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Costantino I


Nikko

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Costantino I, AE3, ad imitazione della zecca di Roma.

D// CONSTANT-INVS AVG

Capo laureato rivolto verso destra.

R// VIRTV-S AVGG

Campgate con sette file di mattoni, tre (?) torrette, porte aperte con due pannelli ognuno dei quali con due puntini, assenza (?) della stella in alto, assenza di elementi decorativi nei blocchi più alti.

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La moneta in questione presenta alcune anomalie cronologiche.

La zecca di Roma usa per la prima volta la corona di alloro come mintmark in esergo per un medaglione in bronzo coniato tra il 317 e il 324 riportato alla pagine 306 del settimo volume del R.I.C. con numerale 77. Il rovescio è del tipo SAC MON VRB AVGG ET CAESS NN con le tre Monetae rivolte verso sinistra. Ad oggi ne è conosciuto un unico esemplare.

La corona di alloro viene poi utilizzata, sempre dalla zecca di Roma,come segno nei campi nel 317 per delle regolari emisisoni in bronzo. La abbiamo ancora come segno nei campi ma includente una T nel 318 per non più ricomparire fino al 326 dove la ritroviamo prima per la serie anepigrafa e infine, e finalmente, come mintmark in esergo per i campgates.

Per quanto sia rara, la presenza di porte aperte è attestata per la serie campgate, ma solo per le prime emisisoni.

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Licinio I, AE3, 318-319, Roma, Officina 4

IMP LIC-I-NIVS AVG

Capo elmato e laureato, busto corazzato rivolto verso destra.

VIRTV-S AVGG

Campgate con sei strati di mattoni, quattro torrette, porte aperte, assenza della stella in alto, assenza di elementi decorativi nei blocchi più alti.

P | R nei campi.

RQ in esergo.

18mm x 19mm, 3.06g

RIC VII, -- (cf. RIC 190-194)

Ex Ben Bridgwater Collection, February 2007; Ex David Connors, VCoins

(Da http://www.beastcoins.com)

Modificato da Nikko
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La zecca di Roma conia i primi campgate con modulo ridotto intorno al 318; una delle prime zecche ad utilizare questo tipo di rovescio per gli AE3 (Heraclea è l'unica zecca ad anticipare questa emissione).

La zecca di Roma è la prima in assoluto ad utilizzare il campgate con la leggenda VIRTVS AVGG. Tuttavia non sono noti esemplari di VIRTVS AVGG coniati negli stessi anni in cui la corona di alloro è utilizzata come mintmark. Inoltre, la leggenda del dritto CONSTANTINVS AVG è corretta per le prime emissioni della serie campgate, ma è propria dei ritratti di grandi dimensioni arricchiti da elementi queli elmo e armi. Risulta improprio, quindi, un utilizzo per un semplice ritratto laureato.

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Costantino I, AE3, 318-319, Roma, Officina 2

CONSTA-NTINVS AVG

Capo elmato, busto corazzato rivolto verso destra.

VIRTV-S AVGG

Campgate con sei strati di mattoni,, tre torrette, porte chiuse con sei pannelli, assenza della stella in alto, assenza di elementi decorativi nei blocchi più alti, architettura del tetto curvilinea.

P | R nei campi.

RS in esergo.

RIC VII, --

(Da http://www.beastcoins.com)

Modificato da Nikko
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Riassumendo, la moneta in esame presenta numerosi attributi che contraddicono la politica di coniazione della zecca di Roma sin dal periodo 318-319 :

1) la combinazione di leggenda breve con un tipo di ritratto molto semplice;

2) la combinazione di uno degli ultimi mintmark con una leggenda utilizata anni prima;

3) la presenza di porte aperte senza le usuali lettere P|F nei campi del rovescio;

4) la ribattitura su quella che sembra essere una moneta ufficiale.

Tutti elementi questi che ci portano ad una imitativa molto affascinante.

Considerando che il Follis di Licinio I rientra in una rara emisisone coniata tra il 321 e il 324, si può supporre che la ribattitura sia successiva alla demonetazione della moneta "ospite", e dunque da collocarsi dopo il 324.

