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IGNORED

San Tommaso apostolo in Cina ?


Flavio

Risposte migliori

L'articolo è interessante ma la sensazione è che il peso attribuito alla "scoperta" sia inversamente proporzionale alla solidità delle prove su cui si basa. Quali siano le implicazioni non esattamente accademiche poi è spiegato già dalla prima frase. La continua manipolazione della storia per finalità di propaganda politica a corto raggio mi ha sinceramente sfinito (vogliamo citare qualche esempio italiano?). Sarebbe utile conoscere qualche fonte indipendente.

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Mah, francamente tutto è possibile. Ma non provato. Mi spiego: i viaggi in epoche lontane non erano così rari come si crede oggi. Pochi sanno, per esempio, che Attila, prima dell'invasione dell'Occidente (quella fermata da Ezio), si recò a Pechino per siglare una pace stabile con l'Imperatore di Cina onde garantirsi tranquillità a Oriente. Molti, invece, sanno che tra le leggende che accompagnano Cristo, due riguardano l'Oriente indiano: la prima porterebbe Gesù in India in gioventù, coprendo così il vuoto evangelico tra la sia infanzia e i trent'anni circa. La seconda lo porterebbe in India dopo una finta crocifissione e là sarebbe morto in tarda età: ancora oggi <discendenti> di Gesù accompagnano i turisti sulla sua tomba e sotto il grande albero che avrebbe allietato la sua vecchiaia.

Poi c'è quello che sappiamo di certo. Cioè le missioni dei gesuiti nel Cinquecento e la grande figura di Matteo Ricci, astronomo e pittore, diventato un importante dignitario alla corte imperiale. E' un po' come la scoperta dell'America. Qualcuno è arrivato prima di Colombo? Certamente sì: forse di egiziani, sicuramente i vichinghi. Ma importante diventa il peso culturale e commerciale dell'evento, il fatto che ha fatto modificare le relazioni tra i popoli. Tornando a Tommaso, non abbiamo prove certe neanche che sia esistito, se non altro nella veste in cui ce lo propongono tradizione e fede. Figuararsi se possiamo sapere se si è fatto un viaggetto in Cina...

Modificato da cancun175
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Tornando a Tommaso, non abbiamo prove certe neanche che sia esistito, se non altro nella veste in cui ce lo propongono tradizione e fede. Figuararsi se possiamo sapere se si è fatto un viaggetto in Cina...

In effetti le Sacre Scritture nulla ci riferiscono sull'apostolato di San Tommaso.

L'unico riferimento "scritto" rimane Origene, poi ripreso da Eusebio di Cesarea, relativamente all'attività apostolica di Tommaso in Siria ed in Persia (ma siamo già a fonti del III e IV secolo d.C.).

Poi, volendo, ci sarebbe la tradizione siriaca ed armena che individua in Tommaso l'apostolo principale in Oriente.

Sulla predicazione in India dovremmo attenerci ad un documento apocrifo quali i presunti Atti di Tommaso e/o a più o meno attendibili fonti indiane.

Chiaramente nessuna fonte storica può, almeno sinora, attestare in qualche modo la predicazione di Tommaso in Cina.

Tuttavia...per quanto possa essere forse una notizia "propagandistica" e/o con fini diciamo..."politici", quella dell'interpretazione del bassorilievo e relativo segno in aramaico un minimo di attendibilità, almeno a livello di teoria, può offrirla.

Quantomeno è certamente più attendibile della tremenda bufala dei missionari spagnoli che arrivarono, per loro comodo, alla conclusione Quetzalcoatl = San Tommaso :lol:

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Tornando a Tommaso, non abbiamo prove certe neanche che sia esistito, se non altro nella veste in cui ce lo propongono tradizione e fede.

