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La serie di medaglie borboniche degli uomini illustri delle Due Sicilie


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Le medaglie degli uomini illustri delle Due Sicilie sono delle vere opere d’arte, è incredibile come gli incisori abbiano concentrato dei rilievi così importanti su tondelli di appena 40 mm. Nel 1930 Eduardo Ricciardi non inserì nella sua opera sulle medaglie napoletane queste medaglie, credendole di coniazione privata e quindi non ufficiale, poi negli anni ’60, l’instancabile dr Giovanni Bovi trovò nell’archivio storico di Napoli, delle documentazioni riguardanti queste medaglie e dell’autorizzazione del Re per la loro coniazione nell’officina (attrezzatissima) di un fabbricante di bottoni Lorenzo Taglioni. Esse sono medaglie borboniche a tutti gli effetti e con tanto di firma degli incisori della zecca di Napoli. Nel D’Auria sono riportate le documentazioni riguardo la loro autorizzazione e le medaglie sono state giustamente inquadrate nella sopra-citata opera tra gli anni 1830 e 1834, essendo state coniate in questo arco di tempo.

Inizio a postare delle immagini, la prima è quella per Torquato Tasso nativo di Sorrento (NA). Prossimamente farò delle foto laterali per farvi rendere conto dell’incredibile spessore dei tondelli.

In origine erano corredate di astuccio di cartoncino rigido con interno in legno dipinto e batuffoli di ovatta cuciti dietro il piatto per evitare lo sfregamento con parti dure dell’astuccio. Ad oggi, gli esemplari corredati di astuccio originale (giunti sani e salvi sul mercato) sono davvero pochi. Gli esemplari in argento sono estremamente rari ed alcuni personaggi non sono mai apparsi finora sul mercato in questo metallo. In passato alcuni collezionisti possedevano le serie complete in astuccio sistemate a loro volta nei medaglieri.

E’ interessante notare la provenienza geografica di questi geni del passato, la serie completa è composta di 17 personaggi.

Torquato Tasso, Sorrento, Campania

Pietro Novelli, Monreale, Sicilia

Marco Tullio Cicerone, Arpino, Lazio (un tempo provincia di Terra di Lavoro, Campania)

Publio Ovidio Nasone, Sulmona (Abruzzo)

Archimede, Siracusa, Sicilia

Flavio Gioia, Amalfi, Campania

Marco Vitruvio Pollione, Formia, Lazio (un tempo provincia di Terra di Lavoro, Campania)

San Tommaso d’Aquino, Roccasecca, Lazio (un tempo provincia di Terra di Lavoro, Campania)

Gian Lorenzo Bernini, Napoli, Campania

Francesco Maurolico, Messina, Sicilia

Caio Mario, Casamari, Lazio (un tempo provincia di Terra di Lavoro, Campania)

Alcmeone, Crotone, Calabria

Antonio Genovesi, Castiglione, Campania

Alessandro d’Alessandro, Napoli, Campania

Trotula De Ruggiero, Salerno, Campania

Giovanni Meli, Palermo, Sicilia

Giuseppe Gioeni, Catania, Sicilia

I personaggi illustrati erano nativi nella maggior parte dei casi della Campania, Sicilia e della Terra di Lavoro (quest’ultima in parte oggi annessa al Lazio ma un tempo parte integrante della Campania, peccato!).

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Mi sembra doveroso approfondire questa serie di medaglie, non solo da un punto di vista numismatico ma biografico riferito al personaggio. Da notare la firma dell'incisore al dritto SCULPSIT (scolpì), beh, in genere un bassorilievo viene scolpito.

http://it.wikipedia.org/wiki/Torquato_Tasso

http://www.riflessioni.it/enciclopedia/tasso.htm

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Ecco invece la medaglia per Alcmeone di Crotone. Pubblicata anche su una rivista medica. Vi posto l'articolo, qualora tra voi vi sia un medico spero apprezzi questo studio.

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Nel meridione di 2500 anni fa che geni che c'erano!

Io direi ci sono...............oltre al contributo che ha permesso di formar tutte le generazioni della penisola, isole comprese.......

Questi tondelli non possono in alcun modo far rimanere impassibili l'osservatore.

