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IGNORED

VERIFICATO!


petronius arbiter

Risposte migliori

"A primavera verrà il bello" aveva pronosticato Mussolini in un discorso alle gerarchie fasciste il 23 febbraio 1941: il nostro esercito era impelagato sui monti della Grecia, e per uscire dall'impasse il Duce confidava sul progettato attacco tedesco alla Jugoslavia, con obiettivo finale Atene.

Il 27 marzo Hitler ordina al suo Stato Maggiore di preparare un'offensiva contro i due paesi, che viene predisposta in due sole settimane.

Se i tedeschi giungono alla decisione di invadere la Jugoslavia, lo si deve, in buona parte, all'imprevidenza della classe dirigente jugoslava stessa, da sempre oscillante tra Londra e Berlino.

A metà febbraio il Primo Ministro jugoslavo, Cvetkovic, e il Ministro degli Esteri, Cinkar-Markovic, si incontrano a Berlino con Hitler e Ribbentrop. Agli jugoslavi il Führer chiede un impegno ufficiale, un'alleanza come quella stipulata con l'Ungheria. I due uomini politici jugoslavi spiegano che devono tener conto della "passioni anglofile" del reggente Paolo Karageorgevich, e della situazione in Parlamento, in maggioranza ostile ad accordi con il Terzo Reich.
Hitler convoca così a Berchtesgaden il reggente Paolo, che dopo aver ascoltato i consueti monologhi del Führer, se ne torna a Belgrado ben poco convinto del "Nuovo Ordine" accennato da Hitler a pace raggiunta. Pur tuttavia convoca il governo e detta la linea da seguire in caso di trattative con la Germania: sì al Patto Tripartito, ma a condizione che la Jugoslavia sia dispensata dal fornire aiuti militari alla Germania e dal dover aprire il suo territorio alle truppe tedesche.

Su queste basi, la trattativa ha inizio.... ph34r.gif

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Su queste basi, la trattativa ha inizio.... ph34r.gif

Quello che nè Paolo nè il suo Primo Ministro hanno previsto, è che non appena si diffonde la notizia dell'imminente firma del trattato esplode il malcontento popolare, seguito subito dopo dalle dimissioni di quattro ministri. Come niente fosse Cvetković e Paolo procedono al rimpasto di governo, poi partono per Vienna, dove la mattina del 25 marzo 1941 viene firmato il trattato.

Ma, mentre i due sono in Austria, a Belgrado un colpo di stato filo-inglese, capeggiato dal generale Dusan Simovic, seguito da tutti gli alti ufficiali, dalla polizia e dal consenso della popolazione, insedia sul trono, con sei mesi di anticipo, Pietro II Karageorgevich (di cui Paolo era reggente, in attesa della maggiore età).

La reazione di Hitler è fulminea e, come detto, il 27 marzo ordina di preparare l'attacco alla Jugoslavia, che ha inizio il 6 aprile con un pesante bombardamento aereo di Belgrado.

Le truppe italiane partecipano all'offensiva, col compito di avanzare lungo l'Adriatico, da Lubiana a Cettinje, ricongiungendosi in quella località con le divisioni scattate in precedenza dall'Albania.

In una settimana, l'occupazione è terminata e la Jugoslavia è costretta ad arrendersi il 17 aprile.

Il paese viene smembrato, con la formazione, come già era accaduto in Francia, di uno stato fantoccio in Croazia, formalmente indipendente, e la divisione del resto tra Germania, Italia e Ungheria.

All'Italia toccano una parte di Slovenia, che entra a far parte a pieno titolo del Regno (e Lubiana è proclamata centesima provincia), una di Dalmazia, e il Montenegro, al quale ci legano forti vincoli in virtù delle origini della regina Elena.

Nella cartina, il Regno di Croazia è evidenziato in rosso, il verde indica le zone annesse all'Italia fra il 1941 e il 1943, il marrone quelle annesse all'Ungheria fra il 1941 ed il 1944 ed il blu i territori occupati militarmente dalla Germania (il Banato) o annessi completamente al Reich (la Slovenia). Meno evidenziati, in giallo chiaro, il Montenegro, affidato all'Italia, e la Serbia, sotto controllo tedesco.

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Dopo il lungo (ma necessario per un corretto inquadramento) prologo storico, iniziamo a parlare della circolazione monetaria.

