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Regno di Napoli


Risposte migliori

[color="blue"]Vorrei il vostro aiuto a dare il giusto grado di conservazione a questa monetina Carlino 1755 da 10 grana.
La moneta è stata tosata sul bordo.
Grazie
Fav.[/color]
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[quote]Almeno è molto rara ???[/quote]
[color="blue"]
Rara R2 in MB-100 in BB-200 (Gig.eMon.)

L'ho presa perche non l'ho mai vista in giro,forse su uno o due cataloghi d'asta, e forse potrebbe salire di rarità,visto che non si conosce la tiratura ed è l'unico anno d'emissione di questa moneta.
Quanto l'ho pagata non lo dico ma meno della valutazione in MB. ;)
Io direi un qMB per la tosatura camuffata da usura sul bordo.
Grazie F.[/color]
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Non saprei aggiungere nulla di sensato a quanto è stato già detto (se non un istintivo "gran bell'acquisto! " :) ).

Però vorrei approfittare per rilanciare a mia volta una domanda.

A parte monete (di solito di elevato nominale) palesemente sottratte alla circolazione, perlopiù le monete di Napoli di tutta la seconda metà del XVIII sec. si trovano in condizioni di usura estrema.

Non ho idea (e non so nemmeno se si dispone di dati a riguardo) circa le entità delle emissioni, tuttavia dai millesimi sembrerebbe che le coniazioni siano avvenute abbastanza regolarmente (apparentemente persino di più che nella coeva Lombardia, ma forse mi sbaglio).

Inoltre l'estrema consunzione sembra verificarsi anche per monete che, su due piedi, si dovrebbero immaginare aver circolato poco (per esempio quelle della breve esperienza della Repubblica).

Secondo voi, perché livelli di usura così elevati?
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Alla caduta dei Borbone ed avvento del Regno d'Italia è stata ritirata una massa di circolante in argento enorme dai Savoia. Le piastre ed altri tagli che avevano perso di peso/valore (non ricordo quale percentuale del rapporto intrinseco/nominale) no, perchè queste inevitabilmente sarebbero state rifiutate dal commercio stesso. Quindi non venendo ritirate sono rimaste nel fondo dei cassetti e non più circolanti perchè fuori corso.

Nella numismatica napoletana era poi in pratica costante la ribattutura sulle monete, (hanno ribattuto tutti i sovrani dell'800 sia francesi sia di casa Borbone) ma anche in questo caso venivano ribattuto pezzi non di peso calante. Insomma un po come ai giorni nostri ...... l'MB non se lo fila più nessuno.

Napoli poi era una, se non la più organizzata delle zecche in Italia. La qualità dei suoi incisori non teme confronto alcuno dai Perger, Arnaud, Rega, de Giovanni. Ognuno ha inciso monete e medaglie di finissimo stile cui esiste ricca documentazione.
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[quote name='picchio' date='21 aprile 2005, 22:25']Alla caduta dei Borbone ed avvento del Regno d'Italia è stata ritirata una massa di circolante in argento enorme dai Savoia. Le piastre ed altri tagli che avevano perso di peso/valore (non ricordo quale percentuale del rapporto intrinseco/nominale) no, perchè queste inevitabilmente sarebbero state rifiutate dal commercio stesso. Quindi non venendo ritirate sono rimaste nel fondo dei cassetti e non più circolanti perchè fuori corso.
. . .
[right][post="28794"]<{POST_SNAPBACK}>[/post][/right][/quote]

Vediamo se ho capito, tu ritieni che noi oggi abbiamo una percezione distorta dello stato d'usura del circolante borbonico di seconda metà XVIII sec., a causa del fatto che all'Unità d'Italia sarebbero state ritirate prevalentemente le monete in condizioni migliori?

Non sono molto convinto.

Innanzi tutto mi piacerebbe un commento sul fatto che queste monete oggi appaiono eccezionalmente usurate, in linea di massima più di quelle di altri stati vicini in epoca confrontabile. Aggiungo che il discorso direi che vale sia per l'argento che per il rame.

