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Aquileia e Attila


Illyricum65

Risposte migliori

Posto la seguente discussione all'interesse di tutti, locali e non, confidando anche in qualche intervento dell'amico Flavio, che so essere ben preparato sugli avvenimenti storici della mia regione... :)

Dopodomani, il 18 luglio, rincorre la ricorrenza della caduta di Aquileia per mano di Attila. Nei prossimi giorni si svolgeranno manifestazioni culturali legate all’evento.

Si tratta della prima grande città conquistata dagli Unni durante quella che possiamo chiamare “la campagna d’Italia” ;questa porterà Attila, lungo un percorso costellato da assedi e distruzioni talvolta sistemica di città quali Aquileia, Concordia, Altino, Padova, Mantova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo e Milano, con l’intenzione di dirigersi poi verso Roma, cosa dalla quale verrà poi dissuaso dal “famoso” incontro con papa Leone I.

Sull’assedio di Aquileia non ho trovato alcuna nota specifica; fino a quel momento invitta (170 Quadi e Marcomanni, Massimino I il Trace, 401 e 408 Visigoti) resistette circa 3 mesi all’assedio. La città, di forma grossomodo rettangolare, era cinta da una poderosa cinta muraria turrita e difesa su 3 lati da un vasto fiume navigabile. Spesso residenza imperiale durante l'età imperiale, era l'ultimo avamposto romano nel territorio italiano verso la regioni noriche, pannoniche e balcaniche.

Esistono molte leggende sull’evento:

-che la città sia caduta in seguito ad un accidentale caduta di parte del muro di fortificazione ed a un sogno premonitore del Re Unno

-che Attila interpretò l’allontanarsi in volo delle cicogne che avevano nidificato sulle torri della città assediata come un segnale premonitore sulla distruzione che incombeva ormai prossima su Aquileia (riportata anche da Prisco e Procopio)

-che gli Aquileiesi nascosero un tesoro (costituito dal loro oro) in un pozzo poi colmato di terra e mai individuato

-che Attila fece costruire dai suoi uomini un colle da cui vedere le fiamme della città incendiata (certi lo identificano con quello di Udine!! :blink: )

Al di là dell’importanza militare costituita della caduta del principale bastione difensivo romano contro le invasioni barbariche provenienti dalle regioni danubiano-balcaniche, il fatto di rilievo è che l’invasione degli Unni porterà alla creazione, da parte dei fuggiaschi di Altino e Aquileia, alla costruzione di due nuove città: Grado ma anche e soprattutto quella di Venezia.

Ciao

Illyricum

:)

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Modificato da Illyricum65
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Ciao Rick,

l'unica stele collegata a Valeggio di cui ho trovato riferimenti è questa, funeraria, attribuita a ATILIA APRA:

www.veja.it/?p=7950

Il celebre e leggendario incontro comunque sarebbe avvenuto a Salionze, a brevissima distanza da Valeggio sul Mincio, sul percorso da Verona a Mantova.

Dopo circa un anno Attila sarebbe deceduto durante la notte seguente il suo matrimonio con Ildico (... e Onoria? <_< )

Tra l'altro tornando a Valeggio, bella zona, ricca di storia e ... di buon vino e grande cucina! :offtopic: ;)

Ciao

Illyricum

:)

Modificato da Illyricum65
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Ciao Rick,

l'unica stele collegata a Valeggio di cui ho trovato riferimenti è questa, funeraria, attribuita a ATILIA APRA:

www.veja.it/?p=7950

Il celebre e leggendario incontro sarebbe avvenuto a Salionze.

Dopo circa un anno Attila sarebbe deceduto durante la notte seguente il suo matrimonio con Ildico (... e Onoria? <_< )

Tra l'altro tornando a Valeggio, bella zona, ricca di storia e ... di buon vino e grande cucina! :offtopic: ;)

Ciao

Illyricum

:)

hai ragione !

Mi pareva Valeggio ma e` Salionze , che e` sulla stessa strada.

lo so perche` quelle sono le mie zone e ogni tanto passo da Peschiera (Arilica) e vado sul Mincio fino a Valeggio per poi tornare dai paesini circostanti.

