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Alessandro Severo


gpittini

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DE GREGE EPICURI

In Francia non ho trovato solo minimissimi, ma anche questo sesterzio di Alessandro Severo; pesa 17,6 g. e misura 27-29 mm. La patina del D mi piace molto, quella del R non è allo stesso livello, è lievemente abrasa. Mi sembra di barra, siete d'accordo? Il R rappresenta la PROFECTIO AUGUSTI, con l'imperatore a cavallo, preceduto dalla vittoria. Credo sia C 492 (15 Fr), RIC 596b, BMC 748. Non so di quale partenza si tratti, qualcuno è in grado di ricostruire la destinazione di Alessandro Severo? Sarebbe anche interessante mettere insieme un po' di "adventus" e un po' di "profectio" di imperatori vari, mi pare una tematica affascinante e storicamente molto stimolante.

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DE GREGE EPICURI

Ho trovato qualcosa sul RIC 4b, p.67. Nel 227 Artaserse aveva rovesciato Artabano V e proclamato di voler rinnovare la potenza degli Achemenidi. Successivamente aveva minacciato la Siria e la Cappadocia, ed il pericolo era stato avvertito a Roma nel 230. Nel 231, Alessandro Severo (con la madre!!) era partito con l'esercito alla volta dell' Oriente. La moneta sembra essere proprio del 231.

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Ciao Gianfranco,

per meri motivi di... tempo mi limito a saccheggiare Wikipedia:

La Profectio rappresentava nell'antica Roma un cerimoniale religiosa che celebrava la partenza dell'Imperatore romano da Roma (o da altre capitali imperiali, come ad es.Mediolanum), soprattutto in vista di una nuova campagna militare. Al contrario, l'adventus rappresentava il ritorno nell'Urbe dello stesso imperatore al termine della guerra. (su questo ci sarebbe da opinare che ci sono ADVENTVS coniati non solo a Roma, ad es.ad Antiochia, che commemorano il passaggio dell'imperatore presso la città emittente-nota personale)

Le vaste dimensioni dell'Impero romano fecero sì che, nel periodo in cui gli imperatori si muovevano da Roma per dirigersi verso i confini imperiali per difenderli o in vista di guerre di conquista, la partenza dell'imperatore fosse celebrata come un evento molto particolare e non comune, o comunque raro. Una volta decisa la partenza imperiale, questa era comunicata al popolo di Roma (come spesso documentato attraverso rilievi scultorei o relativa monetazione), a cui seguiva la preparazione della successiva cerimonia di lustratio e poi di adlocutio delle truppe riunite in vista dell'imminente campagna.

Rappresentazioni monetali e scultoree

Molto spesso la partenza era celebrata con un'emissione monetale o con una rappresentazione scultorea, come avvenne ad esempio nel caso degli imperatori:

* Traiano, quando partì sul finire del 113/inizi del 114 per le campagne contro i Parti raggiungendo il suo quartier generale di Antiochia;

* Marco Aurelio quando al termine del 169 o agli inizi del 170 partì per il fronte del medio Danubio in vista delle nuove campagne contro le popiolazioni germaniche e sarmatiche di quelle regioni (Marcomannia e Sarmatia);

* Settimio Severo quando partì per il fronte orientale in vista delle campagne contro i Parti (ampiamente celebrata anche nel suo arco di trionfo);

* Alessandro Severo, il quale sul finire del 231 raggiunse Antiochia di Siria per lanciare una nuova serie di campagne militari nel 232, questa volta contro i Sasanidi che si erano sostituiti ai Parti in Oriente;

* Marco Aurelio Probo quando partì per il fronte Reno-danubiano negli anni 276-282.

Spesso l'imperatore, in queste rappresentazioni, appariva in uniforme militare, e poteva essere preceduto o seguito da un certo numero di soldati muniti di vexilla legionari oppure dalla stessa dea Vittoria. In alcuni casi la profectio era annunciata da tre dee monetali, le quali tengono una bilancia nella mano destra ed una cornucopia in quella sinistra, proprio sopra una pila di monete ai loro piedi (come nel caso di Marco Aurelio Probo).

In effetti può essere l'idea per una ricerca.

Ciao

Illyricum

:)

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Ciao!!!!!ALESSANDRO SEVERO sostanzialmente non condusse molte campagne militari,gli storici infatti lo descrivono come un imperatore insicuro e addirittura comprò la pace a peso d'oro,causa che scatenò il malcontento e la ribellione dei pretoriani.....Condusse una battaglia dal 232 al 233 contro i Persiani ed un'altra contro gli Alamanni che invaserò la Gallia nel 234-235....ciao ciao

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Ciao!

