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Vendita monete di stato a privati


dabbene

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Ho sempre pensato che lo stato italiano,piuttosto che tenere nei sottoscale e cantine dei vari musei italiani inutilizzate e ammuffite migliaia e migliaia di monete di svariati tipi,per mancanza di fondi e per mancanza di volontà di catalogarle,censirle,esporle,dovrebbe vendere una parte di questi beni a privati con aste pubbliche regolari e con comunque ben individuato il nuovo nominativo per eventuali esposizioni pubbliche e con il ricavato autofinanziarsi per inventariare una piccola parte di questo patrimonio,ovviamente la più significativa e storica di questo,e poi esporlo nei svariati musei italiani affinchè la collettività ne possa usufruire con la visione dello stesso,cosa che attualmente in Italia non accade.Ovviamente ci vorrebbe una legge ad hoc,ma la situazione attuale che si protae nei secoli non serve proprio a nessuno.Cosa ne pensate?

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Ho sempre pensato che lo stato italiano,piuttosto che tenere nei sottoscale e cantine dei vari musei italiani inutilizzate e ammuffite migliaia e migliaia di monete di svariati tipi,per mancanza di fondi e per mancanza di volontà di catalogarle,censirle,esporle,dovrebbe vendere una parte di questi beni a privati con aste pubbliche regolari e con comunque ben individuato il nuovo nominativo per eventuali esposizioni pubbliche e con il ricavato autofinanziarsi per inventariare una piccola parte di questo patrimonio,ovviamente la più significativa e storica di questo,e poi esporlo nei svariati musei italiani affinchè la collettività ne possa usufruire con la visione dello stesso,cosa che attualmente in Italia non accade.Ovviamente ci vorrebbe una legge ad hoc,ma la situazione attuale che si protae nei secoli non serve proprio a nessuno.Cosa ne pensate?

La penso come te, il discorso si dovrebbe allargare poi ai Monti dei Pegni che hanno tesori nei loro forzieri. Certo non sto pensando al cappotto di totò.

lo stesso vale per il tesoro dei (?) Savoia che secondo me è nella piena proprietà dello Stato Italiano oppure dovrebbe pagare le tasse di successione allo Stato ed andare a finire, almeno le cose più interessanti, nei musei. io pagherei volentieri l'ingresso al museo, ma forse il problema è più complicato nella realtà. Si potrebbe sempre fare una legge....o è utopia la mia.

il nocerino

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Credo che questo sia il "problema" della numismatica e anche di alcuni beni archeologici minori;al Museo di Parma(vedi Cronaca Numismatica dicembre 09)sono stati rubati dai cassetti e se sono accorti dopo mesi più di 200 monete romane d'oro importanti.Allora dico,i privati le custodirebbero meglio,e all'accorrenza imprestarle per mostre o esposizioni non sarebbe un problema,sarebbe quasi un vanto.Facciamo un esempio pratico,le più di 4.000 monete dramme padane del ripostiglio di Manerbio,dopo l'esposizione di Santa Giulia,sono ritornate nei sotterranei del Castello Sforzesco di Milano e da lì non usciranno più;ammettiamo di venderle 2.000 sul mercato privato,al prezzo di mercato odierno di 200 euro l'una fanno per loStato 400.000 Euri.Vuoi con questi soldi poi non fare una vetrina ben fatta da mettere nel Museo Archeologico di Milano ,diciamo le 200 più belle e significative,almeno qualcuno le vede e avanzerebbe anche qualcosa per i Musei stessi e le Sovrintendenze.Credo che il compito di un sito di numismatica come questo sia anche quello di promuovere idee,proposte,iniziative,fare dibattito.Penso che lo Stato ,oggi più che mai ha bisogno di soldi,Tremonti docet,i bilanci sono quello che sono,bisogna anche in tutte le cose essere realisti.Mi piacerebbe sentire l'opinione di qualche utente "storico" e del curatore.Grazie.

