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IGNORED

IDES OF MARCH


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Inviato

Nella prossima asta di Artemide è comparso un denario di Bruto Crawford 508/3, ovvero il famoso denario di Bruto con i pugnali, è la prima volta tra l'altro che lo vedo in vendita sul suolo italico.

Chi fu Bruto, un arrogante usurpatore (guardare la legenda in cui si definisce IMP) oppure l'ultimo difensore dei valori della Roma repubblicana?? E' stato descritto come un assassino, un ladro e uno strozzino. Nel rinascimento è stato idolatrato, vedere il busto di Bruto michelangiolesco. Il giudizio storico è ancora in sospeso. Il suo gesto fu inutile, la monarchia soppiantò ugualmente la repubblica a Roma, in compenso la guerra civile si prolungò di altri 15 anni, con decine di migliaia di morti. Cesare sarebbe morto in breve tempo, il dittatore era malato e non sarebbe sopravvissuto alla campagna contro i Parti. Bastava avere pazienza qualche mese, come disse Cesare più di una volta.

questo denario è sicuramente uno dei pezzi più importanti di tutta la numismatica antica, cosa ne pensate voi??


Inviato

Aggiungo qualche moneta recentemente passata nelle aste, lotto e prezzo di aggiudicazione sono nel titolo del file

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Inviato

ancora

NB: l'aureo di Bruto, posto sia autentico, è passato prima alla NAC 27 (facendo 120.000 chf), poi alla NAC 45, facendone 230.000, che, per una moneta la cui autenticità è stata messa in dubbio da autorevolissimi studiosi, non è male.

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Inviato

ulteriori

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Inviato

Quest'ultimo è un po' liso, ma forse più convincente, per certi versi

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Inviato

Infine questo, da Staks

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Inviato

Sono sempre molto affascinanti queste monete così come la loro storia. Grazie per queste belle immagini


Inviato

DE GREGE EPICURI

Grazie per la bellissima serie di Bruti; ritengo sia fra le più interessanti e importanti monete romane, e per me ha anche un grande fascino. Il giudizio storico? Ovviamente molto difficile, ma certo non si può liquidarlo come una testa calda. L'imperativo morale del tirannicidio è presente in tutta l'antichità, e poi in tutta la storia successiva, e non ha raccolto consensi solo in epoca napoleonica e nell' Ottocento romantico. Certo, uno può anche aspettare che Cesare muoia, ma allora, si sa, morto un autocrate se ne fa un altro...


  • 1 mese dopo...
Inviato

Buongiorno a tutti, ho scoperto da pochi giorni il forum e questo è il mio primo intervento.

Per quanto riguarda le monete sono di poco aiuto perchè sono una principiante alle primissime armi, ma in storia antica sono bravina :) . Relativamente al giudizio sul nostro Bruto bisognerebbe tenere conto dei suoi antenati che erano per parte di padre Lucio Giunio Bruto e da parte di madre Gaio Servilio Ahala. Chi erano costoro?

Il primo era colui che scacciando l'ultimo Tarquinio di fatto fondò la Repubblica e che davanti a un tentativo di restaurare la monarchia non esitò nemmeno a mettere a morte il proprio figlio Tullio. Il secondo è invece ricollegabile alla vicenda di Spurio Melio, cittadino di rango equestre, che durante un periodo di instabilità dovuta ad una grave carestia, fece diverse elargizioni pubbliche di frumento, pur essendo solo un privatus, certamente allo scopo di farsi nominare console a furor di popolo. Purtroppo per lui i comizi elessero altri due consoli e rimasto tagliato fuori Spurio Melio si mise a reclutare armati al fine di restaurare la monarchia. Per far fronte alla minaccia il Senato nominò Cincinnato dittatore che si scelse come magister equitum Servilio Ahala. Questi venne mandato da Melio per informarlo che doveva presentarsi al dictator per rispondere alle accuse che gli venivano rivolte. Melio tentò di fuggire ma Servilio Ahala lo raggiunse e lo trafisse. Messo al corrente dei fatti pare che Cincinnato abbia esclamato "Gloria a te Gaio Servilio, che hai liberato la Repubblica" . Le due vicende qui esposte in maniera molto sommaria sono riportate in Tito Livio. Siccome le due cronache affondano le radici in quella che è la leggenda sulla fondazione della repubblica non possiamo essere certi della loro veridicità, ne quanto a questo che il nostro Bruto discenda effettivamente dai due personaggi succitati. Quello di cui possiamo essere ragionevolmente certi è che il nostro cesaricida credeva a questa sua ascendenza e se ne vantava. Prova di ciò è la moneta che fece coniare nel 54 a.C. e che rappresenta al diritto la testa di Lucio Giunio Bruto e la scritta BRUTUS a sinistra della medesima e al rovescio Servilio Ahala e la scritta AHALA sempre a sinistra della testa (Sydenham. 932; Crawford 433/2). Con simili antenati dev'essere stato ban difficile accettare la "morte" della Repubblica senza adoperarsi per una tentativo di salvataggio. Un altro paio di maniche è stabilire cosa effettivamente abbia portato alla fine della repubblica, non certamente un singolo individuo (Cesare) ma molto più probabilmente una serie di cause sociali, economiche e politiche. Forse era ineluttabile il cambiamento e proprio questa consapevolezza a portato i cesaricidi a non poter aspettare una fine naturale, credo che volessero immolarsi per il bene della Res publica e così entrare nella Storia e diventare immortali.


