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Ereditarietà di una collezione


BiondoFlavio82

Risposte migliori

Ciao a tutti. Negli ultimi anni, anche grazie al forum, ho potuto apprezzare la notevole rilevanza di molte collezioni che ogni semestre viene posta in vendita dalle case d'asta... Prescindendo dai singoli esemplari venduti su commissione degli stessi collezionisti per finanziarsi l'acquisto di esemplari in migliore conservazione e limitandoci alle raccolte omogenee mi chiedo: quanto è frequente che una raccolta passi da un padre a un figlio (ad esempio) e venga da questi accresciuta? So che una stima è assolutamente impossibile: cominciamo magari postando le nostre esperienze...

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Tanto per definire meglio la ricerca: escludiamo le raccolte a puro fine di investimento messe insieme da facoltosi nel giro di un decennio per essere immediatamente rivendute...dallo stesso "collezionista". Pensavo a vendite tipo Varesi 'civitas neapolis', Negrini 'collezione bolognese' dello scorso anno, o alla bella raccolta milanese contenuta nella recente asta Crippa...

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Non so se esistano delle percentuali, conosco qualcuno che ha collezionato continuando dopo il padre, ma sono eccezioni. Difficilmente si supera il livello di nipoti, poi le monete sono solo valuta in attesa di riconversione in cash frusciante. Purtroppo bisogna rassegnarsi a questo destino. Io ho due figli, mi piacerebbe moltissimo lasciare loro delle monete più come testimonianza storica che per valore, ma se dovessi capire che non gli interessano, alla fine cercherei di vendere tutto io, prima che si facciano turlupinare da qualche squalo. Il fatto è che il collezionismo è una malattia, ed in effetti come faccio a a sperare che mio figlio ne sia affetto? mi piacerebbe ecco che avesse una visione più serena e lucida della numismatica.

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Pensando alla coll. Verri ricordo che in qualche momento storico sono usciti dalla collezione degli esemplari (tra l'altro alcuni dei più prestigiosi). In seguito alcuni sono stati riacquistati dall'ultimo erede di Pietro mentre altri sono ad oggi in coll. private (pensavo allo scudo di filippo ii con Atlante e al multipo aureo di filippo iv da 20 scudi... Spero di non ricordare male). Perché i Verri avrebbero dovuto vendere alcuni degli esemplari migliori? Non credo abbiano avuto problemi economici... Un ultima curiosità: alla fine che rapporto ha legato la coll. Verri a Banca Intesa: vendita o donazione?

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Le collezioni che vengono formate su piu' generazioni di collezionisti sono generalmente assai rare, anche se rappresentano normalmente degli insiemi di regola importanti proprio perche' assemblati su un arco temporale lungo.

Collezioni familiari imprtanti che sono apparse recentemente in vendita sono la ABECASSIS, una famiglia ricchissima portoghese che ha messo insieme una selezionatissima raccolta di monete greche , andata in vendita una decina di anni fa presso la Bank Leu. Alcune delle monete avevano dei pedigree da favola, dei pezzi che negli ultimi cento anni avevano cambiato solo 2-3 raccolte.

Un'altra favolosa collezione e' la SCHULTESS di monete svizzere, anche questa passata per la Bank Leu, rappresentava una delle piu' complete raccolte di monete svizzere messa insieme da diverse generazioni della famiglia, iniziata nel 1930 circa.

Vi e' comunque da dire che raramente il "germe" del collezionismo si trasmette da padre in figlio (forse per un fattore di competitivita') e di solito, se questa trasmissione avviene, e' piu' facile che salti una generazione e passi direttamente al nipote. Questo fa si' che alla morte del collezionista solitamente la collezione venga dispersa, a meno che non sia stata legata a qualche museo, istituto, fondazione, etc. Raccolte di una certa rilevanza costituiscono dei valori importanti che, in mancanza di un erede che le sappia apprezzare, rappresentano una ghiotta occasione per monetizzare un valore che altrimenti resterebbe inespresso e direi anche nascosto (le monete non arredano, ne' si possono appendere alle pareti per aumentare il lustro di una casa) per chi le possiede ma non e' in grado di apprezzarle.

numa numa

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Immagino che in molti casi la presenza di eredi multipli favorisca la liquidazione di collezioni di un certo valore.

356940[/snapback]

vero! ho saputo di casi simili...

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Il fatto è che il collezionismo è una malattia, ed in effetti come faccio a  a sperare che mio figlio ne sia affetto?

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Vorrei "tirarti su il morale" ed invitarti a non disperare portandoti il mio modesto esempio.

