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andreaebasta

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AR Didrachmon um 440 (7.72 g, 11 h). (retrograd) Kopf der Sirene Parthenope n. r., das schlicht gekämmte Haar mit einem dünnen Haarband gehalten. Perlkreis und dünner Linienkreis. Rs. ... (retrograd) Männerköpfiger Stier n. r. stehend, darunter Kammmuschel. Cf. Rutter 12 (gleicher Vs.-Stempel); cf. Weber coll. 320 (gleicher Vs.-Stempel); HN Italy 546. Von grosser Seltenheit, unpublizierte Variante. Teilweise etwas flau ausgeprägt, Vs. Doppelschlag. Sehr schön.

Eine der frühesten Emissionen der reichen Münzprägung von Neapolis, die um 450 einsetzte. Der Kopf der Parthenope und der Stier mit Männerkopf bleiben bis zur Mitte des 3. Jhs die ständigen Münztypen der Stadt.

QUESTO è CIò CHE COMPARE SULL'ULTIMO CATALOGO D'ASTA LHS 103, COMMENTI?

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Il Rutter 12 ha la conchiglia nell'esergo e non tra le gambe del toro dove ha le lettere TES retrograde. E poi se è brutto l'esemplare LHS, quello illustrato da Rutter è ancora peggio. Invece il HN 546 è un altro conio e l'esemplare della collezione Weber ha lo stesso dritto, ma il toro del rovescio è rivolto a sinistra. A mio parere i primi tipi della zecca di Neapolis sono estremamente rari e alcuni molto affascinanti.

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Vedi Numa Numa che cos'è la numismatica... Parlando di un sesterzio normale mi sono preso parole perchè denigravo un pezzo di storia, qui mi prendo parole (qui bonariamente) perchè l'ho troppo esaltato... Eppure questo didramma lo trovo bellissimo e il sesterzio lo trovo brutto. E la spiegazione èsemplicissima. I sesterzi di Antonino Pio sono comunissimi e pretendere un po' di qualità è doveroso, mentre qui parliamo del miglior esemplare da me visto. Sbaglierò..?

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Eppure questo didramma lo trovo bellissimo e il sesterzio lo trovo brutto. E la spiegazione èsemplicissima. I sesterzi di Antonino Pio sono comunissimi e pretendere un po' di qualità è doveroso, mentre qui parliamo del miglior esemplare da me visto. Sbaglierò..?

Concordo pienamente con te.

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Esprimere un giudizio in merito ad una moneta basandosi esclusivamente sul fattore stilistico è operazione molto rischiosa. Nel caso della moneta postata, in particolare, eviterei giudizi “assoluti” che peraltro esulano dalle regole dettate dalla normale correttezza metodologica. Espressioni del tipo “è innegabile che la moneta illustrata sopra e' proprio bruttina (almeno al diritto)” hanno puro carattere di soggettività e, soprattutto, andrebbero sempre valutate in rapporto al contesto in cui una determinata moneta si colloca.

Nel caso dell’esemplare di Neapolis postato, mi sembra che l’esecuzione stilistica, per quanto non propriamente “plastica”, risulti invece alquanto accurata. L’occhio di grandi dimensioni, le labbra carnose, il naso pronunciato possono conferire alla testa femminile un aspetto forse poco “attraente” secondo canoni moderni, ma proprio in queste caratteristiche si estrinseca tutta la bellezza e l’originalità del pezzo, che si inserisce con pregnanza all’interno della prima fase dell’attività monetaria di Neapolis. Ed è significativo che tutto il I gruppo Rutter (ca. 450-430 a.C.) si caratterizzi per tipi del D/ con caratteristiche simili a quelle dell’esemplare in oggetto, testimoniando, probabilmente, una fisionomia femminile in voga presso l’ambiente partenopeo e non necessariamente di scarso pregio artistico.

Anche a Crotone, tanto per citare qualche caso, il tipo del tripode talora si discosta “negativamente” dall’usuale prassi stilistica, come mostrano alcuni esemplari (postati di seguito), seppur rari. Tuttavia affidare il loro giudizio esclusivamente alla qualità dell’esecuzione (e dubito che una zecca si sarebbe servita di incisori di scarsa qualità) non solo è riduttivo, ma rischia di non cogliere a pieno il vero “valore” del documento monetale.