Carichi di vigore artistico-incisorio, posso competere benissimo con alcune grandi medaglie Rinascimentali del panorama Italiano.

La cosa interessante è il binomio storico-artistico che racchiude questi ritratti, dando l'opportunità di poter cogliere l'intensità espressiva, e la forte carica sociale.

In definitiva delle medaglie molto istruttive, oltre che di pregevole fattezza

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Ecco il personaggio di questa sera, beh, questo non ha bisogno di presentazioni, voglio soltanto far notare ai gentili lamonetiani che l'incisore prese sicuramente come modello l'effigie di Archimede presente nel Museo Nazionale di Napoli, ecco qui, una bella somiglianza. I rilievi sulla medaglia sono incredibili, quasi una scultura direi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Archimede

Per comprendere al meglio l'utilità dell'invenzione di Archimede riportata al rovescio della medaglia, clikkate sul seguente link.

http://it.wikipedia.org/wiki/Vite_di_Archimede

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Stasera propongo la medaglia di Alessandro d'Alessandro, giureconsulto ed antiquario, da notare al rovescio la bella scena di reperti archeologici, monete classiche comprese. Molto interessante l'immagine del dipinto del '700 di questo personaggio messa a nostra disposizione dall'amico e discendente dr.Ettore d'Alessandro dei duchi di Pescolanciano (da non confondere con l'attore trentacinquenne delle fiction Ettore D'Alessandro). In effetti su internet c'è poco su questo grande umanista napoletano del rinascimento. http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_d'Alessandro , perciò, se qualcuno di voi ha del materiale storico interessante su questo personaggio potrebbe postarlo. Francesco

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Altro personaggio illustre di oggi è il celebre poeta Publio Ovidio Nasone, noto più comunemente come Ovidio. Trovo la medaglia di fattura davvero eccezionale, soprattutto il rovescio, dove il cavallo alato poggia su una roccia quasi tridimensionale per il tondello. Bello anche il busto in marmo conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. http://it.wikipedia.org/wiki/Publio_Ovidio_Nasone

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Quest'oggi ci occupiamo di Marco Vitruvio Pollione, celebre architetto e scrittore romano. Il luogo di nascita di questo genio del passato è una vexata quaestio. A questo punto sarebbe interessante qualche intervento da parte di qualche lamonetiano della provincia di Latina affinchè faccia chiarezza sulla vita di Vitruvio e ci dia qualche notizia inedita. La medaglia napoletana del 1830 è davvero spettacolare ed evidenzia Vitruvio come architetto, nato a Formia, al tempo della medaglia nota anche come Mola di Gaeta (oggi provincia di Latina ma un tempo, fino al 1927, in provincia di Terra di Lavoro).

http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Vitruvio_Pollione

Leonardo da Vinci affermò; “ Vetruvio architetto mette nella sua opera d'architettura che le misure dell'omo sono dalla natura distribuite in questo modo. Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi.»

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Beh, questo non ha bisogno di presentazioni. Chi è che non conosce Cicerone?

http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone

Nato ad Arpino nel 106 a.C. (oggi in provincia di Frosinone ma durante l'epoca borbonica, provincia di Terra di Lavoro, Regno delle Due Sicilie) e morto assassinato a Formia (sempre Terra di Lavoro fino al 1927) nel 43 a.C.

La medaglia è sempre opera impeccabile di Vincenzo Catenacci e Achille Arnaud. Molte le attinenze con il ritratto marmoreo.

All'amico Eracle62, ad Arpino nacque un famoso pittore Giuseppe Cesari detto Cavalier d'Arpino che nel 1593 fu niente poco di meno che il maestro del grande Caravaggio. Conosci qualche notizia inedita sul d'Arpino? Un mio zio possiede una sua opera. Ho visto che te ne intendi di Caravaggio e sicuramente saprai qualcosa sulla sua formazione a Roma.

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Comicerei col dire che non fu il suo maestro, ma soltanto un grande artista che gli diede la possibilità di affinare maggior mente la sua tecnica, comunque già di altissima fattura, e di potersi inserire nella società romana che contava. Basti pensare che quando entrò appena tredicenne nella bottega di Simone Peterzano nella Milano Borromaica nel 1584, si distinse per le sua grandissime doti, tanto che le commesse importanti ebbero il suo contributo.