Spesso le biografie degli imperatori sono tratte da resoconti degli storici antichi che frequentemente seguivano le "correnti del momento" (praticamente... come ai giorni nostri! :blink: )...

Sicuramente Alessandro Severo non fu un condottiero militare paragonabile ad altri imperatori del Primo Impero. Bisogna considerare comunque a sua parziale discolpa la giovane età all'atto dell'investitura e la presenza alle sue spalle di una madre ingombrante con Julia Mamaea...

Ri-saccheggio Wikipedia sulle guerre parthiche e germaniche di Alessandro Severo:

... Tra il 224 e il 226/227 avvenne ad Oriente dell'Impero romano un episodio cruciale, che cambiò il corso della storia romana nel III secolo: l'ultimo imperatore dei Parti, Artabano IV, fu rovesciato e il rivoltoso, Ardashir I, fondò la dinastia sasanide, destinata a essere avversaria orientale dei Romani fino al VII secolo. Tra il 230 e il 233 circa i Sasanidi e i Romani si scontrarono per la prima volta: il casus belli fu la rivendicazione, da parte dei Sasanidi del possesso di tutto l'impero degli Achemenidi, dai quali affermavano di discendere, ivi compresi i territori ora romani dell'Asia Minore e del Vicino Oriente. Della campagna sasanide di Alessandro Severo esistono due racconti contrastanti: Erodiano non ha remore a mostrare gli errori dell'imperatore romano nella conduzione della guerra e descrive una situazione negativa per i Romani, salvo poi raccontare che i Sasanidi alla fine accettarono lo status quo; al contrario, nella Historia Augusta, nel Cesari di Aurelio Vittore e nel Breviario di storia romana di Eutropio, si racconta della grandiosa vittoria di Alessandro sui nemici dell'impero.

Secondo il racconto di Erodiano, la reazione di Alessandro alle pretese sasanidi fu quella di scrivere ad Ardashir, proponendogli di mantenere lo status quo e ricordandogli le vittorie romane sui Persiani; l'ambasciata non ebbe effetto, dato che il sovrano sasanide scese sul campo di battaglia. All'inizio della campagna (230), i Sasanidi penetrarono nella provincia romana della Mesopotamia cercando, senza riuscirvi, di conquistare Nisibis e compirono diverse incursioni in Siria e Cappadocia.

Alessandro organizzò allora una spedizione militare, raccogliendo a Roma un numero di truppe pari a quelle del nemico e scegliendo i migliori soldati. Erodiano riporta il discorso che Alessandro fece di fronte alle truppe schierate e racconta di come i soldati fossero incoraggiati dalle parole dell'imperatore; dopo aver distribuito denaro alle truppe, Alessandro si recò al Senato per fare un discorso simile e rendere pubbliche le sue intenzioni. Il giorno della partenza, dopo aver presenziato ai sacrifici di rito, l'imperatore lasciò Roma (231); Erodiano racconta di come Alessandro si volse più volte a guardare la città, piangendo, e di come piangessero anche sia i senatori che il popolo che accompagnò l'amato imperatore.

Dopo essere passato per l'Illirico, dove raccolse altre numerose truppe, raggiunse l'anno successivo (232) Antiochia di Siria, dove fece addestrare le truppe nelle condizioni ambientali delle province orientali. Fece allora un ulteriore tentativo di mediazione, offrendo pace e amicizia ad Ardashir, ma questi non solo mandò indietro gli inviati romani a mani vuote, ma mandò a sua volta ad Alessandro quattrocento soldati di aspetto imponente e riccamente vestiti, con un rinnovato invito ad abbandonare le terre fino al Bosforo; Alessandro reagì alla provocazione arrestando i quattrocento inviati sasanidi e li mandò a coltivare terre in Frigia, senza però metterli a morte. L'imperatore romano decise di far passare all'esercito le frontiere naturali del Tigri e dell'Eufrate, ma si trovò ad affrontare ammutinamenti delle truppe e persino la proclamazione di un usurpatore, Taurino; sebbene questi pericoli avessero breve vita, Alessandro decise di tenere con sé solo le truppe più affidabili e, dietro consiglio dei propri generali, divise l'esercito in tre parti, tenendo per sé quella più forte e destinata all'attacco al centro del fronte, mentre le altre due avrebbero dovuto attaccare a nord e a sud. La sua indecisione nell'avanzare, però, fece sì che al contingente meridionale venisse ad opporsi quasi l'intero esercito sasanide, che sconfisse i Romani infliggendo loro gravi perdite. Erodiano racconta che la causa dell'indecisione di Alessandro fu la sua paura di mettere in gioco la propria vita o le «paure femminili» di sua madre Giulia Mamea, che lo aveva seguito in Oriente. La notizia della disfatta giunse all'imperatore mentre questi era ammalato, e lo fece disperare; gli stessi soldati, minati da malattie causate dall'ambiente insalubre e dalla scarsità delle provviste, accusarono l'imperatore di aver causato la distruzione dell'esercito con la sua incapacità a mettere in atto i piani stabiliti. Alessandro ordinò allora che i due gruppi superstiti di truppe si recassero a svernare ad Antiochia: se il suo contingente perse numerosi uomini durante il viaggio, i soldati provenienti da nord furono praticamente decimati dalle temperature rigide delle montagne dell'Armenia; l'esercito, ridotto enormemente a causa di questi eventi, addossò la colpa delle sue perdite all'imperatore.

