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Alfa e Omega


rob

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Il simbolo cristiano dell'Alfa e Omega è presente su numerose monete romane della metà del IV secolo. In particolare monete dell'usurpatore Magnenzio e del suo Cesare Decenzio riportano il cristogramma con ai lati alfa e omega:

Double_Centenionalis_Magnentius-XR-s4017.jpg

[fonte Wikipedia]

Non sono esperto di monetazione romana, e mi chiedo due cose.

1. Monete di analoga iconografia a nome di Costanzo II sono come credo successive a quelle di Magnenzio? Se si, perché riprendere un tema iconografico potente ma comunque presentato per la prima volta su metallo da un usurpatore?

2. Esistono esempi numismatici più antichi di uso dell'alfa e omega e/o del cristogramma?

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00618q00.jpg

Ecco un esemplare di doppia maiorina di Costanzo II, la descrizione dell'asta Künker la data 353, quindi sarebbe successiva ad emissioni analoghe per iconografia dell'usurpatore Magnenzio e del suo cesare Decenzio.

Sicuramente il simbolo si riferisca alla religione cristiana dei regnanti, ma suppongo che fosse un riferimento esplicito al Labarum di Costantino I che guidò le truppe durante la battaglia di Ponte Milvio... non conosco però il periodo anche se suppongo ci siano interessanti retroscena politici da riferire a riguardo. Costanzo II, figlio di Costantino I, voleva riappropriarsi di un simbolo che era stato usurpato da Magnenzio? O il simbolo era diventato popolare e Costanzo II fu costretto ad adottarlo?

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Continuando la mia ricerca scopro che Costanzo II era un sostenitore dell'eresia ariana (vedi wikipedia).

A questo punto però sono confuso: il cristogramma era inviso agli ariani, perciò perché una moneta di Costanzo II, lui stesso ariano, reca il cristogramma?

Forse la risposta sta nel testo dell'asta Numiskatik Lanz: "Zur fälschlichen Zuweisung dieser Emission an den vermeintlichen Trierer Usurpator Poemenius vgl. M. und B. Overbeck, Die Revolte des Poemenius zu Trier - Dichtung und Wahrheit, in: Humanitas - Festschrift G. Gottlieb (2001), S. 235-246." vale a dire più o meno:

vedi M.B. Overbeck, La rivolta di Pomenius a Treviri, pagine 235-246: della falsità di questa emissione e della sua attribuzione all'usurpatore Pomenio a Treviri"

Se fosse un'emissione di un usurpatore però a nome del legittimo regnante i conti tornerebbero...

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r1602x2.jpg

[immagine da yorkcoins.com]

Cito da V Coins:

Several numismatists have tried to associate this coin, combining an obverse of Constantius II and a reverse type of the usurpers Magnentius and Decentius, with a tantalizingly obscure passage from the fourth-century historian, Ammianus Marcellinus. There, the historian, relating the clean-up of Magnentius' revolt, mentions the killing of a Poemenius who revolted against the usurpers in Trier and handed the city over to the legitimate emperor, Constantius II. While J.P.C. Kent (NC 1959, pp. 105-108) asserted these coins, as well as a contemporary gold issue, were struck by Poemenius in anticipation of the emperor's retaking of the city, P. Bastien (QT 1983), revisited the question. Re-analyzing the gold issue, he concluded that the bronze coins were issued only after Constantius had retaken the city, and not before. More recently, W. C. Holt (AJN 15 [2004]), while arguing with slight modifications, nevertheless agrees in genere with Kent's hypothesis. Although this coin is clearly associated with the events of the revolt in Trier,any more certain conslusion at this point remains based on how one wishes to interpret the scant evidence.

One unanswered question remains: for what reason was a reverse type so closely associated with the usurpers used in combination with a legitimate obverse of Constantius? The political use of Christian symbolism became much more visible during the latter stages of Magnentius' revolt. His use of the Chi-Rho reflects a similar one of Vetranio: the emperor (either Vetranio himself, or Constantius II) holding a labarum, and the legend IN HOC SIGNO VICTOR ERIS, a statement associated with the vision of Constantine I on the night before has battle with his rival, Maxentius. In the present case, it is quite possible that the forces of Constantius II in Trier briefly coopted the symbology of the usurpers, adding the legend of the legitimate emperor to parallel the ultimate victory of Constantius II with that of his father. Certainly an interesting issue for further research. - Source: CNG