Fra il 1594 e il 1595, il buon Michelangelo Merisi da Caravaggio nel suo primo e incerto periodo romano collabora con Antiveduto della Grammatica grande pittore barocco, successivamente entra a bottega presso Giuseppe Cesari più noto come il Cavalier d’Arpino, autorevole e prestigioso pittore della Roma di Clemente VIII Aldobrandini. È consuetudine per la critica ritenere che presso il d’Arpino, siano stati realizzati due tra primi dipinti : Il Bachino Malato e il Ragazzo con Canestra di Frutta, i quadri resteranno nello studio del Cavalier d’Arpino fino a quando nel 1607, non saranno sequestrati dal fiscale di Paolo V, confluendo nella collezione del Cardinale Scipione Borghese.

Complimenti Francesco, per il grande apporto a questo magnifico forum................. :rolleyes:

Modificato da eracle62
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Altro personaggio importante per la storia del nostro glorioso regno, Francesco Maurolico di Messina, nacque nel 1494 e nel 1521 divenne abate benedettino e storico, scienziato, architetto, astronomo e matematico, praticamente un genio!

Fornì le carte geografiche alla flotta cristiana in partenza da Messina per la battaglia di Lepanto. La medaglia presenta al dritto un'effigie di grande spessore artistico di Maurolico, i rilievi e i volumi sono impressionanti, specialmente all'altezza della fronte che fuoriesce di quasi un centimetro dal tondello. Un genio soprannominato "l'altro Archimede". Qui di seguito qualche link utile. http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Maurolico

http://www.maurolico.unipi.it/intro.htm

http://www.torrese.it/francesco_maurolico.htm

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  • 2 mesi dopo...

Antonio Genovesi scrittore, filosofo ed economista, vissuto in una Napoli illuministica in pieno XVIII secolo http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Genovesi . Altra medaglia di grande spessore artistico, davvero notevole il ritratto e il fogliame sull'albero al rovescio. Si dice che il rovescio rriproduca un monumento a Genovesi ubicato nel paese natale del salernitano, pensate che il paese si chiamava Castiglione ma nel 1862 venne chiamato Castiglione del Genovesi proprio in onore dell'illustre personaggio http://it.wikipedia.org/wiki/Castiglione_del_Genovesi . Qualcuno di voi ha qualche immagine di questo monumento? http://www.galcollinesalernitane.it/comuni/castiglione.asp

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  • 1 mese dopo...

Ecco San Tommaso d'Aquino, qualche lamonetiano di quelle parti (basso Lazio, ex provincia di Terra di Lavoro) potrebbe darci notizie storiche su questo grande personaggio dell'ex Regno di Napoli. La medaglia è in bronzo e in astuccio originale e quest'ultimo è in cartoncino marmorizzato con cartellino scritto a mano, la medaglia è incastonata nella sagoma di legno. La cosa divertente è che il legno con il passar del tempo si restringe .......... incastrando di senseguenza la medaglia e facendo si che non esca più. Praticamente essa è prigioniera e non può essere più sfilata dall'astuccio. Meglio, no!?

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Guest fabrizio.gla

Ciao Francesco,

grazie per questa interessante discussione, e per i riferimenti storico-fotografici.

Complimenti!

Incisioni davvero stupende, trovo il rovescio della medaglia di Alessandro d'Alessandro particolarmente

suggestiva e incredibilmente tridimensionale il dettaglio delle monete.

:)

ciao!!

F.

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Le medaglie degli uomini illustri delle Due Sicilie sono delle vere opere d'arte, è incredibile come gli incisori abbiano concentrato dei rilievi così importanti su tondelli di appena 40 mm. Nel 1930 Eduardo Ricciardi non inserì nella sua opera sulle medaglie napoletane queste medaglie, credendole di coniazione privata e quindi non ufficiale, poi negli anni '60, l'instancabile dr Giovanni Bovi trovò nell'archivio storico di Napoli, delle documentazioni riguardanti queste medaglie e dell'autorizzazione del Re per la loro coniazione nell'officina (attrezzatissima) di un fabbricante di bottoni Lorenzo Taglioni. Esse sono medaglie borboniche a tutti gli effetti e con tanto di firma degli incisori della zecca di Napoli. Nel D'Auria sono riportate le documentazioni riguardo la loro autorizzazione e le medaglie sono state giustamente inquadrate nella sopra-citata opera tra gli anni 1830 e 1834, essendo state coniate in questo arco di tempo.

