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spiccioli negli anni '70


Simone79

Risposte migliori

A quanto mi dice mio padre, negli anni '70 circolavano abitualmente assegni di piccolo taglio come questo in mio possesso di cui in allegato fornisco l'immagine.

A cosa era dovuto questo fenomeno ? Forse in quel periodo vennero coniate poche monete, o comunque c'era una qualche difficoltà a reperire spiccioli ?

post-8203-1200936556_thumb.jpg

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si c'era molta difficoltà a trovare monetine per cui banche e altri enti emisero i miniassegni per importi appunto piccolissimi, si usava come resto anche dare dei bigliettini di credito o caramelle oppure si usavano i gettoni telefonici, insomma ci si arrangiava

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  • ADMIN
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http://www.lamonetapedia.it/index.php/Miniassegno

Furono un frutto dell'inflazione galoppante. Poi qualcuno ha avanzato anche altre teorie ma non mi hanno mai convinto.

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Ho letto nel link citato che il governo ad un certo punto emanò un DM che pose fine alla circolazione di questi assegni.

Ho provato inutilmente a cercare il Decreto in questione.

Quali furono i termini del decreto ? Ossia, come può un DM impedire ad una banca di emettere assegni ?

Oppure ci fu solo una regolamentazione del taglio, imponendo l'emissione di assegni di importo superiore ad una cifra minima ?

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Poi qualcuno ha avanzato anche altre teorie ma non mi hanno mai convinto.

305667[/snapback]

Cioé? :huh:

305669[/snapback]

Gira da sempre la storia che le monete da 50 e 100 lire fossero state razzolate dagli svizzeri per fare i coperchietti degli orologi... un fondo di verità forse c'era, visto che a causa dell'inflazione il valore dell'acciaio contenuto in questo monete arrivava quasi a superare il valore nominale.

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Ciao a tutti.

Ricordo bene il periodo in cui circolavano i miniassegni (intorno agli anni 1975/1977) in quanto avevo circa 13/15 anni.

Si trattò di una "emissione di necessità" operata dalle Banche attraverso la diffusione di assegni circolari di formato minore rispetto agli equivalenti titoli di credito.

Per fare un esempio, essi risultavano emessi dalla Banca ALFA e tratti a favore di un soggetto (la società BETA) che apponeva la propria girata sul retro del titolo; da quel momento in poi l'assegno circolava liberamente di mano in mano senza che i successivi beneficiari apponessero la loro firma per girata.

Naturalmente si trattava di una "convenzione" tacita che si giustificava con l'esiguità degli importi dei miniassegni (se non ricordo male si andava dalle 50 lire fino alle 300/400) ed al gran numero di "passaggi" di mano che non avrebbe permesso, per motivi di spazio, che tutti i successivi giratari del titolo apponessero la propria sottoscrizione sul retro dell'assegno.

Il motivo della loro introduzione fu la necessità di reperire moneta spicciola che in quel frangente risultava introvabile.

Come già ricordato da altri, con i miniassegni ed in funzione di moneta spicciola, venivano altresì utilizzati gettoni telefonici, caramelle, cioccolatini, francobolli ecc.

Il fenomeno terminò allorchè la Zecca si diede una regolata e si mise a produrre i sufficienti quantitativi di moneta richiesta dal mercato.

A quel punto, in teoria i possessori dei mini assegni avrebbero potuto chiederne il rimborso all'istituto emittente; in pratica, vuoi perchè si deterioravano in fretta (i supporti cartacei erano di scadentissima qualità) e quindi non venivano più accettati perchè logori, vuoi perchè molti non se la sono sentita di andare in banca a cambiare assegni per qualche centinaio di lire, stà di fatto che le Banche emittenti hanno rimborsato solo una esigua parte dei titoli in circolazione.

E tutti vissero felici e contenti (soprattutto le Banche.....).

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62
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di queste storie ne son circolate parecchie, c'era anche quella che si facessero i bottoni foderati con i 5 e 10 lire, io penso che fossero solo storie che nascevano fra la gente per spiegare la carenza di spiccioli, leggende metropolitane insomma

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Ciao a tutti.