Insomma la domanda che mi sono posto non ha ancora trovato risposta. Per dare una mano a chi l'inglese non lo mastica, traduco e sintetizzo:

Lo storico Ammianus Marcellinus cita una rivolta a Treviri guidata da Poemenius, il quale poi diede la città in mano a Costanzo II. J.P.C. Kent sostenne che la moneta in questione, così come una contemporanea moneta aurea, fossero state coniate da Poemenius a nome di Costanzo II prima che questi entrasse in possesso della città. Più recentemente però P. Bastien e H.C. Holt rianalizzarono le monete e conclusero che fossero state coniate solo dopo che Costanzo II aveva conquistato Treviri. Ogni conclusione è però basate su indizi e nessuna prova certa.

Rimane aperta però una domanda: perché è stato usato per il rovescio un simbolo associato così da vicino agli usurpatori?

L'uso della simbologia cristiana divenne molto più visibile durante l'ultima fase della rivolta di Magnenzio: il suo uso del Chi-Ro (il cristogramma) ne riflette uno simile di Vetranio: l'imperatore (Vetranio stesso, oppure Costanzo II) regge il labarum, e la legenda IN HOC SIGNO VICTOR ERIS è associato alla visione di Costantino I la notte prima della battaglia con il suo rivale Massenzio. In questo caso è possibile che le forze di Costanzo II a Treviri abbiano brevemente cooptato la simbologia dell'usurpatore, volendo creare un parallelo fra la vittoria di Costanzo II con quella di suo padre Costantino I.

Qui sotto un'immagine della moneta dell'usurpatore Vetranio (fonte Wikipedia):

Maiorina-Vetranio-siscia_RIC_281.jpg

La questione si fa ancora più intricata ed interessante di quel che mi aspettavo!

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Provo ad esporre quello che ho studiato ormai un paio d'anni fa, sperando di non dire inesattezze.

Costantino nel 315 ha messo il Cristogramma su un medaglione (multiplo d'argento) della zecca di Pavia, non sulle monete per non destabilizzare le consuetudini tradizionali. Dopo la morte di Costantino, mi risultava che Costanzo II non avesse usato il Cristogramma in quanto ariano (però da quanto qui scritto temo di dovermi ricredere) ma tale simbolo fu usato da Costante, unico figlio di Costantino ad essere stato battezzato. Dopo la morte di quest'ultimo (350), l'usurpatore Vetranione usa il simbolo su monete d'oro della zecca di Siscia e poi Magnenzio fa coniare monete come il primo esemplare che hai mostrato, quindi con i simboli biblici alpha e omega. Da questo si potrebbe concludere che, almeno per i primi tempi, i simboli cristiani fossero usati dagli usurpatori per creare una sorta di legame all'indietro verso Costantino, per legittimare il loro potere. Non bisogna poi dimenticare che monetine come queste non raggiungevano Roma, dove simboli del genere avrebbero certamente irritato l'ambiente conservatore...

Se ho detto qualcosa di gravemente errato chiedo scusa fin da subito.

Ciao!

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Scusate ma monete del tipo Gloria Exercitvs con labaro e Cristogramma sono state coniate da tutti e tre i figli di costantino e sono molto comuni, almeno una emissione dello stesso tipo viene attribuita allo stesso Costantino e sempre a Costantino è attribuibile la famosa moneta Gloria Exercitvs con croce alla base tra le due insegne coniata ad Aquileia.

Oltre al famoso medaglione in argento citato prima ricordo la medaglia in bronzo con Costantino ed i tre figli sormontata da Cristogramma presente alla Mostra Sui Romani ed i Barbari presente a Venezia.

Sempre attribuita a Costantino è la Fides Pvblica con labaro che schiaccia il Serpente (Licinio) sormontato da Cristogramma.

In realtà il mondo Cristiano stava prendendo il sopravvento sul mondo pagano e Costantino da buon statista aveva fiutato da che parte tirasse il vento.

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Effettivamente non è il mio campo e vedo che ho molto da apprendere. E per quanto riguarda la diffusione di alpha e omega? A questo punto mi sono incuriosito anch'io...

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Da quanto mi risulta la prima coniazione con Cristogramma con Alpha ed Omega risale a Magnenzio.

Questo è quel che mi risultava infatti. Quel che mi ha sorpreso è stata l'assenza dell'alfa e omega dalla monetazione successiva, bizantina inclusa: bisogna aspettare fino al X sec. in Inghilterra e l'XI sec. in area francese-fiandre per vedere ricomparire questo simbolo.