00057q00.jpg

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Per quanto riguarda lo stile e l'estetica condivido quanto scrive l'amico Dracma. Relativamente allo stato di conservazione, a mio avviso, questa moneta è ben conservata per il tipo.

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Esprimere un giudizio in merito ad una moneta basandosi esclusivamente sul fattore stilistico è operazione molto rischiosa. Nel caso della moneta postata, in particolare, eviterei giudizi “assoluti” che peraltro esulano dalle regole dettate dalla normale correttezza metodologica. Espressioni del tipo “è innegabile che la moneta illustrata sopra e' proprio bruttina (almeno al diritto)” hanno puro carattere di soggettività e, soprattutto, andrebbero sempre valutate in rapporto al contesto in cui una determinata moneta si colloca.

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Dracma,

qui lo stile non c'entra nulla. Anzi a rigore, essendo un pezzo di lata epoca e provenendo da una zecca di ottima valenza, non puo' "non" essere elevata ed accurata nei particolari.

Nessuno mette in dubbio questo.

In questa discussione mi stavo mettendo i panni del collezionista che esprime un proprio (insindacabile, visto che parliamo di valori estetici personali) giudizio in merito alla bellezza e alla conservazione della moneta.

Nulla, ripeto, a che vedere ne' con l'analisi artistica che il pezzo richiede (alla Rizzo per intenderci),

ne' tantomeno con l'analisi del numismatico da un punto di vista di ricostruzione storica dell'emissione (alla Stazio per intenderci).

E' solo un banale giudizio superficiale che non deve rispettare alcuna correttezza metodologica.

E' scorretto di per se' se vogliamo, ma e' libero e scevro da vincoli oggettivi esprimendo il mero punto di vista di chi lo sostiene

Ergo non c'e' bisogno per nessuno di prendersela e viva il pluralismo :lol:

Che poi, il pezzo sia estremamente raro e in condizioni migliori di questa non si trovi, ne giustifica sicuramente la "caccia" e il valore da parte degli appassionati, ma non puo' fare diventare la moneta ahime' piu' bella...

numa numa

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Beh , proprio in quanto il collezionista esprime un proprio giudizio in merito alla bellezza e alla conservazione della moneta ,espressioni del tipo “è innegabile” andrebbero evitate o usate con le dovute riserve.

Vorrei poi sottolineare che l’esemplare in oggetto, proprio in quanto “variabile non pubblicata”, è un inedito e la cosa non è senza importanza, visto che esso incrementa il numero dei coni di R/ registrati dal Rutter, oltre a rappresentare una nuova (e pertanto inedita) combinazione di coni, da porre probabilmente dopo la n. 12.

Mi sembra inoltre davvero inopportuno l’utilizzo di termini come “caccia” e mi auguro (ma è ovviamente un parere personale) che in futuro che la numismatica non si riduca esclusivamente a queste “battute di caccia” a pezzi rari o inediti.

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Beh , proprio in quanto il collezionista esprime un proprio giudizio in merito alla bellezza e alla conservazione della moneta ,espressioni del tipo “è innegabile” andrebbero evitate o usate con le dovute riserve.

Vorrei poi sottolineare che l’esemplare in oggetto, proprio in quanto “variabile non pubblicata”, è un inedito e la cosa non è senza importanza, visto che esso incrementa il numero dei coni di R/ registrati dal Rutter, oltre a rappresentare una nuova (e pertanto inedita) combinazione di coni, da porre probabilmente dopo la n. 12.

Mi sembra inoltre davvero inopportuno l’utilizzo di termini come “caccia” e mi auguro (ma è ovviamente un parere personale) che in futuro che la numismatica non si riduca esclusivamente a queste “battute di caccia” a pezzi rari o inediti.

Intervengo a fine discussione, proprio perchè volevo conoscere un pò la "qualità" degli interlocutori. Mi sembra che sia stato detto gia tutto, e Dracma in particolari ha saputo mettere quei puntini sulle "i" che avrei volentieri sciorinato io.

