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I Patriarchi ghibellini di Aquileia


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I PATRIARCHI GHIBELLINI DI AQUILEIA

GOTIFREDO (1182-1194)

Della casata degli Hohenstaufen, è investito del Comitato del Friuli, del Marchesato d’Istria e del Contado di Giapidia. E’ il primo patriarca ad indicare il proprio nome sulle monete aquileiesi, imitato dai suoi successori. Con il suo patriarcato cominciano ad essere battute monete inequivocabilmente aquileiesi pur risentendo ancora dell’influenza frisacene.

Sotto il suo governo iniziano le guerre contro il vicino comune di Treviso (1183) per il controllo dei vescovadi di Belluno, Ceneda e Feltre. Gotifredo incorona a Milano Enrico di Svevia Re d’Italia (gennaio 1186), figlio di Federico Barbarossa, attirandosi le ire del Vescovo di Milano, futuro Papa Urbano III che riteneva di essere stato defraudato di un suo diritto.

Nel frattempo Ottocaro VI, Duca di Stiria, vende i domini (compresa Pordenone) al suocero Leopoldo V di Babenberg, Duca d’Austria (1186), poi muore senza lasciare eredi diretti (1192). Nello stesso tempo Papa Alessandro III eleva Capodistria a sede vescovile (1186). Il comune di Rovigno conclude un trattato commerciale con Ragusa (1188) ed il comune di Pirano conclude un trattato commerciale con Spalato (1192). Nel 1188 ci sono scontri armati tra le truppe patriarcali e Treviso. Federico di Cuccagna rapisce Ginevra, figlia di Artico de Stasho. Nel 1189 Gemona diviene libero comune. Nel 1190 il comune di Sacile riceve dall’Imperatore Federico I “Barbarossa” il permesso di darsi uno Statuto, il più antico del Friuli. Il Barbarossa nomina Vicario Imperiale il Patriarca di Aquileia e parte per la III Crociata (1190) assieme a Bertoldo IV, Conte di Andechs, II Duca di Merania e Marchese d’Istria (1188-1204), successo al padre Bertoldo III. A Trieste dopo due anni di dispute e litigi, l’elezione del Vescovo è delegata al Capitolo (1192).

Mainardo II Conte di Gorizia (1187-1233), successo con il fratello Engelberto III (1187-1220) al padre Engelberto II di Lurngau Conte di Gorizia, tenta di catturare il Re d’Inghilterra Riccardo “Cuordileone” di ritorno dalla III Crociata (1192) che sfugge ma è catturato da Leopoldo V di Babenberg Duca d’Austria.

Il Comune di Treviso saccheggia le terre di Feltre, Ceneda e Belluno. Il Patriarca Gotifredo reagisce devastando una settantina di villaggi nel trevigiano ma muore il 9 Ottobre 1194 lasciando in eredità al successore grossi debiti e la guerra contro Treviso.

PELLEGRINO II (1195-1204)

Della Casata degli Ortenburg-Sponheim, nato a Cividale, Priore del capitolo Cividalese, Arcidiacono d’Aquileia, è figlio di Enghelbert III di Ortenburg-Sponheim, Margravio d’Istria (1124-1173). Suo nipote è Ulrico II Duca di Carinzia (1181-1202). Il suo patriarcato è tormentato da continue guerre contro Gorizia, Treviso ed Ezzelino da Romano.

Nel 1195 la Repubblica di Venezia ottiene il giuramento di fedeltà dalla città di Pola.

Mainardo II, Conte di Gorizia effettua una spedizione in Terrasanta (1198) ed è presente ad Acri alla morte di Federico I “Il Cattolico” di Babenberg, Duca d’Austria (31 Dicembre 1198), figlio di Leopoldo V.

Il Patriarca Pellegrino II si mantiene neutrale nella guerra scoppiata nel 1198 tra il ghibellino Filippo di Svevia, Re di Germania (figlio del Barbarossa) ed il guelfo ribelle Ottone, Duca di Brunswich ma prosegue la guerra contro Treviso, assediando Pordenone, ma nel1201 sono sconfitti dalla Lega presso il Tagliamento. Ulrico II di Ortenburg-Sponheim Duca di Carinzia, suo fratello Bernardo, Leopoldo VI “Il Glorioso” di Babenberg Duca d’Austria, Bertoldo IV Conte di Andechs, Duca di Merania e Marchese d’Istria cercano di mediare la pace. Pellegrino II non ebbe altra scelta che cercare l’alleanza con Venezia che però si rileverà in seguito un’arma a doppio taglio. Un congresso a San Quirino presso Cormons (1202) definisce il dissidio tra il Patriarca ed i Conti di Gorizia che escono dalla lega ghibellina, ottengono piena sovranità per il castello di Gorizia ed il possesso delle terre occupate. A questo punto i Conti di Gorizia emettono le prime monete.

Sotto Pellegrino II le monete patriarcali cominciano a staccarsi dai modelli frisacensi.