E a questo proposito Tommaso non era certo uno che si fidava facilmente! :lol:

Caravaggio

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Tutto vero. Psicologicamente noi siamo portati a stringere fino ad appiattire i tempi del passato. Parlare di fonti del III secolo su Tommaso è come dire che fonti odierne testimoniano fatti del 1709. Rimane allora un discorso di plausibilità. Posto che sia esistito un predicatore di nome Tommaso che si è interessato dell'Oriente, niente di strano che sia andato in Persia, stante i contatti (e gli scontri) tra le civiltà attorno al I secolo. Niente di strano che sia stato in India, stante i contatti commerciali tra Roma e il Sud del subcontinente. Un po' più problematico pensare che abbia passato l'Himalaya. A meno che il viaggio non sia avvenuto su un tragitto via terra Ovest-Est (Persia, Bactria,o forse Kushan visto che siamo a cavallo, Cina). Ma l'evangelizzatore avrebbe dovuto attraversare regioni che i cinesi consideravano barbare (Sciti, Unni). E anche tormentate, viste le guerre che in quei tempi coinvolgevano proprio Sciti e Bactriani e Unni e Sciti e Unni e Impero Cinese. La rotta Sud avrebbe condotto, più o meno, fino all'attuale Singapore (dove esistevano basi commerciali romane). Ma oltre sarebbe stata un'avventura degna delle caravelle di Colombo...

Modificato da cancun175
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Psicologicamente noi siamo portati a stringere fino ad appiattire i tempi del passato.

L'hai letta su qualche mio vecchio post questa cosa? Se non è così sono ben contento perchè è un'idea che ho da sempre e di cui non ho mai ricevuto una conferma indipendente ;)

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Francamente no. E' un'idea che ho maturato io dai tempi del liceo. Era stata ispirata, inizialmente, da una considerazione banale: in poche lezioni si liquidavano egizi, greci e Roma reale e repubblicana, poi via via si stava anni su periodi più vicini a noi. Ma avevo attribuito questa circostanza alla carenza di fonti. Un secondo pensiero mi è venuto, molti anni dopo, visitando le rovine di Roselle, nel grossetano: la città, etrusca, era stata distrutta dai Romani ben dopo la calata di Annibale. Capito? Cinquecento anni dopo la sua fondazione Roma stava ancora combattendo con Roselle. E, se sapevamo tanto di Annibale, certo sapevamo anche del resto. Solo che non davamo importanza. Perchè? Allora ho affrontato la questione da un'altra prospettiva e ho cominciato ad analizzare come psicologicamente vedevamo il passato. Fino a giungere, paradossalmente a un pensiero assurdo: la nostra mente, umanocentrica, calcola il tempo sulla nostra lunghezza di vita biologica. Hai mai considerato che un anno a cinque anni di età ci sembra lunghissimo e a sessanta brevissimo? Perchè a cinque anni è un quinto dell'intera vita vissuta e a sessanta un sessantesimo. La mente umana vede così il passato. Mi interesso alla collezione Boyd e Boyd è morto nel 1906: immediatamente penso che mia nonna, nata nel 1879, si è sposata nel 1905. Ma mia nonna con Boyd non c'entrava niente: è la mia mente che riporta un avvenimento ai miei parametri di tempo. Se fossimo come una farfalla che vive un giorno e che in quel giorno trova compiutezza di vita, lo vedremmo diversamente. E se fossimo una sequoia che vive mille anni, la prospettiva sarebbe opposta. La nostra mente, per esempio, può concepire indietro, con difficoltà, cento-duecentomila anni. Ma la Terra ha miliardi di anni. Un vuoto enorme che noi tendiamo a riempire con il nulla. Semplicemente lo cancelliamo. Ma può essere successa qualsiasi cosa.

E l'umanocentrismo non riguarda solo il tempo, ma anche altri parametri. per esempio, ci commuoviamo se si uccide un elefante, ma calpestiamo tranquillamente una formica. E ciò perchè tendiamo a dare più valore a ciò che è più grande di noi. E questa impostazione ha trovato conferma in un fatto di cronaca che nessuno sa: molti anni or sono, prima del progetto Apollo, un equipaggio americano comunicò alla terra di aver visto un oggetto a propulsione lungo ottanta centimetri avvicinarsi alla capsula, girarle attorno e poi allontanarsi a velocità inimmaginabile. Vero o falso che fosse, mi sarei aspettato di vedere la notizia a caratteri cubitali sui giornali. Invece, solo qualcuno aveva riportato una breve: il fatto era che l'astronave aliena era lunga ottanta centimetri. Se fosse stata grande come quella di Indipendence day ne parleremmo ancora oggi.