Modificato da Nikko
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Ringrazio Nikko per l'interessante argomento che ha trattato e che si rivela numismaticamente importante. Sarebbe bello poter continuare la discussione con eventuali altre monete simili e con il successivo studio delle particolarità. Enrico :)

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DE GREGE EPICURI

Interessantissima la moneta ribattuta e soprattutto la discussione della cronologia. Ho qualche domanda: (1) Perchè ipotizzi che la moneta originaria di Licinio sia quella, effettivamente rara, con corona radiata? Si vedono raggi della corona? Forse sì, anche se dalla foto non è chiaro. I follis con testa laureata non sono per niente rari, invece. (2) Parli di moneta "imitativa" (la ribattitura di Costantino) per le incongruenze cronologiche, che fanno pensare ad un riutilizzo di conii non contemporanei, o all'imitazione di 2 conii non contemporanei, o anche per gli aspetti stilistici? Questi ultimi, a parte il problema delle porte chiuse o aperte e del numero di torrette, mi sembrano abbastanza ortodossi: il ritratto di Costantino è decisamente classico, ed anche i caratteri della legenda, sia al D. che al R. Certo, la porta del campo sembra in via di crollo...ma forse perchè la moneta è stata riconiata a freddo.

Modificato da gpittini
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Ciao Gianfranco,

cercherò di rispondere alle tue domande come meglio posso.

1) La moneta "ospite" non può non essere quella con la corona radiata in quanto il marchio nel campo destro "X sopra II Episemon" (indicante la svalutazione di questi Follis da 25 a 12,5 denari) è previsto solo in combinazione con quel tipo di ritratto (cfr RIC VII Heraclea 52, RIC VII Nicomedia 44, RIC VII Cyzicus 15, RIC VII Antioch 35, RIC VII Alexandria 28, RIC VII Alexandria 32).

2) Parlo di moneta imitativa non solo per via di tutte queste incongruenze cronologiche che oltretutto mi portano a pensare che forse per la realizzazione dei coni per la ribattitura siano stati utilizzati come modelli più di una moneta ufficiale. Stlisticamente, come tu giustamente osservi, potrebbe rientrare nei canoni di una coniazione ufficiale (anche se lo stile delle lettere messo a confronto con le emisisoni regolari appare incerto), ma ciò lo riconduco al fatto che i coni possano essere stai realizzati da mani esperte forse "interne" alla zecca. Ultimo elemento, a mio parere molto importante, è il fatto che quei Follis di Licinio I non contengono argento mentre i VIRTVS AVGG ne hanno ancora all'incirca il 2%; converrai con me dunque che una moneta ufficiale non poteva essere ribattuto su un tondello con una errata percentuale di argento.

Modificato da Nikko
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Interessante discussione e moneta. Ma vorrei chiedre a Nikko perchè usa le parole inglesi mintmark e campgate per segno di zecca e porta di accampamento. In italiano è più lungo, ma decisamente più comprensibile!

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Perchè "mintmark" e "campgate" sono paradossalmente più comuni nell'uso di "segno di zecca" e "porta di accampamento"....volendo poi fare i puristi avrei dovuto usare l'espressione "castrorum ianua" !! :D

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La storiografia tardo antica prodotta in Italia e ancor peggio gli studi numismatici condotti in Italia sul basso impero sono talmente sporadici, inprecisi, spesso arretrati che si arriva ad adottare la terminologia tecnica anglosassone, ben più dinamica, accessibile, assai meno accademica...dispiace ma è così

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Non credo che la mancanza o la scarsità o l'imprecisione degli studi siano dovuti a colpe linguistiche. Per cui permettetemi di restare ancorato alla mia idea, segno di zecca non mintmark!

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A quanto pare la ribattitura non suscita molto interesse...ma mi rendo anche conto che non è semplice approfondire ulteriormente la cosa.

Vorrei allora ampliare il discorso al Follis di Licinio su cui è stata ribattuta ed in particolare alla caratteristica del capo radiato che come già abbiamo detto è piuttosto raro.

Gli elementi decorativi del capo venivano utilizzati per definire la dignità e lo stato regale. Esemplare in tal senso è appunto la serie IOVI CONSERVATORI con X II Episemon al rovescio, emessa, come ho già detto, tra il 321 e il 324 da Licinio I nelle zecche di Cyzicus, Heraclea, Nicomedia, Alessandria e Antiochia. Su queste monete, Costantino I, Licinio I e Martiniano sono rappresentati col capo radiato a sottolinearne lo stato di Augusti. Il Cesare "senior" Licinio II è invece elmato. Infine abbiamo un gradino più in basso i Cesari novelli Costantino II e Crispo semplicemente laureati. Licinio I, difatti, fu fortemente contrario alla elevazione al rango di Cesari dei figli di Costantino.

