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Scudi "mozzi" in un documento del 1541


Risposte migliori

Ciao a tutti, sto traducendo le parti "numismatiche" di alcuni documenti del XVI-XVII secolo riguardanti i registri delle spese per la costruzione ed il mantenimento dell'organo del Duomo di Urbino, custoditi presso l'archivio del Duomo stesso.

Tra questi mi rimane un dubbio sul più antico, del 1541, relativo alla raccolta dei fondi per la costruzione (si presume la prima) dell'organo stesso, con tanto di ricevuta finale da parte del costruttore ("fabricator").

La somma in ballo è di duecento scudi, definiti MOZZI, e proprio di questa definizione non sono riuscito a trovare riferimenti. C'è qualcuno che ne sa qualcosa in più ??

Ipotizzo che si faccia riferimento a qualche riforma monetaria che avesse rettificato il valore dello scudo, ma non ho trovato niente in merito.

Allego due "stralci" del documento, il primo relativo alla raccolta dei fondi; scudi, indicati da una "S" minuscola che appare simile ad una "delta", venticinque mozzi dalla comunità, ossia da offerte varie (la cifra è poi riportata in scudi 25 e bolognini 0 per la somma in colonna):

raccoltafondi1541.jpg

e poi, in calce al documento, la ricevuta dei "ducenti scudi" (mozi, manca una z) raccolti in totale, da parte di tale Vincenzio, fabricator de organi:

ricevuta.jpg

Attendo eventuali considerazioni.

Ciao, RCAMIL.

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In questo libro digitalizzato, pag. 237 del libro (pag. 255 digitale)

facendo rif. ad un atto notarile della Fam. Maffei di Macerata Feltria

si parla di "scudi 100 mozzi".

Può essere un indizio?

http://books.google.com/books?id=9ScTAAAAQ...t#PRA2-PA255,M1

Tale definizione viene riportata anche in altre pagine.

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In questo libro digitalizzato, pag. 237 del libro (pag. 255 digitale)

facendo rif. ad un atto notarile della Fam. Maffei di Macerata Feltria

si parla di "scudi 100 mozzi".

Può essere un indizio?

Grazie, indubbiamente il riferimento è lo stesso, non fosse altro che si tratta di un periodo di poco successivo al documento sopra, e della medesima area (siamo sempre in provincia di PU ;)) .

Ho trovato anche altri riferimenti agli scudi mozzi in altri libri d'epoca su google books, ma manca una spiegazione al termine :(

Ciao, RCAMIL.

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Se cerchi il testo La repubblica di San Marino sue monete medaglie decorazioni, nelle pagg. 14-15 viene detto che:

Le monete estere che ebbero corso nella Repubblica di San Marino e che sono riferite negli Statuti del 1600 erano: [...] Lo scudo mozzo, detto anche scudo vecchio, valeva ottantaquattro bolognini ossia quattro lire e quattro bolognini. Fu ragguagliato a baiocchi settantotto e denari nove di moneta papale.

Non so se il caso e' simile, ma a Venezia il ducato mozzo era quello -in argento- che valeva 120 soldi, mentre il corrente ne valeva 124 (RIN vol.20, 1907, pag 455).

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Grazie avg ;)

Interessante riferimento dato che la Repubblica di S.Marino era confinante con il Ducato di Urbino, e non avendo moneta propria, era possibile che nei due territori circolassero le stesse monete.

Il caso specifico del mio documento riporta il valore dello scudo in 60 bolognini (ossia 20 grossi), però è plausibile che il termine "mozzo" sia comunque traducibile "di vecchio conio".

Acquistano così un significato il fatto che nel periodo di Guidubaldo II (1538-1574) ci fossero monete denominate bolognini vecchi e bolognini nuovi :rolleyes:

Ciao, RCAMIL.

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Grazie avg ;)

Interessante riferimento dato che la Repubblica di S.Marino era confinante con il Ducato di Urbino, e non avendo moneta propria, era possibile che nei due territori circolassero le stesse monete.

Il caso specifico del mio documento riporta il valore dello scudo in 60 bolognini (ossia 20 grossi), però è plausibile che il termine "mozzo" sia comunque traducibile "di vecchio conio".

Acquistano così un significato il fatto che nel periodo di Guidubaldo II (1538-1574) ci fossero monete denominate bolognini vecchi e bolognini nuovi :rolleyes:

Ciao, RCAMIL.

Ho trovato una copia della "Nuova Raccolta delle Monete e Zecche d'Italia di Guido Antonio Zanetti - tomo 1"

che sembrerebbe confermare la cosa, già in periodo precedente a quello da te ipotizzato. (vedi pagg. 62 e segg.)

Allego link con file in formato PDF.

http://books.google.com/books?id=NBEUAAAAQ...result#PPA62,M1

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Grazie miroita, ci stiamo avvicinando, Gubbio era sempre una zecca del Ducato di Urbino per cui il riferimento è con tutta probabilità alla stessa riforma.

Chissà che non si trovi anche il tomo che narra della zecca di Urbino, ho visto che l'opera è rimasta incompiuta per la scomparsa dell'autore (mancano le monografie su Bologna e Milano), ma sono comunque stati pubblicati 5 tomi (1775, 1779, 1783, 1786 e 1789)... ;)

Ciao, RCAMIL.

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Grazie avg ;)

Interessante riferimento dato che la Repubblica di S.Marino era confinante con il Ducato di Urbino, e non avendo moneta propria, era possibile che nei due territori circolassero le stesse monete.

Il caso specifico del mio documento riporta il valore dello scudo in 60 bolognini (ossia 20 grossi), però è plausibile che il termine "mozzo" sia comunque traducibile "di vecchio conio".

Acquistano così un significato il fatto che nel periodo di Guidubaldo II (1538-1574) ci fossero monete denominate bolognini vecchi e bolognini nuovi :rolleyes:

Ciao, RCAMIL.

Ho trovato una copia della "Nuova Raccolta delle Monete e Zecche d'Italia di Guido Antonio Zanetti - tomo 1"

che sembrerebbe confermare la cosa, già in periodo precedente a quello da te ipotizzato. (vedi pagg. 62 e segg.)

Allego link con file in formato PDF.

http://books.google.com/books?id=NBEUAAAAQ...result#PPA62,M1

A pag. 452 di questo testo si parla degli scudi mozzi/mancanti/tronchi.

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Vedo avg, grazie.

Giustamente all'epoca Pesaro era la dimora prediletta dei duchi Della Rovere, che ne avevano fatto la loro dimora stabile, probabilmente non occorre il tomo su Urbino... ;)

Si parla di scudi mozzi, mancanti o tronchi, ma il controvalore in grossi è sempre 20, per cui come giustamente scrive lo Zanetti sono chiamati così "per non so qual motivo" :rolleyes: .Probabile a questo punto sia solamente un modi di indicare la "moneta ideale", da distinguere dallo scudo d'oro (realmente coniato e del valore di grossi 22, ossia 1,1 scudo mozzo).

Ciao, RCAMIL.

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Non potrebbe essere un riferimento a qualche particolare del disegno?

Per quel che riguarda il Ducato di Urbino lo scudo da 20 grossi era moneta "ideale", coniata per la prima (e ultima) volta solo da Francesco Maria II, quasi un secolo dopo il documento di cui sopra ;)

Ciao, RCAMIL.

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