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Quiz 2


caiuspliniussecundus

Un Centurione dell’esercito di Caracalla va a prendere lo stipendio. Lui ha già fatto i conti: gli devono 40 quinari aurei. Invece lo pagano in antoniniani. Quanti antoniniani spettano al centurione???  

27 voti

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Risposte migliori

Facciamo un salto nel tempo di 600 anni... Ma c'era comunque sempre solo l'abaco per fare i conti. Il centurione, alle prese con il nuovo nominale, è un po' incerto.
Ci risentiamo domenica perché sono via per lavoro qualche giorno.

ciao a tutti

Caius
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Complimenti per i sondaggi decisamenete utili, peccato che il casino di settembre abbia fatto perdere gli ultimi aggiornamenti sulle riforme monetarie del manuale "Romane", altrimenti sarebbe stato moolto più facile rispondere.. :D
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ciao ragazzi, come vi dicevo mi ricollegherò dopo domenica pomeriggio, per cui niente anticipazioni!!
Mi spiace che sembrino dei propblemini di scuola, io li odiavo :blink:
però questi mi sembrano tanto divertenti....
Caius
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Pur essendo totalmente digiuno di monetazione Romana ho voluto provare a dare una risposta. Ovviamente mi sono basato unicamente sulla prima impressione e con oni probabilità avrò votato una madormale castroneria. :P :P
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Qui le cose si complicano
....il credito del soldato era pregresso....
.... con la riforma di Caracalla il denario fu ridotto al 40% di argento...
---- l'antoniniano della prima ora, in peso era pari a denari 1,5...
....porca l'oca! Mio nepote mi ha fregato l'elaboratore principale...
...quando lo recupero cerchero di fare il calcolo...
agri
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I manuali sono ripristinati, e la "riforma di Caracalla" può aiutarci a risolvere il caso:
[url="http://www.netwaretcs.com/~lamoneta/manuali/rifcaracalla.html"]Riforma di Caracalla[/url]
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Da quanto ho dedotto, il rapporto tra le monete nella riforma di Caracalla è il seguente.

1 aureo=2 quinari aurei= 12,5 antoniniani = 25 denari=100 sesterzi=400 assi

Pertanto la risposta corretta è 250 antoniniani

Il fatto che il denario contenesse meno argento e che, quanto a peso, fosse da riportare ad un valore di quasi 50 denari per un aureo, è una considerazione ponderometrica , molto corretta, che facciamo noi adesso a posteriori.
Al tempo di Caracalla il sistema era in larga parte forzoso, ovvero i cambi venivano in parte anche forzati ad imposti sulla fiducia (soprattutto se era lo stato a pagare, come nell'esempio del quiz!).
Ad esempio, il dupondio non valeva assolutamente due assi, erano uguali come diametro e peso (salvo la presenza di zinco nell'oricalco), ma il sistema monetario aveva imposto il valore doppio ed era accettato.

Allo stesso modo il rapporto tra denario ed aureo non sembra essersi incrinato fino alle metà del III secolo, nonostante le varie furbate come l'impoverimento di valore intrinseco del denario e l'invenzione di una moneta-truffa come l'antoniniano, che valeva un denario e mezzo ma molto probabilmente fu imposta al doppio di un denario (data la presenza della corona radiata)

Comunque non è questo il campo in cui ci sono delle certezze assolute. Può anche darsi che le fonti e gli autori a riguardo siano discordanti.