Inizio a postare delle immagini, la prima è quella per Torquato Tasso nativo di Sorrento (NA). Prossimamente farò delle foto laterali per farvi rendere conto dell'incredibile spessore dei tondelli.

In origine erano corredate di astuccio di cartoncino rigido con interno in legno dipinto e batuffoli di ovatta cuciti dietro il piatto per evitare lo sfregamento con parti dure dell'astuccio. Ad oggi, gli esemplari corredati di astuccio originale (giunti sani e salvi sul mercato) sono davvero pochi. Gli esemplari in argento sono estremamente rari ed alcuni personaggi non sono mai apparsi finora sul mercato in questo metallo. In passato alcuni collezionisti possedevano le serie complete in astuccio sistemate a loro volta nei medaglieri.

Pare che Lorenzo Taglioni fosse a quel tempo un artigiano piuttosto iin vista se è vero che ricevette il benestare del Re in persona affinchè venissero realizzate le medaglie (17 o 18 in tutto) che ci presenta Francesco. Ovviamente anche le attrezzature di cui egli disponeva, dovevano essere di prim'ordine e tali comunque tali da poter coniare al bilanciere medaglie di moduli e spessori come quelli che ammiriamo in queste pagine.

Ho anche ritrovato una sua citazione a pag. 146 del testo "Il Progresso delle Scienze, delle Lettere e delle Arti, Napoli 1832".

Si tratta di un volume molto interessante che dimostra il grande fermento in atto nel Regno nei settori dell'arte e della tecnica.

Nella fiera che si tenne dal 30 maggio 1832, l'industria nazionale dette sfoggio delle sue capacità: senza troppi preamboli e con un malcelato orgoglio vi si affermava che la predetta fiera fu voluta "per rendere testimonio solenne allo straniero che il popolo delle Due Sicilie non è solamente felice per bellezza e soavità del Cielo, ma per acutezza d'ingegno, e per attitudine ad ogni specie di lavoro".

Meditate gente, meditate.

per chi volesse, il libro è qui.

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Modificato da mper
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Le medaglie degli uomini illustri delle Due Sicilie sono delle vere opere d'arte, è incredibile come gli incisori abbiano concentrato dei rilievi così importanti su tondelli di appena 40 mm. Nel 1930 Eduardo Ricciardi non inserì nella sua opera sulle medaglie napoletane queste medaglie, credendole di coniazione privata e quindi non ufficiale, poi negli anni '60, l'instancabile dr Giovanni Bovi trovò nell'archivio storico di Napoli, delle documentazioni riguardanti queste medaglie e dell'autorizzazione del Re per la loro coniazione nell'officina (attrezzatissima) di un fabbricante di bottoni Lorenzo Taglioni. Esse sono medaglie borboniche a tutti gli effetti e con tanto di firma degli incisori della zecca di Napoli. Nel D'Auria sono riportate le documentazioni riguardo la loro autorizzazione e le medaglie sono state giustamente inquadrate nella sopra-citata opera tra gli anni 1830 e 1834, essendo state coniate in questo arco di tempo.

Inizio a postare delle immagini, la prima è quella per Torquato Tasso nativo di Sorrento (NA). Prossimamente farò delle foto laterali per farvi rendere conto dell'incredibile spessore dei tondelli.

In origine erano corredate di astuccio di cartoncino rigido con interno in legno dipinto e batuffoli di ovatta cuciti dietro il piatto per evitare lo sfregamento con parti dure dell'astuccio. Ad oggi, gli esemplari corredati di astuccio originale (giunti sani e salvi sul mercato) sono davvero pochi. Gli esemplari in argento sono estremamente rari ed alcuni personaggi non sono mai apparsi finora sul mercato in questo metallo. In passato alcuni collezionisti possedevano le serie complete in astuccio sistemate a loro volta nei medaglieri.

