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Info dal Monetaio


Maregno

Risposte migliori

Ho chiesto a Pino perche se non ricordo male ha studiato proprio queste cose ma sarei gratissimo a chiunque possa darmi info su questa mia osservazione; immagino che si tratti di percentuali e di tipi di metallo diverso, ma vorrei sapere di più, poi magari sono solo delle mie sensazioni ma ho notato che i miei Marenghi mediamente si suddividono in diverse sfumature d'Oro, ad esempio:

Vittorio Rmanuele I giallo marroncino

Carlo Felice giallo chiaro

Carlo Alberto giallo rosa

Vittorio Emanuele II giallo rosa

Umberto I giallo rossiccio

Vittorio Emanuele III non ho ancora capito!

E possibile? E se si perchè? In base a quale criterio?

Modificato da Maregno
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Ciao Maregno.

Io da ignorante in materia direi che per il 90% dipende dall'oro, che non è tutto uguale, dipende dalla miniera dove lo estraevano, e per il restante 10% che solitamente si tratta di una mistura di rame e argento di cui non se ne conoscono le percentuali, e quindi il colore piu rosso avviene quando nella mistura c'è molto rame, e ovviamente il giallo chiaro avviene quando c'è piu argento.

Per esempio ti sei mai chiesto perche i gioielli esistono anche in oro bianco? ;)

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Per esempio ti sei mai chiesto perche i gioielli esistono anche in oro bianco?

Si so che quando l'Oro è bianco è in percentuale pari o inferiore all'Argento, e so anche dell classico esempio che si fà con le Caravelle mi pare del 1964 (correggetemi se sbaglio) le quali sono state coniate con Argento più chiaro che sempre se non ricordo male arrivava dagli Stati Uniti, diciamo che forse le nozioni di base le ho memorizzata, è solo che volevo provare ad approfondire questo discorso: solitamente si tratta di una mistura di rame e argento di cui non se ne conoscono le percentuali, ovviamente qualora ve ne fosse la possibilita ed il merito.

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Salve

Esiste un diagramma di fase, rappresentativo della lega ternaria Au-Ag-Cu (oro-argento-rame), senza entrare nella metallurgia si può dire brevemente che rappresenta le colorazioni delle leghe nella varie percentuali in peso dei tre metalli.

Si possono indicativamente riassumere le principali fasi:

Oro biancastro (60% Ag)

Oro giallo verdastro tenue (40%Ag)

Oro giallo verde (25%Ag)

Oro giallo chiaro (10%Ag)

Oro giallo (quello più comune che siamo abituati a vedere) ha il 20% della lega (sempre in peso) composto da argento e rame (l'uno può prevalere sull'altro)

Oro rosso (10%Cu)

più sale la percentuale di rame (Cu) si hanno fasi di colorazione sempre piu tendenti al rosso (passanti dal rosa fino al rosso rame).

Fasi colorate in bluastro (lega di Fe) e grigiaste (lega di Pt oppure Pd, Ni) sono solo usate attualmente in gioielleria.

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Oro biancastro (60% Ag)

Oro giallo verdastro tenue (40%Ag)

Oro giallo verde (25%Ag)

Oro giallo chiaro (10%Ag)

Oro giallo (quello più comune che siamo abituati a vedere) ha il 20% della lega (sempre in peso) composto da argento e rame (l'uno può prevalere sull'altro)

Oro rosso (10%Cu)

più sale la percentuale di rame (Cu) si hanno fasi di colorazione sempre piu tendenti al rosso (passanti dal rosa fino al rosso rame).

Come possono queste percentuali essere attribuite al materiale creatore dei Marenghi?

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[/b]

Come possono queste percentuali essere attribuite al materiale creatore dei Marenghi?

Sicuramente nella metà dell'ottocento la metallurgia e soprattutto la raffinazione dell'oro era gia ad alto livello.

Non so se esistevano dei decreti che stabilivano la tipologia o le percentuali delle leghe poi usate nelle varie zecche di Torino,Genova, Milano ecc..

Oppure la tipologia o le percentuali erano stabilite dalla/dalle società metallurgiche che fornivano la lega dei tondelli per le varie zecche.

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Ciao Gian,

come già ti é stato risposto, il colore dell'"oro" dipende dalla lega con cui é formato.

Trattiamo infatti di monete, dove l'oro utilizzato non é puro (cioè 999).

Il colore dell'oro puro é sempre lo stesso, e non dipende affatto dalla miniera di provenienza. Infatti in natura l'oro si trova già legato ad altri metalli come l'argento, il platino ed altro.