Gli scontri tra Romani e Sasanidi, però, avevano indebolito enormemente anche l'esercito di Ardashir, che ne ordinò lo scioglimento per la pausa invernale tra il 232 e il 233. La notizia raggiunse Alessandro, la cui salute era migliorata ad Antiochia, dopo che aveva tentato di riottenere il favore dei propri uomini con un donativo e mentre stava preparando il proseguo della campagna. Sebbene fosse convinto che il pericolo fosse terminato, Alessandro fu convinto a porre fine alle ostilità in Oriente anche dall'arrivo della notizia che gli Alemanni avevano passato Reno e Danubio e stavano saccheggiando campi e città in forze.

Differentemente da Erodiano, di cui rigetta il racconto dei fatti, l'Historia Augusta riporta un'altra versione, confermata da Aurelio Vittore e da Eutropio, secondo la quale Alessandro avrebbe sconfitto Ardashir in battaglia. L'Historia aggiunge che l'imperatore prese personalmente parte alla battaglia, comandando il fianco destro romano, e obbligando alla rotta l'esercito sasanide, forte di settecento elefanti da guerra e mille e ottocento carri falcati, oltre che da migliaia di cavalieri; tornato ad Antiochia, Alessandro avrebbe diviso tutto il bottino tra gli uomini. Un'ulteriore differenza tra le due versioni riguarda il trionfo di Alessandro a Roma: secondo Erodiano l'imperatore si affrettò dalla frontiera orientale a quella settentrionale per far fronte alla minaccia germanica; l'Historia Augusta narra invece del suo ritorno nella capitale nel 233, dove avrebbe celebrato un trionfo sui Sasanidi (attestato dalla numismatica) con donativi al popolo e giochi. L'Historia riporta anche un discorso di Alessandro di fronte al Senato romano, in cui l'imperatore rivendica modestamente il proprio successo.

Campagna germanica (234-235)

Secondo il racconto di Erodiano, mentre si trovava ancora ad Antiochia con l'esercito Alessandro fu raggiunto dalla notizia che gli Alemanni avevano attraversato in forze il limes germanico e stavano saccheggiando le province romane dell'Illirico, mettendo in pericolo anche l'Italia. Questa notizia causò malcontento nell'esercito, in particolare nelle truppe illiriche che erano state prelevate per la campagna sasanide indebolendo le difese della zona; i soldati imputavano all'imperatore sia l'indecisione nella guerra contro Ardashir che i pericoli in cui metteva le popolazioni illiriche. Sempre secondo Erodiano, Alessandro di mosse rapidamente dalla frontiera orientale all'Illirico con gran parte dell'esercito, senza passare da Roma.

Evidenze numismatiche fanno propendere gli storici per la versione riportata dalla Historia Augusta, secondo la quale Alessandro tornò a Roma a celebrare il trionfo (233); per diversi mesi l'imperatore avrebbe goduto dell'aumento di popolarità dovuto alla campagna orientale, prima di essere raggiunto dalla notizia delle invasioni in Illirico e Gallia, ove si recò dopo aver richiamato l'esercito da Oriente (234).