Ricordo bene il periodo in cui circolavano i miniassegni (intorno agli anni 1975/1977) in quanto avevo circa 13/15 anni.

Si trattò di una "emissione di necessità" operata dalle Banche attraverso la diffusione di assegni circolari di formato minore rispetto agli equivalenti titoli di credito.

Per fare un esempio, essi risultavano emessi dalla Banca ALFA e tratti a favore di un soggetto (la società BETA) che apponeva la propria girata sul retro del titolo; da quel momento in poi l'assegno circolava liberamente di mano in mano senza che i successivi beneficiari apponessero la loro firma per girata.

Naturalmente si trattava di una "convenzione" tacita che si giustificava con l'esiguità degli importi dei miniassegni (se non ricordo male si andava dalle 50 lire fino alle 300/400) ed al gran numero di "passaggi" di mano che non avrebbe permesso, per motivi di spazio, che tutti i successivi giratari del titolo apponessero la propria sottoscrizione sul retro dell'assegno.

Il motivo della loro introduzione fu la necessità di reperire moneta spicciola che in quel frangente risultava introvabile.

Come già ricordato da altri, con i miniassegni ed in funzione di moneta spicciola, venivano altresì utilizzati gettoni telefonici, caramelle, cioccolatini, francobolli ecc.

Il fenomeno terminò allorchè la Zecca si diede una regolata e si mise a produrre i sufficienti quantitativi di moneta richiesta dal mercato.

A quel punto, in teoria i possessori dei mini assegni avrebbero potuto chiederne il rimborso all'istituto emittente; in pratica, vuoi perchè si deterioravano in fretta (i supporti cartacei erano di scadentissima qualità) e quindi non venivano più accettati perchè logori, vuoi perchè molti non se la sono sentita di andare in banca a cambiare assegni per qualche centinaio di lire, stà di fatto che le Banche emittenti hanno rimborsato solo una esigua parte dei titoli in circolazione.

E tutti vissero felici e contenti (soprattutto le Banche.....).

Saluti.

Michele

305749[/snapback]

Mi permetto di contraddire l'affermazione di

"A quel punto, in teoria i possessori dei mini assegni avrebbero potuto chiederne il rimborso all'istituto emittente; in pratica, vuoi perchè si deterioravano in fretta (i supporti cartacei erano di scadentissima qualità) e quindi non venivano più accettati perchè logori, vuoi perchè molti non se la sono sentita di andare in banca a cambiare assegni per qualche centinaio di lire, stà di fatto che le Banche emittenti hanno rimborsato solo una esigua parte dei titoli in circolazione."

Assolutamente non vero, i miniassegni furono portati all'incasso belli... brutti... stracciati...sporchi.....ecc

sicuramente un certo numero, andarono distrutti per usura, o non incassati perchè collezionati, ma stia tranquillo che la stragrande maggioranza futrono portati all'incasso, visto di persona allora come oggi lavoro in banca..

saluti

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Buona sera.

Per TIBERIUS

"Assolutamente non vero, i miniassegni furono portati all'incasso belli... brutti... stracciati...sporchi.....ecc

sicuramente un certo numero, andarono distrutti per usura, o non incassati perchè collezionati, ma stia tranquillo che la stragrande maggioranza futrono portati all'incasso, visto di persona allora come oggi lavoro in banca.."

A sostegno di quanto scrivevo sopra, vorrei aggiungere che molti dei miniassegni in circolazione erano stati emessi da Istituti del tutto sconosciuti sulla piazza della mia Regione e che non disponevano di alcun sportello sul nostro territorio.

Questo, suppongo, sia avvenuto, anche in altre zone d'Italia; è perfettamente evidente che di questi miniassegni non si sia potuto chiedere il rimborso nelle banche emittenti per ovvii motivi logistici.

Ricordo che appresi dell'esistenza di certe Banche popolari o di certi Istituti di credito solo grazie alla circolazione dei miniassegni, considerato che molti di essi erano enti creditizi a carattere prettamente locale.