Bisogna però anche aggiugere che nelle emisisoni ordinarie col Sol di Costantino I e lo Iovi di Licinio I, tipologie particolari di busti erano per lo più utilizzate per indicare eventi speciali piuttosto che la "posizione in classifica" (avrei qui potuto utilizzare il termine inglese "rank" ma qualcuno avrebbe potuto prendersela a male).

In allegato un esemplare a nome di Costantino I della zecca di Antiochia.

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Nikko la tua moneta è molto più interessante di quanto apparentemente possa sembrare.

Ho letto la tua analisi e credo che tu ci sia arrivato facendo già numerosi studi; vorrei però aggiungere un'ipotesi che tu non hai menzionato e che mi piacerebbe poter prendere in esame insieme a te che puoi verificare direttamente sul tondello.

Trattandosi di un Costantino coniato su un Licinio I non potrebbe trattarsi semplicemente di un riconio eseguito nel periodo (o successivamente) in cui i due erano in guerra fra loro (324 d.C.)?

Lo stile del Costantino non mi sembrerebbe "imitativo" ma semplicemente "sbavato" a seguito dell'obliterazione di un tondello già coniato. Per avvalorare questa mia affermazione ti domando: che utilità poteva avere riconiare un tondello ufficiale (e aggiungerei in corso) con un tipo imitativo?

se la mia teoria fosse possibile la tua moneta sarebbe una chiara testimonianza del passaggio di potere dell'intero impero nelle mani di Costantino alla fine del 324 d.C....

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Salve Centurione

le tue teorie sono giuste e già le avevo fatte mie quando si trattò di capire se fosse una coniaziane ufficiale o meno.

Come già scritto nel mio primo intervento la moneta a mio parere è stata coniata dopo il 324 sfruttando un tondello che ormai - dopo la sconfitta di Licinio - aveva perso il prorpio valore come moneta.

Ampliando il discorso, nel periodo Costantiniano questi tondelli demonetizzati potevano tornare spesso utili e costituivano, per l'appunto, un perfetto veicolo per riconii non ufficiali.

Con i rapidi cambiamenti della denominazione e delle caratteristiche delle coniazioni in bronzo a partire dalla riforma di Costantino fino alla fine dell'Impero, una certa quantità di monete in bronzo provenienti dalle zecche ufficiali venivano, in modo non ufficiale, riconiate ai fini del commercio in molte aree dell?impero quando c'era abbondanza di monete che improvvisamente avevano perso il proprio valore.

Per me, la moneta in questione rientra in questo ambito.

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DE GREGE EPICURI

Devo dire che si vedono molti o moltissimi radiati di Diocleziano, Massimiano e Costanzo Cloro, ma naturalmente "pre-riforma" e quindi sostanzialmente equiparabili ai precedenti antoniniani, benchè non tutti abbiano in esergo XXI.Non avevo invece mai visto radiati di Costantino e di Licinio,che sono evidentemente post-riforma, ed ho qualche domanda. Sono semplicemente NC o decisamente R? Tradotto in RIC, quante R hanno? Tu dici che a volte si riferivano ad eventi particolari, ma si sa quali?

E non potrebbero avere invece un qualche significato metrologico, piuttosto che celebrativo o relativo alla posizione gerarchica?

Quanto invece al riconio, mi sembrano assolutamente convincenti le considerazioni tue e di Centurione Amico.

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Ciao Gianfranco

Questi radiati sono certamente post-riforma ma coniati a partire dal 321 e credo che siano da distinguersi dai radiati post-riforma del periodo tretarchico. Che io sappia esiste anche un rarissimo radiato post-riforma "tretarchico" di Costantino I da Cesare che vidi tempo fa sul FAC.

la moneta che ho allegato è classificata come R4...che se non è proprio R4, direi R2.

Il riferimento alla posizione gerarchica è riportato nel RIC che fa specifica menzione di questa emisisone. Sgli eventi speciali non so risponderti, purtroppo su questo punto il RIC è molto generico (si tratta di una nota a piè pagina).