VOLCHERO (1204-1218)

Nobile bavarese della famiglia von Ellenbrechtskirchen, già vescovo di Passau, viene eletto patriarca nell’agosto 1204. Persegue un’abile politica grazie alla quale riporta le terre patriarcali alla loro massima espansione divenendo il più vasto stato italiano dell’epoca. Accoglie banchieri senesi, regola la trasmissione dei feudi, favorisce il parlamento del Patriarcato. Durante il suo governo nella regione giungono i primi francescani ma si ha notizia anche della presenza di eretici patarini. Il Patriarca inoltre ospita alcuni minnesager (Cantori d’Amore) tra i quali il bavarese Wolfram von Eschenbach (1170-1220), autore del “Parzival” ed il friulano Tommasino di Zerclare, autore del poema moraleggiante “Walischer Gast” (Ospite Cisalpino). Dopo l’assassinio dell’Imperatore Filippo di Svevia (21 giugno 1208), il Patriarca appoggia Ottone IV di Brunswich ed è suo legato in Lombardia (1209), dove ottiene la fedeltà di Milano, Pavia, Piacenza, Cremona e Brescia. Come ricordato dal Bernardi (Monetazione del Patriarcato di Aquileia, pag. 86) “L’opera da lui svolta gli valse, nel 1209, una bolla aurea imperiale, che è forse il documento ricordato nella bella moneta in cui si vede l’aquila che spiega un rotolo di pergamena”.

Rotta l’alleanza tra l’Imperatore Ottone IV ed il Papa Innocenzo III (1210), il Patriarca è con la maggioranza dei principi tedeschi a favore del Pontefice e di Federico II di Svevia, presso il quale invia ad Augusta come ambasciatore Corrado, Vescovo di Trieste (1212).

In Istria il Patriarca favorisce i baroni ed i vescovi a scapito dei Comuni (divisi tra loro ed al loro interno). Le scomuniche e l’esercito, guidato da Mainardo II Conte di Gorizia, si rilevano vani ed il Patriarca concede ai Comuni la nomina dei Podestà, purchè scelti in Istria o in Friuli. Trieste e Capodistria nominano quindi per la prima volta un podestà al posto del gastaldo (1216).

Volchero muore il 23 gennaio 1218.

BERTOLDO (1218-1251)

Poiché il Capitolo è diviso sull’elezione, il Papa Onorio III gli toglie il diritto di elezione e nomina Bertoldo di Andechs Arcivescovo di Colonia, figlio terzogenito di Bertoldo IV Conte di Andechs, Duca di Merania e Margravio d’Istria. Il Patriarca favorisce la diffusione dei francescani, emette le norme dell’Imperatore Federico II contro gli eretici ed i flagellanti presenti in regione (1219).

Il Comune di Treviso alleato con il Conte del Tirolo e con Bernardo di Ortenburg-Sponheim Duca di Carinzia (Gran Coppiere del Patriarcato), sobilla alla rivolta alcuni feudatari del Patriarcato di Aquileia ma Bertoldo trova l’appoggio del Papa, di Venezia e dei Comuni di Padova, Verona e Vicenza. Le truppe patriarcali sconfiggono i ribelli a Cavolano, presso Pordenone, saccheggiano Pordenone, Prata, Porcia e Ceneda (1219) e costringono Treviso alla pace (13 luglio 1221), mediata da Ezzelino II da Romano, fissando il confine sul fiume Livenza. L’ingerenza diretta del Papa rappresenta una novità che prelude a sempre maggiori legami tra la Chiesa e il Patriarcato a scapito della nobiltà tedesca. Anche i rapporti con l’Imperatore sono ottimi tanto che il Patriarca l’accompagnò a Roma nel 1220 assistendo alla sua incoronazione e trattando dieci anni dopo in suo favore la pace con Gregorio IX.

Nel 1248 il Patriarca aderisce con un clamoroso voltafaccia alla lega guelfa tornando a guerreggiare con i Conti di Gorizia. Il Patriarca riesce a riappacificarsi con Mainardo III. Bertoldo muore il 23 maggio 1251 e fu sepolto nella Basilica di Aquileia. Alla morte del Patriarca ha termine la casata degli Andechs e la serie dei patriarchi tedeschi.

Principali Cariche del Patriarcato di Aquileia

Patriarca Principe temporale e metropolita ecclesiastico. Riceve l’investitura imperiale nel duomo di Cividale ed è consacrato nella basilica di Aquileia.

Vicario "in Spiritualibus" Si occupa degli affari ecclesiastici aiutato da altri prelati.

Vicario "in Temporalibus” Si occupa degli affari temporali aiutato da altri dignitari.

Capitano Generale Guida l’esercito che arriva a comprendere circa 500 elmi (cavalieri con scudiero e servente) forniti dai nobili vassalli liberi, ecclesiastici o ministeriali e 20.000 pedoni teorici (poche migliaia in realtà) raccolti nei feudi (servi di masnada, taglie) e nelle gastaldie, ed organizzati in decene.

Avvocato Rappresenta e tutela legalmente il patriarcato ed il principato. La carica ereditaria è tenuta dai potenti conti di Gorizia.