Niente...complimenti !

Se devo obiettare qualcosa, dico che mi sarebbe piaciuto un intervento di cid1jazz che non c'è stato, ma comunque credo che la qualità della discussione non ne abbia risentito.

Molto banalmente mi sento di aggiungere: quale collezionista appassionato di monete campane, non la vorrebbe nella propria piccola o grande, ricca o povera collezione, a prescindere dalle (discutibili) opinioni sulla conservazione e sull'estetica?...anche perchè, essendo un unicum (o poco meno) fin'ora, è dura effettuare comparazioni...

Complimenti a tutti

Alla prossima!

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Due pesi due misure

Dracma, forse se non ti disturbera' troppo potrai leggere qualche intervento fatto nelle varie sezioni ove ho tentato di contribuire con qualche riflessione che non si limitasse alle "cacce" ma andasse verso la direzione "piu' costruttiva" indicata.

Gli amici de La MOneta se mi conoscono per un tratto e' per l'insistere sempre e comunque per il consultare la parola scritta, fonti originali, monografie, documenti, manuali e cataloghi, che metto sempre avanti alle piu' facili fonti reperibili sul web.

Nella mia attivita' divulgativa e di ricerca ho contribuito e continuo a contribuire con qualche articolo nelle riviste scientifiche (non CN o PN).

Partecipo anche attivamente ai congressi internazionali di numismatica che si tengono ogni 5 anni (quest'anno e' a Glasgow, anche se nessuno qui ne parla), collaboro anche con una professoressa universitaria italiana ad un bellissimo progetto che vedra' ;la luce il prossimo anno.

Ho organizzato conferenze su temi numismatici monografci alle quali hanno partecipato professori universitari, esperti della SNI, appassionati e collezionisti illuminati.

Credo fermamente che non bisogna avere prevenzioni e mi impongo di rifuggire dalle etichette.

Ma soprattutto, e a mio avviso la cosa piu' importante che ho imparato col tempo e' di riuscire a "sorridere di me stesso" Trovo poco elegante e inopportuno prendersi eccessivamente sul serio . E se un collezionista o anche uno studioso dice "caccia" riesco ancora a capire se lo sta dicendo sorridendo oppure se le sue intenzioni sono veramente rapaci...

il libro del riso e dell'oblio

numa numa

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Numa Numa, non c'è bisogno di esibire il proprio curriculum vitae. Nessuno mette in dubbio la sua professionalità e competenza in ambito numismatico, come memerge dai suoi validi contributi scientifici in merito.

La discussione, incentrata su una moneta di Neapolis, ha semplicemente evidenziato due punti di vista differenti da cui sono scaturiti due diversi approcci metodologici: i due pesi e le due misure di cui lei parlava, appunto. Essi possono forse scontrarsi, dare luogo a discussioni più o meno accese, ma rappresentano sempre un significativo momento di confronto e di dibattito :lol: .

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non riesco a vedere l'immagine della moneta. Tra l'altro anche il collegamento a Lhs-Numismatik sembra scomparso... sono solo io ad avere questo problema?

grazie

stefano

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Numa Numa, non c'è bisogno di esibire il proprio curriculum vitae. Nessuno mette in dubbio la sua professionalità e competenza in ambito numismatico, come memerge dai suoi validi contributi scientifici in merito.

La discussione, incentrata su una moneta di Neapolis, ha semplicemente evidenziato due punti di vista differenti da cui sono scaturiti due diversi approcci metodologici: i due pesi e le due misure di cui lei parlava, appunto. Essi possono forse scontrarsi, dare luogo a discussioni più o meno accese, ma rappresentano sempre un significativo momento di confronto e di dibattito :lol: .

concordo

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  • 2 settimane dopo...
Comunque, nonostante una strenua difesa, ha avuto ragione chi non si è entusiasmato per questo didramma. Infatti è rimasto invenduto.

Ti ringrazio Arca :)

numa numa

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Numa Numa, non c'è bisogno di esibire il proprio curriculum vitae. Nessuno mette in dubbio la sua professionalità e competenza in ambito numismatico, come memerge dai suoi validi contributi scientifici in merito.

