Vai al contenuto
IGNORED

Cesare Michelangelo d'AVALOS


Risposte migliori

Guest utente3487
Inviato

Nel corso delle mie "scorrerie" in materia di prove e progetti, mi sono imbattuto nella notizia della prova di Tallero battuta a nome di Cesare d'Avalos, come moneta di ostentazione e millesimata 1706.

Qualcuno mi può dire qualcosa in più?

Grazie.

Inviato (modificato)

Salve,da ''LE MONETE DEL PESCARESE E DEL TEATINO'' di Alberto D'andrea e Andrea Fioramonti.

La serie conta due monete in oro ( zecchino e mezzo zecchino) e due monete in argento (tallero e mezzo tallero),si conoscono comunque anche prove in bronzo e stagno-piombo.

Tallero di Don Cesare Michelangelo d'Avalos anno 1706

peso 29,16 grammi

Non furono battute a Vasto ma in baviera ad Augusta.

Modificato da iachille

Guest utente3487
Inviato

Salve,da ''LE MONETE DEL PESCARESE E DEL TEATINO'' di Alberto D'andrea e Andrea Fioramonti.

La serie conta due monete in oro ( zecchino e mezzo zecchino) e due monete in argento (tallero e mezzo tallero),si conoscono comunque anche prove in bronzo e stagno-piombo.

Tallero di Don Cesare Michelangelo d'Avalos anno 1706

peso 29,16 grammi

Non furono battute a Vasto ma in baviera ad Augusta.

Grazie. Questo libro che indichi è reperibile?

Inviato

Salve,da ''LE MONETE DEL PESCARESE E DEL TEATINO'' di Alberto D'andrea e Andrea Fioramonti.

La serie conta due monete in oro ( zecchino e mezzo zecchino) e due monete in argento (tallero e mezzo tallero),si conoscono comunque anche prove in bronzo e stagno-piombo.

Tallero di Don Cesare Michelangelo d'Avalos anno 1706

peso 29,16 grammi

Non furono battute a Vasto ma in baviera ad Augusta.

Grazie. Questo libro che indichi è reperibile?

Si il volumetto e' reperibile a 12 euro

Prova a sentire Christian Andreani della Numismatica Picena


Inviato

Ti consiglio di consultare anche:

Ambrosoli, S., Monete di ostentazione di Vasto, in «Rivista italiana di numismatica», 1897, p. 159.

Ratto, R., Truccature e falsificazioni di monete italiane: scudo di Cesare d’Avalos per Vasto, in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1923, p. 83.


Inviato

Buonasera,

credo che (per tutte le monete italiane di ostentazione, in generale) sia assolutamente indispensabile il lavoro di Holzmair E. 1969, Monete di Ostentazione” der italienischen Reichsfürsten, “Numismatische Zeitschrift” 83, p. 58-81 (è però in tedesco).

Si veda anche Bellesia L. 1998, Miscellanea di numismaitca italiana. Ronco, Vasto. Moneta anonima attribuita a Massa Lombarda, «Panorama Numismatico», 123, pp. 13-16, che riporta le foto delle bellissime monete di Cesare d'Avalos presenti nel medagliere del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Cordiali saluti, Teofrasto


Inviato

Avevo visto il post su Antonio di Belgioioso, ma mi ero perso questo...perdono, Elledi!

La serie di ostentazione di Cesare Michelangelo d'Avalos è la più ricca quanto a nominali coniati. L'eccellente compilazione recentemente redatta da Alberto D'Andrea e Christian Andreani (Le monete dell'Abruzzo e del Molise) le riporta tutte correttamente, anche se l'opera più prodiga di informazioni storiche e di passaggi d'asta è ancora una volta "Signorie e Principati. Monete italiane con ritratto, 1450-1796" di Mario Ravegnani Morosini.

Oltre all'unico esemplare da 20 zecchini conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna, l'opera riporta un secondo nominale d'oro, non menzionato nel Corpus, da 5 zecchini, illustato in foto ma privo del peso, e lo reputa estremamente raro, non dando notizia di passaggi in asta. Segue il nominale da uno zecchino (R4) a cui si affiancano altri due pezzi da uno zecchino definiti "stampe", anche se D'Andrea-Andreani preferiscono chiamarle "prove". Il primo, in oro, al peso di 7,94 (contro i 3,43 dello zecchino "regolare", il doppio) viene indicato dal Corpus come risultante da un'emissione postuma ottenuta nel 1899 dai conii in possesso della marchesa d'Avalos, in quanto privo dei segni degli zecchieri di Augusta (la pigna e il ferro di cavallo). Classficato R3 viene riportato un solo passaggio d'asta, nella leggendaria vendita della Collezione Sambon-Gilberti, messa all'incanto nel 1921, occasione in cui fu aggiudicato per 775 lire di allora. Un altro esemplare simile, in oro e privo dei segni di zecca ma di peso regolare, lo ricordo pure presente nella NAC 16. Anche in quel caso veniva definito come risultante da un'emissione postuma. Questo ho avuto occasione di vederlo personalmente e ne conservo una scansione a colori, che se ritrovo sarò lieto di mostrarti. Un altro identico mi pare di ricordarlo in un'asta Hess-Divo, anche se non ricordo quale.

