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IGNORED

Monete Provinciali


Gianluca

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Non è semplice, sull'argomento hanno scritto interi volumi! Per farla breve le monete provinciali sono le monete emesse nel corso del dominio di Roma da zecche periferiche, come Alessandria, Efeso, ecc ecc. La maggior parte delle monete veniva battura a Roma, ma non era possibile emettere circolante per tutto l'impero che era sterminato. Pertanto (facendo l'esempio di Alessandria) i romani lasciarono le dracme in uso ma pretesero che venisse raffigurata l'effigie dell'imperatore. Sono un misto greco-romano insomma. Infatti vengono anche chiamate greek imperial coins. Il periodo va dalle ultime decadi del I secolo a.c alla metà del III secolo d.c. con la fine del III secolo la monetazione viene frammentata in una miriadi di zecche periferiche che però battono più o meno tutte gli stessi nominali. Leprovinciali sono monete molto interessanti, anche se la maggior parte dei collezionisti segue le emissioni di Roma.
testi di riferimento: Dattari, Sear

Plinius
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Concordo. Molte zecche periferiche hanno battuto pezzi interessanti (io ne ho qualcuno delle zecche di Viminacium, Thessalonica, Nicoporis ad istrum). Si tratta di città periferiche ma importanti poichè vicine ai confini e spesso agli stanziamenti maggiori di truppe. Era infatti necessario che le zecche fossero vicine ai soldati perché i pagamenti potessero essere fatti velocemente, e questo accadeva soprattutto in età tardo imperiale quando i confini si allargarono. Alcuni imperatori come Philippo II, Gordiano III, Caracalla hanno coniato quasi di più in provincia che a Roma. Inoltre alcune di queste monete recano iscrizioni in caratteri greci, affinche le provincie balcaniche e orientali potessero meglio comprenderle.
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Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un denario di Antonino Pio con legende in greco.

Molto bello, ma non l'ho comprato perchè non riuscivo a decifrare la legenda.

Ma allora era una moneta provinciale?
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Quasi certamente si.

[quote name='Newton' date='19 aprile 2005, 16:25']Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un denario di Antonino Pio con legende in greco.

Molto bello, ma non l'ho comprato perchè non riuscivo a decifrare la legenda.

Ma allora era una moneta provinciale?
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Aggiungo che non sempre le legende erano in greco, pertanto potremo imbatterci in bronzi con legenda latina delle dimensioni ad esempio di un sesterzio imperiale. La differenza sostanziale però, oltre al fatto che spesso la legenda del rovescio ricorda il luogo di provenienza (vedi i famosi assi con Augusto e Agrippa che riportano al rovescio legenda COL[onia] NEM[ausus] ed un coccodrillo) queste monete in bronzo non riportano mai la sigla S.C. (Escluse le emissioni di Antiochia) presente invece su tutte le monete imperiali.
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Vorrei aggiungere a quanto detto finora che accanto alle produzioni provinciali che riportano il ritratti imperiale, vanno menzionate anche le cosidette emissioni "quasi autonome" di alcune città sopratutto dell’Asia Minore.

Ad esse Roma, concedeva il diritto di non riportare alcun riferimento al nome o all'effige dell’imperatore che regnava in quel momento; il legame con Roma restava sancito dal nome di un magistrato o ad esempio dalla presenza del busto della personificazione del Senato Romano (abbianto eventualmente con quello di Demos, il popolo o del consiglio locale, Boule).

Luigi
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Unfatti, ricordo pure le monete di Ponzio Pilato.
[quote name='tacrolimus2000' date='20 aprile 2005, 16:20']Vorrei aggiungere a quanto detto finora che accanto alle produzioni provinciali che riportano il ritratti imperiale, vanno menzionate anche le cosidette emissioni "quasi autonome" di alcune città sopratutto dell’Asia Minore.

Ad esse Roma, concedeva il diritto di non riportare alcun riferimento al nome o all'effige dell’imperatore che regnava in quel momento; il legame con Roma restava sancito dal nome di un magistrato o ad esempio dalla presenza del busto della personificazione del Senato Romano (abbianto eventualmente con quello di Demos, il popolo o del consiglio locale, Boule).

Luigi
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