Se poi mi confremate la mia impressione, vorrei aggiungere che l'usura estrema si nota anche su monete che teoricamente non dovrebbero aver circolato molto (quelle della Repubblica, per esempio) e che ci sono attestazioni scritte dell'epoca immediatamente dell'Unità d'Italia che parlano di monete borboniche consumatissime (a memoria direi forse nel romanzo di Abba, "Da Quarto al Volturno", ma potrei sbagliarmi). [color="red"][NOTA: infatti mi sono sbagliato si tratta di altro successivo scritto dell'Abba "Storia dei Mille", come ho precisato in un seguente post][/color]

Ma è una cosa che avete notato anche voi, o sono io che sto prendendo un abbaglio? Modificato da LUCIO
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[color="blue"]Ciao Lucio
posso dirti il mio pensiero per questa e altre Napoletane che ho.
Ho detto che è tosata ma la tosatura se non sbaglio s'intende di una moneta limata ad un lato o ai lati,giusto? Questa invece credo che sia stata propio limita da sopra ed appunto ha il taglio quasi affilato come un coltello.Credo che avessero inventato un'oggetto apposta per questo lavoro.L'usura è para sopra la moneta e và scendendo sul bordo,cosa che con una lima normale o con carta brasiva non può accadere senza intaccare il resto della moneta,qui non ci sono neache graffi nel campo sia al dritto che al retro.Con questo ipotetico "utensile"potevano limare l'argento nei punti più alti e il bordo,lasciondo quasi intatti la leggenda e il disegno in ambadue i lati.
Un buon metodo per rubare l'argento facendo sembrare una moneta solo usurata!
Forse sbaglio ma guardando più monete con la stessa usura è possibile che sia solo coincidenza o era un metodo preciso per "grattare"l'argento?
By
Fav.[/color]
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Intesessante!

Qualche anno fa nelle mani di un numismatico milanese vidi uno strano oggetto antico (tipo i grattugia-affetta patate e carote di oggi) che secondo lui doveva servire appunto a quello che dici tu e sempre secondo lui era menzionato e severamente vietato dalle leggi post-medievali locali.
Se ho capito bene credo che l'idea fosse che dovesse essere usato letteralmente "sottobanco" (cioè sotto il banco del cambiavalute).

Non ne so nulla di più.

E' appena possibile (ma non sono certo) che l'oggetto che ho visto io sia stato poi acquistato dalle Civiche Raccolte Numismatiche del Comune di Milano.
Bisognerebbe avere il tempo di fare una ricerca. Modificato da LUCIO
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Ecco qui:

Giuseppe Cesae ABBA, "Storia dei Mille" - Capitolo XXII

... . I bottegai ricevevano le monete con su l'effigie di Vittorio Emanuele, mirando e facendo mirare i gran baffi del Re di cui avevano sentito parlar vagamente, domandavano se Garibaldi fosse suo fratello. Davano i resti in mucchi di monete luride e fruste, e facevano tutto gli uni e gli altri con gran fidanza. Quelle non erano ore da inganni. ...
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[quote]però l'usura estrema si presenta anche sulle monete napoletane di rame . . .[/quote]

[color="blue"]Per il rame ho un'altra idea.
Credo che dipendeva solo dalla lega usata.Molte erano di rame al 900 %o,quindi molto morbido.
Ora ci mettono l'acciaio,vedi i centesimi di euro,forse scuriscono prima ma i rilievi tengono di più.
Ciao F.[/color]
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Geniale!

In effetti (io mi occupo più che altro di monete antiche) nel mondo classico le monete non sono praticamente mai di rame puro e in effetti si conservano mediamente meglio.

Mi sto convincendo. :) Sarebbe però bello poter avere qualche riscontro.
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A questo punto verrebbe da domandarsi:

La notizia sul titolo delle monete napoletane in rame da dove si ricava?
Ci sono studi o analisi sull'argomento?

Può essere che in altri stati si utilizzasse rame (o addirittura bronzo) con componenti differenti?
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  • 5 anni dopo...
Francesco sono passati 6 anni, probabilmente si, Lucio e Giovenale non sono più sul forum se le tiri fuori tutte ad una ad una ... non finiamo più :) !
E non c'è più neppure l'immagine della moneta.
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  • 2 anni dopo...

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