Fino alla non più verde età di 53 anni delle monete "non me ne poteva frega de meno". Poi, casualmente, ho preso in mano delle monete che appartenevano a mio suocero (che le aveva acquistate ad esclusivo fine d'investimento) e mi sono messo a riepilogarle tanto per vedere cosa avevo in mano(= che valore venale avevano).

A furia di girarle e rigirarle tra le mani mi è venuta la curiosità di approfondire la conoscenza di alcuni dei personaggi e degli edifici riportati su alcune monete. E così ho iniziato.....

Certo, avendo iniziato così tardi, non è facile crearsi una conoscenza vasta ed approfondita nel campo storico-numismatico, come dimostrano di avere molti di coloro che intervengono nel forum e, forse, non arriverò mai a certi livelli (ed è questo il principale motivo per cui i miei interventi sono limitati mentre la mia lettura è assidua) però, nel mio piccolo, mi accontento.

Se ho un rammarico e che avrei potuto prendere i mano quelle monete qualche anno prima e, quindi, anticipare la scoperta di questa piccola passione.

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Tra i numismatici professionisti non sono pochi ad aver continuato la passione paterna (o ancor più antica...): come mai tra i collezionisti questo non avviene..?

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Tra i numismatici professionisti non sono pochi ad aver continuato la passione paterna (o ancor più antica...): come mai tra i collezionisti questo non avviene..?

357234[/snapback]

Ma e' molto semplice.

quella del commerciante e' una professione, vi e' un lavoro, normalmente redditizio, quella di continuare la professione paterna e' una scelta che si fa di "testa". Ed e' piu' facile continuare la professione paterna, soprattuttto se bene avviata (la parte piu' dura e difficile) subentrando o affiancandosi al padre.

Il collezionismo, la raccolta di monete, e' una passione, una scelta che si fa , normalmente (tranne aberrazioni del tipo compro monete per investimento)

solamente di "cuore".

E la passione, come per le donne , o c'e' o non c'e'.. :lol:

numa numa

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Quanto dici, Numa, è in parte vero... È certamente così che si spiegano dinastie di avvocati, architetti, e altro... Però credo che la professione di antiquario richieda un certo amore personale verso la disciplina, altrimenti la professione diventa mero esercizio commerciale (come in un supermercato...)

O no? :unsure:

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Immagino che in molti casi la presenza di eredi multipli favorisca la liquidazione di collezioni di un certo valore.

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vero! ho saputo di casi simili...

356997[/snapback]

ci puoi scommettere, a me è capitato... <_<

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La collezione Verri ha subito alcune traversie, non è mistero, è stata in parte ceduta, dagli eredi. Esistono le tasse di successione e le monete sono ottima mercanzia in questo caso. Poi è stata riassemblata privatamente, stimata e transata con la Banca Commerciale, poi Intesa. Parte di queste monete al momento della prima liquidazione sono state cedute ed a loro volta sono entrate a far parte di altrettante collezioni in attesa di . . . un erede o numismatico, chissà quanti altri anni non ricompariranno più; oppure "bisognosi" ed allora in un modo o nell'altro potrebbero anche ricomparire. Dubito fortemente in asta.

Chi colleziona non si pone il problema della continuità della collezione, lo fa per il piacere di farlo e per appagare sia le proprie conoscenze sia il proprio "ego". Il problema della successione del bene avviene solo con il passare degli anni.

Le tre collezioni che Lei ha citato, la prima è stata venduta dal collezionista, in piena salute. Come era in ottima forma il collezionista che ha venduto "Utriusque" monete e medaglie. Come sempre un collezionista ha venduto le medaglie alla recente NAC. L'ing. Bruno Mantegazza si vendette le monete in salute, perchè giunto alla fine di un ciclo.

La perdita d'interesse, molte volte più della reale necessità. Se il collezionista le vende diventa poi difficile ereditarle !. Chissà quanti collezionisti mancati per mancanza di materia prima.

Poi ci sono dei casi particolari. Una collezione formata, depositata in banca per chissà quanti anni e poi miracolosamente presa in mano dall'erede, si può succedere. Come diceva Numa Numa, per un commerciante è il lavoro; si può fare con passione o meno. Certo ci va tessuto ed entusiasmo su cui lavorare.

Negli ultimi anni, comunque una generazione di Numismatici non ha lasciato eredi nel settore. Grande rimpianto per la casa numismatica Ratto che si è estinta con Marco Ratto. Altri invece hanno continuità almeno alla seconda generazione o terza, de Falco, Varesi, Ranieri, Russo etc. . La numismatica come tutta l'arte richiede il "dono" il "talento". Altrimenti è un mestiere come un altro.