Pare che Lorenzo Taglioni fosse a quel tempo un artigiano piuttosto iin vista se è vero che ricevette il benestare del Re in persona affinchè venissero realizzate le medaglie (17 o 18 in tutto) che ci presenta Francesco. Ovviamente anche le attrezzature di cui egli disponeva, dovevano essere di prim'ordine e tali comunque tali da poter coniare al bilanciere medaglie di moduli e spessori come quelli che ammiriamo in queste pagine.

Ho anche ritrovato una sua citazione a pag. 146 del testo "Il Progresso delle Scienze, delle Lettere e delle Arti, Napoli 1832".

Si tratta di un volume molto interessante che dimostra il grande fermento in atto nel Regno nei settori dell'arte e della tecnica.

Nella fiera che si tenne dal 30 maggio 1832, l'industria nazionale dette sfoggio delle sue capacità: senza troppi preamboli e con un malcelato orgoglio vi si affermava che la predetta fiera fu voluta "per rendere testimonio solenne allo straniero che il popolo delle Due Sicilie non è solamente felice per bellezza e soavità del Cielo, ma per acutezza d'ingegno, e per attitudine ad ogni specie di lavoro".

Meditate gente, meditate.

per chi volesse, il libro è qui.

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Caro Mauro, la tua segnalazione è ottima, grazie per aver evidenziato il nome di Taglioni in questo volume d'epoca. Diciamo che si tratta di una sorta di almanacco industriale-artistico-atigianale. Hai visto quanti nomi di aziende? Non dimentichiamo che il Regno delle Due Sicilie era al terzo posto in Europa, dopo Francia e Inghilterra, pensa che (prima del 1860 ovviamente) in Italia su 3 milioni di addetti all'industria, 1.600.000 erano nel meridione. Non c'è da stupirsi quindi dinanzi a così tanta ricchezza, cultura e sensibilità.

Lorenzo Taglioni aveva un'officina all'avanguardia, di seguito, un passo del volume IL MEDAGLIERE (autore Salvatore D'Auria, 2006) dove viene riportato un documento dell'epoca il quale attesta che queste medaglie furono coniazioni ufficiali con tanto di autorizzazione del re (e non coniazione privata).

Da una lettera del 5 Agosto 1829 diretta per conto del ministro delle finanze al ministro degli affari interni risulta che il direttore dell’Amministrazione delle monete faceva sapere con un rapporto del 28 Luglio …, “che alcuni incisori stan costruendo delle medaglie per diversi uomini illustri napoletani e che queste medaglie debbono battersi col torchio che il signor Lorenzo Taglioni fece venire dalla Francia tempo fa per la sua fabbrica di bottoni. Osserva il ridetto “direttore che siffatte operazioni non debbono essere permesse fuori dalla Regia Zecca perché potrebbe aversi il dispiacere di veder sotto l’occhio del Real Governo battute medaglie con figure scandalose, con segni simbologi e con leggende non convenienti e ciò per la parte politica, giacchè per ciò che concerne la parte fiscale a suo opinare questa operazione dovrebbe essere proibita, mentre i torchi che battono medaglie possono agevolmente battere le monete di una perfezione tale da potersi confondere con le vere. Senza dunque macchiare in minima parte la conosciuta onestà e delicatezza del Signor Taglioni, ma per regolare andamento della cosa, egli provoca quelle energiche misure che si crederanno più convenienti pel torchio anzidetto e per riguardo alle medaglie in discorso, che desse in qualunque stato si trovano per l’incisione, siano a lui presentate per esaminare le figure e le leggende, e quindi farle battere in Zecca: ov’è prossima ad istallarsi un gabinetto d’incisione. “Nel darmi dunque l’onore di manifestare quanto di sopra a V.E. “La prego a voler dare quelle disposizioni che crederà opportune per “l’oggetto in conseguenza degli antecedenti sufferiti. Il Taglioni ottenne i permessi di battere le medaglie servendosi del proprio “bilanciere” e dell’opera degli incisori addetti alla Regia Zecca di Napoli, quali i maestri Vincenzo Catenacci, Achille e Luigi (o Aloysius) Arnaud.

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Ciao Francesco,

grazie per questa interessante discussione, e per i riferimenti storico-fotografici.

Complimenti!