La mia impressione è che il cristogramma abbia preso il sopravvento, soprattutto nella forma del labarum, ma qui mi affido volentieri a chi ne sa più di me sull'argomento.

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Così' come l'incoronazione dalla mano di Dio è presente sopratutto in figure femminili come risulta dal post su Aelia Evdoxia il simbolo del Cristogramma più che le connatazioni religiose filosofiche presenti in Magnenzio e Decenzio, ricorda sul labaro il sogno di Costantino come raccontato da Eusebio da Cesraea "IN HOC SIGNO VINCES" che racconta che Cristo gli ordinò di servirsi del segno apparso nel cielo nell'ora del mezzogiorno "Chi Rho"come difesa dalle battaglie contro i nemici.

Tale segno fu apposto dai soldati di Costantino sugli scudi e sugli elmi.

Gli Imperatori preferirono dopo Arcadio apparire sulle monete con Elmo , corazza e scudo (magari con croce) per indicare che il potere Imperiale veniva conferito per il valore nelle battaglie e la capacità di condottiero militare.

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Interessante: come sempre le monete sono testimoni della loro epoca, ed in questo caso del bisogno e dello stile di propaganda della tarda imperiale.

Un aggiornamento invece sull'uso successivo di alfa e omega: da quel che sono riuscito a scoprire il prossimo uso fu dei Merovingi in zona francese, con l'emissione di tremissi di cui riporto qui sotto un paio di esemplari.

01448q00.jpg

Soissons (Aisne), AV, tremisse, Budegarius

D/: Testa fortemente stilizzata sopra a croce con quattro bisanti inquartati; attorno alla figura SSONIINS

R/: In un cerchio di perle una croce, nei quarti inferiori Alfa e Omega; attorno (BVDEG)ARIO MO

Peso 1,26 g.

Auctiones AG 29 del 12 giugno 2003, lotto 1448

image00072.jpg

Aquitania, AV, tremisse, c.580/590-670, Bourges, monetiere Mummolus

D/: Testa con elmo rivolta a sinistra, attorno BETORGAS FIT

R/: In un cerchio di perle croce, nei quarti inferiori Alfa e Omega; attorno MVMMOL (---)

Peso 1,21 g

Dia.: 11 mm

Trovata in Inghilterra presso Market Harborough

Spink 7010 del 29 marzo 2007, lotto 72

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Da quanto mi risulta la prima coniazione con Cristogramma con Alpha ed Omega risale a Magnenzio.

Quoto.

E' la prima volta,su moneta, che affiancate al cristogramma compaiono le lettere apocalittiche

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  • 1 anno dopo...
Staff

Stavo cercando sul forum informazioni riguardanti le emissioni di Magnenzio del tipo segnalato da rob, con cristogramma ed alfa e omega... ed ho ritrovato questa interessante discussione.

Prima di leggere i vostri post, avevo già un'ipotesi in grado di spiegare la valenza di questo tipo di rovescio ed il concetto che sta alla base del mio ragionamento non mi pare sia ancora emerso... o meglio, si è solo accennato ad esso.

Non sono esperto di queste monetazioni e conosco i fatti storici del periodo in modo piuttosto approssimativo, quindi potrei anche prendere qualche cantonata.

Dal mio punto di vista, il nocciolo della questione non riguarda l'utilizzo del chi-rho; ciò che rende decisamente interessante e molto particolare questo tipo di rovescio è l'utilizzo congiunto delle “lettere apocalittiche” e del cristogramma.

Il concetto di Alfa e Omega, presente nell'apocalisse di Giovanni ed in Isaia, rappresentava per tutti i cristiani di quel periodo un attributo proprio del Padre, ma non per tutti proprio del Figlio.

Il credo niceno, dichiarato dal concilio del 325, ufficializzava la consustanzialità del Padre e del Figlio e fu proprio la definizione di questa caratteristica cristologica a rappresentare il principale punto di scontro tra i seguaci di Alessandro e quelli di Ario.

I primi professavano una consustanzialità totale tra Padre e Figlio, mentre i secondi ritenevano il Figlio inferiore al Padre in quanto, essendo stato creato da quest'ultimo, doveva essere, se pur perfetto, un “essere” di livello inferiore rispetto al Padre unico, eterno ed onnipotente.

