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Volusiano, Junoni Martiali.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Tempo fa avevamo parlato diffusamente degli antoniniani di Volusiano, e poi dei sesterzi con "Junoni Martiali". Ora ho avuto la possibilità di coniugare le due cose, perchè ho trovato l'antoniniano (a Nizza) e ve lo mostro: mi pare molto carino, anche se ha qualche difetto, specie sul D. Pesa ben 4,0 g. e misura 20,5 mm. Al diritto: IMP CAES VIB VOLUSIANO AUG. Al rovescio, il ben noto tempietto ( e qui si vede bene che è circolare) e la scritta JUNONI MARTIALI; nel tempietto si può osservare la statua della dea.

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Questi rovesci per me sono fantastici! Bella moneta Gianfranco. Il tempio è definito in quasi tutti i suoi dettagli, colonne, capitelli....qualche notizia in più su di esso?

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Complimenti, molto molto bella, il tempio è stupendo.

Dal colore sembra che il titolo di Ag sia più alto della media di questi antoniniani.

Ciao, Exergus

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Bella, complimenti.

Giunone con l’epiteto di Martialis è nota esclusivamente dai rovesci delle monete di Treboniano Gallo. Probabilmente l’Imperatore cercò di diffondere questo nuovo culto costruendo uno o più templi a Roma o nell’Est. Si è pensato che l’appellativo Martialis si riferisse alla collocazione del tempio in Campo Marzio, di cui però non c’è evidenza archeologica. In alternativa si è supposto che Juno Martialis corrispondesse a Juno Perusina, un culto praticato nella città natale dell’Imperatore, Perugia. Di fatto abbiamo notizia di questo bel tempio e del suo culto solo dalla numismatica: antoniniani, sesterzi e medaglioni battuti da Treboniano Gallo e dal figlio Volusiano.

(tratto da www.sesterzio.eu/rovesci/templicircolari.htm)

The epithet Martialis, which is literally "of or belonging to Mars", can also be taken as "Warlike", but the depictions of Juno Martialis do not seem to bear this out. On the coins She is shown enthroned, with scepter and orb or ears of grain, or seated beneath the dome of a little temple (which looks like nothing so much as a small carousel) with what may be a peacock, Her sacred bird, or flanked on one side by birds and on the other by some sort of jars. She may represent Juno as the virgin mother of the god Mars, and by extension she may then be a Goddess of Childbirth.

During the short reign of Trebonianus a pestilence swept through the region, and it might have been thought that Juno as a Goddess of the sky and air could have some effect on the disease which seemed to be "in the air" (for wont of an understanding of the way germs work); and in Her guise as a warlike Goddess (if She is indeed warlike), She may have been thought especially powerful in fighting off the plague.

Or Juno Martialis may be a Goddess of the month of March (which would relate Her back to Mars anyway, as March is named for the Roman War-God since it was the beginning of the war season), for She had a festival on March 7th, which may have commemorated the dedication of Her temple in the Campus Martius, the old "Field of Mars" down by the Tiber.

(da www.thaliatook.com/OGOD/martialis.htm)

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Bella moneta Gianfranco!

Volevo chiederti: la mano sinistra regge qualcosa, si tratta delle spighe di grano come nel sesterzio? Per il resto tutto coincide: tempio con ghirlande, globo nella destra ad indicare il dominio sul mondo. E tra l'altro... che c' azzecca Juno con le spighe? D'altra parte anche nell'antoniniano di Treboniano che segue la legenda è IVNO MARTIALIS e Giunone ha le spighe in mano... come sua sorella Demetra...

In un sito americano ho trovato un'equazione " The corn ears could be equated to a cornucopia referring to beneficent power. " ...could be? Ossia potere benefico sul globo (il mondo) che regge nel IVNO MARTIALIS?

Ciao

Illyricum

:)

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Grazie mille caius per l'apporto...molto interessante. Questa sì che è una vera e propria testimonianza.

Illyricum credo proprio tu abbia ragione, però più che come "Terra" credo che il globo sia inteso più come l'Impero nel suo complesso....la spiga poi si rifà, anch'essa come hai detto tu, alla prosperità.

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DE GREGE EPICURI

Direi che la foto, risultando ingrandita, permette di cogliere dei dettagli che ad occhio nudo si vedono meno bene. Giunone tiene sicuramente nella sinistra il globo e nella destra le spighe, o qualcosa che alle spighe assomiglia moltissimo. Credo anch'io che le spighe si riferiscano alla prosperità e fecondità.

Modificato da gpittini
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Complimenti a Gianfranco...per l'ennesimo interessante contributo.