Al fine di controllarla e di reperire il denaro necessario alle spese di occupazione (e anche al mantenimento di contingenti armati tedeschi, presenti nonostante il Montenegro fosse stato assegnato all'Italia <_<), le nostre autorità decidono di obliterare per convalida tutte le banconote jugoslave che hanno corso nel Paese.

Mentre in un primo tempo si pensa di utilizzare una sovrastampa con la dicitura "vale tot lire montenegrine" viene poi deciso di lasciare inalterato il valore in dinari, il cui cambio è fissato in ragione di 38 lire per 100 dinari, e di stampigliare le banconote con una doppia obliterazione effettuata con timbro tondo raffigurante l'Italia turrita, già in uso per la bollatura della carta legale del Regno, con l'aggiunta della scritta "VERIFICATO" e di due nodi sabaudi fra tre stelle.

Questo timbro era già stato utilizzato nel 1940 a Zara, per l'obliterazione delle lettere di pegno.

Le operazioni di timbratura hanno inizio il 1° luglio 1941, ma non tutte le banconote in circolazione vengono presentate per l'obliterazione: il valore dei biglietti presentati in questa prima fase (seguiranno, probabilmente, altre obliterazioni) ammonta a poco più di 286 milioni di dinari, a fronte di una circolazione stimata tra i 550 e i 750 milioni. Evidentemente, la popolazione non aveva molta fiducia nel fatto che, un domani, le banconote sovrastampate sarebbero state rimborsate, cosa che invece avverrà nel settembre 1942....e allora prolifereranno i timbri fasulli :rolleyes:

pertonius B)

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La circolazione cartacea in Montenegro al momento dell'occupazione era calcolata in 550-750 milioni di dinari, a cui si sarebbero dovuti aggiungere 100-150 milioni considerati illegittimi, in quanto avevano in filigrana il ritratto di Pietro II anzichè quello del padre, Alessandro I. Queste banconote, che costituivano la riserva della Banca Nazionale di Jugoslavia, erano state trafugate poco prima dell'invasione del paese, e si decise perciò di non sovrastamparle, accettando per l'obliterazione solo i biglietti con la filigrana di Alessandro I.

Ma gli addetti all'obliterazione non fecero molto caso alla filigrana e sovrastamparono indifferentemente sia gli uni che gli altri. L'incuria giunse fino al punto di sovrastampare alcuni biglietti da 100 dinari della disciolta Banca Nazionale della Serbia, Croazia e Slovenia, che avevano un disegno simile alle banconote in corso: questi biglietti, immediatamente ritirati dalla circolazione, costituiscono oggi un'assoluta rarità collezionistica.

Nella foto, dalla mia collezione come tutte le altre che seguiranno (ma naturalmente vi invito tutti a postare anche i vostri biglietti :)) 10 dinari del 22 settembre 1939. Il giovane del ritratto è re Pietro II.

petronius :)

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Se ricordo bene, il Kosovo e la fascia di confine in Macedonia (a maggioranza albanese) furono annesse all'Albania italiana

Ricordi bene, l'annessione avvenne in forza del R.D. 12 agosto 1941, e fu molto sofferta perchè erano stati tracciati dei confini provvisori tra il Kosovo e la vecchia Albania da una parte e il Montenegro dall'altra, confini che non accontentavano gli albanesi i quali intendevano comprendere nel loro stato tutti i musulmani rimasti in territorio montenegrino.

Per cercare di risolvere i problemi etnici venne costituito un Commissariato Civile per "le regioni a popolazione mista", che ebbe però vita breve, sostituito, alla fine del 1941, da un "Ministero delle nuove provincie e delle terre liberate" in seno al governo albanese.

petronius :)

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Quali sono i tagli con filigrana diversa che hanno ricevuto il timbro?

Ecco il dettaglio della filigrana per i biglietti sovrastampati:

10 dinari, filigrana re Pietro I (nonno di Pietro II e padre di Alessandro I)
20 dinari, senza filigrana
50 dinari, filigrana re Alessandro I e principe Pietro II
100 dinari, filigrana re Alessandro I e M.Obrenovic (Milan Obrenovic IV oppure Milan I di Serbia, primo re di Serbia dal 1868 al 1889)
500 dinari, filigrana re Alessandro I
1000 dinari, filigrana re Alessandro I e principe Pietro II

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Il biglietto da 20 dinari, con sovrastampa, del 6 settembre 1936.