Riporto di seguito un paio di links sull'argomento:

http://it.wikipedia.org/wiki/Miniassegni

http://www.manfrys.it/wordpress/?p=5

Saluti.

Michele

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Furono un frutto dell'inflazione galoppante.

305667[/snapback]

Ricordo molto bene quel periodo di carestia di spiccioli e mi pare che anche adesso, l'Italia sia contraddistinta da una certa mancanza di spiccioli (reale o percepita che sia). Solo in Italia mi sento continuamente chiedere dal commerciante di turno: "c'ha 2 Euro ?", "50 centesimi", etc.

Negli altri paesi europei, ma naturalmente e' solo la mia esperienza personale, ti danno il resto e basta.

Se ci poteva essere un fondamento reale all'epoca dei miniassegni, oggi con gli Eurospiccioli non c'e' ne dovrebbe essere alcuno.

Per quanto riguarda quanto scritto dall' amico Incuso, non riesco proprio ad immaginare come un' inflazione galoppante possa provocare una carenza di moneta di piccolo taglio (semmai e' il contrario).

C'e' qualche meccanismo semplice da spiegare che mi sfugge ?

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  • ADMIN
Staff

Infatti la carenza non riguardò le 5 e le 10 lire che stavano iniziando il loro declino, ma le 50 e 100

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Buona sera.

Per TIBERIUS

"Assolutamente non vero, i miniassegni furono portati all'incasso belli... brutti... stracciati...sporchi.....ecc

sicuramente un certo numero, andarono distrutti per usura, o non incassati perchè collezionati, ma stia tranquillo che la stragrande maggioranza futrono portati all'incasso, visto di persona allora come oggi lavoro in banca.."

A sostegno di quanto scrivevo sopra, vorrei aggiungere che molti dei miniassegni in circolazione erano stati emessi da Istituti del tutto sconosciuti sulla piazza della mia Regione e che non disponevano di alcun sportello sul nostro territorio.

Questo, suppongo, sia avvenuto, anche in altre zone d'Italia; è perfettamente evidente che di questi miniassegni non si sia potuto chiedere il rimborso nelle banche emittenti per ovvii motivi logistici.

Ricordo che appresi dell'esistenza di certe Banche popolari o di certi Istituti di credito solo grazie alla circolazione dei miniassegni, considerato che molti di essi erano enti creditizi a carattere prettamente locale.

Riporto di seguito un paio di links sull'argomento:

http://it.wikipedia.org/wiki/Miniassegni

http://www.manfrys.it/wordpress/?p=5 

Saluti.

Michele

305818[/snapback]

Per Bizerba 62

mi dispiace dinuovo contraddirla, ma affermare:

"A sostegno di quanto scrivevo sopra, vorrei aggiungere che molti dei miniassegni in circolazione erano stati emessi da Istituti del tutto sconosciuti sulla piazza......

.... Questo, suppongo, sia avvenuto, anche in altre zone d'Italia; è perfettamente evidente che di questi miniassegni non si sia potuto chiedere il rimborso nelle banche emittenti per ovvii motivi logistici.

è errato, i miniassegni, erano per la stragrande maggioranza, se non per la loro totalità ASSEGNI CIRCOLARI, di conseguenza, quando il titolo aveva terminato il suo uso ( logoro, strappato ecc..) veniva portato all'incasso alla propria banca, che ne curava l'incasso, INDISTINTAMENTE dall'emittente.

saluti

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di queste storie ne son circolate parecchie, c'era anche quella che si facessero i bottoni foderati con i 5 e 10 lire, io penso che fossero solo storie che nascevano fra la gente per spiegare la carenza di spiccioli, leggende metropolitane insomma

305750[/snapback]

quella era una storia vera (ho raccolto testimonianze storiche, non dei soliti popolani ma di persone di ceto medio che hanno vissuto quel periodo), ma il periodo è anteriore (anni '50-'60), perlopiu' le 5 lire avevano la dimensione del bottone comune a quel tempo. L'anima di metallo, infatti, sarebbe costata piu' del doppio rispetto ad una comune 5 lire.