Baroni Grandi Feudatari con obbligo di omaggio al patriarca e servizio militare personale, diritto di esercitare giustizia e sub-infeudazione. Tra i maggiori ci sono i conti di Gorizia, i signori di Prata, di Porcia (avvocati del vescovo di Ceneda). Sono giudicati solo da loro pari. Il feudo si trasmette solo per linea maschile. La nobiltà è tedesca.

Vescovi, Abati e Capitoli Feudatari ecclesiastici, esentati dal prestare servizio militare personale. Tra i maggiori ci sono l’abate di Moggio, i vescovi di Concordia e di Ceneda.

Habitatores Feudatari (Gastaldi e Capitani) che amministrano Abitanze Nobili (con diritto di giurisdizione), Abitanze Minori (riscossione tasse e dazi), castellanie e ville (circa un centinaio).Si trasmettono anche in linea femminile.

Ministeriali (Gasindi o Masnadieri) Ministri del Patriarcato, si trasmettono anche in linea femminile:Camerlengo (finanze),Coppiere (carica ereditaria tenuta dai duchi di Carinzia, poi dai signori di Zuccola),Scalco o Dapifiero (duchi d’Austria),Camerario (signori di Partistagno-Cucagna che hanno per stemma un leone rampante),Marescalco e Gonfaloniere (capo della polizia, nel XIII sec. entrambi ai feudatari di Tricarno-Arcano che hanno feudi in Istria e Romagna, nello stemma tre cani neri e si dicono discendenti dei re di Croazia).

Ministeriali Ignobili Prestano servizio alla corte patriarcale in cambio di un appezzamento di terra (cocchieri, barbieri, lavandai).

Arcidiaconi Hanno giurisdizione ecclesiastica su circoscrizioni, che comprendono più pievi.

Municipi Comunità urbane dotate di privilegi economici. Il Gastaldo, Podestà o Capitano è nominato dal Patriarca ed è affiancato da scabini, giudici, il consiglio maggiore e l’arengo (consiglio popolare). Le civitas istriane invece contendono il potere ai propri vescovi: Capodistria è la prima ad eleggere un podestà. Trieste nomina un Sindacos Pocurator et Massarius (1216) che in pratica svolge le funzioni del podestà.

Vicinie Comunità rurali governate da una carica elettiva: sindaco, un decano o un zupan (giudice), sottoposte ad un feudatario o un municipio. Eleggono inoltre un cameraro che amministra le chiese.

Parlamento Assemblea dei rappresentanti del clero (Vescovi, Abati e Capitoli), dei Baroni, dei Ministeriali, degli Habitatores e dei Municipi (dal XII° sec.). Riunita ogni tre anni. Svolge le funzioni di corte d’appello, anche per i baroni.

La popolazione è formata da pochi liberi, per lo più nelle città, e dai servi della gleba (80% della popolazione) di proprietà dei feudatari. L’inizio dell’affrancamento è determinato dalle predicazioni dei domenicani e dei francescani (XIII° sec.) ma i coloni restano legati alla terra, devono prestare servizi gratuiti e pagare le tasse in natura. La servitù permane fino alla seconda metà del XV° sec. (circa 150 anni in più rispetto al resto d’Italia).

BIBLIOGRAFIA

Bernardi Giulio Monetazione del Patriarcato di Aquileia, Trieste, 1975

Kandler Pietro Codice Diplomatico Istriano, Trieste, 1846/64

Liruti Gian Giuseppe Della moneta propria e forestiera ch’ebbe corso nel Ducato di Friuli. Venezia, 1749

Puschi Alberto La zecca de’ Patriarchi di Aquileja. Trieste, 1884

Schweitzer Federico Serie delle monete e medaglie d’Aquileia e di Venezia. Trieste, 1848

Themessl Jakob Munzen und Munzwesen des Patriarchenstaates Aquileia. Vienna, 1911

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:) DE GREGE EPICURI.

Le mie origini friulane mi inducono ad intervenire, benchè io abiti da sempre a Milano...Per dire che la storia medievale del Friuli, e specie quella del Patriarcato, è davvero "periferica" e del tutto ignorata in Italia (o quasi), mentre ne sanno un pò di più nei paesi di lingua tedesca. Eppure alcuni dei patriarchi erano di origine lombarda...E' la stessa cosa del resto per la Contea di Gorizia e la sua monetazione (a parte forse i soldi di fine '700), studiata soprattutto dagli austriaci. E le monete di Trieste? Le ho viste per la prima ed ultima volta al Museo Archeologico di Cividale! Grazie quindi per la tua vivace e instancabile attività di informazione sulla numismatica della Venezia Giulia e della "Patrie dal Friul".

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Queste informazioni sono preziosissime, tenuto conto che non sono disponibili nemmeno in Wikipedia le ho inserige nella monetapedia per dare contesto storico alla monetazione di Aquileia.

Date un'occhiata a come le ho organizzate, ho fatto in modo da poter espandere poi anche alla monetazione la biografia di ciascun patriarca.

http://www.lamonetapedia.it/index.php/Aquileia

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