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Inviato

Voleo chiedere a RCAMIL quali sono le prime monete emesse a nome di u n pontefice ?

E qual'e' il fondamento giuridico affinche' i ponetfici potessero battere moneta , ovvero chi concesse loro il diritto di battere moneta ?

numa numa


Inviato

Ciao numa numa, due domande di non facile risposta.... :P

Non è infatti univocamente stabilito quando il Papa abbia iniziato ad esercitare il proprio controllo sulle attività di zecca, con tutta probabilità e dati recenti ritrovamenti è una data precedente all’affrancamento dalla sovranità bizantina, avvenuta nel IX secolo.

Già nel VII secolo infatti il Papa svolgeva un ruolo di “responsabile finanziario” dell’amministrazione bizantina, occupandosi ad esempio delle paghe dell’esercito.

E qualche controllo sulle battiture esisteva certamente anche in quel periodo, tanto che fu il papa a fare sospendere le coniazioni dei solidi con l’immagine dell’imperatore Filippico (711-713), quando questi venne considerato un eretico.

I primi monogrammi papali su delle monete vengono oggi fatti risalire ai pontificati di Gregorio III (731-741), se non Gregorio II (715-731). Ed a seguito di alcuni ritrovamenti nel fiume Tevere, ci sono alcuni studiosi che hanno attribuito le prime monete papali, coniate sui canoni bizantini, a papa Vitaliano (656-672).

Dei pontificati di Gregorio III (731-741) e Zaccaria (741-752) abbiamo delle tessere quadrangolari con monogramma, che però sembra siano state definitivamente classificate (già ai tempi del Muntoni) come pesi monetali per il solido e il tremisse in oro bizantini. Esse non riportano alcun riferimento all’autorità imperiale.

Fino ad oggi comunque la prima emissione regolare di monete pontificie universalmente riconosciuta appartiene a papa Adriano I (772-795), denari in argento in particolare, che si presume siano stati coniati a partire dal 783.

Fu durante il pontificato di Adriano I che il papato si affranca da Bisanzio, e a partire dal 781 la datazione non segue più gli anni di regno dell’imperatore ma inizia a seguire gli anni di pontificato del papa.

In seguito con papa Leone III (795-816), colui che incoronò Carlo Magno imperatore la notte di Natale dell’anno 800, inizieranno delle coniazioni di denari congiunte tra papa e Imperatore del Sacro Romano Impero.

Quanto al fondamento giuridico che autorizzava il papa alla coniazione, non ho notizie certe, ma presumo che si possa fare riferimento alla cosiddetta “Promissio Carisiaca”, o “Donazione di Pipino”, con la quale Pipino il Breve nel 754 promise a papa Stefano II la restituzione delle terre strappate alla Chiesa dal re longobardo Astolfo.

Il territorio in questione corrispondeva per lo più all'Esarcato di Ravenna e alla Pentapoli delle Marche (che consisteva di cinque città sulla costa dell'Adriatico, da Rimini ad Ancona, e della piana costiera fino all'Appennino), oltre ad alcune terre della Chiesa, ma includeva anche terre ad essa mai appartenute in precedenza, in particolare il ducato di Spoleto e quello di Benevento, le terre dalla Lunigiana a Parma e a Monselice e, infine, la Corsica e la Venezia.

Le terre che vennero riconquistate furono poi effettivamente donate alla Chiesa nel 756, sancendo di fatto la creazione dello Stato Pontificio e la sovranità temporale su di esso da parte del pontefice.

In seguito sarà proprio Adriano I che, vedendo il neonato Stato Pontificio invaso da Desiderio, re dei Longobardi, si trovò costretto ad invocare l'aiuto del re dei Franchi, Carlo Magno, che intervenne con un possente esercito, mandando in esilio il re Longobardo, prendendo per se il titolo di re dei Longobardi, e restituendo al pontefice la sovranità sulle sue terre.

Va ricordato che ben oltre il IX secolo, veniva ritenuta autentica la cosiddetta “Donazione di Costantino”, un falso medievale che faceva ricondurre la costituzione dello Stato della Chiesa all’imperatore Costantino nel 324, documento con il quale avrebbe concesso al papa Silvestro I e ai suoi successori il primato sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia e Gerusalemme), attribuendo ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità temporale su Roma, l'Italia e l'intero Impero Romano d'Occidente.