Prima di diventare ORO da utilizzare, l'estratto viene affinato, ovvero portato allo stato di "puro" (cioè almeno 999 millesimi di purezza), dopodichè viene mesciato con altri metalli (solitamente argento e/o rame) per ottenere una lega di durezza maggiore e dal titolo certo.

L'oro bianco in Italia si ottiene tramite rodiatura. Ovvero processo galvanico che placa di rodio l'oggetto in oro 750.

Non ultimo, differenze possono esserci sul colore delle monete a causa delle patine che la lega d'oro può prendere nel tempo.

A parte il titolo, il dato delle percentuali dei metalli della lega dei tondelli utilizzati per la coniatura, penso non sia mai stati di pubblico dominio, anche se volendo é possibile risalire facendo dei saggi sulle stesse.

Modificato da Monetaio
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anche se volendo é possibile risalire facendo dei saggi sulle stesse.

NOO!!!

Neanche su di un MB <_< :lol:

Grazie Pino e grazie anche agli altri che hanno cercato con mè di approfondire un pò il discorso. :)

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Ciao Maregno.

Io da ignorante in materia direi che per il 90% dipende dall'oro, che non è tutto uguale, dipende dalla miniera dove lo estraevano, e per il restante 10% che solitamente si tratta di una mistura di rame e argento di cui non se ne conoscono le percentuali, e quindi il colore piu rosso avviene quando nella mistura c'è molto rame, e ovviamente il giallo chiaro avviene quando c'è piu argento.

Per esempio ti sei mai chiesto perche i gioielli esistono anche in oro bianco? ;)

Ciao Aureocollector,

mi dispiace ma devo correggere lo SVARIONE o STRAFALCIONE che hai scritto:

dipende dall'oro, che non è tutto uguale, dipende dalla miniera dove lo estraevano :ph34r: :ph34r: :lol: :o

L'ORO PURO E' TUTTO DELLO STESSO COLORE

se parliamo di oro puro, se intendevi delle leghe OK , ma non sta nemmeno in piedi la teoria:

[b]dipende dalla miniera dove lo estraevano, e per il restante 10% che solitamente si tratta di una mistura di rame e argento di cui non se ne conoscono le percentuali, e quindi il colore piu rosso avviene quando nella mistura c'è molto rame, e ovviamente il giallo chiaro avviene quando c'è piu argento.[/b]

in quanto l'oro dopo l'estrazione fine affinato al 99,999, e qualsiasi altro elemente presente viene eliminato o recuperato .

Saluti

TIBERIVS

Modificato da TIBERIVS
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Riprendendo il discorso riguardante le leghe d'oro e più precisamente su quella denominata " oro da conio" o oro 900 millesimi,

(più precisamente da 899 a 917 millesimi) usata per coniare i vari marenghi e non solo.

Secondo le direttive (teoricamente, dico teoricamente perchè non mi risultano decreti che lo specficavano pubblicamente)

era costituita da oro (899 - 917 millesimi) e con l'aggiunta di solo rame (101 - 83 millesimi).

In quanto il rame ha la particolarità di apportare durezza nel sistema binario Au-Cu e può conferire la proprietà

(con vari trattamenti) di indurire ulteriormente con l'invecchiamento, i "marenghi" resistevano in maniera superiore

rispetto all'oro puro all'usura della circolazione

Alcuni dati sulla durezza e resistenza:

Tipo DUREZZA HV Carico di rottura Newton/mm-2

Oro 23 124

Lega oro/argento 32 135

Lega oro/rame 165 514

non sempre i metalli puri possiedono una elevata resistenza meccanica, ciò è vero in particolare per Au, Ag, Pt,

questo rafforzamento meccanico può essere effettuato tramite trattamento termico.

In pochi schemi si possono definire: il trattamento ad alta temperatura prima della tempra indicato come "Sulubilizzazione"

cioè leghe temprate con acqua a 550 °C.

Successivamente sono sottoposte ad un trattamento di invecchiamento a bassa temperatura, esse tenderanno a portarsi

in condizioni di equilibrio, può così aver luogo la precipitazione della seconda fase sottoforma di particelle submicroscopiche

finemente disperse, con considerevole aumento della resistenza e della durezza.