Allo stesso modo vediamo e sentiamo ciò che è compatibile col la catena del carbonio, che esprime chimicamente la vita nostra e del mondo che conosciamo.Ma aAccanto a noi ci potrebbe essere un mondo che non percepiamo neanche, perchè non siamo in grado di farlo.

Ma questa stranezze della mente e dei sensi mi hanno portato clamorosamente fuori tema. Me ne scuso con i partecipanti al forum e con il curatore.

Modificato da cancun175
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Francamente no. E' un'idea che ho maturato io dai tempi del liceo. Era stata ispirata, inizialmente, da una considerazione banale: in poche lezioni si liquidavano egizi, greci e Roma reale e repubblicana, poi via via si stava anni su periodi più vicini a noi. Ma avevo attribuito questa circostanza alla carenza di fonti. Un secondo pensiero mi è venuto, molti anni dopo, visitando le rovine di Roselle, nel grossetano: la città, etrusca, era stata distrutta dai Romani ben dopo la calata di Annibale. Capito? Cinquecento anni dopo la sua fondazione Roma stava ancora combattendo con Roselle. E, se sapevamo tanto di Annibale, certo sapevamo anche del resto. Solo che non davamo importanza. Perchè? Allora ho affrontato la questione da un'altra prospettiva e ho cominciato ad analizzare come psicologicamente vedevamo il passato. Fino a giungere, paradossalmente a un pensiero assurdo: la nostra mente, umanocentrica, calcola il tempo sulla nostra lunghezza di vita biologica. Hai mai considerato che un anno a cinque anni di età ci sembra lunghissimo e a sessanta brevissimo? Perchè a cinque anni è un quinto dell'intera vita vissuta e a sessanta un sessantesimo. La mente umana vede così il passato. Mi interesso alla collezione Boyd e Boyd è morto nel 1906: immediatamente penso che mia nonna, nata nel 1879, si è sposata nel 1905. Ma mia nonna con Boyd non c'entrava niente: è la mia mente che riporta un avvenimento ai miei parametri di tempo. Se fossimo come una farfalla che vive un giorno e che in quel giorno trova compiutezza di vita, lo vedremmo diversamente. E se fossimo una sequoia che vive mille anni, la prospettiva sarebbe opposta. La nostra mente, per esempio, può concepire indietro, con difficoltà, cento-duecentomila anni. Ma la Terra ha miliardi di anni. Un vuoto enorme che noi tendiamo a riempire con il nulla. Semplicemente lo cancelliamo. Ma può essere successa qualsiasi cosa.

E l'umanocentrismo non riguarda solo il tempo, ma anche altri parametri. per esempio, ci commuoviamo se si uccide un elefante, ma calpestiamo tranquillamente una formica. E ciò perchè tendiamo a dare più valore a ciò che è più grande di noi. E questa impostazione ha trovato conferma in un fatto di cronaca che nessuno sa: molti anni or sono, prima del progetto Apollo, un equipaggio americano comunicò alla terra di aver visto un oggetto a propulsione lungo ottanta centimetri avvicinarsi alla capsula, girarle attorno e poi allontanarsi a velocità inimmaginabile. Vero o falso che fosse, mi sarei aspettato di vedere la notizia a caratteri cubitali sui giornali. Invece, solo qualcuno aveva riportato una breve: il fatto era che l'astronave aliena era lunga ottanta centimetri. Se fosse stata grande come quella di Indipendence day ne parleremmo ancora oggi.