Tale falso fu in più occasioni utilizzato dai pontefici come fosse originale, fino anche ad Alessandro VI (1492-1503), e sebbene fosse stato smascherato già nel 1440 dall’umanista Lorenzo Valla per le molteplici incongruenze che conteneva, la Chiesa cattolica lo riconoscerà autentico ancora per secoli.

Ciao, RCAMIL.


Inviato

Grazie RCamil, molto interessante. Soprattutto le fonti originarie dell'autorita' papale ad emettere moneta costituiscono, a mio avviso, un eccezionale terreno di ricerca.

Nel 1985, a seguito di un ritrovamento, e' venuta alla luce una praticamente inedita classe di monete, oggi classificate come "papali-bizantine" che hanno permesso di anticipare di oltre un secolo le prime monete emesse dai papi.

Tali monete non sono ancora state integrate nelle principali opere di riferimento.

Erano sconosciute ovviamnete al Serafini, al Cinagli, e anche al Muntoni.

Credo che il Berman ne prenda in considerazione alcune.

Riporto il riferimento bibliografico al momento piu' completo che le tratta, in attesa che esse vengano successivamente integrate nella letteratura dedicata alle emissioni pontificie:

M.D. O'Hara and I. Vecchi, "A Find of Byzantine Silver from the Mint of Rome for the Period AD 641-752," SNR 64 (1985), 20 [Hoard nos. 30-31]

Tale serie comprende anche esemplari emessi dal papa Vitaliano, citato da Rcamil.

Posto un esemplare di 1/8 di siliqua emesso dal papa Sergio (687-688) sotto il regno di Giustiniano II (685-695). Il ritrovamento originario consisteva in 31 esemplari di questa particolare classe di monete.

numa numa

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Inviato

La questione della sovranità papale (incluso il diritto di zecca) è stata affrontata più o meno di striscio alcune volte in passato, ad esempio QUI e QUI. Ricordo peraltro una discussione molto articolata sull'argomento che andò perduta in un attacco hacker un paio di estati fa. L'argomento della nascita e dello sviluppo del potere temporale dei papi non è certo banale, tanto che il Gregorovius nella sua Storia di Roma nel Medioevo gli dedica svariati capitoli senza arrivare a nessuna conclusione chiara ;)

Ovviamente pesa la carenza di fonti qualificate e "terze" rispetto all'argomento. Di fatto tutto quello che sappiamo emerge dal Liber Pontificalis e da qualche cronaca sparsa di ambiente monastico (Farfa, Soratte), per lo più di epoca posteriore. Di fatto non esiste nessun documento fondante dello "Stato Pontificio", la cui natura, estensione e integrità rimangono peraltro molto fluttuanti almeno fino alla fine del Medioevo, quando i Papi assumono decisamente le caratteristiche di "Signori" rinascimentali.

A mio parere il potere temporale si sviluppò progressivamente come una forma di "sussidiarietà", ogni volta che la disgregazione del potere centrale lasciava spazi di manovra. Nell'alto Medioevo il Papa, ancora prima di ogni altra cosa vescovo di Roma, era l'unica autorità costantemente presente, a differenza degi imperatori di Bisanzio e più tardi del SRI, e di natura "autoctona" a differenza delle élite guerriere germaniche. E' probabile che gli stessi cittadini di Roma e del suo circondario (quelle terre che poi sarebbero state note come i territori pontifici del Patrimonio di S. Pietro, della Campagna e della Marittima) si siano rivolti a lui chiedendogli di garantire protezione, sussistenza e giustizia. Non dimentichiamo che i papi oltre che battere moneta e occuparsi delle paghe dei soldati, come giustamente ricordato, si occuparono ben presto anche della manutenzione degli edifici e delle mura e del vettovagliamento della città, importando grano dalla Sicilia e tentando di raggiungere l'autosufficienza alimentare tramite l'esperienza delle domuscultae.