Da Gold Technology no.29, 2000

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Concludendo:

Nei vari periodi che sono state coniate le monete, la lega binaria (Oro/Rame) per qualche motivo particolare (voluto o non voluto)

non ha mai mantenuto le esatte proporzioni dei due metalli da quì le leggere differenze o sfumatre di colore delle belle noste monetine :wub:

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Grazie a tutti, molto esaustivi ed accurati nelle spiegazioni.

Sto per acquistare il terzo Marengo di Carlo Felice e anche questo è più Giallo/chiaro rispetto a tutti (6) quelli che ho di Carlo Alberto, a questo punto potrei cominciere a ritenerlo un dato di fatto, più Argento nella lega per il periodo relativo!?!

P.S.

Propongo di candidare quest'istruttiva discussione tra quelle in evidenza!

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più Argento nella lega per il periodo relativo!?!

Tutto può essere, nei primissimi decenni del 1800, come sistema di estrazione era usata

l' "amalgamazione", che consisteva nella fissazione dell'oro libero per mezzo del mercurio su lastre di rame amalgamato.

Tale processo permette di estrarre l'oro inglobato da altri minerali solo dopo una conveniente macinazione,

ma non in modo completo, perchè circa 1/4 dell'oro contenuto nel minerale non viene fissato a causa di una insufficiente

macinazione

Descrivendo in pochi passaggi (in modo da semplificare) il minerale veniva macinato finissimo, miscelato poi

insieme ad acqua e mercurio, la torbida finissima ottenuta, mista ad amalgama viene convogliata su dei piani di rame

amalgamato che trattiene le particelle di oro ancora libero insieme all'amalgama creatasi precedentemente,

raschiando il rame si otteneva una massa semisolida contenente dal 50 al 75% di mercurio,

che poi veniva distillata in storte realizzate in argilla refrattaria e grafite.

Si otteneva una massa spugnosa scura (oro di storta) che viene rifusa in crogiuoli di grafite in presenza di fondenti

(borace, nitro, carbonato sodico) l'oro veniva colato in lingottiere di ghisa, aveva una titolazione di 850-870 millesimi

e conteneva circa 10-14% di argento e 1-2% di altri metalli.

Successivamente entrò in uso il processo di "Cianurazione" che venne studiata nel 1846 e brevettata nel 1885-86.

L'oro ottenuto con questo processo arrivava a 900 millesimi.

Come ultimo processo dopo l'estrazione descritta precedentemente (amalgama e cianurazione) avveniva l'affinazione

che dai primi metodi (affinazione con acidi, successivamente con cloro) si arrivò nel

1896 alla raffinazione elettrolitica che da oro puro sino a 999,8 milessimi e oltre.

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Grazie per l'ulteriore approfondimento, avevo già letto un articolo che trattava quest'argomento, ma non così preciso e dettagliato in date e percentuali!

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Grazie per l'ulteriore approfondimento, avevo già letto un articolo che trattava quest'argomento, ma non così preciso e dettagliato in date e percentuali!

Di niente Maregno, ho cercato si semplificare al massimo questo argomento sulla metallurgia dell'oro, molto vasto.

saluti

Oento

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Bene ora so che c'è qualcuno a cui potersi rivolgere in caso necessitino chiarimenti in materia, la prox volta intitolero la discussione a te ;)

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Salve

Voglio aggiungere un commento (personale) a questa discussione, relativo al fatto che ogni emissione

monetaria dei vari periodi che si sono succeduti, proveniva sempre in parte o, totalmente da una

demonetizzazione precedente (cioè monete ritirate dalla circolazione tramite decreto, di un determinato

periodo o regnante, venivano fuse e la lega rilavorata per poi coniare una nuova monetazione, come ad esempio.

i metallo usato per la riforma della Rep. di genova nel 1792 che proseguì fino al 1814 e oltre, fù quello

proveniente totalmente da monete fuori corso e di monete estere (comunicazione personale del Dot. Felloni)).

La zecca o le varie zecche preposte si limitavano solo ad accertare i preciso contenuto di oro fino

presente nella lega o a fare in modo con l'aggiunta di fino o di rame fosse rispettata

la percentuale dichiarata di oro (900 millesimi) per l'emissione, in quanto la restante composizione

in percentuale (101 - 83 millesimi) fosse insignificante dal punto di vista pratico.

Una nuova raffinazione e successiva prepareazione della nuova lega a contenuto certo o specifico,

avrebbe avuto tempi e soprattutto costi esorbitanti.

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Tutto può essere, nei primissimi decenni del 1800, come sistema di estrazione era usata

l' "amalgamazione", che consisteva nella fissazione dell'oro libero per mezzo del mercurio su lastre di rame amalgamato.