Biblio:
- Belloni La moneta Romana, Carocci, pg 261.
- speciale di CN a cura di Fiorenzo Catalli (La monetazione imperiale romana, speciale CN 19, inverno 2002)
- F Catalli Numismatica Greca e Romana, IPZS, pg 62.
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Il quiz del nostro Caius ci fa notare come ancora oggi siano spesso discordanti le teorie dei vari studiosi.
In merito alla soluzione del quiz infatti, io sono fra quelli che aveva risposto "500" e questo perchè i manuali non fanno manno mai riferimento esplicito al rapporto fra i nominali al tempo di Caracalla, fatta eccezione per qualcuno fra cui quelli citati da Caius nel precedente messaggio e "la monetazione imperiale romana" di Picozzi. Secondo quest'ultimo infatti il sistema ponderale ai tempi di Caracalla era mutato per la continua inflazione dovuta forse in parte alla scarsa reperibilità dell'argento di quel periodo. Ai tempi di Settimio infatti il denario conteneva il 60% di fino ed il rapporto fra aureo e denario era rimasto invariato a 1:25 come sotto Augusto. Il rapporto fra i metalli oro e argento fin dai tempi di Augusto era fissato a 1:12.
Dunque secondo Picozzi, con la riforma di Caracalla, Il denario venne svalutato in quanto il suo contenuto di fino aveva ormai raggiunto il 50% e di conseguenza in proporzione valeva quasi la metà del denario neroniano oltre che svalutato sempre del 50% proporzionalmente al nuovo aureo. Per questo motivo, per mantenere costante il rapporto oro-argento a 1:12, secondo il testo di Picozzi, l'aureo doveva valere sotto Caracalla 50 Denari (fino al 50%) contro i 25 (fino al 98%) del periodo augusteo. Scrive sempre Picozzi che "[i]Cassio Dione, nel riferire la relazione 1 aureo=25 denari come vigente al tempo di Augusto, sembra implicitamente ritenere che nel periodo in cui scriveva (tra il 220 e il 230) quella relazione di valore non fosse più valida.[/i]"

Tutto questo per dire che in effetti da quanto scrive Picozzi si evince che il nuovo denario, basandosi il sistema monetario romano sul contenuto intrinseco della moneta, doveva necessariamente valere 1/2 di quello vecchio e quindi 1 aureo= 25 antoniniani =50 denari e la risposta al quiz sarebbe stata "500".
Ma allora, se le due teorie esposte provengono da autorevoli studiosi, e sono così discordanti, quale può essere considerata corretta e soprattutto quale era effettivamente il cambio fra aureo e denario ai tempi di Caracalla? 1 aureo a quanto era cambiato? Se qualcuno avesse a disposizione qualche libro sull'argomento o qualche valida teoria è pregato di intervenire per aiutarci a risolvere questo utile "giallo".

Sempre per evidenziare la contrarietà fra le varie teorie, qualche studioso ritiene che l'antoniniano fosse fatto valere 1 1/2 denario, altri che valesse 2 denari ed altri ancora (Ulrich-Bansa ) che un antoniniano (20% di fino) valesse in realtà 1/2 denario (50%) poichè il contenuto di fino dell'antoniniano era inferiore a quello del denario, avvalorato dal fatto che se l'antoniniano fosse stato ffatto valere più del denario, questo di argento più buono, per la legge di Gresham sarebbe stato tesaurizzato e presto sarebbe sparito...
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L'intervento di Centurione è sacrosanto. Ci sono fonti discordanti in quanto nulla ci viene riferito con chiarezza. Nulla è certo né scontato. I problemi da risolvere sono almeno 2.
1. qual'era il rapporto denario-aureo al tempo di Caracalla (ma anche nei decenni successivi).
2. qual'era il valore dell'antoniniano. E' chiaro che a noi sembra che l'antoniniano debba valere 2 denari, in quanto la corona è radiata, per cui vale la regola del dupondio e del binio aureo. Ma il suo intrinseco era inferiore per cui probabilmente fu una piccola truffa ai danni dei cittadini. Il terzo secolo offrirà esempi molto più lampanti di monete truffa, però gia la svalutazione del denario e la creazione dell'antoniniano pongono le basi per il successivo tracollo del sistema monetario romano. Nei testi che ho citato ci sono considerazioni interessanti, ma non definitive.

E' solo il caso di ricordare che la malafede dimostrata dal governo nel coniare monete poco sane è il primo e inevitabile segno della decadenza di Roma. Mentre l'agonia politica perdurò per altri due secoli, il sistema monetario tracollò miseramente quasi subito, in un vortice di svalutazione ed inflazione, nonostante le riforme dei vari imperatori successivi. Privo di una moneta credibile, l'Impero non poteva risollevarsi.

Caius
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