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Guest utente3487

Credo che questo sia il "problema" della numismatica e anche di alcuni beni archeologici minori;al Museo di Parma(vedi Cronaca Numismatica dicembre 09)sono stati rubati dai cassetti e se sono accorti dopo mesi più di 200 monete romane d'oro importanti.Allora dico,i privati le custodirebbero meglio,e all'accorrenza imprestarle per mostre o esposizioni non sarebbe un problema,sarebbe quasi un vanto.Facciamo un esempio pratico,le più di 4.000 monete dramme padane del ripostiglio di Manerbio,dopo l'esposizione di Santa Giulia,sono ritornate nei sotterranei del Castello Sforzesco di Milano e da lì non usciranno più;ammettiamo di venderle 2.000 sul mercato privato,al prezzo di mercato odierno di 200 euro l'una fanno per loStato 400.000 Euri.Vuoi con questi soldi poi non fare una vetrina ben fatta da mettere nel Museo Archeologico di Milano ,diciamo le 200 più belle e significative,almeno qualcuno le vede e avanzerebbe anche qualcosa per i Musei stessi e le Sovrintendenze.Credo che il compito di un sito di numismatica come questo sia anche quello di promuovere idee,proposte,iniziative,fare dibattito.Penso che lo Stato ,oggi più che mai ha bisogno di soldi,Tremonti docet,i bilanci sono quello che sono,bisogna anche in tutte le cose essere realisti.Mi piacerebbe sentire l'opinione di qualche utente "storico" e del curatore.Grazie.

Personalmente sarei anche d'accordo, ma chi ci dice che tutto il materiale sarebbe ceduto con equità? Mi spiego: non sarebbero alla fine i soliti noti ad accaparrarsi il meglio perchè messi al corrente con discrezione dei pezzi migliori? Finirebbe all'italiana.

Inoltre si corre il rischio di avere brutte sorprese: quante sostituzioni cari miei...

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"Personalmente sarei anche d'accordo, ma chi ci dice che tutto il materiale sarebbe ceduto con equità? Mi spiego: non sarebbero alla fine i soliti noti ad accaparrarsi il meglio perchè messi al corrente con discrezione dei pezzi migliori? Finirebbe all'italiana.

Inoltre si corre il rischio di avere brutte sorprese: quante sostituzioni cari miei... "

Ciao Domenico.

Diciamo che si potrebbero allestire delle aste, la cui attuazione potrebbe essere affidata a case private di sicura reputazione (e sempre sotto la sorveglianza dell'organo pubblico) che assicurerebbero la miglior resa economica del materiale esitato.

Un pò di soldi si recupererebbero certamente, a beneficio del materiale ritenuto più importante e che potrebbe essere, con il ricavato ottenuto dalle aste, adeguatamente esposto e custodito.

Della serie: meglio dieci pezzi importanti valorizzati che cento mediocri abbandonati al loro destino.

M.

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Guest utente3487

"Personalmente sarei anche d'accordo, ma chi ci dice che tutto il materiale sarebbe ceduto con equità? Mi spiego: non sarebbero alla fine i soliti noti ad accaparrarsi il meglio perchè messi al corrente con discrezione dei pezzi migliori? Finirebbe all'italiana.

Inoltre si corre il rischio di avere brutte sorprese: quante sostituzioni cari miei... "

Ciao Domenico.

Diciamo che si potrebbero allestire delle aste, la cui attuazione potrebbe essere affidata a case private di sicura reputazione (e sempre sotto la sorveglianza dell'organo pubblico) che assicurerebbero la miglior resa economica del materiale esitato.

Un pò di soldi si recupererebbero certamente, a beneficio del materiale ritenuto più importante e che potrebbe essere, con il ricavato ottenuto dalle aste, adeguatamente esposto e custodito.

Della serie: meglio dieci pezzi importanti valorizzati che cento mediocri abbandonati al loro destino.

M.

Ciao Michele.

Grande idea la tua....ma ti faccio un esempio pratico: chi deve decidere quali pezzi devono andare in asta? E su quali criteri? Ovvio che le donazioni dovrebbero essere escluse dall'alienazione. E chi dovrebbe individuare le case d'aste? Secondo me si innescherebbe il meccanismo delle consulenze esterne sulle quali i nostri funzionari pubblici si butterebbero a pesce. Insomma, per farla breve, sarebbe un mangia mangia. Ed è un peccato, perchè, lo ripeto, l'idea era ottima.