Altra prova o stampa di zecchino è quella in ottone, forse in questo caso un'autentica prova di conio realizzata prima dello zecchino vero e proprio. Mancante nel C. N. I. e priva dell'indicazione del peso, questa prova è reputata R3 e segnalata in 2 passaggi d'asta, entrambi nel 1924: la San Romé e la Vaccari. Prezzo di aggiudicazione, rispettivamente: 75 e 79 lire.

Segue il nominale da mezzo zecchino, anche questo con due "stampe": un'emissione postuma a peso doppio in oro e una presumibile prova in piombo, al peso di 4,19. Inizialmente apparso nella vendita Fusco (1882) insieme ad altri 5 pezzi in stagno dalle legende incomplete e dall'autenticità dubbia

è reputato R3. Il D'Andrea-Andreani reputa tutti i nominali d'oro comprese prove ed emissioni postume R5.


Inviato

Passiamo ai nominali in argento, il tallero, il mezzo tallero "largo" e il mezzo tallero "ridotto".

Anche questi sono prodighi di prove. Una prova in piombo per il tallero (di peso lievemente superiore al pezzo in argento) comparsa nella vendita Fusco (1882) e Sambon (1883), in entrambi i casi facente parte di un lotto di presunte prove. Identiche stampe in piombo di modulo lievemente maggiore anche per i due tipi di mezzo tallero, di cui una reputata "impronta". In utlimo esiste un unico pezzo in piombo da un quarto di tallero, presumibilmente anche in questo caso si tratta di un'impronta. Facevano tutti parte di un lotto presente nella suddetta vendita Fusco (n. 2177) in cui erano descritti come prove in stagno da una lira, mezza lira e un quarto di scudo.

Oltre al Ravegnani-Morosini ricordo anche un articolo della R. I. N. (anno 1890), generosamente messo a disposizione sul sito di Incuso, a firma di Solone Ambrosoli, in cui viene presentato il mezzo zecchino dalla singolare figurazione semplificata, privo dei segni degli zecchieri, e soprattutto con il millesimo 1707 (tutti gli altri portano il 1706). Per queste ragioni il Ravegnani-Morosini lo reputa un "progetto".

Peccato solo che sia l'Ambrosoli che il Ravegnani-Morosini si siano prevalentemente concentrati sugli aspetti tecnici, artistici e storico-numismatici senza scavare nella più ampia storia politico-diplomatica che c'è dietro, estremamente rocambolesca e a tratti divertente, che ha come protagonista il marchese del Vasto e la sua trasferta a Vienna.


Guest utente3487
Inviato

Passiamo ai nominali in argento, il tallero, il mezzo tallero "largo" e il mezzo tallero "ridotto".

Anche questi sono prodighi di prove. Una prova in piombo per il tallero (di peso lievemente superiore al pezzo in argento) comparsa nella vendita Fusco (1882) e Sambon (1883), in entrambi i casi facente parte di un lotto di presunte prove. Identiche stampe in piombo di modulo lievemente maggiore anche per i due tipi di mezzo tallero, di cui una reputata "impronta". In utlimo esiste un unico pezzo in piombo da un quarto di tallero, presumibilmente anche in questo caso si tratta di un'impronta. Facevano tutti parte di un lotto presente nella suddetta vendita Fusco (n. 2177) in cui erano descritti come prove in stagno da una lira, mezza lira e un quarto di scudo.

Oltre al Ravegnani-Morosini ricordo anche un articolo della R. I. N. (anno 1890), generosamente messo a disposizione sul sito di Incuso, a firma di Solone Ambrosoli, in cui viene presentato il mezzo zecchino dalla singolare figurazione semplificata, privo dei segni degli zecchieri, e soprattutto con il millesimo 1707 (tutti gli altri portano il 1706). Per queste ragioni il Ravegnani-Morosini lo reputa un "progetto".

Peccato solo che sia l'Ambrosoli che il Ravegnani-Morosini si siano prevalentemente concentrati sugli aspetti tecnici, artistici e storico-numismatici senza scavare nella più ampia storia politico-diplomatica che c'è dietro, estremamente rocambolesca e a tratti divertente, che ha come protagonista il marchese del Vasto e la sua trasferta a Vienna.

Sei stato una miniera di informazioni...grazie :)

Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.