Io sono fortunato, ho iniziato con mio padre e non ho ancora smesso, certo spero un giorno che i miei figli si appassionino. E' difficile, la "collezione" è peggio di una amante, per il tempo che si sacrifica alla famiglia, ed è ben noto che le amanti in casa non sono mai ben accette.

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La seconda collezione che avevo citato era la Varesi 42, credo collezione 'di Rauso', la 'utriusque Siciliae' credo sia un'altra, pur venduta dalla stessa ditta. Mi dispiace che molti collezionisti vendano prima o poi la loro raccolta.., forse qualcuno di loro non aveva un potenzale erede... Io non ho ancora una "collezione": fino ad ora mi sono limitato a raccogliere esemplari rappresentativi dei periodi che studio; anche se negli anni dovessi smettere di comprare dubito che venderò tutto: sarebbe come liquidare i miei anni migliori...

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A mio modestissimo parere ( sono lontano anni luce da un minimo di competenza tecnica che mi autorizzerebbe a parlare )andrebbe fatto, perchè anche chi come me non è perfetamente calato nelle problematiche specifiche, un distinguo tra collezione e raccolta. Ho 47 anni e da 37 circa amo raccogliere monete, senza grandi pretese solo per un fatto culturale e storico: amo poter " toccare " la storia attraverso le monete, godere della finezza artistica di alcune e l'originalità di alcune altre. Per stare nel tema, lo scorso anno alla morte di mio padre, anche lui numismatico suigenris, ai tre suoi figli si è presentato il " problema " del mo che si fa? Geneticamente, come qualcuno ha giustamente sottolineato, solo io dei tre ho ereditato il " sacro fuoco del collezionare ". Certo stiamo parlando di poca cosa ma in certe circostanze anche i " digiuni " davanti al lucicchio di certi metalli ipotizzano, vorrebbero fare delle stime.....per farla breve per non smembrare il lavoro di una vita di mio padre a qualcos'altro ho dovuto rinunciare in cambio. Caro BiondoFlavio bisognerà organizzare una sorta di archivio notarile in cui indicare le volontà testamentarie in caso di totale disinteresse parentale, in favore di amici fidati, associazioni culturali e quant'altro perchè quanto organizzato nel corso di più vite, non vada miseramente disperso. Ma qui chiaramente torniamo al distinguo parlo di raccolte organizzate alla buona, senza nessuna pretesa speculativa. Non vedo una grande differenza, per chi può, tra ordinare alle zecche collezioni divisionali, commemorative in oro e platino e mio suocero che zitto zitto va comodamente alla sua banca ad ordinare azioni, bot e cct... è solo un investimento. Per concludere nel mio eretico modo di collezionare, fuse le due collezioni, mi ritrovo con oltre 3000 pezzi da finire di ordinare che con grande soddisfazione, mi inorgogliscono e mi gratificano. Una degenerazione delle monete si è poi evoluta nel raccogliere chiavi di antichi portali di ogni dove: se qualcuno avvertisse gli stessi sintomi ...può contattarmi.

a Presto .......Mariano

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Quanto dici, Numa, è in parte vero... È certamente così che si spiegano dinastie di avvocati, architetti, e altro... Però credo che la professione di antiquario richieda un certo amore personale verso la disciplina, altrimenti la professione diventa mero esercizio commerciale (come in un supermercato...)

O no? :unsure:

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Beh , questo e' sottinteso. In ogni arte e mestiere ci vuole almeno un minimo di passione. E spero che chi segua le orme paterne lo faccia con buona predisposizione d'animo. Non c'e' nulla di peggio che fare qualcosa che non piace.

La differenza che facevo era piu' sottile.

Se mio padre ha avviato un mestiere e mi trovo ad ereditarlo, sicuramente ci pensero' bene se mandare tutto alle ortiche e abbracciare un'altra professione.

Se mio padre e' collezionista, probabilmente la scelta se collezionare o meno e' un impulso su cui non devo troppo ragionare, o c'e' o non c'e'.

E normalmente, come appare da molti esempi, il "germe" salta normalmente una generazione (ma ci sono fior di esempi, alcuni dei quali fatti sopra, di collezioni familiari. Aggiungero' l'esempio della celeberrima collezione Pennisi, barone di Floristella, che venne formata da piu' generazioni e costitutisce la piu'; pregevole raccolta d monete greche fatta in Italia. Acquistata dallo Stato italiano qualche decina di anni fa e' attualmente invisibile..).

numa numa

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Per quanto riguarda me e la mia famiglia da sempre abbiamo una gestione comune dei beni di una certa importanza, lo stesso vale per la collezione di monete. Per quanto acquisti, venda o scambi monete, la collezione è della famiglia, non "mia", questo ci permette di passare di generazione in generazione collezioni di monete, piuttosto che quadri o altro....ovvio che non si possa sempre aspirare ad un erede "numismatico", ma prima o poi, vincolando le collezioni alla famiglia, arriverà un erede degno di ampliare la collezione. Nel mio caso, l'ultimo collezionista serio di monete è un mio trisavolo (a parte un lieve interesse che sono riuscito a trasmettere a mio padre), per contro non mi interesso di libri o armi (collezione portata avanti da mio padre). Questo permette di ampliare sempre più le collezioni evitando che tanta passione (e tanto investimento) vada sprecato.