Molto bello e` il ponte medievale di Valeggio, per non parlare delle fortificazioni di Peschiera o Lazise o del castello Scaligero di Sirmione.

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Veramente lo storico incontro tra Attila e papa Leone I avvenì a Governolo, nel mantovano..... d'accordo che anche Salionze è vicino al Mincio, ma è un pò lontanuccia dal Po.

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ti dico che a Salionze c`e` una placca che ricorda l incontro

I veronesi cercano sempre di fregarsi tutto, anche gli episodi storici :P :D ma la tradizione ha sempre riconosciuto come lo storico incontro avvenne a Governolo di Roncoferraro, che è il punto dove il Mincio sfocia in Po:

http://it.wikipedia.org/wiki/Governolo

http://it.wikipedia.org/wiki/Attila#Invasione_dell.27Italia_e_morte

Tra l'altro a Governolo avvenne diversi secoli dopo un altro famoso episodio storico, ossia il ferimento e la morte del condottiero Giovanni dalle Bande Nere.

Modificato da Paolino67
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ti dico che a Salionze c`e` una placca che ricorda l incontro

I veronesi cercano sempre di fregarsi tutto, anche gli episodi storici :P :D ma la tradizione ha sempre riconosciuto come lo storico incontro avvenne a Governolo di Roncoferraro, che è il punto dove il Mincio sfocia in Po:

http://it.wikipedia.org/wiki/Governolo

http://it.wikipedia.org/wiki/Attila#Invasione_dell.27Italia_e_morte

Tra l'altro a Governolo avvenne diversi secoli dopo un altro famoso episodio storico, ossia il ferimento e la morte del condottiero Giovanni dalle Bande Nere.

stai sempre a far polemiche !

:lol: :lol: :lol:

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A proposito dello storico incontro tra il Papa e Attila, che ci è stato sempre proposto come un miracolo di Leone Magno, penso che Attila già prima avesse deciso di desistere, per motivi suoi, e che il Papa, venutolo a sapere, abbia deciso di far ascrivere a sè quella decisione, come un proprio miracolo personale. La Chiesa romana disponeva già allora di una capillare rete informativa e deteneva il monopolio dei mezzi di comunicazione alle masse, cioè il potere.

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L'esatta ubicazione di un rilevante fatto storico è sempre oggetto di dispute. Ad esempio, ancora oggi, il famoso incontro tra Garibaldi e V.E.. II viene attribuito al territorio di Teano, ma gli abitanti di Caianello - comune limitrofo - affermano che il luogo esatto dell'incontro, Taverna Catena, fosse parte del loro Comune.

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Al di là dell’importanza militare costituita della caduta del principale bastione difensivo romano contro le invasioni barbariche provenienti dalle regioni danubiano-balcaniche, il fatto di rilievo è che l’invasione degli Unni porterà alla creazione, da parte dei fuggiaschi di Altino e Aquileia, alla costruzione di due nuove città: Grado ma anche e soprattutto quella di Venezia.

Ciao

Illyricum

:)

A tal proposito vi ricordo la discussione con riferimento ad Aquileia e la nascita di Grado e Venezia

Aquileia-Grado-Venezia

Modificato da alexfaggiani
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In effetti la posizione di Altinum era nota già da tempo ma solo ultimamente, durante le ricerche sulla Via Annia condotte da ricercatori dell'Università di Padova, si è avuta una mappatura completa della città, oggetto di spoliazioni in età medioevale.

Avendo la fortuna di conoscere uno degli autori della ricerca, posso dirvi che ha avuto amplia risonanza a livello internazionale, molto minore a livello nazionale. :(

Un estratto da una testata locale:

"Ponti, canali, mura, abitazioni, e poi costruzioni monumentali quali il teatro, la basilica e il foro: è stata ricostruita in tutto il suo splendore la topografia di Altino, l«antenatà di Venezia, la città romana che occupava la zona della laguna settentrionale e che aveva già un sofisticato sistema architettonico completamente adattato all’ambiente lagunare.