Come te anche io mi sono chiesto se ci fosse qualche altro significato e difatti confidavo in qualche amico del Forum :)

Sul riconio, io e Centurione siamo arrivati quasi alle stesse conclusioni; aspettiamo una sua suo nuovo intervento vediamo se approdiamo ad altro ;)

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Sul riconio, io e Centurione siamo arrivati quasi alle stesse conclusioni; aspettiamo una sua suo nuovo intervento vediamo se approdiamo ad altro ;)

Sostanzialmente il mio pensiero è in linea con il tuo fatta eccezione per quella parte dove tu fai riferimento ad un riconio "imitativo" che continua a non vedermi d'accordo. Infatti solitamente per "imitativi" si intendono quei conii sostanzialmente di stile crudo e chiaramente differente da quello ufficiale. Questo non mi sembra uno di quei casi. Ma restando sull'idea del riconio per reimmettere in circolazione una moneta di Licinio e, facendo tiferimento al follis con porte aperte e legenda VIRTV-S AVGG coniato a Roma dallo stesso Licinio, mi vien da pensare che in tutta fretta la zecca di Roma abbia utilizzato per il rovescio un vecchio conio destinato alla monetazione di Licinio, non esistendo tipologie analoghe per Costantino.

Dunque sembrerebbe che la zecca si sia arrangiata con i coni di cui disponeva per recuperare tempo...

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Personalmente credo che la riconiazione di monete ritirate ai tempi di Costantino non fosse una pratica comune. In questo caso sia le lettere che il resto mi sembrano, seguendo Centurioneamico, del tutto normali e quindi appartenenti a un'emissione ufficiale. La moneta è indubbiamente interessante.

Non mi risultano demonetizzazioni delle monete di Licinio dpo la sua sconfitta. E questo perchè nei ripostigli interrati successivamente continuano ad essere presenti monete di Licinio (a Dokic-Do interrato nel 334-335 c'erano centinaia di esemplari di Licinio padre e Licinio figlio). Tuttavia aspetto maggiori particolari da Nikko che potrebbero essere a me sconosciuti.

Per quanto riguarda la rarità dei follis radiati di Licinio I, personalmente non li trovo particolarmente rari. Il RIC nello stabilire le rarità usa criteri non del tutto corrispondenti alla realtà. Alcune monete classificate R4 o R5 sono relativamente comuni, altre segnalate C non si trovano (ad esempio la fenice su pira di Costante per la zecca di Aquileia segnata C dal RIC VIII di cui ho visto un solo esemplare!).

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Non mi risultano demonetizzazioni delle monete di Licinio dpo la sua sconfitta. E questo perchè nei ripostigli interrati successivamente continuano ad essere presenti monete di Licinio (a Dokic-Do interrato nel 334-335 c'erano centinaia di esemplari di Licinio padre e Licinio figlio). Tuttavia aspetto maggiori particolari da Nikko che potrebbero essere a me sconosciuti.

Concordo, infatti la moneta è molto interessante proprio perchè inusuale.

Si potrebbe ipotizzare la volontà di mettere in circolazione un certo quantitativo di monete di Licinio ancora "nuove" e mai uscite dalla zecca (quella di origine che potrebbe dunque anche non essere Roma) dopo la sua sconfitta.

Ovviamente sarebbe stato controproducente immettere monete nuove riportanti ancora il vecchio imperatore e, di conseguenza, si è reso necessario riconiarle in tutta fretta cambiandone i tipi. Sempre per la stessa urgenza, sono stati utilizzati i coni disponibili e fra questi forse anche il rovescio utilizzato precedentemente per le monete di Licinio.

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Signori devo dissentire con voi su alcuni punti.

Prima di tutto farei un distinguo tra "imitativa barbarica" che risultano, come diceva Centurione, di stile più o meno crudo (si va da monete estremamanete simili alle originali a monete dove la leggenda è sostituita da puntini e piccole linee); abbiamo poi le "imitative contemporanee" che presentano leggende regolari e sono praticamente i falsi antichi...come nel caso di questa moneta.