Il ritratto è ancora quello di Pietro II, ancora più giovane, praticamente un bambino.

Nato nel 1923, Pietro II (Petar Karageorgevich) sale al trono nel 1934, a soli 11 anni (motivo per cui è ritratto sulle banconote fin da bambino) dopo l'assassinio del padre, Alessandro I, durante una visita di stato in Francia. Naturalmente, fino al raggiungimento della maggiore età, il potere viene esercitato da un consiglio di reggenza guidato dal cugino di suo padre, il principe Paolo, di cui si è già parlato nei post iniziali.

Pietro diventa re di fatto il 27 marzo 1941, dopo il colpo di stato filo-inglese, ma il suo regno dura soltanto una ventina di giorni, fino al 17 aprile, giorno in cui gli jugoslavi si arrendono alle forze dell'Asse.

Costretto a lasciare il paese, all'inizio si rifugia in Grecia, poi a Gerusalemme e quindi al Cairo. Si dirige in Inghilterra nel giugno 1941, e qui si unìsce ai numerosi governanti in esilio dall'Europa occupata. Completa la sua educazione all'Università di Cambridge e si arruola poi nella RAF.

Alla fine della guerra Pietro II viene deposto dall'Assemblea costituente jugoslava, il 29 novembre 1945, mentre è ancora in esilio....il potere è ormai saldamente nelle mani di Tito.

Senza mai abdicare, si stabilìsce negli Stati Uniti e qui muore, il 3 novembre 1970. Viene sepolto nel Monastero di San Sava a Libertyville, nell'Illinois, ed è a tutt'oggi il solo monarca europeo ad essere stato seppellito sul suolo americano.

petronius :)

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Se ricordo bene, il Kosovo e la fascia di confine in Macedonia (a maggioranza albanese) furono annesse all'Albania italiana

Ricordi bene, l'annessione avvenne in forza del R.D. 12 agosto 1941, e fu molto sofferta perchè erano stati tracciati dei confini provvisori tra il Kosovo e la vecchia Albania da una parte e il Montenegro dall'altra, confini che non accontentavano gli albanesi i quali intendevano comprendere nel loro stato tutti i musulmani rimasti in territorio montenegrino.

Per cercare di risolvere i problemi etnici venne costituito un Commissariato Civile per "le regioni a popolazione mista", che ebbe però vita breve, sostituito, alla fine del 1941, da un "Ministero delle nuove provincie e delle terre liberate" in seno al governo albanese.

petronius :)

PS. il resto della Macedonia, invece, fu assegnato alla Bulgaria, che ne rivendicava il territorio, in forza di antiche affinità etniche fra i due popoli.

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solo una piccola nota...ATTENZIONE a questo tipo di biglietti!!

da una decina di anni a questa parte c'e' stata una vera epropria invasione di biglietti "normali"...con il timbro VERIFICATO falso.....

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Si deve dar conto di altre due timbrature che sarebbero state usate per la convalida dei biglietti montenegrini.

La prima, utilizzata per un brevissimo periodo antecedentemente al timbro tondo, porta la scritta VERIFICATO in forma lineare, stampata in nero con un timbro doganale: venne subito sostituita perchè di facile falsificazione.

Si conoscono solo alcuni biglietti da 100 dinari con questo timbro, di cui potete vedere il particolare nella foto.

La seconda è decisamente misteriosa :ph34r:

Stando a un catalogo americano (nessuno dei testi italiani che ho consultato ne parla) esisterebbero dei biglietti stampigliati con un timbro NON TRASFERIBILE di colore violaceo, impresso diverse volte sia al fronte che al retro delle banconote. Il libro americano dà notizia della cosa specificando che l'esistenza di banconote con questo annullo non è confermata, e naturalmente non vengono mostrate foto :rolleyes:

petronius B)

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solo una piccola nota...ATTENZIONE a questo tipo di biglietti!!

da una decina di anni a questa parte c'e' stata una vera epropria invasione di biglietti "normali"...con il timbro VERIFICATO falso.....

Alcune sono ben fatte e possono ingannare <_< altre più grossolane, ho visto alcune timbrature delle quali si poteva dire che non avevano ancora finito di asciugare l'inchiostro :lol:

petronius B)

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Con legge del 14 febbraio 1942 la Banca Nazionale di Jugoslavia viene sciolta e dal 1° luglio le sue emissioni cessano di avere valore legale.