La discussione, incentrata su una moneta di Neapolis, ha semplicemente evidenziato due punti di vista differenti da cui sono scaturiti due diversi approcci metodologici: i due pesi e le due misure di cui lei parlava, appunto. Essi possono forse scontrarsi, dare luogo a discussioni più o meno accese, ma rappresentano sempre un significativo momento di confronto e di dibattito :lol: .

concordo

scusate ma non credete che di fronte a certe rarità la conservazione copra una rilevanza marginale? Non parlo dal punto di vista economico, mi riferisco più che altro ad una questione storico-artistica.

Ad esempio, domani crolla il louvre ( B) ) e la gioconda si rovina.... Rimane pur sempre la gioconda: il suo valore storico artistico rimane incontestabile, e ci sarà sempre la stessa fila di persone in coda per ammirarla, Giusto?

Come la vedete?

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scusate ma non credete che di fronte a certe rarità la conservazione copra una rilevanza marginale? Non parlo dal punto di vista economico, mi riferisco più che altro ad una questione storico-artistica.

Ad esempio, domani crolla il louvre ( B) ) e la gioconda si rovina.... Rimane pur sempre la gioconda: il suo valore storico artistico rimane incontestabile, e ci sarà sempre la stessa fila di persone in coda per ammirarla, Giusto?

Come la vedete?

Supposizione interessante..

Beh possiamo provare ad immaginare. Direi che uno dei fattori fonadamentali e' che l'opera, nei particolari importanti non venga deturpata. Ovvero se di un affresco di Giotto ci rimane una testa

(di un gruppo di figure ad esempio..) quella testa puo' avere un'espressivita' cosi forte, emergendo da un contesto intorno mutilato, che addiritttura la sua es[pressivita' puo' uscirne rafforzata, tanto piu' se gia' in partenza era un capolavoro.

Dal passto ci sono pervenuti frammenti come la bocca e parte del naso di una testa di Nefertiti, esposta al Metropolitan , che per i lineamenti sublimi della statua e la finezza di esecuzione quasi non ci fanno rimpiangere la completezza e la perdita del resto. La celeberrima testa della regina conservata a Berlino (mancannte di un occhio) ispira un fascino enorme e non per niente e' diventata un'icona mondiale,

al pari dell a celeberrima maschera di Tu-ankh-Amon, questa invece pervenutaci perfettamente intatta.

Diverso il caso in cui un graffio o uno sfregio deturpante alteri in modo irreparabile la figura, il suo valore (non parlo qui di valore venale, bensi di testimonianza artistica ne verrebbe sicuramente sminuito, conservandosi quello di reperto e di importanze perche' testimonianza di celebre artefice.

numa numa

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scusate ma non credete che di fronte a certe rarità la conservazione copra una rilevanza marginale? Non parlo dal punto di vista economico, mi riferisco più che altro ad una questione storico-artistica.

Ad esempio, domani crolla il louvre ( B) ) e la gioconda si rovina.... Rimane pur sempre la gioconda: il suo valore storico artistico rimane incontestabile, e ci sarà sempre la stessa fila di persone in coda per ammirarla, Giusto?

Come la vedete?

Supposizione interessante..

Beh possiamo provare ad immaginare. Direi che uno dei fattori fonadamentali e' che l'opera, nei particolari importanti non venga deturpata. Ovvero se di un affresco di Giotto ci rimane una testa

(di un gruppo di figure ad esempio..) quella testa puo' avere un'espressivita' cosi forte, emergendo da un contesto intorno mutilato, che addiritttura la sua es[pressivita' puo' uscirne rafforzata, tanto piu' se gia' in partenza era un capolavoro.

Dal passto ci sono pervenuti frammenti come la bocca e parte del naso di una testa di Nefertiti, esposta al Metropolitan , che per i lineamenti sublimi della statua e la finezza di esecuzione quasi non ci fanno rimpiangere la completezza e la perdita del resto. La celeberrima testa della regina conservata a Berlino (mancannte di un occhio) ispira un fascino enorme e non per niente e' diventata un'icona mondiale,

al pari dell a celeberrima maschera di Tu-ankh-Amon, questa invece pervenutaci perfettamente intatta.