Alessandro si accampò a Magonza, presso il Reno, e impegnò i barbari facendo uso delle truppe more, osroene e parte che aveva portato dalla campagna d'Oriente. Decise però di non rischiare una guerra e di corrompere i barbari e ottenere una pace incruenta (235). Queste trattative non trovarono il favore dei soldati, sia in quanto essi deprecavano l'atteggiamento remissivo dell'imperatore di fronte ai nemici che avevano invaso e saccheggiato le loro terre, sia in quanto una pace ottenuta in quel modo non avrebbe portato bottino per i soldati romani.

Morte

Alessandro fu ucciso il 18 o 19 marzo del 235 a Mogontiacum insieme alla madre, in un ammutinamento probabilmente capeggiato da Massimino Trace, un ufficiale della Tracia, che ad ogni modo si assicurò il trono.

Secondo Erodiano i soldati decisero di rovesciare Alessandro, considerato troppo effeminato, e di sostituirlo con Massimino, uno dei loro comandanti preferiti e dotato di maggiori capacità militari. Dopo aver acclamato Massimino imperatore, si recarono presso l'accampamento di Alessandro. Informato della sommossa, Alessandro si fece prendere dal panico e promise ai propri uomini di fare tutto quello che essi volevano in cambio della loro protezione, ma i soldati si rifiutarono di prendere le armi. Abbandonato dalle proprie truppe, Alessandro si ritirò presso la propria tenda, dove si trovava anche la madre Giulia Mamea, attendendo l'arrivo degli uomini di Massimino che li uccisero entrambi.

La Historia Augusta, invece, racconta che dopo numerosi cattivi presagi, Alessandro fu ucciso in quanto aveva sorpreso un soldato germanico della sua scorta all'interno della sua tenda: il soldato, temendo di essere punito, avrebbe riunito i propri compagni e ucciso l'imperatore e la madre.

Con la caduta dell'ultimo dei Severi, molte raffigurazioni di Alessandro e di sua madre furono intenzionalmente distrutte, per mostrare il sostegno al nuovo imperatore. Nel 238, con la morte di Massimino Trace e l'ascesa al trono di Gordiano III, Alessandro fu divinizzato e, per l'ultima volta, fu costituito un collegio di sodales in suo onore. A seguito di ciò, in molte iscrizioni in cui il suo nome era stato cancellato sotto Massimino, questo fu re-inciso.

Alessandro fu inumato in un sarcofago, ora ai Musei Capitolini, assieme alla madre, e posto in un mausoleo, oggi noto come Monte del Grano, a Roma.

Ciao

Illyicum

:)

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Bhè effettviamente bisogna sempre calcolare tutte le foni storiche.....In ogni caso come hai giustamente osservato tu il trono di alessandro è stato fortemente compremesso più che dalla madre dalla nonna GIULIA MESA molto ambiziosa, a(iutò anche l'altro nipote ELIOGABALO a salire al trono) in ogni caso è indubbio che sotto il principato di ALESSANDRO SEVERO a Roma diminuì la tensione soprattutto tra imperatore e senato,infatti fu forse l'unico dei Severi che riprese una politica "più"favorevole al senato,ciò sicuramente fece sì che potava essere elogiato,anche perchè Roma era appena uscita dalle esperienze negative di CARACALLA e di ELIOGABALO e ALESSANDRO sicuramente fu condottiero più abile dei suoi predecessori(tralasciando ovviamente SETTIMIO SEVERO).....Riprendendo il discorso delle campagne forse non sappiamo esattamente come andò a finire qella condotta in oriente,ma sicuramente fu ucciso per il suo comportamento incerto e soprattutto perchè si abbassò a comperare la pace.....Bisogna inoltre calcolare che dopo la sua morte la crisi del III secolo vedrà coinvolti principi che non risplendono in quanto ad abilità.....è un periodo fortemente negativo.....potrebbe essere quindi possibile che un'opera come l'HISTORIA AUGUSTA che risale nel tardoantico(siamo nel IV secolo D.C.)tendenziosamente potrebbe esaltare le gesta di ALESSANDRO SEVERO essendo l'ultimo prima della crisi che in qualche modo mandò "avanti" un periodo più mite.....

Purtroppo le contaddizioni sono spesso presenti.....

ciao ciao

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...Sarebbe anche interessante mettere insieme un po' di "adventus" e un po' di "profectio" di imperatori vari, mi pare una tematica affascinante e storicamente molto stimolante.

La Profectio rappresentava nell'antica Roma un cerimoniale religiosa che celebrava la partenza dell'Imperatore romano da Roma (o da altre capitali imperiali, come ad es.Mediolanum), soprattutto in vista di una nuova campagna militare.