La cosa diventa ancora piu' concreta, se tra l'altro consideriamo che alluminio dal 57 al 64 non ne è stato battuto... :rolleyes:

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di queste storie ne son circolate parecchie, c'era anche quella che si facessero i bottoni foderati con i 5 e 10 lire, io penso che fossero solo storie che nascevano fra la gente per spiegare la carenza di spiccioli, leggende metropolitane insomma

305750[/snapback]

quella era una storia vera (ho raccolto testimonianze storiche, non dei soliti popolani ma di persone di ceto medio che hanno vissuto quel periodo), ma il periodo è anteriore (anni '50-'60), perlopiu' le 5 lire avevano la dimensione del bottone comune a quel tempo. L'anima di metallo, infatti, sarebbe costata piu' del doppio rispetto ad una comune 5 lire.

La cosa diventa ancora piu' concreta, se tra l'altro consideriamo che alluminio dal 57 al 64 non ne è stato battuto... :rolleyes:

305853[/snapback]

Mi dispiace contraddire questa affermazione,

negli anni 50/60 assolutamente non si sentiva la mancanza degli spiccioli, e l'inflazione era quasi inesistente ( fisiologica), anzi all'inizio degli anni '50 la Lira vinse l'oscar per la stabilità.

Se questo fenomeno ( bottoni con l 5) è avvenuto è solo alla fine degli anni 70 ed inizio 80.

saluti

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Mi dispiace contraddire  questa affermazione,

negli  anni 50/60 assolutamente non si sentiva la mancanza degli spiccioli, e l'inflazione era quasi inesistente ( fisiologica), anzi all'inizio degli anni '50 la Lira vinse l'oscar per la stabilità.

Se questo fenomeno  ( bottoni  con l 5) è avvenuto è solo alla  fine degli anni 70 ed inizio 80.

saluti

305879[/snapback]

Non mi pare si sia mai messo in relazione l'uso dei 5 e 10 lire con la carenza di spiccioli. L'uso delle monetine in alluminio per fare bottoni non è sicuramente un fenomeno recente; negli anni 80 il benessere era già diffuso e dubito che qualcuno si sarebbe preso la briga di riciclare 5 o 10 lire per farne un bottone. Possibile o probabile invece che questo fenomeno si fosse verificato nei ben più duri anni '50, senza peraltro che questo comportasse una penuria di spiccioli in circolazione, visto che era presumibilmente un fenomendo di limitata portata. Diverso il discorso per l'acmonital anni '70, dove a metà decennio la penuria di circolante era davvero notevole. Ripeto, non so se la storia degli orologi svizzeri sia vera, quello che è vero è che l'acciaio doveva far notevole gola per usi diversi da quello puramente monetario.

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Mi dispiace contraddire  questa affermazione,

negli  anni 50/60 assolutamente non si sentiva la mancanza degli spiccioli, e l'inflazione era quasi inesistente ( fisiologica), anzi all'inizio degli anni '50 la Lira vinse l'oscar per la stabilità.

Se questo fenomeno  ( bottoni  con l 5) è avvenuto è solo alla  fine degli anni 70 ed inizio 80.

saluti

305879[/snapback]

Non mi pare si sia mai messo in relazione l'uso dei 5 e 10 lire con la carenza di spiccioli. L'uso delle monetine in alluminio per fare bottoni non è sicuramente un fenomeno recente; negli anni 80 il benessere era già diffuso e dubito che qualcuno si sarebbe preso la briga di riciclare 5 o 10 lire per farne un bottone. Possibile o probabile invece che questo fenomeno si fosse verificato nei ben più duri anni '50, senza peraltro che questo comportasse una penuria di spiccioli in circolazione, visto che era presumibilmente un fenomendo di limitata portata. Diverso il discorso per l'acmonital anni '70, dove a metà decennio la penuria di circolante era davvero notevole. Ripeto, non so se la storia degli orologi svizzeri sia vera, quello che è vero è che l'acciaio doveva far notevole gola per usi diversi da quello puramente monetario.

