per poter realizzare con la maestria che conosciamo i particolari piu' minuti nei loro coni

(pensiamo ad esempio alle minutissime "firme" apposte su alcune monete siracusane di alta epoca).

numa numa

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Supporter

E' vero, sono cose che tendiamo ad ignorare. Immagino che la maggior parte di essi fossero schiavi. Anche gli incisori non dovevano avere vita facile con gli strumenti del tempo, senza lenti adeguate, ad incidere direttamente i coni....

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Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i grandi incisori fossero in realta' miopi, ovvero avessero un'acutezza visiva da vicino superiore alla media, per poter realizzare con la maestria che conosciamo i particolari piu' minuti nei loro coni

(pensiamo ad esempio alle minutissime "firme" apposte su alcune monete siracusane di alta epoca).

numa numa

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Ho letto (scusate ma proprio non ricordo la fonte) che forse utilizzavano dei cristalli come lenti di ingrandimento. Immagino però che siano solo ipotesi. Non mi risultano fonti scritte o altre fonti documentali a riguardo. Ma quello che mi sorprende e come riuscissero ad incidere i conii direttamente, ferro temperato su ferro (o bronzo) e a fare dei veri capolavori... :o

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gli ambienti riconducibili alla zecca di epoca Flavia non sono certo "spettacolari" mi ha emozionato molto calpestare quei pavimenti......  :rolleyes:

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Vero, e anche il Mitreo che sta lì accanto da una certa vertigine ...

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Interessante è la descrizione che fa Filippo Coarelli, in "Roma " Guide Archeologiche La Terza pp. 195-199, della zecca d'età Flavia attualmente sotto S.Clemente...resta parte della Forma Urbis con la scritta MONETA...un'epigrafe che menziona (CIL VI, 1647) un procurator Monetae et ludi magni...mi capita di fare la guida a Napoli, sotto San Lorenzo Maggiore, è fantastico vedere l'erario pubblico lungo il decumano...ma questa è un'altra storia...

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