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"chi deve decidere quali pezzi devono andare in asta? E su quali criteri? "

Ciascun medagliere/soprintendenza valuterà l'importanza del materiale a disposizione. Ad esempio, i doppioni potrebbero essere venduti (tenendo naturalmente in carico il pezzo o i pezzi che si presentano nelle migliori condizioni).

Analoga valutazione potrebbe essere operata con riferimento al materiale "in esubero", ovvero quel materiale in modesta conservazione, di facile reperibilità nei medaglieri pubblici e che non presenta particolari caratteristiche di rarità e pregio.

Quanto sopra giusto per citare un paio di criteri.

Ma si potrebbe fare anche di più. Ad esempio prevedere che l'aggiudicatario delle "monete statali" si impegni a comunicare al medagliere di provenienza qualsiasi ulteriore cambiamento di proprietà della moneta, con ciò consentendo alla Stato di conoscere in ogni momento la collocazione geografica del bene.

Il reperimento della casa d'aste potrebbe avvenire a mezzo di appalto pubblico mediante l'individuazione del partner che oltre ad offrire le migliori condizioni "commerciali" (ad esempio, le commissione più basse per il conferente, l'impegno a realizzare un catalogo elegante a diffusione internazionale, i tempi di pagamento più rapidi ecc.) dia nel contempo garanzie di provata professionalità e correttezza.

I criteri direi che si possono anche trovare; più difficile mi sembra reperire la volontà (politica ed amministrativa) di fare una cosa del genere.

M.

Modificato da bizerba62
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quest'estate sono intervenuto su una discussione su questo forum con un'idea identica alla tua anche se riferita ai beni archeologici in generale

ne riporto due estratti ed il link per chi volesse visionare l'intera discussione!

il poter mettere in vendita oggetti (monete,bronzi,utensili,opere d'arte) ,perdonatemi la parola "seriali" o di modesto valore e tenere invece in bella mostra le opere importanti sarebbe di aiuto più di quanto si possa immaginare.

ho 21 anni e sono appassionato d'arte ed antiquariato in genere,spesso parlo con amici che condividono la stessa passione, ed ogni volta troviamo una ragione in più sul perchè sarebbe giusto che certi oggetti tornassero nella disponibilità di privati...non parlo di bronzi di riace o di intere navi puniche...ma di monete comuni,in bassa conservazione..di anfore rotte,dei loro colli e di pezzi in genere di poco interesse artistico-culturale che nulla hanno da dirci di nuovo sulla storia dei nostri antenati...

siamo tutti collezionisti e sappiamo quanto amore e quanto studio continuo impieghiamo per conservare sempre al meglio i nostri oggetti....non cerdo che si potrebbero trattare con minor cura pezzi del genere...

inoltre se ci pensate bene la vendita di tali pezzi non avrebbe come solo risultato quello di sgomberare i tanti depositi dimenticati...ma anche quello di creare liquidità nelle tasche dei musei....soldi contanti che possono essere spesi per i restauri delle opere che invece DEVONO essere conservate nei musei per garantire la fruibilità delle stesse a chiunque...ma non solo!si possono creare nuovi spazi espositivi per quegli oggetti che non sono in mostra,o migliorare quelli esistenti (vi è mai capitato di andare in piccoli musei di provincia?spesso gli oggetti non hanno neanche i cartellini!!!)...con quei soldi si possono stampare cataloghi (da rivendere...ergo altri soldi) e promuovere iniziative,mostre a tema...e tanto altro ancora!!!

poi l'ideale sarebbe un registro nazionale,in cui vengono ad essere indicati coloro a cui i singoli pezzi sono stati venduti,con l'obbligo nel caso di trasferimento della proprietà sul bene di comunicare al competente ente il passaggio,con laregistrazione del nuovo proprietario....

un regime libero ma regolato,dove la cultura finalmente circola ed entra nelle case di collezionisti e semplici amanti...

scusate se sono stato prolisso,vi sarete già tutti addormentati,ma è un tema che mi sta molto a cuore,ed è bello poterne parlare con chi la pensa allo stesso modo...