A fotografarla in ogni dettaglio, in uno studio di telerilevamento pubblicato sulla rivista Science e basato su foto aeree anche a infrarossi, è stata l’equipe coordinata da Paolo Mozzi del dipartimento di Geografia dell’Università di Padova, insieme, tra gli altri, ad Andrea Ninfo. «I nostri risultati - spiega Mozzi - ottenuti principalmente attraverso l’elaborazione di foto aeree scattate nello spettro del visibile e dell’infrarosso (comprate da Telespazio) e con un metodo di ricostruzione in 3D detto di elevazione digitale, suggeriscono che c’era una apertura di Altino verso la laguna, che era un porto protetto usato anche per traffici mercantili».

La città di Altino, nota dal XIX secolo, era già abitata nel primo millennio A. C. dai paleoveneti, poi nel II secolo A. C. fu annessa a Roma. I Romani ampliarono la città, valorizzando la zona attraverso interventi di bonifica. «Noi ne abbiamo ricostruito la struttura, tracciato la mappa - spiega Mozzi - perchè finora ci si limitava a sapere che Altino era lì ma senza sapere come fosse fatta». Le foto usate nello studio danno una visione di quello che c’è subito al di sotto del terreno arato e sono state scattate nel 2007 in un periodo di grave siccità, per questo hanno reso possibile vedere bene i resti sotto il terreno (che corrispondono alla città di epoca romana). Ne emerge un quadro molto dettagliato: «Vediamo una cinta muraria - descrive Mozzi - un teatro, un anfiteatro fuori le mura, la basilica, il foro con il mercato, poi una strada principale connessa con la via Annia; si vede inoltre un canale che taglia in due la città e va in direzione della laguna. Considerando il livello del mare in età romana - continua Mozzi - quel canale doveva essere connesso con la laguna, inoltre era connesso con i fiumi e quindi rappresentava un punto di raccordo tra sistemi fluviale e lagunare». A ridosso delle mura, inoltre, il canale forma una porta acquea e le mura diventano ponte.

«Con dimensioni comparabili a quelle di Pompei - spiega Mozzi - Altinum è la sola grande città Romana nel Nord Italia e una delle poche in Europa che non è stata sotterrata dalle città sorte successivamente, medievali e moderne ed è per questo che possiamo vedere così bene le strutture cittadine dell’epoca romana», si vedono addirittura le case e le strade interne. «I nostri risultati indicano l’esistenza di una complessa struttura urbana con varia e spettacolare architettura che si è adattata alla peculiarità dell’ambiente lagunare - si legge su Science. Questi dati mostrano che i Romani riuscirono con successo a sfruttare l’ambiente anfibio parecchi secoli prima che la città di Venezia cominciò ad emergere sull’arcipelago in mezzo alla laguna».

C’è tuttora un lavoro in corso in accordo con la Regione Veneto e la Sovrintendenza, spiega Mozzi, per verificare lo stato di conservazione delle strutture nel sottosuolo, considerando che Altino è stata ’smontatà e spogliata dei suoi materiali preziosi per costruire la vicina Torcello e Venezia. Un’opera di scavi sarebbe troppo complicata, conclude Mozzi, ma questo lavoro e le nostre ricerche in corso permetteranno di capire quanto c’è di intatto di questo importante patrimonio storico e archeologico."

Al riguardo vi consiglio i link:

http://www.sciencemag.org/cgi/data/325/5940/577/DC1/1

http://news.satimagingcorp.com/2009/08/lost_roman_city_of_altinum_revealed_through_near-infrared_aerial_photography.html

Ciao

Illyricum

:)

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Inoltre, deragliando un pò dal post iniziale, volevo segnalare la "revisione" critica che gli storici moderni stanno compiendo sulla figura di Attila, che alla fin fine non era solo un barbaro incolto e brutale come descritto dagli antichi, ma sembrerebbe anzi essere stato un buon diplomatico.

Guidò i guerrieri costituiti da una federazione unno-germanica e non unicamente Unna.