Ribadisco, non credo si tratti di un prodotto ufficiale di zecca ( se lo fosse sarebbe un pezzo nitevole). NON può essere stato utilizzato dalla zecca di Roma per il rovescio un conio di Licinio I perchè semplicemente quel conio non dovrebbe esistere!! Ad oggi non ci sono ritrovamenti di VIRTVS AVGG sia di Costantino che di Licinio con esergo R corona di allora T. Oltretutto, come già rispondevo a Gpittini, non credo che la zecca avrebbe coniato su un Follis privo di argento, una moneta che avrebbe dovuto averne il 2%.

Il fatto poi che siano state ritrovate monete di Licinio in anni successivi alla morte di questo, non significa che non siano state demonetizzate ma semplicemnte che non sono state ritirate dalla circolazione. Infatti, io non sostengo che siano state demonetizzate, ritirate dalle autorità ed infine riconiate dalla zecca come affermi tu nel messaggo precendente. Del resto è anche possibile che nonostante la demonetazione ufficiale, in alcune aree dell Impero si siano continuate ad utilizzare anche queste monete.

Arka il discorso sulle rarità del RIC che tu fai non è certo una novità e chiunque collezioni queste monete lo sa benissimo; la rarità per me la fanno le apparizioni sul mercato e non mi sembra che quella particolare emisisone si riesca a vedere facilmente.

Modificato da Nikko
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Dunque ti riferisci ad un falso d'epoca... bene, assodato ciò allora ti rinnovo la domanda precedente: che scopo doveva avere riconiare una moneta ufficiale con un conio "falsificato"? Dov'è il guadagno per il falsario? Certo è diverso quando si producevano i famosi radiati imitativi per Claudio II, Gallieno o Tetrico usando come tondelli le frazioni ricavate da tondelli ufficiali. In quel caso il falsario guadagnava sulla quantità, da una moneta ne ricavava 2 o più.

Tutt'ora non sappiamo se queste monete imitative erano effettivamente dei falsi (troppo brutti a mio parere) o delle monete di emergenza causa carenza di monetato in quelle zone (vedi anche denari del limes) ma non è questo il caso. Qui mi pare proprio si possa intravedere la volontà di eliminare il vecchio tipo per sostituirlo con uno nuovo. Laddove vi era una carenza di moneta è assodato che veniva universalmente accettata ogni tipo di monete, da quella fusa a quella frazionata. Duque perchè riconiare un vecchio tondello di Licinio?

Il fatto che non esistono riferimenti a conii di rovescio come questo non vuol certamente significare che non siano mai esistiti ;)

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Probabilmente perchè non c'era carenza di moneta ma semplicemente era intenzione del "falsario" rendere utilizzabili ( e quindi guadagnarci) monete che non erano più accettate. Del resto all'epoca bastava vedere l'effige dell'Imperatore, non credo che i comuni cittadini andassero a controllare se quel segno di zecca o quella leggenda fossero o meno regolari.

Certo non è detto che non siano mai esistiti ma credo che sia altamente improbabile che un conio di cui non abiamo tracce possa comparire proprio su questa moneta ad oggi unica.

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Probabilmente perchè non c'era carenza di moneta ma semplicemente era intenzione del "falsario" rendere utilizzabili ( e quindi guadagnarci) monete che non erano più accettate.

Su questo punto mi ricollego a quanto detto precedentemente da Arka PD

Non mi risultano demonetizzazioni delle monete di Licinio dpo la sua sconfitta. E questo perchè nei ripostigli interrati successivamente continuano ad essere presenti monete di Licinio (a Dokic-Do interrato nel 334-335 c'erano centinaia di esemplari di Licinio padre e Licinio figlio).

Mentre per le monete di Nerone (condannato da damnatio come sappiamo) conosciamo molti esempi di monete contromarcate o semplicemente "incise" per apporre la damnatio alla moneta e renderla pertanto ancora circolabile (di fatto non vi è documento che attesti l'effettiva uscita dal mercato delle monete coniate dai dannati ma la contromarca stabiliva ufficialmente che quella moneta poteva tranquillamente essere accettata), per Licinio I troviamo, nei tanti ripostigli postumi al 324, monete non contromarcate o comunque da non considerarsi fuori corso. Se la tua ipotesi fosse veritiera ci troveremmo di fronte ad un documento molto importante ed unico sulla circolazione monetaria del basso impero, periodo in cui l'effige inizia a perdere il valore mantenuto per l'alto impero.

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