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prove e progetti Regno


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Guest utente3487
Credo che la parsimoniosità di VE III sia stata agevolata anche dalla sua posizione.

Ne sono convinto anch'io, inoltre aveva anche la possibilità di comprare in blocco.

Nel libro della Travaini si parla di un caso in cui VEIII non acquistò, mi sembra dai Santamaria, una preziosa moneta perchè la riteneva troppo cara. Per una ricorrenza poi i suoi familiari gli regalarono quella moneta e il venditore non si preoccupò affatto di cederla ad un prezzo addirittura maggiore di quello proposto allo stesso sovrano :lol:

I parenti!

Quando sento parlare di vecchi collezionisti mi convinco che una volta la numismatica era una cosa per pochi, e che a collezionare erano solo le persone facoltose. D'altro canto come faceva una persona comune anche solo a mettere da parte un centesimo, all'epoca comune. Avete notizie a tale proposito.

Ci sono anche altri libri in argomento, oppure lo posso considerare come un testo di riferimento nel suo genere?

Beh, molte monete sono giunte a noi, quindi significa che anche la povera gente le conservava, magari non l'oro, ma argento e rame si.

Credo che ci siano altri libri, ma quello della Travaini è molto scorrevole...

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Intervengo in questa discussione, per portare questa mia esperienza di collezionista del Regno.

Quando (molto tempo fa) ho fatto vedere la mia raccolta ai miei genitori, loro neanche sapevano dell'esistenza delle monete d'argento, perchè non le avevano mai viste ( e parliamo di quelle degli anni '30, le 5 / 10 lire) e nemmeno i loro genitori (miei nonni) le maneggiavano.

Ricordavano benissimo solo i pezzi di rame da 5 e 10 cent (spiga-ape) e le monete "impero" da 20 / 50 centesimi. Ma figuriamoci se potevano metterle da parte!

Ricordo un aneddoto che mi raccontò mia mamma, che quando era piccola, sui 5/6 anni (parliamo degli anni 1942-43) andava a scuola dalle monache, ma un giorno sua madre non aveva da darle i 20 centesimi per pagare il pranzo. Ebbene quelle simpaticone delle monache , non le diedero da mangiare !

L'unico lascito monetario fu una moneta da 1 lira 1949 (ammaccata), sfuggita chissà come alla spesa....

Un saluto

Saturno

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Beh, pensa che mia mamma ha 72 anni e questo episodio che risale alla sua prima infanzia, se lo ricorda benissimo, lo cita ogni volta che si parla di preti.

Devi sapere che le monache dove la mandavano erano chiamate "le Poverelle", forse per questo che erano, diciamo, poco affabili...

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Tempo fa un conoscente mi donò delle monete che aveva ritrovato in casa, monete accumulate in due periodi storici differenti.

Il primo blocco inquadrato dopo la seconda metà dell'800:

4 pezzi italiani (Già Regno d'Italia) ed un 2 rappen svizzero del 1850.

1861 la più vecchia (5 centesimi o palanca), 1863 la più giovane (10 centesimi o palancone s.s.z. - Parigi).

L'altra parte di accumulo riguardava la prima metà del '900:

2 monetine della serie prora (in particolare 1 e 2 centesimi), 2 lire 1911 cinquantenario, 2 lire quadriga briosa, api e spighe; insieme a svariati pezzi della serie Impero (notato un 10 centesimi 1936).

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

mio nonno quando gli feci vedere il 20 lire littore o i 5 lire impero mi disse di non aver mai visto quelle monete.

saluti,

N.

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Guest utente3487

Ricordo un aneddoto che mi raccontò mia mamma, che quando era piccola, sui 5/6 anni (parliamo degli anni 1942-43) andava a scuola dalle monache, ma un giorno sua madre non aveva da darle i 20 centesimi per pagare il pranzo. Ebbene quelle simpaticone delle monache , non le diedero da mangiare !

Che schifo. E poi dicono della carità cristiana. Ma come si può lasciare una bambina senza mangiare? Allora purtroppo non c'era Striscia la Notizia.

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Credo che la parsimoniosità di VE III sia stata agevolata anche dalla sua posizione.

Ne sono convinto anch'io, inoltre aveva anche la possibilità di comprare in blocco.

Nel libro della Travaini si parla di un caso in cui VEIII non acquistò, mi sembra dai Santamaria, una preziosa moneta perchè la riteneva troppo cara. Per una ricorrenza poi i suoi familiari gli regalarono quella moneta e il venditore non si preoccupò affatto di cederla ad un prezzo addirittura maggiore di quello proposto allo stesso sovrano :lol:

I parenti!

Quando sento parlare di vecchi collezionisti mi convinco che una volta la numismatica era una cosa per pochi, e che a collezionare erano solo le persone facoltose. D'altro canto come faceva una persona comune anche solo a mettere da parte un centesimo, all'epoca comune. Avete notizie a tale proposito.

Ci sono anche altri libri in argomento, oppure lo posso considerare come un testo di riferimento nel suo genere?

Beh, molte monete sono giunte a noi, quindi significa che anche la povera gente le conservava, magari non l'oro, ma argento e rame si.

Credo che ci siano altri libri, ma quello della Travaini è molto scorrevole...

Per gli spiccioli, visto che a livello intrinseco valgono molto poco, a seguito delle svalutazioni probabilmente se li sono tenuti tutti. Oppure sono stati tesaurizzati, anche perché non si spiegherebbero a mio parere gli FDC. Stessa cosa probabilmente per gli argenti.

Non ho mai chiesto ai miei nonni, ma chi era bambino all'epoca probabilmente non usava i tagli grossi ma gli spiccioli. Mi sembra di ricordare che le monete da 5 lire furono coniate con un alto contenuto di AG per rilanciare l'economia dopo la prima guerra mondiale.

Il libro lo inserirò sicuramente tra i mie prossimi acquisti :) .

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Ricordo un aneddoto che mi raccontò mia mamma, che quando era piccola, sui 5/6 anni (parliamo degli anni 1942-43) andava a scuola dalle monache, ma un giorno sua madre non aveva da darle i 20 centesimi per pagare il pranzo. Ebbene quelle simpaticone delle monache , non le diedero da mangiare !

Che schifo. E poi dicono della carità cristiana. Ma come si può lasciare una bambina senza mangiare? Allora purtroppo non c'era Striscia la Notizia.

pensa mia madre è nata nel 1939 non andava dalle suore ma a casa non c'era lo stesso da mangiare e tanti pidocchi B) :P

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