La loro forza campale era l'urto della carica della cavalleria dotata di arco composito ed asimmetrico, strumento bellico con maggior portata di quelli sino al momento utilizzati. Ma come dimostrato dalle vittorie anche nelle tecniche di assedio non erano così mal messi... erano di stirpe mongola ed i Cinesi furono un buon test di apprendimento...

Fondò un regno che alla sua scomparsa ricadde su se stesso, in quanto costituito sulle vittorie belliche e le predazioni dei popoli vinti e non su delle basi economiche-sociali concrete.

Ciao

Illyricum

:)

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Altinum...!!!!

balle!..si grida sempre alla scoperta... ma si conosceva già tutto!

Esisteva già presso il Museo/Soprintendenza un Atlante fotografico(foto aeree zenitali..... - se non ricordo male degn'anni 50... dove si vedeva già quanto ora le foto satelitari hanno fatto vedere... (strade, edifici e in particolare il teatro)...

Certo che se poi la notizia viene comunicata da una autorità scientifica..., è vero, la cosa viene vista in maniera + rilevante e importante.

Modificato da arrigome
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Posto la seguente discussione all'interesse di tutti, locali e non, confidando anche in qualche intervento dell'amico Flavio, che so essere ben preparato sugli avvenimenti storici della mia regione... :)

Leggo solo ora il topic aperto dall'amico Illyricum, poichè...assente. Non potevo infatti perdermi "in situ" la rievocazione dello scontro tra le Legioni tardo-imperiali (come sempre mitici i ragazzi della Legio I Italica, per l'occasione tutti in completa panoplia versione basso impero) e gli Unni, con tanto di Attila, del gruppo storico slovacco-ungherese "Kassai Lovasijasz Iskola" (bravissimi e simpaticissimi e...signori miei, che bel viaggetto si sono sobbarcati, cavalli al seguito, per allietarci e...ridistruggere Aquileia 1558 anni dopo, ma questa volta solo virtualmente :) ).

Ed inoltre ancora i miei omaggi anche al Gruppo Archeologico Aquileiese per la bella mostra didattica "il mito di Attila".

Una due giorni veramente splendida, in un luogo che "trasuda storia" e che non mi stancherei mai di rivisitare, nonostante la "sfacchinata" di circa 676 miglia romane (andata/ritorno).

Prometto infine che, non appena passata la "botta di stanchezza", cercherò anche di soddisfare l'amico Illyricum con qualche intervento più costruttivo di questo.

Modificato da Flavio
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Sull’assedio di Aquileia non ho trovato alcuna nota specifica; fino a quel momento invitta (170 Quadi e Marcomanni, Massimino I il Trace, 401 e 408 Visigoti) resistette circa 3 mesi all’assedio. La città, di forma grossomodo rettangolare, era cinta da una poderosa cinta muraria turrita e difesa su 3 lati da un vasto fiume navigabile. Spesso residenza imperiale durante l'età imperiale, era l'ultimo avamposto romano nel territorio italiano verso la regioni noriche, pannoniche e balcaniche.

Le fonti storiche narranti l'assedio e la caduta di Aquileia sono proprio scarsine.

Paolo Diacono racconta della matrona Digna, le cui stanze, pare, occupavano una torre delle mura, e che preferì suicidarsi gettandosi nelle acque sottostanti piuttosto che subire ciò che avrebbe altrimenti subito.

Ancora Paolo Diacono parla di un assedio durato tre anni...da intendersi semmai tre mesi.

Giordane (Getica) riporta l'aneddoto, citato da Illyricum, delle cicogne (semplice stratagemma di Attila per rincuorare gli Unni ormai propensi ad abbandonare il lungo assedio oppure episodio reale interpretato con modalità divinatorie da Attila, assai propenso a credere a queste cose ?).

Ancora secondo Giordane, gli Unni dunque, dopo le cicogne, si trasformarono in genieri ed artiglieri.

Presumibilmente grazie a loro alleati e, forse, prigionieri (magari anche Romani tra quest'ultimi), dovevano aver sviluppato capacità ossidionali non dimostrate in precedenza (nemmeno ad Orleans) ed Aquileia dunque cadde.