Diverso il caso in cui un graffio o uno sfregio deturpante alteri in modo irreparabile la figura, il suo valore (non parlo qui di valore venale, bensi di testimonianza artistica ne verrebbe sicuramente sminuito, conservandosi quello di reperto e di importanze perche' testimonianza di celebre artefice.

numa numa

mi sembra di capire che anche se con alcune riserve concordi con il mio pensiero...

Ci sarebbe da aggiungere un particolare, che magari è banale ricordare...

vale a dire che c'è di peggio in giro. Mi è capitato personalmente, ad esempio al museo archeologico di napoli, di osservare monete dalla rarità eccessiva ma dallo stato di conservazione che davvero toglie all'occhio tutta la sua parte.

In questo caso mi sembra invece (per carità è sempre una impressione personale) che la moneta sia grossomodo apprezzabile im maniera più che soddisfacente:

- Le fratture sono tutte esterne al campo, eccetto una ad ore 6 al Dritto.

- si notano parecchi difetti imputabili al conio sia al diritto che al rovescio, tra cui anche una doppia battitura al diritto, dunque non credo imputabili alla conservazione.

Certo non la definirei FDC (se fossi daccordo nell'utilizzare il canonico metro di valutazione anche alle classiche),

tuttavia la ritengo assolutamente affascinante, ancor di più per i difetti che si riscontrano.

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mi sembra di capire che anche se con alcune riserve concordi con il mio pensiero...

Ci sarebbe da aggiungere un particolare, che magari è banale ricordare...

vale a dire che c'è di peggio in giro. Mi è capitato personalmente, ad esempio al museo archeologico di napoli, di osservare monete dalla rarità eccessiva ma dallo stato di conservazione che davvero toglie all'occhio tutta la sua parte.

In questo caso mi sembra invece (per carità è sempre una impressione personale) che la moneta sia grossomodo apprezzabile im maniera più che soddisfacente:

- Le fratture sono tutte esterne al campo, eccetto una ad ore 6 al Dritto.

- si notano parecchi difetti imputabili al conio sia al diritto che al rovescio, tra cui anche una doppia battitura al diritto, dunque non credo imputabili alla conservazione.

Certo non la definirei FDC (se fossi daccordo nell'utilizzare il canonico metro di valutazione anche alle classiche),

tuttavia la ritengo assolutamente affascinante, ancor di più per i difetti che si riscontrano.

Farei un doveroso distinguo.

Da un punto di vista di studio della moneta, ovvero piu' propriamente numismatico, la moneta in se, quale che sia la sua conservazione, rappresenta il monumento da studiare e quindi, a meno che non vi siano difetti deturpanti che siano di impedimento o ne rendano difficile la lettura ai fini dell'identificazione e interpretazione, lo studioso non considera lo stato di conservazione del pezzo come rilevante (tranne appunto uno stato che ne pregiudichi la lettura).

Diverso e' l'apprezzamento del pezzo da un punto di vista collezionistico. Ecco perche' studioso e collezionista raramente (e giustificatamente) vanno d'accordo. Il collezionista apprezzera' "soprattutto" l'alta conservazione del pezzo, la mancanza di difetti estrinseci, il bell'aspetto della moneta in se'

(attenzione parlo di conservazione e non di finezza di stile che invece veraa' apprezzata da un'altra categoria di appassionati, ovvero quella degli amanti dell'arte per i quali la moneta e' da considerare soprattutto sotto il profilo artistico (alla Rizzo per intenderci).

Per riassumere mentre quello della moneta come monumento/reperto sara' il profilo archeologico,

quello appunto del numismatico; quello dell'inetgrita' formale - alla filatelico - sara' propria del collezionista; e infine quella del profilo artistico sara' propria dello storico/appassionato d'arte

(chiaramente quest'ultima si addice solo ad alcune categorie di monete, provate ad apprezzare un follaro di Caffa sotto questo profilo.. :D

Ecco, come vedi non e' semplice rispondere in modo univoco ad una domanda del genere ma tutto dipende davvero con quale occhio si guarda una moneta.

numa numa

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Un illustre studioso di numismatica nonché collezionista, quale E. Babelon, affermava che “ la numismatica è la scienza delle monete sotto tutti i loro aspetti e in tutto ciò che le concerne e che loro si riferisce; ossia sotto l’aspetto economico, legislativo, metrologico e artistico, nei loro rapporti con le altre brache della scienza storica ed archeologica come mitologia, epigrafia, iconografia, ……”.