Le vaste dimensioni dell'Impero romano fecero sì che, nel periodo in cui gli imperatori si muovevano da Roma per dirigersi verso i confini imperiali per difenderli o in vista di guerre di conquista, la partenza dell'imperatore fosse celebrata come un evento molto particolare e non comune, o comunque raro. Una volta decisa la partenza imperiale, questa era comunicata al popolo di Roma (come spesso documentato attraverso rilievi scultorei o relativa monetazione), a cui seguiva la preparazione della successiva cerimonia di lustratio e poi di adlocutio delle truppe riunite in vista dell'imminente campagna.

Rappresentazioni monetali e scultoree

Molto spesso la partenza era celebrata con un'emissione monetale o con una rappresentazione scultorea, come avvenne ad esempio nel caso degli imperatori:

* Traiano, quando partì sul finire del 113/inizi del 114 per le campagne contro i Parti raggiungendo il suo quartier generale di Antiochia;

* Marco Aurelio quando al termine del 169 o agli inizi del 170 partì per il fronte del medio Danubio in vista delle nuove campagne contro le popiolazioni germaniche e sarmatiche di quelle regioni (Marcomannia e Sarmatia);

* Settimio Severo quando partì per il fronte orientale in vista delle campagne contro i Parti (ampiamente celebrata anche nel suo arco di trionfo);

* Alessandro Severo, il quale sul finire del 231 raggiunse Antiochia di Siria per lanciare una nuova serie di campagne militari nel 232, questa volta contro i Sasanidi che si erano sostituiti ai Parti in Oriente;

* Marco Aurelio Probo quando partì per il fronte Reno-danubiano negli anni 276-282.

Spesso l'imperatore, in queste rappresentazioni, appariva in uniforme militare, e poteva essere preceduto o seguito da un certo numero di soldati muniti di vexilla legionari oppure dalla stessa dea Vittoria. In alcuni casi la profectio era annunciata da tre dee monetali, le quali tengono una bilancia nella mano destra ed una cornucopia in quella sinistra, proprio sopra una pila di monete ai loro piedi (come nel caso di Marco Aurelio Probo).

In effetti può essere l'idea per una ricerca.

Sulla base di quanto sopra, accludo di seguito una galleria di monete collegate al tema "PROFECTIO AVG".

Traiano, quando partì sul finire del 113/inizi del 114 per le campagne contro i Parti raggiungendo il suo quartier generale di Antiochia;

Aureus 114-117, AV 7.32 g. IMP TRAIANO OPTIMO AVG GER DAC P M TR P Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. AVGVSTI Trajan on horseback r., holding spear; behind, three soldiers and in front, another soldier with shield and spear. In exergue, PROFECTIO. C 40 var. (not cuirassed). BMC 512. RIC 297 var. (not cuirassed). CBN –. Calicó 986 (this coin). Biaggi 465 (this coin).

Very rare. Good very fine (Coinarchives)

(segue)

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Marco Aurelio quando al termine del 169 o agli inizi del 170 partì per il fronte del medio Danubio in vista delle nuove campagne contro le popiolazioni germaniche e sarmatiche di quelle regioni (Marcomannia e Sarmatia);

RIC 979Marcus Aurelius AE Sestertius. IMP M ANTONINVS AVG TR P XXIIII, laureate head right / SALVTI AVG COS III S-C, Salus standing left with sceptre & feeding snake twined around altar. Cohen 547. ( descrizione Wildwids – foto http://www.romancoins.info/Military-Coins.html + un rovescio con migliore dettaglio...)

(segue)

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ed il pannello Nord 2 dell'Arco di Costantino con scena di Profectio di Marco Aurelio

...The adventus is paired with a profectio scene (fig. 10), indicating that it represents Marcus's departure for battle in 169. The emperor wears a traditional short tunic and mantle, the heel of his right foot lifted to signal impending motion. A reclining personification of the road Via Flaminia in the case bids him farewell. The identification of the personified road is certain; earlier coins depict parallel scenes and include labels for the relevant roads. Virtus, dressed for travel as compared to the nearly identical Roma, who usually bears one breast, will presumably accompany the emperor into battle. A genius senatus, bearded and wearing a toga, stands behind Marcus. A man, usually agreed to be Claudius Pompeianus, Marcus Aureliuss son-in-law and advisor, stands to his left, barely visible in this relief. Earlier scholars, such as Stuart Jones and Eugenie Sellers Strong, identified this assistant as Bassaeus Rufus instead of Pompeianus, who seems to be generally accepted today. Wegner considered this relief to be in the klassischer style, however the treatment of soldiers and horses does not seem to fit that description. L'Orange identified the structure in this scene as the Arch of Domitian in the Campus Martius. Note that the arch is crowned with a chariot drawn by elephants. (www.rome101.com)