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Intanto chi è completamente profano e riceve per eredità (o semplicemente trova in cantina) una collezione di monete, si convince di essere entrato in possesso del tesoro del pirata Barbanera. Non è raro, su questo sito, trovare richieste di valutazione di una singola moneta trovata a casa del nonno. Immagino la delusione nel sapere, per esempio, che si tratta di pochi euro. L'illusione della validità dell'equazione antico=costoso non è solo della numismatica. Per questo ho deciso, a futura memoria, di spegnere ogni bramoso luccichio negli occhi di mio figlio segnando sotto ogni moneta l'importo pagato. Così si accorgerà subito che il centinaio di monete non arrivano ai tremila euro. E magari si accorgerà che contano molto di più le lunghe note storiche, numismatiche e storico-numismatiche che accompagnano ogni singolo pezzo, anche il più insignificante. Poi ho deciso che, non appena la mia collezione diventerà sufficientemente corposa, mi dedicherò a scegliere un piccolo museo, anche di paese, a cui lasciarla (con annesse note) e che l'apprezzi.

recentemente ho coltivato, ed è questo, penso, l'oggetto di questa discussione, qualche attenzione alla collezione Boyd. Era una collezione sterminata, coltivata da un appassionato che credo veramente malato: raccoglireva tutto: monete, ed è era competente, ma anche coleotteri, cimeli della Guinea, libri. Siamo a Londra, nella seconda metà dell''800. Boyd è introdotto alla numismatica dallo zio, Gaviller, dal quale eredita la vasta collezione nel 1880. Boyd morirà nel 1906, dopo aver partecipato, personalmente e per delega, a prestigiose aste e dopo aver investito per anni in monete presso antiquari e privati acquistate senza arco temporale definito: dalla Grecia al periodo coloniale non solo britannico. Alla sua morte, la vastità delle collezione deve aver intimorito gli eredi: è rimasta, infatti, ferma dal 1906 al 2005, cioè per 99 anni, fino a che gli eredi degli eredi degli eredi hanno deciso di disperderla via Baldwin's

P.S.: grato a chi saprà darmi notizie ulteriori della collezione Boyd e specialmente della collezione Gaviller (della quale non ho proprio informazioni): internet non aiuta oltre a quello che ho raccontato e la mia modesta raccolta ha una decina di loro monete

Modificato da cancun175
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Guest utente3487

Però, che emozione quando trovi in soffitta o in cantina monete antiche...anche se non valgono molto qualcuno le aveva lasciate li ed è bello tornare indietro nel tempo. Sapete, anni fa mia moglie mi telefonò dicendo di avere trovato sulla spiaggia una monete da lire 5 con il grappolo d'uva e che aveva la data 1946. Io ero fuori per lavoro e la chiamai più volte perchè tra me e me dicevo che era impossibile avere trovato quella data ma lei insisteva, così alcuni giorni dopo quando me la fece vedere osservai che era vero ma in pratica la moneta era così levigata che si leggeva a malapena, come fosse sfocata. Aveva anche una escrescenza di sabbia mista a catrame che tolsi bollendola ma la moneta era davvero in pessime condizioni. La misi comunque in collezione e quando potei acquistarne un ain condizioni SPL quella la regalai al mio collaboratore che da poco iniziava a collezionare la Repubblica. Chissà come era finita in mare.

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Aggiungero' l'esempio della celeberrima collezione Pennisi, barone di Floristella, che venne formata da piu' generazioni e costitutisce la piu'; pregevole raccolta d monete greche fatta in Italia. Acquistata dallo Stato italiano qualche decina di anni fa e' attualmente invisibile..).

numa numa

357283[/snapback]

A me, invece, risulta che la collezione sia presso il Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa e che sia stata interamente catalogata e, ben al riparo da mani truffaldine (vedi l'esempio del Museo Nazionale) che possano sostituire gli originali con le copie, è a disposizione di visitatori e studiosi.

Una volta tanto smettiamo di denigrare la pubblica amministrazione dei beni culturali, che profonde così tanto impegno per la valorizzazione del nostro miglior vanto.

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