Mi sembra opportuno, cogliere l'occasione ampliare il tema.

Il tempio monoptero nell'antica Grecia

era costruito soprattutto nei luoghi di culto come santuari o oracoli, più importanti in assoluto. La forma circolare dell'edificio rendeva una maggiore idea di perfezione e di completezza che simboleggiava un contatto ancora più stretto con la divinità. Spesso infatti il tempio circolare, detto anche tempio a tholos, racchiudeva i simboli sacri della divinità; altre volte un tempio circolare veniva utilizzato per mostrare il potere e l'autorità sacra della città.

I migliori esempi di templi monopteri dell'architettura greca sono la tholos di Apollo presso Delfi e il Philippeion ad Olimpia. A Delfi, il suddetto tempio aveva la massima funzione sacrale: si riteneva infatti che proprio in quel luogo fosse apparso Apollo. Ad Olimpia invece, il tempietto circolare fu innalzato in onore di Filippo II di Macedonia intorno al IV secolo a.C..

Il tempio monoptero nell'antica Roma

A Roma invece, il tempio circolare venne ereditato sia come luogo di culto molto rilevante, sia come semplice struttura religiosa di piccole dimensioni. Gli edifici circolari nell'antica Roma sono molto più numerosi che in Grecia, perché tali strutture hanno avuto maggiore influenza nello stile architettonico romano-imperiale.

Il più grande edificio sacro circolare dell'area greco-romana del Mediterraneo è sicuramente il grande tempio romano repubblicano dell'area di Largo di Torre Argentina. Il tempio, con sei colonne ancora intatte, si ipotizza che corrisponda al tempio fatto costruire dal console Quinto Lutazio Catulo, collega di Gaio Mario, per celebrare la vittoria contro i Cimbri del 101 a.C. a Vercelli, in Piemonte. Il tempio, Aedes Fortunae Huiusce Diei, cioè "La Fortuna del Giorno Presente", era appunto dedicato alla dea della fortuna, che doveva essere rappresentata dalla gigantesca statua i cui resti marmorei, oggi conservati nei Musei Capitolini, sono stati rinvenuti nei pressi del tempio stesso. Un piccolo monoptero circolare faceva parte anche del complesso del santuario della fortuna Primigenia a Palestrina.

Vi sono molti altri esempi di strutture romane sacre di forma circolare, come il tempio di Vesta nel Foro Romano, che ricopriva una grande importanza perché era considerato il luogo sacro delle Vestali, nonché la loro casa. Da ricordare inoltre il tempio di Ercole Vincitore, presso il Foro Boario, ed il tempio di Vesta a Tivoli per il quale è stata ipotizzata un'origine molto antica a struttura lignea, sostanzialmente estranea ad influenze greche, poi sostituita da un edificio lapideo, sotto vi ho postato un'immagine di questo magico tempio...a picco sulle cascate dell'Aniene.. La tipologia era utilizzata anche nelle provincie dell'Impero come ad Atene dove sull'acropoli venne edificato un tempio circolare dedicato ad Augusto e Roma.

Marco Vitruvio Pollione nel suo De architectura definisce compiutamente la tipologia definendone la nomenclatura che sarà poi ripresa nel periodo classicista, giungendo fino a noi, classificandola tra le eccezioni nella casistica degli edifici religiosi.

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Da notare inoltre che nell'architettura romana le tipologie dei templi a pianta circolare e longitudinale furono mirabilmente unite nel Pantheon, che però, proprio per la sua planimetria articolata e per l'assenza del colonnato circolare, non può essere considerato un tempio monoptero.

La struttura monoptera tuttavia non fu utilizzata solo per strutture religiose; nelle città romane era infatti presente il macellum, una struttura a pianta circolare e dotata di colonne, dove si teneva il mercato. Ad esempio, si ricorda il Macellum di Pompei, un edificio a pianta circolare ubicato a margine del Foro.

Fonte Wikipedia

Nel caso che ci riguarda voglio richiamare il tempio dell'Afrodite Cnidia che si trovava, appunto, a Cnido (Città greca, di stripe dorica, situata sulla costa Anatolica - odierna Turchia - sulla punta di una lunghissima penisola).

La popolazione di quella città, piuttosto ricca, commissionò a Prassitele la statua di Afrodite...le Dee erano ricorrenti da quelle parti...pensate anche all'Artemide efesina.

Prassitele si impegnò... e pare che riuscì a scolpire un Capolavoro tra i suoi numerosi capolavori.