Se ne deduce, come afferma M.C. Mancini, che “la numismatica è la scienza che studia la moneta in maniera dettagliata e complessiva, utilizzando il dato scientifico che la moneta ci fornisce sia nello studio intrinseco del reperto numismatico, e quindi della datazione, della tipologia, della circolazione monetaria, dell’iconografia; ma anche nello studio più ampio di ricostruzione del contesto storico, politico, giuridico, economico, sociale ed artistico di emissione”.

Dall’epoca di Babelon ne è passata di acqua sotto i ponti, ma le sue affermazioni mi pare possano ritenersi ancora sostanzialmente valide, in quanto non isolano il dato numismatico dalle altre discipline (storia, economia, arte, archeologia, epigrafia, ecc.), ma considerano la moneta, in qualsiasi epoca, testimonianza diretta delle dinamiche culturali, socio-economiche e politiche della civiltà che l’ha prodotta.

Pertanto, senza entrare nel merito degli specifici settori disciplinari (storia, numismatica, storia dell’arte, archeologia, collezionismo, ecc.), ritengo che selezionare i criteri di valutazione della moneta in relazione al proprio ambito di interesse sia alquanto limitativo e di nessuna utilità.

Il collezionista che apprezza "soprattutto l'alta conservazione del pezzo, la mancanza di difetti estrinseci, il bell'aspetto della moneta” sembra quasi un uomo che sposa una donna solo perché attirato dalla sua bellezza e non perché possiede anche un po’ di cervello.

In misura analoga, dubito che gli amanti dell’arte si limitino ad apprezzare solo la “finezza di stile” della moneta: chi ha mai ammirato la testa di Arethusa sulle monete sircusane senza chiedersi chi è il soggetto raffigurato o in quale epoca e/o dove è stato realizzato?

E sorvolo su espressioni come l’interesse “della moneta come monumento/reperto sara' il profilo archeologico, quello appunto del numismatico”. Innanzitutto archeologia e numismatica, pur agendo in sinergia, costituiscono due settori (ed anche due insegnamenti) distinti. L’archeologo rinviene una moneta ma nel 90% dei casi è al numismatico che si affida per l’identificazione e la datazione del pezzo e ciò spiega gli strafalcioni che, ahimè, ho spesso verificato nel caso di pubblicazioni di monete da parte di archeologi (non me ne vogliate ma è così). E’ pur vero che le due discipline devono necessariamente integrarsi: la moneta, una volta rinvenuta, deve essere valutata anche in rapporto agli altri reperti che sono stati eventualmente ritrovati in associazione e viceversa, ma questo pone un problema di metodo che non è il caso di affrontare in questa sede (si pensi ai numerosi casi di tombe erroneamente datate in base a monete che, invece, erano da tempo fuori corso).

Infine vorrei ricordare che il dato inerente alla conservazione della moneta interessa non solo al collezionista, ma anche al numismatico. Se il contesto di rinvenimento delle monete è noto (si pensi a molti ripostigli ad esempio), lo stato di conservazione può offrire informazioni preziose riguardo alla velocità di circolazione dei pezzi e alla loro cronologia relativa. Ovviamente per un collezionista una moneta ben conservata (magari anche rara) è più allettante; per una casa d’asta più “facile” da piazzare sul mercato; per un numismatico essa contiene invece altre informazioni. Ma se ci limitiamo all’aspetto commerciale, senza tenere conto degli altri, allora, per cortesia, che non si usi il termine “numismatica”, bensì compravendita…….la numismatica è ben altro.

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Sta di fatto comunque che la compravendita di una moneta che trovo molto interessante, non è andata a buon fine. Non è la rarità che fa il prezzo, piaccia o non piaccia...

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