Allo stesso modo vediamo e sentiamo ciò che è compatibile col la catena del carbonio, che esprime chimicamente la vita nostra e del mondo che conosciamo.Ma aAccanto a noi ci potrebbe essere un mondo che non percepiamo neanche, perchè non siamo in grado di farlo.

Ma questa stranezze della mente e dei sensi mi hanno portato clamorosamente fuori tema. Me ne scuso con i partecipanti al forum e con il curatore.

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Francamente no. E' un'idea che ho maturato io dai tempi del liceo. Era stata ispirata, inizialmente, da una considerazione banale: in poche lezioni si liquidavano egizi, greci e Roma reale e repubblicana, poi via via si stava anni su periodi più vicini a noi. Ma avevo attribuito questa circostanza alla carenza di fonti. Un secondo pensiero mi è venuto, molti anni dopo, visitando le rovine di Roselle, nel grossetano: la città, etrusca, era stata distrutta dai Romani ben dopo la calata di Annibale. Capito? Cinquecento anni dopo la sua fondazione Roma stava ancora combattendo con Roselle. E, se sapevamo tanto di Annibale, certo sapevamo anche del resto. Solo che non davamo importanza. Perchè? Allora ho affrontato la questione da un'altra prospettiva e ho cominciato ad analizzare come psicologicamente vedevamo il passato. Fino a giungere, paradossalmente a un pensiero assurdo: la nostra mente, umanocentrica, calcola il tempo sulla nostra lunghezza di vita biologica. Hai mai considerato che un anno a cinque anni di età ci sembra lunghissimo e a sessanta brevissimo? Perchè a cinque anni è un quinto dell'intera vita vissuta e a sessanta un sessantesimo. La mente umana vede così il passato. Mi interesso alla collezione Boyd e Boyd è morto nel 1906: immediatamente penso che mia nonna, nata nel 1879, si è sposata nel 1905. Ma mia nonna con Boyd non c'entrava niente: è la mia mente che riporta un avvenimento ai miei parametri di tempo. Se fossimo come una farfalla che vive un giorno e che in quel giorno trova compiutezza di vita, lo vedremmo diversamente. E se fossimo una sequoia che vive mille anni, la prospettiva sarebbe opposta. La nostra mente, per esempio, può concepire indietro, con difficoltà, cento-duecentomila anni. Ma la Terra ha miliardi di anni. Un vuoto enorme che noi tendiamo a riempire con il nulla. Semplicemente lo cancelliamo. Ma può essere successa qualsiasi cosa.

E l'umanocentrismo non riguarda solo il tempo, ma anche altri parametri. per esempio, ci commuoviamo se si uccide un elefante, ma calpestiamo tranquillamente una formica. E ciò perchè tendiamo a dare più valore a ciò che è più grande di noi. E questa impostazione ha trovato conferma in un fatto di cronaca che nessuno sa: molti anni or sono, prima del progetto Apollo, un equipaggio americano comunicò alla terra di aver visto un oggetto a propulsione lungo ottanta centimetri avvicinarsi alla capsula, girarle attorno e poi allontanarsi a velocità inimmaginabile. Vero o falso che fosse, mi sarei aspettato di vedere la notizia a caratteri cubitali sui giornali. Invece, solo qualcuno aveva riportato una breve: il fatto era che l'astronave aliena era lunga ottanta centimetri. Se fosse stata grande come quella di Indipendence day ne parleremmo ancora oggi.

Allo stesso modo vediamo e sentiamo ciò che è compatibile col la catena del carbonio, che esprime chimicamente la vita nostra e del mondo che conosciamo.Ma aAccanto a noi ci potrebbe essere un mondo che non percepiamo neanche, perchè non siamo in grado di farlo.

Ma questa stranezze della mente e dei sensi mi hanno portato clamorosamente fuori tema. Me ne scuso con i partecipanti al forum e con il curatore.

veramente interessanti tali considerazioni:sopratutto il rapporto col piu' grande ed il piu' piccolo elefante-formica e la relazione spazio-tempo:compressione del tempo

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  • 14 anni dopo...

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