La statua era talmente bella che gli Cnidi la posero, nella parte alta della città, in un tempio tondo...circondato da colonne che reggevano il tetto...ma senza cella...così che fosse ben visibile da ogni lato ed in ogni momento.

Tale splendore poteva essere ammirato anche entrando con le imbarcazioni nei due porti della cittàantica (uno militare chiuso da catena amovibile ad est...uno commerciale verso ovest). Si narra che presso il tempio alcuni praticassero l'onanismo...eccitati dalla vista della statua che...opportunamente dipinta con toni e colori naturali...doveva apparire estrememnte realistica...nella sua nudità. :o

Nella moneta di Treboniano postata dall'ottimo Gianfranco...immediatamente è tornata la mia immaginazione a quelle vedute...incredibili...ed ormai perdute.

Ahinoi!

Meno male che ci sono queste belle monete.

:)

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Grazie piakos per l'interessante approfondimento e per il confronto con la bellissima Afrodite Cnidia, la prima statua a rappresentare Afrodite nella sua nudità, e in un momento intimo quale il bagno rituale. Plinio il vecchio, racconta che alcune persone, addirittura, si innamorarono della statua, quanto fosse bella, oltre naturalmente a ciò che hai detto tu...:)

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Grazie a Gianfranco Pittini per le interessanti monete che ci propone di volta in volta...con rara competenza nel reperire nummi sempre interessanti e non comuni.

Non è da tutti...

:)

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Tanto che abbiamo parlato del Tempio di Vesta, mostro qualche immagine (non mia purtroppo :(). Monete fantastiche e tempio a tholos analogo a quello della bellissima moneta di Gianfranco.

Denario di Q. Cassius Longinus

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Denario di Nerone

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e un Aureo di Domiziano

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Vorrei chiedervi come mai nel Denario Repubblicano la statua è sita sopra il tetto del Tempio, mentre nella monetazione imperiale la statua è come generalmente accade al suo interno. E' un espediente per, diciamo, innalzare la figura di Vesta (che appare in tutte e 3 le monete nella solita posizione) oppure era realmente posizionatà là e solo in seguito spostata all'interno?

Sappiamo che il tempio ha subito diversi incendi, e molto probabilmente in seguito ad una ricostruzione la statua è stata spostata, inoltre notiamo che nella moneta di Domiziano le statue diventano 3, 2 ai lati, per diciamo, sorvegliare Vesta. Di certo questo tempio non ha avuto vita facile durante la sua vita, anche perchè sembrerebbe uno dei più antichi. Voi sapete qualcosa in più?

Grazie

Mirko

Modificato da Mirko8710
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Ciao giancarlo! Giacchè siamo in tema, propongo a tutti i soci del forum l'inserimento di un rovescio con tempio, non specificatamente vesta, ma tempio, quindi edificio di culto. Che ne dite? Uscirebbe fuori un bel tread secondo me...Comincio io, col mio follis di massenzio, vi è questa scena: roma seduta consegna il globo terrestre a massenzio, dietro vi è un tempio tetrastilo con le vittorie in acroterio...che credo sia riferito al culto di venere, il tempio edificato a roma durante l'epoca di adriano e sotto massenzio ricostruito

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Il tempio di Vesta

...è un antichissimo tempio romano, situato all'estremità orientale del Foro Romano a Roma, lungo la via Sacra accanto alla Regia ed alla Casa delle Vestali: insieme a quest'ultimo edificio costituiva un unico complesso religioso, con il nome di Atrium Vestae.

Il tempio di Vesta è probabilmente tra i più antichi di Roma, risalente forse all'epoca in cui la città era ancora limitata al Palatino e costituita da un'aggregazione di villaggi e quindi prima della realizzazione del Foro. La conservazione del fuoco (risorsa e bene di straordinaria importanza) era un problema che comportava delle notevoli difficoltà; sia Virgilio che Ovidio riferiscono che all'epoca si otteneva col primitivo e laboriosissimo sistema dello sfregamento delle selci. Da qui la necessità di realizzare una struttura pubblica che fosse finalizzata alla conservazione, con personale addetto, di una risorsa sempre disponibile per i bisogni dell'intera comunità. Per la mentalità antica era quasi una logica conseguenza che la struttura divenisse tempio ed il personale assumesse il ruolo di sacerdote (nello specifico, sacerdotesse). Il tempio diventava così simbolo di aggregazione della comunità e dispensario di un bene primario.Dopo la comunione dei vari villaggi che sorgevano sui sette colli del territorio romano per ragioni politiche il rifugio del fuoco sacro non poteva rimanere nel luogo originario e fu quindi spostato nella valle

sottostante nei pressi della Regia.Il tempio di Vesta è stato ricostruito più volte a causa degli incendi provocati dal fuoco, ritenuto sacro, che vi veniva conservato all'interno ed ogni volta aumentava non in ampiezza ma sopra tutto in altezza.

