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Genova - Petachina CIVITAS IANVE


fra crasellame

Risposte migliori

Una moneta genovese che non si vede spessissimo. Ancora meno in buona conservazione ma piuttosto in stati mediocri come questa postata.

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GENOVA, Repubblica (1139-1339), Ag petachina, 1,3 grammi.

D : + CIVITAS: IANVE: S · Castello in cerchio perlinato.

R : + CONRADVS: REX: S: Croce patente in cerchio perlinato.

Rif: B.844; CNI.28,25; Lun.14; MIR.17

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ciao, confesso che mi manca, come tutte quelle della seconda fase della prima monetazione con la scritta CIVITAS. Secondo il Pesce battuta tra il 1252 e 1280, ma forse anche dopo.

In questo ristretto periodo sono riusciti a tirar fuori oltre venti varianti, quindi se non è rara è almeno NC.

La S dopo IANUE è una delle tre sigle conosciute di zecchieri, per questa moneta.

B)

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Più che bella è fascinosa. Come tante sue sorelle medievali.

Aggiungo qualche nota dal sito del Janin.

Ma questo periodo è caratterizzato da un'altra novità: la comparsa di una moneta in mistura, del valore di 6 denari, detta petachina o sesino o mezzo soldo. La denominazione deriva da monete d'oltralpe da un soldo (pataca o patacca) e da mezzo soldo (patachina). Il peso si aggira intorno a 1,3 grammi, il diametro è di circa 19 mm. e il titolo in argento dovrebbe avvicinarsi a 530 ‰.

Questo tipo di moneta fu considerato molto raro dagli esperti, finché nel 1872, a Genova, durante la ricostruzione di una casa nella zona di Via Vallechiara, ne venne ritrovato un notevole quantitativo, assieme a monete dello stesso valore battute a Genova posteriormente (1396 - 1409) durante la signoria del Re di Francia Carlo VI, come vedremo in seguito.

Per quel che ne so a Genova si preferisce dire petachina piuttosto che sesino.

Per quanto riguardo alla rarità penso sia almeno R.

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ciao, confesso che mi manca, come tutte quelle della seconda fase della prima monetazione con la scritta CIVITAS. Secondo il Pesce battuta tra il 1252 e 1280, ma forse anche dopo.

In questo ristretto periodo sono riusciti a tirar fuori oltre venti varianti, quindi se non è rara è almeno NC.

La S dopo IANUE è una delle tre sigle conosciute di zecchieri, per questa moneta.

B)

Stando al Lopez tale datazione va rivista (cioé spostata verso la fine del secolo), ma la questione è ancora discussa. Tra stasera o domattina aggiungo alcune note dal libro del Pesce e dal libercolo del Lopez.

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Riprendo dal catalogo (tratto dal Pesce):

Poichè il "grosso" raggiunge il valore di 2 soldi, vien battuta questa nuova moneta del valore di mezzo soldo, ossia 6 denari ed è pertanto chiamata "Sesino" e corrisponde al valore di un quarto di "grosso".

Ma... possiamo davvero considerarlo un sesino (tenendo conto che si preferisce chiamarla patachina) cioé dal valore di 6 denari ?

Nello stesso libro in una nota della parte scritta dal Felloni troviamo alcune considerazioni interessanti (nota 6, pag 262-263):

Non si può tacere tuttavia che il Corpus qualifica tale moneta anche come sesino, mentre il Desimoni, con maggior cautela, la lascia nell'anonimato. In realtà il nome sesino, che più tardi si assegnerà ai pezzi da denari 6, è quasi certamente errato per la patachina della serie Civitas Ianua. Il confronto coi dati della tabella 2 e con l'intrinseco degli analoghi grossi suggerisce invece per essa un valore unitario di 3 denari.

post-1677-1241082522_thumb.jpg

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In effetti se prendiamo la tabella 2, guardiamo ai grammi d'argento fino non monetato per denaro dal 1252 in poi notiamo un valore di 0,23. Moltiplicando per 6 viene 1,38 grammi di argento fino...

La "patachina" (o petachina che dir si voglia) pesa 1,3 grammi circa ed ha un titolo come detto intorno ai 500-530 millesimi quindi un fino di 0,69 grammi (0,65 se fosse 500 millesimi).

Ecco che i conti tornano... il valore è esattamente di 3 denari.

Volendo potremmo anche divertirci a calcolare il brassaggio secondo la formuletta (3/100xpeso del fino) ed avremmo 0,02 grammi indi argento grezzo per petachina di 0,67 grammi.

