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IGNORED

[Aiuto] moneta romana


Risposte migliori

Salve a tutti,
ancora una volta nel mio lento percorso di aspirante collezionista vi chiedo un'aiuto.
Si tratta di una moneta in bronzo
peso 21,2 grammi - diametro 36 mm.
In allegato il dritto.

Antonello
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Grazie Euriale!
Ancora una volta è stupefacente la rapidità e la professionalità degli iscritti al forum. :o
Non l'ho ancora ricevuta ma in attesa di tenerla tra le mani posso ora dedicarmi alla raccolta di informazioni.
Comincerò da questa (per me) insolita legenda.
Grazie ancora!
Antonello
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Se può interessare a qualcuno ancora più sprovveduto di me... :)

sesterzio di Augusto
D/ OB/CIVIS/SERVATOS
R/ T QVINCTIVS CRISPIN SVLPIC III VIR AAA FF (in esteso: Titvs QVINCTIVS CRISPINvs SVLPICianvs TriumVIR Aere Argento Auro Flando Feriundo)
(Roma 18 a.C.)

I magistrati preposti nel I secolo a.C. al funzionamento ed al controllo della zecca erano chiamati Tresviri auro argento aere flando feriundo (i tre responsabili di fondere e battere bronzo, argento e oro). Il collegium dei monetieri incaricati della coniazione delle monete per l'anno 18 a.C. era costituito, oltre che da Tito Quinzio Crispino Sulpiciano, da Q. Aelio Lamia e C. Marcius Censorinuus. Ciascuno dei tre battè quindi monete della stessa tipologia che si differenziavano soltanto per il nome del firmatario (il cui titolo ufficiale era Triumvir Aere Argento Auro Flando Feriundo). La ghirlanda sul dritto della moneta allude alla onorificenza che il Senato aveva concesso ad Augusto nel 27 a.C, come Salvatore della patria, in analogia alla medaglia che veniva concessa al soldato che aveva salvato la vita di un commilitone in combattimento. Il Civis della legenda è la forma arcaica di cives, dunque letteralmente il significato della legenda è: per aver salvato dei concittadini.
Nel linguaggio popolare i Tresviri auro argento aere flando feriundo venivano però chiamati Tresviri monetales, poiché la Zecca di stato aveva sede sul Campidoglio , presso il tempio di Giunone Moneta.

Perchè Moneta, cioè Ammonitrice?
Nel 396 a.C. Roma si trovava sotto l’assedio dei Galli di Brenno; sulla cittadella del Campidoglio vi era il tempio dedicato a Giunone, dove venivano allevate delle oche sacre alla dea e, per tale motivo, unici animali superstiti alla fame degli assediati. Una notte, al sopraggiungere dei Galli, le oche cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo. Da quel momento la dea Giunone acquisì l’appellativo di moneta cioè che ammonisce, avverte, in quanto si credeva che avesse essa stessa destato le oche per avvertire dell’arrivo dei Galli. Successivamente, nel 269 a.C., in prossimità del tempio venne edificata la zecca che venne messa proprio sotto la protezione di Giunone Moneta. A quel punto fu il linguaggio popolare ad estendere l’appellativo della Dea dapprima alla zecca e poi a ciò che lì si produceva. La zecca si trovava dove oggi sorge la chiesa di S. Maria in Ara Coeli.
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