Giordane riassume : "entrano in massa nella città, saccheggiano, si dividono il bottino, devastano tutto brutalmente, al punto che lasciarono quasi solo le fondamenta, come appare".

Marcellino Comes è ancora più laconico : "Aquileia ciuitas ab Attila Hunnorum rege excisa est".

Furono di certo saccheggi, stragi, violenze e distruzioni facilmente immaginabili, ma Aquileia sopravvisse e ritornò a popolarsi.

Ma perchè Aquileia subì l'assedio e la caduta senza aiuto alcuno.

Sposo, su quest'aspetto, la teoria riportata da Zecchini (Attila).

Ezio non disponeva più di uomini ed alleati in numero bastevole ad opporsi agli Unni in uno scontro campale come furono i Campi Catalaunici.

Doveva attendere gli aiuti da parte dell'Impero d'Oriente.

Aquileia si poneva dunque sulla strada degli Unni quale piazzaforte da espugnare forzatamente, come già Orleans l'anno prima, ma molto meglio difesa e difficilmente espugnabile.

Un lungo assedio avrebbe logorato Attila, costringendolo forse ad abbandonare (e ciò quasi avvenne) e comunque avrebbe dato il tempo ad Ezio di organizzarsi.

Purtroppo l'assedio fu lungo, ma non abbastanza.

L'ombra minacciosa di Ezio fu dunque presente solo successivamente, alle spalle di Papa Leone I, sotto forma di un esercito in arrivo da Oriente, inviato da Marciano, alla guida dello stesso Ezio, mentre contestualmente l'esercito di Marciano entrava in profondità negli sguarniti territori Unni.

-che gli Aquileiesi nascosero un tesoro (costituito dal loro oro) in un pozzo poi colmato di terra e mai individuato

E proprio per la leggenda del "puteum aureum", sino ad un tempo non poi molto lontano, in quel di Aquileia i contratti di compravendita di terreni riportavano spesso una clausola a (parziale almeno) favore del venditore nel caso in cui l'acquirente ritrovasse il mitico tesoro.

Spesso residenza imperiale durante l'età imperiale

E la residenza imperiale, che certo esiste (anche se per alcuni no), è ancora uno dei misteri archeologici di Aquileia (dovrebbe comunque trovarsi, per analogia con altre città, presso il Circo, i cui resti invece sono stati indagati in passato, anche se non mantenuti alla luce.

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Ciao Flavio,

grazie per l'intervento e complimenti per le... 676 miglia romane!

Ancora secondo Giordane, gli Unni dunque, dopo le cicogne, si trasformarono in genieri ed artiglieri.

Presumibilmente grazie a loro alleati e, forse, prigionieri (magari anche Romani tra quest'ultimi), dovevano aver sviluppato capacità ossidionali non dimostrate in precedenza (nemmeno ad Orleans) ed Aquileia dunque cadde.

Volevo solo aggiungere che una decina di anni prima aveva conquistato Margus, Singidunum, Viminacium e quindi Sirmium. Beh, se abbiamo quattro città di confine fortificate, delle quali l'ultima è residenza imperiale per cui certamente ben cinta da mura e torri difensive di un certo livello.

L'anno prima dell'assedio di Aquileia aveva espugnato Divodurum (Metz) Reims Langres e Besancon per poi portare l'assedio ad Aurelianum (l'odierna Orléans) (sembra "a giugno"...) ma nota bene:

Avito riuscì a convincere ad unirsi ad Ezio non soltanto Teodorico, ma anche un buon numero di altri barbari presenti in Gallia (Carmina 7,333-356). Quest'esercito, composto quindi da popolazioni diverse, si diresse quindi alla volta di Aurelianum, dove giunse presumibilmente il 14 giugno.Secondo l'autore della Vita sancti Aniani l'esercito di Ezio raggiunse Aurelianum appena in tempo per salvarla dalla distruzione, quando già gli Unni avevano aperto una breccia nelle mura ed avevano introdotto un primo contingente all'interno della città.

Quindi ci fu la battaglia dei Campi Catalunici il 20 giugno 451.