La sua forma circolare non è però da ricondurre alle tholos greche.Esso è invece da ricondurre (Ovidio, Fasti, 6, 261-262) come anche dai primi studi archeologici, alla forma delle originarie capanne della Roma dell'VIII e VII secolo a.C., a causa anche della antichissima istituzione del culto di Vesta nella religione romana.

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I resti visibili attualmente appartengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la moglie di Settimio Severo, a causa dell'incendio del 191 d.C. La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione successiva all'incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modifica to anche l'orientamento dell'area dell'Atrium Vestae allinenandolo con l'asse principale del Foro. Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca recente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che riveste un nucleo circolare in opera cementizia.

All'interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche una zona nascosta all'interno del tempio definita penus Vestae alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole impotanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la tradizione vuole portato da Enea da Troia.

Va segnalato che nessun simulacro della dea - per quanto tramandatoci - era qui custodito, mentre invece si presume che una statua della divinità fosse contenuta nell'edicola situata all'ingresso della Casa delle Vestali.

Per cui la raffigurazione della statua della dea visibile nelle effigi monetali:

una sopra il tempio per il denario...l'altra dentro il tempio

- o hanno un significato virtuale;

- oppure costituiscono un elemento documentale che contraddice quanto ritenuto dall’odierna letteratura nella Storia dell’Arte.

Deduco sia probabile la prima ipotesi. Infatti l'edificio doveva essere coperto da un tetto conico, con buco centrale per i fumi del fuoco acceso all'interno, per cui l’elevazione della statua della dea sul tetto conico a spioventi avrebbe comportato problematiche statiche, mentre è documentata storicamente l'assenza del simulacro all'interno del colonnato.

Teodosio I nel 391 abolì i culti pagani, quindi anche il culto di Vesta, con una serie di decreti. Il sacro fuoco venne spento e l'ordine delle Vestali venne sciolto. Un altro prezzo che la storia ha pagato al primato del Cristianesimo nel mondo antico, diffusosi secondo la predicazione di Paolo.

Dopo l'età romana il tempio era ancora conservato nel 1549, secondo la testimonianza dell'erudito Onofrio Panvinio, ma successivamente andò completamente distrutto fino alla sua riscoperta ad opera degli scavi archeologici ottocenteschi.

Parziale fonte: Wikipedia

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Il ripristino della grandezza di Roma e dei suoi dei fu al centro del progetto imperiale di Massenzio. Ciò è evidente anche nel programma iconografico della sua monetazione, coniata nelle officine di Roma e di Ostia, ispirato alle grandi leggende di fondazione della Città: la lupa che allatta Romolo e Remo, Marte rappresentato sia come dio guerriero che come padre dei gemelli fondatori.

Nella stessa direzione andava il vasto programma edilizio dell'imperatore, che per la brevità del suo regno fu realizzato solo in parte, del quale può essere considerata emblema la grandiosa basilica.

Oltre all'avvio della basilica, Massenzio volle la ricostruzione del vicino Tempio di Venere e Roma dell'epoca adrianea, l'ampliamento del Clivus Sacrae Viae, dove innalzò da una parte l'heroon di suo figlio Romolo e la Basilica Nova, e dall'altra la Porticus margaritaria, il restauro e l'innalzamento delle mura di Aureliano, che dotò anche di un fossato. Provvide inoltre a restaurare la via Appia fino a Brindisi e diversi acquedotti.

Nella sua proprietà sulla Via Appia stabilì una grande villa suburbana, dotata anche di un circo e di un mausoleo - che ospitò ben presto il figlio defunto.

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inoltre aggiungo la foto delle rovine del tempio dedicato alle dee Venvs Felix ( veneri portatrici di buona sorte ) e Roma Aeterna, occupa lo spazio tra la basilica appunto di Massenzio, ed il colosseo

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Grazie mille piakos per la delucidazione. Però c'è da dire che hanno utilizzato un iconografia praticamente sempre uguale, la statua è rappresentata alla solita maniera in tutte le monete. Che fosse una sorta di forma convenzionale? O che la statua rappresentata fosse quella presente nell'edicola? Guardate la moneta di Longinus e quella di Domiziano, sono identiche.....eppure ci sono minimo 100 anni di differenza.

Grazie anche a modulo per le preziose informazioni sul tempio di Massenzio.

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