P. :)


Inviato
Riporto il riferimento bibliografico al momento piu' completo che le tratta, in attesa che esse vengano successivamente integrate nella letteratura dedicata alle emissioni pontificie:

M.D. O'Hara and I. Vecchi, "A Find of Byzantine Silver from the Mint of Rome for the Period AD 641-752," SNR 64 (1985), 20 [Hoard nos. 30-31]

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Confermo che il Berman (PAPAL COINS) cita queste monete. Dovrebbero essere trattate anche, per quanto sommariamente, nell'altra opera dello stesso autore PAPAL NUMISMATIC HISTORY: THE EMANCIPATION OF THE PAPAL STATE che si occupa specificamente di questo periodo (è una riedizione della tesi di dottorato dell'autore)

P. :)


Inviato (modificato)
Di fatto non esiste nessun documento fondante dello "Stato Pontificio", la cui natura, estensione e integrità rimangono peraltro molto fluttuanti almeno fino alla fine del Medioevo, quando i Papi assumono decisamente le caratteristiche di "Signori" rinascimentali.

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Forse va spostato ancora più avanti nel tempo dato che lo Stato Pontificio, come lo conosciamo dai libri di storia, nasce lentamente e grazie soprattutto al Valentino che inglobò le signorie della Romagna e delle Marche.

Ma altre terre legate al futuro Stato della Chiesa furono acquisite ad esempio sfrattando gli Este da Ferrara, i Bentivoglio da Bologna e i Della Rovere dal Montefeltro. Altri feudi rimasero semindipendenti come il Ducato di Sora o quello di Castro dei Farnese.

Insomma una situazione fluttuante, come dici tu, ma protrattasi almeno fino al '600.

ciao

Modificato da Frenkminem

Inviato
Di fatto non esiste nessun documento fondante dello "Stato Pontificio", la cui natura, estensione e integrità rimangono peraltro molto fluttuanti almeno fino alla fine del Medioevo, quando i Papi assumono decisamente le caratteristiche di "Signori" rinascimentali.

371893[/snapback]

Forse va spostato ancora più avanti nel tempo dato che lo Stato Pontificio, come lo conosciamo dai libri di storia, nasce lentamente e grazie soprattutto al Valentino che inglobò le signorie della Romagna e delle Marche.

Ma altre terre legate al futuro Stato della Chiesa furono acquisite ad esempio sfrattando gli Este da Ferrara, i Bentivoglio da Bologna e i Della Rovere dal Montefeltro. Altri feudi rimasero semindipendenti come il Ducato di Sora o quello di Castro dei Farnese.

Insomma una situazione fluttuante, come dici tu, ma protrattasi almeno fino al '600.

ciao

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Il diritto di battere moneta e' uno dei privilegi piu' importanti e primari di cui uno stato, o un territorio, possano godere. E' un aperto riconosciment di sovranita' su un dato territorio. Non per nulla tale privilegio veniva solitamente concesso dall'imperatore direttamente.

Nella particolare evoluzione dello stato pontificio - appena un piccolissimo territorio forse all'inizio - ma con una crescente influenza data dall'ascendente religioso, non sappiamo quando effettivamente siano cominciate le coniazioni a nome di un papa. Fino a tempi recenti si credeva che Adriano I, associato ai sovrani carolingi, fosse il primo pontefice a coniare moneta . Oggi abbiamo l'evidenza di pontefici associati a imperatori bizantini.

Non dimentichiamo che Roma, dopo la caduta dell'impero, era passata in mano Gota, il cui ultimo sovrano, Teia vi regna fino al 553.

Ma tra Teia e le prime emissioni papali-bizantine vi sono 100 anni.. Che moneta circolava ? solo bizantina ?

E come e' avvenuto il conferimento dello ius "flando feriundo" se non attraverso una qualche legittimazione da parte del potere centrale, a quell'epoca l'impero bizantino, verso l'embrionale stato pontificio ?

Chissa' quali altri documenti , o magari il rinvenimento un altro ripostiglio di siliquae ancora anteriori ci potrebbero illuminare in proposito...

la Storia non e' mai banale..

numa numa


Inviato

Ottimo intervento Rcamil, ricco di interessanti spunti e curiosità.


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