Tale processo permette di estrarre l'oro inglobato da altri minerali solo dopo una conveniente macinazione,

ma non in modo completo, perchè circa 1/4 dell'oro contenuto nel minerale non viene fissato a causa di una insufficiente

macinazione

Descrivendo in pochi passaggi (in modo da semplificare) il minerale veniva macinato finissimo, miscelato poi

insieme ad acqua e mercurio, la torbida finissima ottenuta, mista ad amalgama viene convogliata su dei piani di rame

amalgamato che trattiene le particelle di oro ancora libero insieme all'amalgama creatasi precedentemente,

raschiando il rame si otteneva una massa semisolida contenente dal 50 al 75% di mercurio,

che poi veniva distillata in storte realizzate in argilla refrattaria e grafite.

Si otteneva una massa spugnosa scura (oro di storta) che viene rifusa in crogiuoli di grafite in presenza di fondenti

(borace, nitro, carbonato sodico) l'oro veniva colato in lingottiere di ghisa, aveva una titolazione di 850-870 millesimi

e conteneva circa 10-14% di argento e 1-2% di altri metalli.

Successivamente entrò in uso il processo di "Cianurazione" che venne studiata nel 1846 e brevettata nel 1885-86.

L'oro ottenuto con questo processo arrivava a 900 millesimi.

Come ultimo processo dopo l'estrazione descritta precedentemente (amalgama e cianurazione) avveniva l'affinazione

che dai primi metodi (affinazione con acidi, successivamente con cloro) si arrivò nel

1896 alla raffinazione elettrolitica che da oro puro sino a 999,8 milessimi e oltre.

Non so adesso quanto sia attinente al thread, anche perchè le domande poste esulano fortemente dalle descrizioni riportate, ma ci sono un pò di imprecisioni tecniche e storiche in questo.

Come ad esempio il fatto che si dica che veniva usato l'estrazione a mercurio, mentre erano vari i metodi estrattivi. Non foss'altro perche la tecinca estrattiva dipende molto dalla sorgente di estrazione (al contrario di quanto affermato anche da Angela l'altro giorno che casualmente trattava proprio questo tema con queste stesse conclusioni).

Altra cosa inesatta, é legare la purezza dell'oro alla tipologia di affinazione iniziale o al tipo di estrazione.

La realtà é che la purezza a 995 e superiori dell'oro veniva (e viene) data dai lavaggi chimici fatti in vari passaggi, a prescindere dal fatto che la disgregazione venga fatta via elettrolitica (Oro all'anodo + membrana contenitiva a porosità inferiore ai 5 micron iterposta al catodo) o chimica (Acido Perossido, Acqua Regia e varianti).

Il semplice dire "testavano" il titolo dell'oro per chi sa cosa e come si può fare, significa già essere contradditori rispetto al "si otteneva al massimo un 900/1000". Se poi si aggiunge che dopo il "test" evetualmente si aggiungeva del "puro" per arrivare al titolo, la contraddizione anche solo in termini logici (matematici) diventa assolutamente evidente.

Voglio aggiungere un commento (personale) a questa discussione, relativo al fatto che ogni emissione

monetaria dei vari periodi che si sono succeduti, proveniva sempre in parte o, totalmente da una

demonetizzazione precedente (cioè monete ritirate dalla circolazione tramite decreto, di un determinato

periodo o regnante, venivano fuse e la lega rilavorata per poi coniare una nuova monetazione, come ad esempio.

i metallo usato per la riforma della Rep. di genova nel 1792 che proseguì fino al 1814 e oltre, fù quello

proveniente totalmente da monete fuori corso e di monete estere (comunicazione personale del Dot. Felloni)).

La zecca o le varie zecche preposte si limitavano solo ad accertare i preciso contenuto di oro fino

presente nella lega o a fare in modo con l'aggiunta di fino o di rame fosse rispettata

la percentuale dichiarata di oro (900 millesimi) per l'emissione, in quanto la restante composizione

in percentuale (101 - 83 millesimi) fosse insignificante dal punto di vista pratico.

Una nuova raffinazione e successiva prepareazione della nuova lega a contenuto certo o specifico,

avrebbe avuto tempi e soprattutto costi esorbitanti.

Inultimo, fino ai primi del '900 il valore dell'argento era nettamente superiore a quello attuale.

Valuterei bene prima di darlo per certo quell' "insignificante" della % dello stesso nella lega delle monete.