...Profectio: the profectio is a convention in Roman Imperial art showing the figure of an emperor or general setting out. The Aurelian panel probably refers to Marcus Aurelius's departure in 169 AD for a northern campaign. The bearded figure with toga standing behind him can be identified as Genius Senatus. Remember in the Roman formula of power: SPQR (Senatus Populusque Romanorum) , the Emperor receives his power from the Senate and the People of Rome. The reclining female figure has been identified as a personification of the Via Flaminia, one of the major Roman roads, which played a central role in establishing and maintaining the Roman Empire.( http://employees.oneonta.edu)

(segue)

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Settimio Severo quando partì per il fronte orientale in vista delle campagne contro i Parti (ampiamente celebrata anche nel suo arco di trionfo);

Septimius Severus. AD 193-211. Denarius (Silver, 2.85 g 12), Laodicea, 197. L SEPT SEV PERT AVG IMP VIIII Laureate head of Septimius Severus to right. Rev. PROFECTIO AVG Septimius Severus, holding transverse spear and riding horse walking to right. BMC 466. Cohen 580. RIC 494. A superb piece, bright and most attractive. Good extremely fine. (Coinarchives)

Circa l'Arco di Settimio Severo la scena di Profectio dovrebbe essere posizionata sul pannello di sinistra ed è purtroppo molto degradato come livello di conservazine.

The first panel is in a very poor state on conservation. It is divided in three registers, the first showing the preparations for war; the middle battle scenes between Romans and Parthians; and the last the emperor speaking to the troops (on the left) and the liberation of a besieged city with the flight of the enemy king (on the right). (http://sights.seindal.dk/sight/161_Arch_of_Septimius_Severus.html)

(segue)

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Caracalla, il figlio di Settimio Severo, una volta divenuto unico erede, dopo la morte del fratello Geta, annunciò la sua profectio in vista dell'imminente campagna contro il popolo degli Alemanni degli anni 212/213;

RIC 225 sear5 #6876 Caracalla Denarius. 213 AD. ANTONINVS PIVS AVG BRIT, laureate head right / PROFECTIO AVG, Caracalla standing right, holding a transverse spear, two standards behind him. RSC 509. (testo Wildwinds – foto www.vcoins.com)

RIC 226 sear5 #6877 Caracalla Denarius. 213 AD. ANTONINVS PIVS AVG BRIT, laureate head right / PROFECTIO AVG, Caracalla in military attire standing right holding spear, soldier to left holding standard. RSC 509. (testo Wildwinds – foto http://www.yorkcoins.com/caracalla_i.htm)

(segue)

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Alessandro Severo, il quale sul finire del 231 raggiunse Antiochia di Siria per lanciare una nuova serie di campagne militari nel 232, questa volta contro i Sasanidi che si erano sostituiti ai Parti in Oriente;

Severus Alexander, Orichalcum Sestertius, 231, Rome

IMP SEV ALL_XANDER (sic) AVG

Laureate bust right, drapery on left shoulder

PROFECTIO AVGVS_[TI]

Severus Alexander, in military attire, on horseback pacing right, holding spear, preceded by Victory walking right, palm in left hand, wreath in right. SC in exergue. 29.24mm, 16.80g

RIC IV, Part II, 596; BMCRE 748; Cohen 492; Sear RCV II, 8012

Mr. Sear notes on the Certificate of Authenticity, received on March 5, 2005:

Grade: VF and a very scarce type, but with false patina which has been applied subsequent to extensive tooling (this is probably responsible for the spelling error in the emperor's name, the clumsiness of the lettering behind the emperor's head and the obliteration of the final two letters of the reverse legend.)

Follow-up note: The customer who purchased this piece from me does not agree with the Sear documentation with respect to the tooling. (beastcoins.com)

(segue)

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Marco Aurelio Probo quando partì per il fronte Reno-danubiano negli anni compresi tra il 276 ed il 281 circa dopo aver trascorso un breve periodo a Roma.