A questo punto mi viene da supporre che gli Unni (ovvero la federazione di popoli cui facevano capo gli Unni) fossero già a conoscenza delle tecniche di assedio (torri d'assedio, arieti, catapulte, etc...) e che mancarono la conquista di Aurelianum unicamente per motivi temporali contingenti ovvero l'avvicinamento della coalizione nemica.

D'altra parte già i Goti un secolo prima in un primo tempo avevano iniziato evitando gli assedi in quanto a loro ignoti, cercando lo scoltro campale. Salvo apprenderne le tecniche in un secondo tempo.

Ciao

Illyricum

:)

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Volevo solo aggiungere che una decina di anni prima aveva conquistato Margus, Singidunum, Viminacium e quindi Sirmium. Beh, se abbiamo quattro città di confine fortificate, delle quali l'ultima è residenza imperiale per cui certamente ben cinta da mura e torri difensive di un certo livello.

L'anno prima dell'assedio di Aquileia aveva espugnato Divodurum (Metz) Reims Langres e Besancon per poi portare l'assedio ad Aurelianum (l'odierna Orléans) (sembra "a giugno"...) ma nota bene:

Avito riuscì a convincere ad unirsi ad Ezio non soltanto Teodorico, ma anche un buon numero di altri barbari presenti in Gallia (Carmina 7,333-356). Quest'esercito, composto quindi da popolazioni diverse, si diresse quindi alla volta di Aurelianum, dove giunse presumibilmente il 14 giugno.Secondo l'autore della Vita sancti Aniani l'esercito di Ezio raggiunse Aurelianum appena in tempo per salvarla dalla distruzione, quando già gli Unni avevano aperto una breccia nelle mura ed avevano introdotto un primo contingente all'interno della città.

Quindi ci fu la battaglia dei Campi Catalunici il 20 giugno 451.

A questo punto mi viene da supporre che gli Unni (ovvero la federazione di popoli cui facevano capo gli Unni) fossero già a conoscenza delle tecniche di assedio (torri d'assedio, arieti, catapulte, etc...) e che mancarono la conquista di Aurelianum unicamente per motivi temporali contingenti ovvero l'avvicinamento della coalizione nemica.

Grazie Illyricum :) .

Non vi è dubbio che gli Unni avessero sviluppato capacità ossidionali, quantomeno grazie ai loro alleati, forse ai prigionieri e, perchè no, al fatto di essere loro stessi stati più volte alleati dei Romani.

Credo tuttavia si trattasse di capacità ossidionali limitate, come sostenuto anche da Zecchini, valide per le piazzaforti fortificate sul Danubio (anche se a volte residenza imperiale) o per città ad analogo od inferiore livello di fortificazione come Metz (non menziono Reims Langres e Besancon, poichè solo di Metz ed Orleans vi è certezza storica e comunque a livello di fortificazione credo anche queste tre città dovessero essere similari).

Del resto Orleans già creò loro qualche problema in più.

Secondo Sidonio Apollinare ci fu prima un obsidio (il vero e proprio assedio), seguito da una oppugnatio (l'assalto finale) ed infine l'inruptio, la breccia nelle mura (non ci fu per l'appunto la direptio, il saccheggio, proprio per l'arrivo di Ezio).

Non vi è dubbio che Aquileia fosse una piazzaforte notevole ed imponente, ben più difficile da espugnare rispetto ad Orleans; insomma un osso molto più duro per le sino ad allora dimostrate capacità ossidionali Unne.

Comprenderei dunque come Ezio stesso abbia forse ritenuto la città difendibile per un tempo maggiore di ciò che viceversa fu.

Per altro Yves Marie Duval nel sui saggio "Aquileia sulla via delle invasioni" ritiene con Aquileia addirittura essere la prima volta che gli Unni dimostrarono capacità ossidionali.