Inviato

Buongiorno a tutti, ho scoperto da pochi giorni il forum e questo è il mio primo intervento.

Per quanto riguarda le monete sono di poco aiuto perchè sono una principiante alle primissime armi, ma in storia antica sono bravina :) . Relativamente al giudizio sul nostro Bruto bisognerebbe tenere conto dei suoi antenati che erano per parte di padre Lucio Giunio Bruto e da parte di madre Gaio Servilio Ahala. Chi erano costoro?

Il primo era colui che scacciando l'ultimo Tarquinio di fatto fondò la Repubblica e che davanti a un tentativo di restaurare la monarchia non esitò nemmeno a mettere a morte il proprio figlio Tullio. Il secondo è invece ricollegabile alla vicenda di Spurio Melio, cittadino di rango equestre, che durante un periodo di instabilità dovuta ad una grave carestia, fece diverse elargizioni pubbliche di frumento, pur essendo solo un privatus, certamente allo scopo di farsi nominare console a furor di popolo. Purtroppo per lui i comizi elessero altri due consoli e rimasto tagliato fuori Spurio Melio si mise a reclutare armati al fine di restaurare la monarchia. Per far fronte alla minaccia il Senato nominò Cincinnato dittatore che si scelse come magister equitum Servilio Ahala. Questi venne mandato da Melio per informarlo che doveva presentarsi al dictator per rispondere alle accuse che gli venivano rivolte. Melio tentò di fuggire ma Servilio Ahala lo raggiunse e lo trafisse. Messo al corrente dei fatti pare che Cincinnato abbia esclamato "Gloria a te Gaio Servilio, che hai liberato la Repubblica" . Le due vicende qui esposte in maniera molto sommaria sono riportate in Tito Livio. Siccome le due cronache affondano le radici in quella che è la leggenda sulla fondazione della repubblica non possiamo essere certi della loro veridicità, ne quanto a questo che il nostro Bruto discenda effettivamente dai due personaggi succitati. Quello di cui possiamo essere ragionevolmente certi è che il nostro cesaricida credeva a questa sua ascendenza e se ne vantava. Prova di ciò è la moneta che fece coniare nel 54 a.C. e che rappresenta al diritto la testa di Lucio Giunio Bruto e la scritta BRUTUS a sinistra della medesima e al rovescio Servilio Ahala e la scritta AHALA sempre a sinistra della testa (Sydenham. 932; Crawford 433/2). Con simili antenati dev'essere stato ban difficile accettare la "morte" della Repubblica senza adoperarsi per una tentativo di salvataggio. Un altro paio di maniche è stabilire cosa effettivamente abbia portato alla fine della repubblica, non certamente un singolo individuo (Cesare) ma molto più probabilmente una serie di cause sociali, economiche e politiche. Forse era ineluttabile il cambiamento e proprio questa consapevolezza a portato i cesaricidi a non poter aspettare una fine naturale, credo che volessero immolarsi per il bene della Res publica e così entrare nella Storia e diventare immortali.

Grazie per il tuo post, sicuramente interessante. Per completezza allego la foto della moneta a cui ti riferisci

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Inviato

forse quello che dirò ha poco a che vedere con la moneta, ma pare che Cesare rivolgendo a Bruto la famosa frase

"Quoque tu Brute, filii mihi" la pronunciò in greco, era una domanda a "chi vuol essere milionario" di qualche sera fa, io ero convintissimo che fosse stata pronunciata in latino.......ed invece la risposta giusta era IN GRECO..........mah???


Inviato

forse quello che dirò ha poco a che vedere con la moneta, ma pare che Cesare rivolgendo a Bruto la famosa frase

"Quoque tu Brute, filii mihi" la pronunciò in greco, era una domanda a "chi vuol essere milionario" di qualche sera fa, io ero convintissimo che fosse stata pronunciata in latino.......ed invece la risposta giusta era IN GRECO..........mah???

Da Wikipedia:

Svetonio afferma che Cesare abbia detto, in greco, "και συ τεκνον;" (kai su, teknon? - "anche tu, figlio?") (De Vita Caesarum Liber I Divus Iulius, LXXXII) e anche Cassio Dione riporta le stesse parole (Hist. Rom. 44, 19) da cui poi nasce la traduzione più poetica (ma la più conosciuta): "Tu quoque, Brute, fili mi! "

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