A seguito del concilio di Nicea, fu la consustanzialità totale promossa da Alessandro ad uscire vittoriosa ma, al tempo stesso, la sconfitta dell'arianesimo non fu totale...anzi...

Tornando a Costanzo II ed a Magnenzio abbiamo, da una parte, uno dei pochi imperatori ufficialmente ariani della storia dell'impero e dall'altra un pagano che vedeva nel “cattolicesimo” un utile strumento di legittimazione del proprio potere.

Costantino, anche se battezzato dall'ariano Eusebio, mediante il credo niceno screditò ufficialmente l'arianesimo e si può quindi ipotizzare che Magnenzio, mediante l'iconografia tipica delle sue emissioni, intendesse far leva proprio su tale aspetto.

Il cristogramma, in sé, potrebbe anche essere simbolo ariano ma, al contrario,il chi-rho tra le lettere alfa ed omega rappresentano la dottrina cristologica propria di Alessandro e quindi cattolica, essendo simbolo di totale consustanzialità tra Padre e Figlio.

Per assurdo, ariano potrebbe essere un cristogramma con poi la sola omega... ma non con l'alfa, in quanto la cristologia ariana riteneva il Figlio creato dal Padre e quindi successivo a quest'ultimo.

Circa l'emissione di Poemenius... potremmo intenderla come un tentativo di riavvicinamento tra il fronte cattolico, occidentale e “non imperiale” e l'ariano Costanzo II.

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Awards

Il cristogramma, in sé, potrebbe anche essere simbolo ariano ma, al contrario,il chi-rho tra le lettere alfa ed omega rappresentano la dottrina cristologica propria di Alessandro e quindi cattolica, essendo simbolo di totale consustanzialità tra Padre e Figlio.

Per assurdo, ariano potrebbe essere un cristogramma con poi la sola omega... ma non con l'alfa, in quanto la cristologia ariana riteneva il Figlio creato dal Padre e quindi successivo a quest'ultimo.

Per il Laffranchi ("commento numismatico alla storia dell'imperatore Magnenzio e del suo tempo" - 1930 questa moneta costituisce . "la più grande affermazione numismatica del cristianesimo nell'antichità".

Ma le interpretazioni restano controverse.

Affermazione dell'eternità di Cristo in senso anti-ariano (quindi anti-costanziano) per il Bastien (1983) e per il Brennecke (1984).

Semplice invocazione del labaro costantiniano per il Kellner (1968), Ziegler (1970) Brenot (1989) e poi di nuovo Bastien.

Quello che è certo, come ben scriveva il Pautasso ("i simboli cristiani nella monetazione di Roma e Bisanzio), è che si tratta del "primo caso in cui il cristogramma assume tanta evidenza nella tipologia monetale".

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Complimenti rapax per la brillante deduzione che mi sembra più che probabile, il ragionamento fila benissimo, volevo chiederti però perchè affermi che Magnenzio era pagano? Hai qualche notizia da parte di qualche autore che probabilmente mi è sfuggita?

Se potessi segnalarmelo ti sarei grato.

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Staff

"Pur essendo pagano e favorevole ai pagani, la necessita politica lo costrinse a mettere da parte le proprie preferenze per raccogliere intorno a sé il partito cattolico ortodosso (niceno) contro gli Ariani che sostenevano Costanzo".

Michael Grant, Gli imperatori romani

E Margherita Guarducci, nel suo articolo "L'interruzione dei culti nel phrygianum del Vaticano durante il IV secolo", aggiunge:

"Fu proprio lui, ad esempio, a permettere che si tornasse a celebrare i sacrifici notturni, permesso che Costanzo II, divenuto imperatore dopo la sconfitta e la morte di Magnenzio, si affrettò a revocare".

Link Google libri

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Awards

Per ritornare al cristogramma, le prime emissioni per la zecca di Aquileia che lo riportano come simbolo nel campo sono quelle della VIRTVS EXERCIT con due prigionieri ai lati di uno stendardo. Le monete sono state emesse nel 320 per Costantino (Paolucci - Zub 258 e RIC VII, 58), Crispo (P.-Z. 294 e 295 e RIC VII 60 e 61), Costantino II (P.-Z. 328 e RIC VII, 62), Licinio padre (P.-Z. 190 e RIC VII, 51) e Licinio figlio (quest'ultima inedita comparsa tre anni fa in un'asta).

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