Modificato da Monetaio
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Non so adesso quanto sia attinente al thread, anche perchè le domande poste esulano fortemente dalle descrizioni riportate

A mio giudizio ogni tipo di approfondimento è quanto meno stimolante, in questo caso credo che una risposta assoluta su ciò che ho domandato sia impossibilie proprio in base alle info datemi/donateci da te e oento, quindi il discorrerci sopra, puo risultare "almeno a quelli come mè non ne sanno assolutamente niente" piacevole e costruttivo.

P.S.

Grazie ancora a tutti coloro che hanno contribuito attivamente a questa discussione.

Modificato da Maregno
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Ciao Monetaio

Rispondo alle tue giuste osservazioni (non nell'ordine in cui le hai esposte e, non tutte in una volta).

Ritornando al mio "commento personale" riguardo alla variazione del colore della lega usata in varie monetazioni

(Napoleone I, Vittorio E. I, Carlo Felice, Carlo A. eccc...) è perfettamente riscontrabile in quanto monete possedute

da noi, "l'anomalia" del colore verificabile perfettamente.

A questo punto osservando queste variazioni mi sorge spontaneo osservare che:

esempio anno 1828 - 20 lire - tiratura circa 95.000 pezzi, che moltiplicato 6,45 grammi è uguale a circa 620 Kg di oro 900 millesimi,

ora visto che il peso specifico dell'oro è di 19,25Kg/dm3 si ottiene un volume di circa 0,32 metri cubi,

così si ha l'idea del volume di materiale lavorato,

tirature come 50,000 pezzi o 20,000 di altri anni corrispondono rispettivamente a circa 0,2 e 0,07 m3 di lega 900 lavorata.

Cosa vuol dire tutto questo??? (VISTO che c'erano variazioni di colore non solo tra periodi diversi, ma in alcuni casi anche nello

stesso millesimo)

La zecca o, chi era preposto a fornire il metallo per la coniazione non erano in grado di garantire una lavorazione

uniforme su quantitativi del genere (peraltro assai modesti?).

I casi sono due:

1) la zecca non sapeva quello che faceva e non era in grado di determinare con sufficiente precisione

il contenuto di oro nella lega.

(NON penso proprio)

2)oppure come dico io non era importante la composizione dei 87-101 millesimi (che ci fosse rame o argento o altri metalli del gruppo)

ma era importante stabilire e garantire con precisione il contenuto di fino.

Anche se perchè avessero dovuto ri-raffinare l'oro avrebbero avuto costi e tempi non giustificabili.

In quanto nei primi decenni dell 1800 la raffinazione elettrolitica era fantascienza e la ciurazione ancora un sogno.

Ma con altri metodi, più lunghi e complessi (ad esempio il trattamento con cloro e quello con acido solforico)

arrivavano a un notevole grado di purezza, che poi nella pratica non serviva ad un gran chè

Modificato da oento
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Dimenticavo di aggiungere alla frase "NON serviva a un gran chè" non è contradizione

ma riferito al caso particolare della monetazione,

in quanto anche con i metodi in uso allora, pur complicati e lunghi riuscivano ad ottenere un buon grado di raffinazione,

ma non utile per la lega in oro usata per coniare,

" era più importante stabilire con precisione il contenuto di fino e non del restante".

Modificato da oento
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Ritornando a discutere sulla parte della lega che contiene anche argento (cioè i restanti 101-83 millesimi):

sono d'accordo che nei primi del 900 il valore dell'argento era superiore a quello di oggi,

nel periodo preso in considerazione nella discussione (1800) era ancora superiore.

Infatti prendendo come unità di misura 1Kg di oro si ha un rapporto di valore Au/Ag di 1-15,42 (Dot. Felloni).

L'argento presente nella lega oro 900 (che da il colore giallo molto chiaro), non ci veniva messo appositamente ma,

era presente per un motivo particolare:

Bisogna fare una premessa e cerco di spiegare in poche righe un argomento ricchissimo:

La zona aurifera italiana attorno al Monterosa (miniere di Pestarena, Vanzone in Valle Anzasca e, Alagna

Rimello e Fabello in Val Sesia) già nel 600 erano concesse dal Duca di Savoia a privati, società e anche direttamente

ai comuni, nel 1752 queste zone vennero incluse in un "Piano di coltivazione" delle Regie Finanze dei Savoia,

dal cavaliere Nicolis De Robilant (Spirito antonio Benedetto Nicolis De Robilant, Torino 1722-1801),

primo ingegnere di sua maestà, in servizio nel Corpo Reale di Artiglieria e ispettore delle miniere

fino al 1770, voluto da Carlo Emanuele III all'interno di un piano di ristrutturazione delle miniere e

degli impianti metallurgici, tra l'altro diresse la "rifusione della moneta".