305925[/snapback]

Non vorrei essere pedante, ma questa storia dei bottoni con le 5 lire degli anni '50 non regge ( per quegli anni ), da fonte ISTAT la moneta da lire 5 agli inizi degli anni '50, aveva un potere d'acquisto di lire attuali 160, pari a 8,2 centesimi di euro, un fenomeno del genere se esistito non poteva emergere in un periodo di moneta forte ( anni 50) al limite negli anni '80 quanto la stessa moneta valeva mooooolto di meno che trent'anni prima.

saluti

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negli  anni 50/60 assolutamente non si sentiva la mancanza degli spiccioli, e l'inflazione era quasi inesistente ( fisiologica), anzi all'inizio degli anni '50 la Lira vinse l'oscar per la stabilità.

Se questo fenomeno  ( bottoni  con l 5) è avvenuto è solo alla  fine degli anni 70 ed inizio 80.

saluti

305879[/snapback]

Non mi pare si sia mai messo in relazione l'uso dei 5 e 10 lire con la carenza di spiccioli. L'uso delle monetine in alluminio per fare bottoni non è sicuramente un fenomeno recente; negli anni 80 il benessere era già diffuso e dubito che qualcuno si sarebbe preso la briga di riciclare 5 o 10 lire per farne un bottone. Possibile o probabile invece che questo fenomeno si fosse verificato nei ben più duri anni '50, senza peraltro che questo comportasse una penuria di spiccioli in circolazione, visto che era presumibilmente un fenomendo di limitata portata. Diverso il discorso per l'acmonital anni '70, dove a metà decennio la penuria di circolante era davvero notevole. Ripeto, non so se la storia degli orologi svizzeri sia vera, quello che è vero è che l'acciaio doveva far notevole gola per usi diversi da quello puramente monetario.

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Non vorrei essere pedante, ma questa storia dei bottoni con le 5 lire degli anni '50 non regge ( per quegli anni ), da fonte ISTAT la moneta da lire 5 agli inizi degli anni '50, aveva un potere d'acquisto di lire attuali 160, pari a 8,2 centesimi di euro, un fenomeno del genere se esistito non poteva emergere in un periodo di moneta forte ( anni 50) al limite negli anni '80 quanto la stessa moneta valeva mooooolto di meno che trent'anni prima.

saluti

305937[/snapback]

Le 5 lire NON hanno un potere d'acquisto di 160 lire attuali, MA il valore monetario di 5 lire si è rivalutato di circa 32 volte.

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

Pertanto parlare di potere d'acquisto non ha alcun senso.

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si c'era molta difficoltà a trovare monetine per cui banche e altri enti emisero i miniassegni per importi appunto piccolissimi, si usava come resto anche dare dei bigliettini di credito o caramelle oppure si usavano i gettoni telefonici, insomma ci si arrangiava

305664[/snapback]

I gettoni telefonici però hanno avuto vita più lunga, sono scomparsi solo con l'avvento dell'Euro, quando la Telecom non ne permise più l'utilizzo nei telefoni pubblici.

Ho sempre utilizzato i gettoni del telefono come forma di pagamento (200 L, anche se so che in passato corrispondevano a 100 L e 50 L) e mai nessuno me li ha rifiutati. Non erano monete ma di fatto lo divennero.

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Mi dispiace contraddire  questa affermazione,

negli  anni 50/60 assolutamente non si sentiva la mancanza degli spiccioli, e l'inflazione era quasi inesistente ( fisiologica), anzi all'inizio degli anni '50 la Lira vinse l'oscar per la stabilità.