RobertoRomano, il 30 agosto 2009, 01:23, ha scritto:

Anche se il materiale museale non esposto(di seconda-terza scelta) venisse messo in vendita,vi immaginate un modo TRASPARENTE nel quale questa cosa potrebbe realizzarsi?Boh!

io ho suggerito un catalogo,se non nazionale almeno uno per ogni museo...in cui ogni reperto viene ad essere numerato,certificato..ma soprattutto dove vengono riportati i dati dell'acquirente,e dove lo stesso e tenuto a dichiarare qualsiasi notizia sulla vita del reperto (es furto,trasferimento di proprietà,distruzione dello stesso)....

libero ma regolato!

ed ecco il link della discussione

è interessante vedere i vari punti che ci accomunano!segno di grande buon senso e di voglia di guardare avanti per una legislazione più semplice ma efficace nella repressione dei veri illeciti che avvengono in campo numismatico!

saluti a tutti!

Modificato da providentiaoptimiprincipis
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Sono perfettamente d'accordo,l'importante è il principio di creare una collaborazione Stato-privato vendita benibasso-medi ai privati con realizzo di fondi per lo Stato e i musei,esposizione per il pubblico di beni medio-alti,un circuito virtuoso che farebbe bene a tuti;e poi far circolare le idee,far circolare le idee............che poi qualcosa rimane attaccato.

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Mi chiedo quando diventeremo un Paese "normale"? Cioè quando noi faremo cose che in altri Paesi fanno quotidianamente? Molti prestigiosi musei vendono beni ai privati, senza che si addensino dei dubbi sulla liceità dell'alienazione. Noi invece siamo ancora fermi al dubbio di Giovenale: Qui custodiet custodes?

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Guest utente3487

Mi chiedo quando diventeremo un Paese "normale"? Cioè quando noi faremo cose che in altri Paesi fanno quotidianamente? Molti prestigiosi musei vendono beni ai privati, senza che si addensino dei dubbi sulla liceità dell'alienazione. Noi invece siamo ancora fermi al dubbio di Giovenale: Qui custodiet custodes?

Forse perchè pochi paesi al mondo hanno una così alta concentrazione di sodalizi criminali che guardano con interesse il grandissimo patrimonio archeologico italiano. Ecco che dunque i problemi da affrontare non sono quelli di paesi che di archelogico hanno ben poco e quindi possono tranquillamente affrontare il problema dal punto di vista legislativo.

Noi siamo un paese di clientelismi vari. Immaginiamoci come starebbero attenti a queste alienazioni Mafia, camorra, sacra corona unita, 'drangheta e anche altre mafie emergenti. Occorre una classe dirigente preparata, attenta e intellettualmente onesta. Altrimenti si fa la fine delle esperienze passate (vedi rifiuti).

Non ci dimentichiamo poi tutto ciò che ruoterebbe intorno a queste alienazioni.

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Ripeto l'importante è il principio ,poi l'aspetto pratico applicativo è chiaro che qualche problema lo può creare;per esempio per la vendita delegare a case d'aste sotto il controllo della Sovrintendenza è una buona idea;qualche volta bisogna essere ottimisti,l'alternativa è rimanere così nei secoli nei secoli;è chiaro poi che dipende non da noi,ma dal legislatore.

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Proposta ottima in linea di principio, su cui sarei pienamente d'accordo se non altro perché segherebbe le gambe al mercato clandestino di piccolo cabotaggio e permetterebbe alle forze dell'ordine di concentrarsi sul contrasto ai grandi predoni.

MA...

Lasciamo stare le difficoltà "implementative" segnalate sopra da elledi. Lasciamo stare anche il fatto che i mercanti d'arte non sarebbero così contenti di un'iniziativa che certamente funzionerebbe da calmiere per il mercato. Prima di tutto, teniamo presente che sarebbe comunque improponibile immettere sul mercato materiale archeologico non debitamente inventariato e catalogato. Mettetevi nei panni degli "addetti ai lavori": nessun curatore o sovrintendente si assumerebbe mai la responsabilità di una cosa del genere. Ed ecco che il serpente si morde la coda...

Quindi secondo me, prima di pensare a vendere e comprare, pensiamo a proporre la collaborazione pubblico-privato per l'inventariazione e la catalogazione dei reperti, non solo numismatici, senza farci prendere dall'ansia del possesso. Iniziative in questo senso, come quella che l'associazione Phalantos sta portando avanti con il Medagliere di Firenze, servono innanzitutto a costruire una buona volta un rapporto di fiducia e rispetto tra accademici, collezionisti e semplici appassionati, che è una premessa indispensabile perché si possa anche solo cominciare a parlare dei passi successivi.