Spesso l'imperatore, in queste rappresentazioni, appariva in uniforme militare, e poteva essere preceduto o seguito da un certo numero di soldati muniti di vexilla legionari oppure dalla stessa dea Vittoria. In alcuni casi la profectio era annunciata da tre dee monetali, le quali tengono una bilancia nella mano destra ed una cornucopia in quella sinistra, proprio sopra una pila di monete ai loro piedi (come nel caso di Marco Aurelio Probo).

Medallion 282, billon 22.74 g. IMP PROB – VS P F AVG Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. MONETA AVG The three Monetae l., each holding scales and cornucopiae, at feet a conical heap of metal. C 378 var. Gnecchi 23. Pink, NZ 1949, 26. Extremely rare. A bold portrait struck on a full flan, a wide part of the

original gilding still visible, extremely fine Ex Tkalec 1992, 420; Leu 65, 1996, 469 and NAC 23, 2002, 1646 sales. (Coinarchives)

Probus. 276-282 AD. Æ Medallion (22.66 gm, 6h). IMP PROBV-S P F AVG, laureate and cuirassed bust left, holding spear forward and shield decorated with scene of profectio / MON-ETA AV-G, the three Monetae standing facing, heads left, each holding scale in their right hands above a stack of coins at their feet, and cornucopiae in their left hands. Gnecchi II pg. 118, 24 and pl. 120, 5; Pink VI/I, pg. 59; Toynbee -; Dressel -; BMCREM pg. 74, 3; MRV -; MFA 77; Cohen 376.

Choice VF, dark green patina with flecks of red and tan, minor roughness. (CNGCoins)

Con questo penso di aver concluso l'excursus storico relativo alla parte numismatica sul tema PROFECTIO AVG.

Ciao

Illyricum

:)

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E quindi una ricerca sull’

ADVENTVS

L'adventus era l'ingresso cerimoniale di un imperatore romano (o di un alto funzionario imperiale) in una città; tra le ultime testimonianze, quelle riguardo l'accoglienza del re Teodorico a Roma nel 500 e quella dell'imperatore Eraclio I a Costantinopoli nel 629.

Significato dell'adventus

Le vaste dimensioni dell'Impero romano fecero sì che, anche nel periodo in cui gli imperatori si muovevano più frequentemente per i propri domini, la presenza dell'imperatore in una città o zona che non fosse la capitale era un evento molto raro. Considerando il fatto che questa presenza dell'imperatore all'interno delle mura cittadine era ritenuto un evento fausto, sia per i benefici economici e sociali sia per la sicurezza che implicava, si comprende come tutta la cittadinanza fosse coinvolta nell'organizzazione (e nel sostenere l'onere) dell'adventus imperiale, la cui memoria rimaneva poi per lungo tempo, registrata anche nelle cronache, le quali forniscono numerose descrizioni di tali eventi. Una volta decisa la visita imperiale, questa era comunicata alla città interessata con largo anticipo, anche un anno. Iniziava subito la preparazione della cerimonia, dai costi elevati; in cambio di questo impegno finanziario la collettività aspirarva ai benefici legati alla presenza dell'imperatore, come elargizioni, organizzazione di giochi, esenzioni dalle tasse e condono delle tasse pregresse.

Cerimonia

All'inizio della cerimonia aveva luogo l'occursus: una processione di senatori recanti le divinità cittadine e seguiti da alcuni rappresentanti delle altre classi sociali si incamminava incontro all'imperatore, che incontrava fuori dalla città; qui i senatori invitavano l'imperatore ad entrare in città, e questi teneva un breve discorso di ringraziamento. Questa fase della cerimonia doveva convogliare il desiderio della città di accogliere l'imperatore, e quindi era ritenuto opportuno che la delegazione cittadina incontrasse l'ospite il più lontano possibile dalla città, a dimostrare il proprio ardente desiderio.

Successivamente aveva luogo l'introitus, l'ingresso vero e proprio dell'imperatore in città. Preceduto dal corteo dei dignitari che gli erano andati incontro, l'imperatore entrava da una delle porte della città (fino all'epoca della dinastia severiana a piedi e da solo, in seguito su di un carro e scortato da reparti militari), e trovava ad attenderlo rappresentanti di tutti i ceti sociali: in prima fila vi erano i magistrati e l'aristocrazia cittadina, vestiti di bianco e coronati d'alloro; vicini a questi, in ordine gerarchico, si trovavano i senatori e i cavalieri romani che risiedevano in città, i sacerdoti e i membri dei collegia, i rappresentanti delle fazioni del circo e del clero (durante la tarda antichità), poi i maschi liberi e infine le donne e i bambini; i giovani componevano dei cori che cantavano le lodi dell'augusto ospite. Il popolo dimostrava il proprio giubilo agitando rami di ulivo, palma e alloro, offrendo corone di fiori, i cui petali poi erano sparsi intorno, bruciando incenso e recando fiaccole e ceri, mentre alcuni tenevano gli animali che avevano intenzione di sacrificare in onore dell'imperatore; il tutto era racchiuso da grida di giubilo, inni, e preghiere. Successivamente l'imperatore si recava nel tempio più importante della città, dove effettuava un sacrificio di ringraziamento; questa pratica fu abolita da Costantino I, che si rifiutò di sacrificare alla Triade Capitolina.