Se questo fenomeno  ( bottoni  con l 5) è avvenuto è solo alla  fine degli anni 70 ed inizio 80.

saluti

305879[/snapback]

Non mi pare si sia mai messo in relazione l'uso dei 5 e 10 lire con la carenza di spiccioli. L'uso delle monetine in alluminio per fare bottoni non è sicuramente un fenomeno recente; negli anni 80 il benessere era già diffuso e dubito che qualcuno si sarebbe preso la briga di riciclare 5 o 10 lire per farne un bottone. Possibile o probabile invece che questo fenomeno si fosse verificato nei ben più duri anni '50, senza peraltro che questo comportasse una penuria di spiccioli in circolazione, visto che era presumibilmente un fenomendo di limitata portata. Diverso il discorso per l'acmonital anni '70, dove a metà decennio la penuria di circolante era davvero notevole. Ripeto, non so se la storia degli orologi svizzeri sia vera, quello che è vero è che l'acciaio doveva far notevole gola per usi diversi da quello puramente monetario.

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Non vorrei essere pedante, ma questa storia dei bottoni con le 5 lire degli anni '50 non regge ( per quegli anni ), da fonte ISTAT la moneta da lire 5 agli inizi degli anni '50, aveva un potere d'acquisto di lire attuali 160, pari a 8,2 centesimi di euro, un fenomeno del genere se esistito non poteva emergere in un periodo di moneta forte ( anni 50) al limite negli anni '80 quanto la stessa moneta valeva mooooolto di meno che trent'anni prima.

saluti

305937[/snapback]

Le 5 lire NON hanno un potere d'acquisto di 160 lire attuali, MA il valore monetario di 5 lire si è rivalutato di circa 32 volte.

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

Pertanto parlare di potere d'acquisto non ha alcun senso.

305945[/snapback]

Per Heineken79,

mi spieghi in termini economici cosa voi dire con:

Le 5 lire NON hanno un potere d'acquisto di 160 lire attuali, MA il valore monetario di 5 lire si è rivalutato di circa 32 volte.

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

non capisco cosa intendi con " il potere d'acquisto vi è RIVALUTATO :ph34r: 32 volte" come minimo è il contrario, si è svalutato di 32 volte,

e

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

La tabella ISTAT, anche se può assurgere alla massima esattezza, serve proprio a misurare la svalutazione della moneta.....

SALUTI

Modificato da TIBERIVS
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Per Heineken79,

mi spieghi in termini economici  cosa voi dire con:

Le 5 lire NON hanno un potere d'acquisto di 160 lire attuali, MA il valore monetario di 5 lire si è rivalutato di circa 32 volte.

305970[/snapback]

Voglio dire quello che ho scritto ;)

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

non capisco cosa intendi con " il potere d'acquisto vi è RIVALUTATO  :ph34r:  32 volte"  come minimo è il contrario, si è svalutato di 32 volte,

e

305970[/snapback]

Ho parlato di valore monetario rivalutato :rolleyes:

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

La tabella ISTAT, anche se può assurgere alla massima esattezza, serve proprio  a misurare la svalutazione della moneta.....

SALUTI

305970[/snapback]

Assolutamente no. Leggi cosa dice l'ISTAT http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/

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Non vorrei essere pedante, ma questa storia dei bottoni con le 5 lire degli anni '50 non regge ( per quegli anni ), da fonte ISTAT la moneta da  lire 5 agli inizi degli anni '50, aveva un potere d'acquisto di lire attuali 160, pari a  8,2 centesimi di euro, un fenomeno del genere se esistito non poteva  emergere in un periodo di moneta forte ( anni 50)  al limite negli anni '80 quanto la stessa moneta valeva mooooolto di meno che trent'anni prima.

saluti

305937[/snapback]

Tiberivs, anzichè basarsi sugli indici Istat, che cmq non mi pare dicano che 5 lire negli anni '50 fossero un patrimonio, sarebbe meglio basarsi sul vissuto: pensare a un bottone fatto con una moneta da 5 lire negli anni '80 mi pare assolutamente un'assurdità. Già da decenni i bottoni sono in plastica (a parte quelli dei jeans che sono metallici, ma non certo di alluminio) e hanno un costo irrisorio, probabilmente minore delle fatidiche 5 lire. A che pro quindi riciclare una moneta di alluminio per farci un bottone? Ripeto, vedo più realistica l'idea per gli anni '50, dove, al di là del potere d'acquisto delle 5 lire (cmq minimo pure all'epoca) andavano aggiunte problematiche di approvigionamento (in certe zone rurali anche il solo procurarsi un bottone poteva voler dire doversi spostare di diversi km, senza la facilità di spostamento che abbiamo al giorno d'oggi).