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"Prima di tutto, teniamo presente che sarebbe comunque improponibile immettere sul mercato materiale archeologico non debitamente inventariato e catalogato."

Ciao Paleologo.

Non c'è dubbio che la catalogazione del materiale costituisca una "pre-condizione" di qualunque successiva iniziativa.

Anche perchè se non si conosce la consistenza del materiale "in magazzino" diventa impossibile operare la valutazione di "vendibilità" di cui parlavamo sopra.

Tuttavia comincio a pensare che l'assenza di inventari non sia soltanto una conseguenza delle scarse dotazioni economiche degli enti ma diventi alla lunga un comodo "alibi" che giusifica, all'occorrenza, sottrazioni, manomissioni e..........................chissà che altro.

Il caso più eclatante (quello della Collezione Reale) lo conosciamo grazie al libro del nostro Curatore, ma è evidente a tutti come proprio l'assenza di inventari e cataloghi agevoli (ma vorrei scrivere...incoraggi) la sparizione di materiale.

Qundi, anzicichè invocare l'impossiilità di schedare tutto il medagliere per mancanza di fondi, si potrebbe procedere progressivamente al vaglio di piccoli lotti di materiale e all'esito di queste parziali catalogazioni, proporre per la vendita quanto appaia "in esubero" (nel senso sopra precisato).

Con il ricavato, che dovrebbe essere sottoposto ad uno stretto vincolo di destinazione, in modo che non si dispersa verso altri....canali, si procedrà in primis alla catalogazione del materiale ancora da inventariare e subito dopo alla valorizzazione di quello già catalogato.

La finalità dell'iniziativa sarebbe triplice (come l'alleanza...): da un lato l'autofinanziamento (almeno parziale) dei medaglieri, la progressiva catalogazione del materiale e la valorizzazione e custodia dei beni numismatici più importanti allo scopo di renderli fruibili al pubblico.

A me questa idea sembra tanto la scoperta dell'acqua calda ma tant'è, c'è chi fa dei costosi masters per studiare questi problemi...quindi forse siamo noi che la vediamo troppo semplice. O no?

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62
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Guest utente3487

Caro Michele, hai messo il dito sulla piaga.

Purtroppo ci sono troppi interessi che gravitano intorno a questo mondo e l'inventariazione, anche se si tratta di un lavoro immane, non passa neanche nell'anticamera del cervello della nomenclatura.

Prendiamo ad esempio la CR. Si sono succeduti nel tempo fior di consegnatari, ma tutti quanti hanno preferito dedicarsi ad altre attività, piuttosto che dedicarsi a questa, eppure come schedatura c'era già il Corpus, i cartellini del Re ecc. Insomma, non si partiva ex novo, anche se mi rendo conto che si tratta comunque di un compito arduo, essendo oltre centomila le monete.

Guardiamo però invece le attività extra fatte dai consegnatari nel tempo: libri, conferenze, consulenze ecc ecc (retribuite a parte).

A costo di sembrare noioso, ribadisco che io non vado a allestire il catalogo della collezione di questa o quella banca, quando a casa mia manco ho messo mano alla collezione che ho in carico. Ma si sa, il denaro smuove tutto.

Anche l'episodio di Parma conferma l'approssimazione dei controlli e dell'operato dei consegnatari (curioso che si è dato addosso alla conservatrice del Museo ed altrettanto curioso invece che per la CR si vuol far passare nel dimenticatoio la faccenda).

I nostri musei hanno i magazzini stracolmi di materiale da inventariare, ma nessuno ci mette mano o quasi (ci si sporca, si fatica, non ci sono extra). Sono ormai pochi coloro che hanno l'entusiasmo e la voglia di fare....Per il resto meglio andare in giro per il mondo ad illustrare questo o quell'aspetto studiato attraverso l'esame (esclusivo) della carte e dei documenti che si trovano nei musei. Ci si fa un nome nel mondo accademico ecc ecc.