Brevemente la tipologia dell' oro di queste località (specialmente Macugnaga e Pestarena) come

giacitura e salvo rarissime eccezzioni non è del tipo nativo ma si trova all'interno di vari solfuri e

solfosali

Cosa c'entra tutto questo con il contenuto di argento nella lega oro 900?

In questi solfuri e solfosali l'oro era contenuto, in alcuni casi fino a concentrazioni di 1200 grammi/ton,

ed era presente anche argento, parecchi chili/ton, trovandosi distribuiti in parti finissime invisibili a occhio nudo

all'interno della mineralizzazione a solfuri/solfosali, all'epoca era noto un solo sistema di estrazione,

peraltro noto e utilizzato in tutta l'europa del tempo "l'amalgamazione" nei cosidetti "mulini piemontesi".

Fino ai primi dell'ottocento con questo sistema si otteneva dopo vari passaggi ad una fusione di

oro puro all' 80%, la restante parte era quasi totalità argento, che nonostante i processi di raffinazione

del tempo non veniva eliminata completamente.

Tutto questo per arrivare a spiegare il colore giallo chiarissimo di alcuni marenghi e al loro

strano contenuto in argento.

Modificato da oento
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L'Amalgamazione dei minerali contenenti oro:

Come si è già detto i giacimenti auriferi del Monte Rosa sono senza dubbio i più importanti delle alpi occidentali.

I metodi per il recupero dell'oro variano con il variare degli stati della sua presenza.

Bisogna tenere conto che l'oro in queste miniere raramente e in poche occasioni si trova allo stato nativo e in

apprezzabili quantità ma, solitamente quale componente di solfuri metallici (i cosidetti "giacimenti primari"

contenenti pirite, calcopirite, arsenopirite,galena ecc...).

Il mercurio, l'unico metallo liquido a temperatura ambiente, tra le varie proprietà a quella di combinarsi con

numerosi altri metalli, tra i quali l'oro e l'argento, formando le cosidette "amalgame".

Questa proprietà fu notata già dal 1530 è usata per estrarre oro e argento dai solfuri metallici,

(anche in America centro meridionale questo sistema fu usato su larga scala fino agli inizi del 900 dove,

successivamente come del resto in Europa e in Italia vennero studiati, brevettati e usati altri sistemi più

moderni e redditizi quali la clorurazione, la cianurazione e la flottazione per quanto riguarda l'estrazione,

e la raffinazione elettrolitica per quanto riguarda la purificazione e l'eliminazione degli elementi indesiderati).

Nell'area del Monte Rosa l'estrazione si è sempre ottenuta con il metodo dell' amalgama fino all'invenzione dei

nuovi sistemi.

Brevemente il minerale estratto veniva ridotto e subiva una prima cernita a mano (dalle cosidette "cernitrici") per

separare la ganga(roccia sterile) dai solfuri, poi macinato finemente (inizialmente da mole di granito)

in modo da ottenere una sabbia finissima, in questo modo l'oro presente in ridottissime dimensioni

nella struttura dei cristalli poteva essere raggiunto dal mercurio.

Vari passaggi con l'aggiunta di acido nitrico o con nitrati e mercurio si otteneva finalmente l'amalgama,

si procedeva al lavaggio in modo da eliminare fango e detriti (più leggeri) a quel punto sul fondo del

"mulino" si depositava l'amalgama che tramite distillazione controllata si separava e recuperava il

mercurio (da riutilizzare) e si otteneva la lega oro/argento.

Questo metodo fu sempre più perfezionato e usato fino intorno al 1840/50, permetteva di recuperare

circa il 75-80% dell'oro contenuto.

Secondo l'AMMI la produzione (limitata al distretto di Torino) fu la seguente (almeno quella dichiarata):

1866 - 173 Kg

1896 - 275 Kg

1913 - 27 Kg

1923 - 38 Kg

1929 - 48 kg

L'anno di massima produzione nell'immediato dopoguerra fu di oltre 500 Kg.

Non si hanno statistiche (o almeno non sono di dominio pubblico) precedenti

il 1866.

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Attinenente in qualche modo con questa discussione vi segnalo che ho postato un Regio Decreto del 1861 relativo al Regolamento dell' Ufficio dei Saggi

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