E poi scusa, elmetto2007 ti ha anche portato testimonianze di persone reali, per quali motivo dovremmo mettere in dubbio queste testimonianze per avanzare teorie diverse che non hanno alcun appiglio con la realtà?

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Non vorrei essere pedante, ma questa storia dei bottoni con le 5 lire degli anni '50 non regge ( per quegli anni ), da fonte ISTAT la moneta da  lire 5 agli inizi degli anni '50, aveva un potere d'acquisto di lire attuali 160, pari a  8,2 centesimi di euro, un fenomeno del genere se esistito non poteva  emergere in un periodo di moneta forte ( anni 50)  al limite negli anni '80 quanto la stessa moneta valeva mooooolto di meno che trent'anni prima.

saluti

305937[/snapback]

Tiberivs, anzichè basarsi sugli indici Istat, che cmq non mi pare dicano che 5 lire negli anni '50 fossero un patrimonio, sarebbe meglio basarsi sul vissuto: pensare a un bottone fatto con una moneta da 5 lire negli anni '80 mi pare assolutamente un'assurdità. Già da decenni i bottoni sono in plastica (a parte quelli dei jeans che sono metallici, ma non certo di alluminio) e hanno un costo irrisorio, probabilmente minore delle fatidiche 5 lire. A che pro quindi riciclare una moneta di alluminio per farci un bottone? Ripeto, vedo più realistica l'idea per gli anni '50, dove, al di là del potere d'acquisto delle 5 lire (cmq minimo pure all'epoca) andavano aggiunte problematiche di approvigionamento (in certe zone rurali anche il solo procurarsi un bottone poteva voler dire doversi spostare di diversi km, senza la facilità di spostamento che abbiamo al giorno d'oggi).

E poi scusa, elmetto2007 ti ha anche portato testimonianze di persone reali, per quali motivo dovremmo mettere in dubbio queste testimonianze per avanzare teorie diverse che non hanno alcun appiglio con la realtà?

306009[/snapback]

Hai mai trovato un 5 lire utilizzato a mo di bottone, io mai

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Per Heineken79,

mi spieghi in termini economici  cosa voi dire con:

Le 5 lire NON hanno un potere d'acquisto di 160 lire attuali, MA il valore monetario di 5 lire si è rivalutato di circa 32 volte.

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Voglio dire quello che ho scritto ;)

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

non capisco cosa intendi con " il potere d'acquisto vi è RIVALUTATO  :ph34r:  32 volte"  come minimo è il contrario, si è svalutato di 32 volte,

e

305970[/snapback]

Ho parlato di valore monetario rivalutato :rolleyes:

Il coefficiente di rivalutazione (desunto dalle tabelle ISTAT) non tiene conto dell'inflazione intercorsa fra gli anni 50 ed oggi.

La tabella ISTAT, anche se può assurgere alla massima esattezza, serve proprio  a misurare la svalutazione della moneta.....

SALUTI

305970[/snapback]

Assolutamente no. Leggi cosa dice l'ISTAT http://www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni/

305997[/snapback]

heineken79

mi scuso se intervengo ancora, ma gradirei se possibile una risposta più esauriente e ti ringrazio in anticipo, sul fatto che le tabelle ISTAT non tengono conto del'inflazione, nel sito ISTAT, non ho trovato nulla, di cui tu fai riferimento,

riporto un passo del IL Sole 24 Ore, di lunedì 21/01 pag 17 ove venivano evidenziate le tabelle ed altri dati:

" La rivalutazione monetaria costituisce perciò un'operazione che ha il fine di incrementare una somma di un importo corrispondente alla riduzione del potere d'acquisto di tale somma per effetto dell'inflazione registrata in quell'arco di tempo."

Questo non lo dico io ma il Sole....

Saluti

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