Personalmente poi ho il terrore di questa classe politica. Che norme partorirebbe? Tipo quelle suggerite dalla Carlucci?

Mah.

Io comincerei a svecchiare la struttura, inserendo nuova linfa, e ne abbiamo tanta in circolazione, prima che vada tutto in malora. Non servono più funzionari di 70 anni ed oltre, meglio che si dedichino ai nipotini e si facciano da parte. A meno che abbiano davvero l'intenzione di trasmettere le loro esperienze ai più giovani, non arroccandosi invece sulle loro posizioni di saccenti.

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Io comincerei a svecchiare la struttura, inserendo nuova linfa, e ne abbiamo tanta in circolazione, prima che vada tutto in malora. Non servono più funzionari di 70 anni ed oltre, meglio che si dedichino ai nipotini e si facciano da parte. A meno che abbiano davvero l'intenzione di trasmettere le loro esperienze ai più giovani, non arroccandosi invece sulle loro posizioni di saccenti.

"Questo non è un paese per giovani" parafrasando il titolo di un film recente... Quello che dici sarebbe auspicabile ma purtroppo è altamente poco probabile che accada (soprattutto in tempi brevi)

Saluti

Simone

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Buon giorno,

meglio, molto meglio, che tutto vada in malora, piuttosto che qualche collezionista

possa, pagando il dovuto, goderne. (mi sembra l'approccio medio da parte degli addetti..)

inoltre sarebbe l'inizio della fine per tutti coloro che rimestano nel torbido...

(mi dispiace essere cattivo a fine anno, ma forse non sono cattivo... disincantato ??)

colgo l'occasione per gli auguri, estesi anche a coloro richiamati nelle righe precedenti.

cordialità

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Guest utente3487

meglio, molto meglio, che tutto vada in malora, piuttosto che qualche collezionista

possa, pagando il dovuto, goderne. (mi sembra l'approccio medio da parte degli addetti..)

Io direi invece.....nel torbido si pesca meglio.....e rende di più.

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Va bene che il mondo è vario ,ma cerchiamo di essere sempre costruttivi,dopo la posizione Stato,la posizione Privati,la posizione collaborazione Stato-Privati,la posizione tutto vada all'inferno....collezionerai anche tu monete o le vedrai da qualche parte.Comunque sempre con simpatia

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Io direi invece.....nel torbido si pesca meglio.....e rende di più.

Giustissimo... e ci pescano tutte le categorie coinvolte: funzionari, mercanti, collezionisti... non dimentichiamolo!

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Guest utente3487

Giustissimo... e ci pescano tutte le categorie coinvolte: funzionari, mercanti, collezionisti... non dimentichiamolo!

E' vero. Purtroppo non abbiamo la mentalità giusta. E' come il non voler pagare le tasse: un male tutto italiano o quasi...

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Forse perchè pochi paesi al mondo hanno una così alta concentrazione di sodalizi criminali che guardano con interesse il grandissimo patrimonio archeologico italiano. Ecco che dunque i problemi da affrontare non sono quelli di paesi che di archelogico hanno ben poco e quindi possono tranquillamente affrontare il problema dal punto di vista legislativo.

Noi siamo un paese di clientelismi vari. Immaginiamoci come starebbero attenti a queste alienazioni Mafia, camorra, sacra corona unita, 'drangheta e anche altre mafie emergenti. Occorre una classe dirigente preparata, attenta e intellettualmente onesta. Altrimenti si fa la fine delle esperienze passate (vedi rifiuti).

Non ci dimentichiamo poi tutto ciò che ruoterebbe intorno a queste alienazioni.

Come darLe torto? Qui in Italia sarebbe quasi impossibile

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Guest utente3487

Non ci dimentichiamo poi tutto ciò che ruoterebbe intorno a queste alienazioni.

Si rischirerebbe di creare due tipi di alienazione:

1. Quella dei pezzi pregiati, da destinare ad una determinata casta

2. Quella degli scarti di magazzino, che nessuno vuole.

Mi sembra di rivedere quello che è successo per la cessione degli immobili dello Stato.

le case di pregio a politici e compagnia cantando a prezzi di favore;

bettole e similari alla massa, ed a prezzi non certo di affezione.

Se sbaglio correggetemi per favore.

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