Incisioni davvero stupende, trovo il rovescio della medaglia di Alessandro d'Alessandro particolarmente

suggestiva e incredibilmente tridimensionale il dettaglio delle monete.

:)

ciao!!

F.

Grazie per il tuo intervento Fabrizio, Alessandro d'Alessandro era un importante umanista http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_d'Alessandro , di lui si conosce ben poco, la medaglia in questione è un raro documento che attesta la sua importanza per la storia del nostro glorioso regno. Pensa che alcune notizie storiche mi vennero date tempo da fa da un suo discendente, don Ettore d'Alessandro dei duchi di Pescolanciano (che conosco bene) http://www.ilportaledelsud.org/di_Rauso_1.htm . Dal cartellino scritto sul frontespizio dell'astuccio della medaglia risulta che fu giureconsulto ed antiquario. Al rovescio sono raffigurati tre oggetti di epoca classica, il primo da sinistra è uno SKYPHOS http://it.wikipedia.org/wiki/Skyphos attico o apulo (a figure nere o rosse, dipende dai colori) con le classiche decorazioni a palmette, quello in alto sull'altare è uno SKYPHOS in argento pompeiano conservato tutt'ora al museo nazionale di Napoli e presentato in una mostra sugli argenti pompeiani di qualche anno fa. Quello a destra è un'anfora attica o apula. Ecco delle belle immagini ingrandite, buona lettura. Francesco

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  • 2 mesi dopo...

Quest'oggi voglio riprendere ad approfondire queste medaglie che, a quanto pare, sono oggetto di risvegliato interesse. Ecco una delle tre più rare dell'intera serie degli uomini illustri, la medichessa Trotula De Ruggiero visse nell' XI secolo ma non capisco perchè sul rovescio della medaglia è scritto ANN XI, ci sarebbe dovuto essere SAECUL XI. Non trovate? Magari qualcuno più esperto potrà soddisfare questa mia curiosità.

Da un punto di vista storico desidero segnalare a tutti gli appassionati di medicina questa interessante ricerca pubblicata su Eleaml http://www.eleaml.org/sud/stampa/g_a_la_scuola_medica_salernitana_2010.html . Trotula De Ruggiero era una delle più famose di questa prestigiosa scuola. Leggendo la sua biografia sono rimasto di stucco, anche Salerno ha avuto grandiosi personaggi, che grande civiltà! E che donna! :D

Il rovescio di questa medaglia è davvero molto bello. Il vaso protagonista è noto con il nome di vaso aromatario ma a molti appassionati di antiquariato e collezionismo è noto con l'appellativo di "albarello da farmacia", tuttavia il vaso riportato nella medaglia pare che abbia uno stile classico e non medievale o rinascimentale. Sulla copertina di un libro ce n'è illustrato uno di epoca rinascimentale, si avvicina molto per forma ma gli albarelli che noi conosciamo hanno forma più slanciata e cilindrica.

I due oggetti che vedete poggiati su di esso sono papaveri sulla sinistra ed una clava con un serpente attorcigliato sulla destra, quest'ultima nota ai medici ed infermieri con l'appellativo di "Verga di Esculapio", sulla rete vi sono numerose notizie su questo antico simbolo, anche sulle monete classiche. Posto un po' di immagini sperando di farvi cosa gradita. Tra le immagini anche una statua di Esculapio presente nei Musei Capitolini http://it.wikipedia.org/wiki/Asclepio http://www.ordinemedicilatina.it/118 e il simbolo internazionale del soccorso medico http://it.wikipedia.org/wiki/Simbolo_internazionale_di_soccorso (un simbolo a noi molto familiare). Tutti simbolismi inerenti con il personaggio. Se qualcuno di voi ha delle osservazioni da fare su questi ultimi si faccia avanti perchè sono argomenti di grande interesse storico.

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Domanda veloce alla quale spero che qualcuno di voi mi possa rispondere... Considerato che ogni pezzo aveva la sua scatolina e le medaglie erano comprate in lotto, tutte di bronzo ed una di argento.... Esisteva un contenitore per conservare tutta la serie? Oppure venivano date nella scatolina ma sfuse?

Esistono dunque contenitori orginali dell'epoca per poter conservare tutta la serie insieme?

Grazie per le eventuali risposte....

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