PS: tenendo anche conto del metallo mancante, ed ipotizzando un peso maggiore come peso legale non credo si possa arrivare ad un valore di 6 denari. Riaggiungo un altro pezzettino, sfogliando varie aste per ora ho incontrato solo due "sorelle": una nell'asta Christie's del giugno 2003 (poi finita in un listino belga) dal peso ancora inferiore (1,029 gr) anche se in stato B/MB; una seconda in asta da Ghiglione recentemente (asta 41), conservazione BB, ma senza indicazione del peso (ahimé). Un'altra petachina è stata postata da un lamonetiano tempo fa nel catalogo fotografico dal peso di 1 grammo.

http://www.christies.com/LotFinder/lot_det...62-2c9aa0444c8c

http://gallery.lamoneta.it/displayimage.ph...m=424&pos=2

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Hai certamente ragione per cui correggo nel catalogo quella considerazione del Pesce (anche se mi fa un po' effetto, dato lo spessore di quello studioso). Grazie per la segnalazione e sono ben contento di correggere errori, vuol dire che il catalogo è consultato e utilizzato.

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Beh la considerazione è nello stesso libro dove c'è la nota che ho riportato. Sulla monetazione genovese dal 1139 al 1339 ci sono ancora tante incertezze dovute a mancata documentazione, ed infatti si discute ancora sulla datazione del genovino IANVA.

Mi sono dimenticato un'altra petachina apparsa in asta, Varesi 36 (8 giugno 2001), conservazione MB, peso 1,3 grammi.

Chiedo ad incuso di aggiungere l'asta Christie's e la Varesi 36 (Civitas Ianua) nell'elenco delle aste per i relativi passaggi.

Grazie

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Mi sono scaricato e sfogliato i cataloghi di Ghiglione dall'asta 26 (23 Novembre 2000) alla prossima.

A parte la petachina già segnalata nell'asta 41, ne ho trovate ben 3 nell'asta 32 (14 Novembre 2003), ma sempre senza indicazione del peso e di una manca pure la "monofoto" :(

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Mi sono accorto che ne è passata una recentissimamente in asta sul noto sito (120406331281) . Peso 1,2 grammi (tosata).

Quindi, 4 da Ghiglione senza peso, due a 1,3 grammi, una a 1,2 e due a poco più di un grammo. Anche avendo il peso delle 4 andate in asta da Ghiglione è un po' poco ma cmq meglio di niente.

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Continuo la mia chiaccherata in solitaria, aggiungendo che in effetti il corso legale poteva essere di 3 denari, ma probabilmente il suo valore aveva raggiunto sul mercato libero il valore di 6 denari.

In effetti esistevano due mercati valutari, uno libero ed uno ufficiale non sempre coincidenti.

Da qui la lira di moneta buona o "corta" (corso legale) e la lira di moneta corrente o "lunga".

In alcuni atti notarili del 1292, ad esempio, si parla di fiorini genovesi d'oro, "ex illis... qui valent solidos decem Ianue pro quolibet", mentre in altri rogiti dello stesso periodo il fiorino d'oro di Genova è valutato soldi 14.5 o soldi 14.6. L'apparente contraddizione si spiega pensando non a due monete diverse, come qualcuno ha supposto, ma a due quotazioni diverse della stessa moneta effettiva:quella legale di 10 soldi, a cui quel fiorino era stato coniato e doveva continuare a spendersi, e quella commerciale di soldi 14 ed oltre, che esso aveva ormai raggiunto nel mercato libero.

Un bel grattacapo...

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No, non in solitaria, ti seguo sempre con estremo interesse e curiosità. Non ho nulla da replicare per la mia scarsa cultura ma ti ringrazio delle tue ricerche e ragionamenti sempre logici e calzanti che approvo in pieno.

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  • 2 anni dopo...

Mi sembra doveroso riprendere questa discussione perché questa petachina va spostata al XIV secolo come datazione.

Già un'indicazione la dava il fatto che nel ritrovamento di Vallechiara a Genova si siano trovate queste petachine assieme a quelle di Carlo VI (e siamo alla fine del XIV...) oltre al fatto che come tipo di nominale nel XIII è un po' anomalo nonché il fatto che solo sulla petachina appaiano le iniziali degli zecchieri cosa che non si riscontra né sul genovino né sul grosso della serie CIVITAS IANVA.

Tutto è spiegato molto bene da William Day nel suo interessante articolo in cui si esamina anche un altro ritrovamento.

Infine una foto giusto per fare un confronto, un'immagine vale più di mille parole ;)

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