Dalla stessa data iniziano le operazioni di conversione in lire dei dinari sovrastampati, che si concluderanno il 21 settembre 1942. Il cambio è fissato in 38 lire per 100 dinari, e vengono presentate al cambio banconote per un valore complessivo di quasi 363 milioni di dinari.

Poichè nella prima obliterazione erano state sovrastampate banconote per un valore di poco più di 286 milioni di dinari questo significa che:

a)-alla prima obliterazione ne sono seguite altre ufficiali, per le quali però non sono disponibili le date di effettuazione e i quantitativi;

b )-una parte delle banconote presentate avevano, come accertato, sovrastampe false :P

Nell'allegato il biglietto sovrastampato da 50 dinari, su emissione del 1° dicembre 1931. Il personaggio del ritratto è il re Alessandro I, in questo biglietto della mia collezione in filigrana appare suo figlio, principe Pietro.

petronius :)

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....una parte delle banconote presentate avevano, come accertato, sovrastampe false

Se le false sovrastampe d'epoca costituiscono una curiosità numismatica, e sono ricercate dai collezionisti, ben diverso purtroppo è il discorso dei falsi moderni, di cui ha gia parlato R-R.

Provenienti in gran parte dai paesi della ex-Jugoslavia, sono spesso di grossolana fattura: personalmente ne ho visti con timbro viola anzichè nero, o con timbro nero che dava un'impressione di "freschezza" tale da far sospettare che fosse stato impresso ben più recentemente che non 70 anni fa...come ho scritto in precedenza, qualcuno sembrava non aver ancora finito di asciugare l'inchiostro :P

Diffidate anche dei biglietti FDS a prezzo stracciato: tutte le emissioni sovrastampate (tranne il 500 dinari) sono comuni, ma non è facile trovarli FDS e il prezzo è di conseguenza. Se dunque vi offrono, come è capitato una volta a me, un biglietto sovrastampato da 50 dinari in FDS a 10 euro (valore di catalogo FDS con sovrastampa 75 euro, senza 18 dollari) pensateci un attimo prima di procedere all'acquisto :rolleyes:

In ogni caso, anche se la spesa non è eccessiva (un 100 dinari in BB come quello allegato vien via per 20-25 euro) il consiglio, non mi stancherò mai di ripeterlo, è sempre quello di affidarsi a venditori qualificati e di fiducia, anche se si spende qualcosa in più ;)

100 dinari del 1° dicembre 1929, figura allegorica rappresentante probabilmente la Jugoslavia seduta sulla destra, scena portuale sullo sfondo.

petronius B)

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L'unico biglietto VERIFICATO di una certa rarità è quello da 500 dinari (sovrastampa su emissione del 6 settembre 1935), di non facile reperimento se circolato, pressochè introvabile in FDS.

A sinistra, ancora una volta, un giovanissimo Pietro II, in filigrana il ritratto del padre, Alessandro I.

petronius :)

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Sì, tutte ;)

petronius B)

Complimenti allora! Sono delle banconote molto belle; deve essere davvero una bella collezione la tua! :rolleyes:

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Complimenti allora! Sono delle banconote molto belle; deve essere davvero una bella collezione la tua! :rolleyes:

Grazie :blush:

Fanno parte di una collezione tematica sulla Seconda Guerra Mondiale (tutti e solo i paesi belligeranti) che a oggi consiste in circa 400 banconote, poco più di 200 monete e una sessantina di cartoline di propaganda, italiane e tedesche.

Purtroppo, per quanto riguarda le banconote, quelle comuni, meno comuni e mediamente rare le ho ormai quasi tutte, la gran parte di quelle che mi mancano o sono proprio introvabili o costano cifre che non posso permettermi :(

In compenso, sulle monete e sulle cartoline ho ancora buoni margini di miglioramento a prezzi accessibili :D

petronius B)

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Tornando, per concludere, al tema della discussione, resta da mostrare il biglietto da 1000 dinari, sovrastampato su banconota della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia (come tutti gli altri) del 1° dicembre 1931.

Il bel volto di donna, purtroppo nel mio esemplare parzialmente coperto dal timbro, è quello della regina Maria di Romania, moglie di Alessandro I e madre di Pietro II.

petronius :)

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