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Non potevo infatti perdermi "in situ" la rievocazione dello scontro tra le Legioni tardo-imperiali (come sempre mitici i ragazzi della Legio I Italica, per l'occasione tutti in completa panoplia versione basso impero) e gli Unni, con tanto di Attila, del gruppo storico slovacco-ungherese "Kassai Lovasijasz Iskola"

Beh... FOTO!!! :D

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Non potevo infatti perdermi "in situ" la rievocazione dello scontro tra le Legioni tardo-imperiali (come sempre mitici i ragazzi della Legio I Italica, per l'occasione tutti in completa panoplia versione basso impero) e gli Unni, con tanto di Attila, del gruppo storico slovacco-ungherese "Kassai Lovasijasz Iskola"

Beh... FOTO!!! :D

Accontentato (qualcuna sulle oltre 300 scattate) :)

Piovono i dardi ed ecco il "fulcum" (la "testudo" in versione tardo impero)

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Flavio, complimenti per le foto!

Mi sono andato a rivedere "Caduta dell'Impero Romano" di P.Heather. (pagg. 366-392)

Credo tuttavia si trattasse di capacità ossidionali limitate, come sostenuto anche da Zecchini, valide per le piazzaforti fortificate sul Danubio (anche se a volte residenza imperiale)

Heather riferisce che:

a ) Margus cadde in quanto consegnata agli Unni dopo un accordo con il terrorizzato vescovo della città. Si trattava di una città importante in quanto roccaforte che sbarrava l'accesso alla strada militare attraverso i Balcani.

b ) Naissus (Nis) fu assediata e conquistata. Prisco ne fa una descrizione che presenta stringenti similitudini (e quindi sospette..) con quella di Platea nel 431 a.C. descritta da Tucidide. Ciò probabilmente a tutto lustro della cultura dello storico... La città era importante e ben fortificata perchè al bivio tra due diramazioni che portavano a Tessalonica e a Costantinopoli.

c ) Viminacium fu conquistata dopo assedio. Anche questa era una buona roccaforte.

Poi rammenta che i Goti non conoscevano le tecniche d'assedio (376-382) e quindi provocavano danni che si limitavano ai sobborghi, senza infliggere danni sostanziali alle città fortificate. I danni degli Unni invece colpirono pesantemente anche i centri urbani.

Ritenendoli discendenti dei popoli delle steppe formula l'ipotesi che gli Unni avessero appreso le tecniche d'assedio nel passato durante guerre contro l'Impero Cinese o sperimentandole su ricche città poste sulla Via della Seta. Inoltre combattendo con Ezio (erano stati utilizzati frequentemente in precedenza come truppe mercenarie) potevano aver appreso qualcosa anche dai Romani. Nel 439 nell'assedio a Tolosa portato dall'esercito romano d'occidente contro i Goti c'erano come ausiliari anche gli Unni.

Quindi descrive la campagna del 447 con la distruzione di varie città (Nicopolis ad Istrum, Filippopolis,etc...).

Non vi è dubbio che Aquileia fosse una piazzaforte notevole ed imponente, ben più difficile da espugnare rispetto ad Orleans; insomma un osso molto più duro per le sino ad allora dimostrate capacità ossidionali Unne.

Comprenderei dunque come Ezio stesso abbia forse ritenuto la città difendibile per un tempo maggiore di ciò che viceversa fu.

Su ciò su "I grandi nemici di Roma antica" di P.Matyszak (pg. 261-262) a tal riguardo ho trovato la seguente ipotesi:

- I rapporti tra Ezio e la corte imperiale erano in crisi e Ezio era restio a lasciare la propria base in Gallia per soccorrere Valentiniano.

- Non poteva (non aveva avuto un comportamento esemplare nei loro confronti un anno prima ai Campi Catalunici) o non voleva (per non dipendere troppo da loro) richiedere l'aiuto ai Visigoti. Fatto sta che senza il loro esercito non aveva grosse possibilità di vittoria.

- L'arrivo degli Unni era stato preceduto da carestie e pestilenze e supponeva un arresto dell'avanzata unna per mancanza di razioni e/o per epidemie.

- Forse riteneva maggiore la resistenza di Aquileia all'assedio (aggiungo io, sulla base di quanto sopra...)

Ciao

Illyricum

:)

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