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IGNORED

due domande


SporaN27

Risposte migliori

salve,

ho da porvi due domande.

la prima riguarda la ribattitura delle monete soprattutto di quelle che cronologicamente sono state battute in tempi diversi.come avveniva il tutto? cambiava il sistema per le monete in bronzo e in argento?

la seconda riguarda lo stile degli imperatori che vanno da costantino in poi.si sa che con la crisi dell'impero la qualità dello stile delle monete è andato a scemare ma la cosa che noto sempre più spesso è che dal punto di vista stilistico parecchi imperatori differiscono l'un dall'altro a volte solo dalle scritte al dritto in quanto il ritratto con quello precedente o quello successivo è "PARECCHIO" simile.ciò è dovuto al fatto che gli incisori difficilmente avevano la possibilità di "studiare" i tratti somatici dell'imperatore e quindi si limitavano a qualche lifting (minimo) del nuovo ritratto?

grazie a tutti coloro che interverranno.

marco

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salve! la prima è una domanda tecnica, e lascio agli esperti del genere il piacere di rispondere. la seconda, invece, verte sulla uguaglianza dei ritratti degli imperatori del IV secolo, se ho ben capito. in realtà modificazioni sulla ritrattistica delle monete imperiali la ritroviamo già a partire dal III secolo, con ritratti simili tra i vari imperatori del periodo dell'anarchia militare che si distaccano molto per mancanza di plasticità da quelli del secolo precedente, diventando via via sempre più schematici già dalla fine del III e l'inizio del IV secolo. penso che ciò sia dovuto da una parte al periodo di crisi, soprattuto riferito al III secolo, e i ritratti ben lo esprimono, dall'altra, soprattuto nel IV secolo a una concezione idealizzata dell'imperatore e alla "sacralità" della sua persona e quindi i suoi caratteri somatici e la rappresentazione realistica del suo volto divengono secondari.

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Ciao Spora sulla prima questione posso dire solo la mia impressione senza avere dati certi: la ribattitura dei bronzi è una pratica poco usata nel tardo impero. In mancanza di metallo forse si attuava un circuito di recupero di vecchie monete da ribattere(tramite tassazione).

In quanto ai valori iconografici di fine secolo (il IV) e alla scarsa verosimiglianza dei ritratti sulle monete il discorso è più complesso di quanto possa apparire; esso coinvolge le conoscenze tecniche dell'epoca, la qualità della lega, i valori figurativi del tardo impero e il piccolo modulo dei nummi minimi.

Comunque il nocciolo del discorso per me è il seguente:

nel basso impero è in atto una trasformazione sociale di grandi proporzioni: i volti "spiritati" o più tardi ieratici, che si rassomigliano un po' tutti da Costantino in poi, non ci parlano di un decadimento culturale ma di una rivoluzione spirituale. Naturalmente (cito il grande storico Mazzarino), gli amatori della forma pura, della naturalezza dei ritratti, e della prospettiva razionale continueranno a preferire il classico al tardoromano; ma il tempo nuovo si esprimeva in una sorta di astrattismo strutturale, che derivò, naturalmente dall'abolizione del classico....

Modificato da apostata72
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La prima standardizzazione del ritratto imperiale parte dalla tetrarchia con Diocleziano e Massimiano come Augusti e Costanzo I e Galerio come Cesari. Questa somiglianza aveva scopi politici, ovvero l'immagine dell'Imperatore doveva essere comunque una, indipendentemente da quanti erano gli imperatori al potere.

Comunque per tutto il IV secolo si riesce a distinguere nella maggior parte dei casi chi è l'imperatore raffigurato. A parte l'evidenza di alcuni particolari (vedi la barba di Giuliano II), restano alcune caratteristiche particolari che rendono possibile la distinzione (penso ai capelli di Costanzo Gallo o al ritratto fanciullesco di Valentiniano II).

Credo che la ieraticità parta con Arcadio e Onorio alla fine del IV sec. e che dopo di allora (salvo pochissime eccezioni tipo Giovanni) non si possa più parlare di ritratto ma di rappresentazione della figura imperiale.

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Per quanto riguarda le monete ribattute su un tipo precedente (non parliamo quindi di doppie battiture avvenute in un medesimo momento e definibili errori di conio) possono esserci diverse spiegazioni:

-Talvolta si possono riscontrare monete di uno stesso imperatore ma riportanti due tipi (del dritto o del rovescio o di entrambi) diversi; probabilmente la spiegazione stà nella volontà di cambiare rapidamente il tipo per qualche ragione particolare. Sappiamo che le monete, prima di uscire dalla zecca ed entrare in circolazione, potevano rimanervi per lungo tempo dopo essere state coniate; è possibile che in qualche caso, dovendo cambiare i voti o i titoli, etc, si rendesse necessario ribattere monete precedenti anche se mai entrate in circolazione.

-In altri casi invece la ribattitura va cercata nell'esigenza di cambiare rapidamente l'imperatore raffigurato sulle monete, come ad esempio nel caso di imperatori dannati (lo stesso risultato si otteneva anche con la contromarca) o perchè defunti improvvisamente e quindi da rimpiazzare con l'effige del neo imperatore entrante in tutta fretta.

-Infine è possibile che, causa improvvise necessità di materiale metallico o di tempo (o denaro) per produrre dei nuovi tondelli, si recuperassero tutte le monete più vecchie e usurate (ma senza ritirare sistematicamente tutte le monete vecchie con un decreto specifico) per poterle ribattere.

Diverso è il discorso per i famosi denari repubblicani ritirati da Traiano e rifusi per poi essere restituiti con speciali emissioni, o per tutti i bronzi detti di "restituzione".

Dunque non è dimostrato che la ribattitura fosse un metodo per togliere dalla circolazione le monete "fuori corso", che comunque uscivano dal mercato prevalentemente grazie alla legge di Gresham (al contrario le monete di buon argento ritirate da Traiano possono a mio avviso essere viste con quest'ottica), ma in realtà un metodo rapido di produrre, a basso costo, monete di emergenza.

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