Tipicamente l'imperatore e i suoi ospiti giungevano poi in un luogo pubblico, come il foro o il teatro, dove l'imperatore faceva un discorso di ringraziamento alla città, la quale replicava con la declamazione di un panegirico, la cui composizione e declamazione era stata commissionata ad un retore, in quanto si trattava di un momento importante e prestigioso per la città. Talvolta l'imperatore si recava nella curia a rendere omaggio al Senato locale con una orazione (oratio senatus); alternativamente effettuava una largizione (largitio) nel foro. (da Wikipedia)

Come già la Profectio, l’Adventus di Marco Aurelio è rappresentata su un pannello marmoreo dell’Arco di Costantino, esattamente seguente il primo.

The adventus panel is generally agreed to represent the return of Marcus Aurelius from battle after his successful campaign against the Germans and Sarmatians in 176. P. G. Hamberg referred to this scene as "allegorical", a term that did not sit at all well with Karl Lehmann. Hamberg's basis was that Marcus is the only mortal character in it, although it seems to represent a real location, the Temple of Fortuna Redux on the Via Latia in the Campus Martius. Its primary focus is the interaction between Marcus and Roma on the right side. Mars stands behind the emperor; the war is over. Victory flies over Marcus's head, above two lesser deities or personifications in the background. (www.rome101.com)

Adventus: the adventus formula is another widely popular formula of Roman Imperial art that would come to play an important role in Christian art with images like the Entry of Christ into Jerusalem. The adventus formula presents the formal arrival of the Emperor into a city. It conveys the significance of the presence of the Emperor in the city. The Aurelian panel represents the adventus that took place in 176 AD when Marcus Aurelius returned to Rome from his northern campaign. The appearance of the same arch in this relief that appeared in the profectio scene identifies the city as Rome. The allegorical nature of this scene is marked by the presence of gods and personifications as companions of Marcus Aurelius. To the left stands the bearded Mars dressed in cuirass as the God of war, while to the right stands the personification of Roma, wearing a helmet and holding a shield. Above the head of Marcus Aurelius is a nike, or winged victory, bearing garlands.( http://employees.oneonta.edu)

(vedi allegato)

Da una veloce ricerca con chiave “ADVENT” sul web, gli imperatori con rovesci comprendenti tale parola sono:

ADRIANO, COMMODO, SETTIMIO SEVERO, CARACALLA, GETA, GORDIANO III, OSTILIANO, FILIPPO I, FILIPPO II, TREBONIANO GALLICO, ELAGABALO, GALLIENO, SALONINO, POSTUMO, TETRICO, CLAUDIO II, AURELIANO, PROBO, CARAUSIO, CARINO, NUMERIANO, ALLECTO, DIOCLEZIANO, MASSIMIANO, GALERIO, COSTANTINO I, COSTANTINO II, COSTANZO II, GIOVIANO, VALENTE, VALENTINIANO I , GRAZIANO, ONORIO, MARCIANO.

Di seguito allego una serie monete collegate all’ADVENTVS. Ove non indicato diversamente, sono tratte da CNGcoins.

HADRIAN. 117-138 AD. AR Denarius. (17mm, 3.40 g, 7h). Struck circa 134-138 AD. HADRIANVS AVG COS III P P, bare head right / ADVENTVS AVGVSTI, Roma standing right holding spear, clasping right hand of Hadrian, standing left, holding roll. RIC II 227; BMCRE 584; RSC 93a. Good VF.

(segue)

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HADRIAN. 117-138 AD. Æ Sestertius (25.32 gm). Struck circa 134-138 AD. Laureate and draped bust right / ADVENTI AVG GALLIAE, Hadrian standing right, holding roll and raising hand to Gallia standing left, holding patera over lighted and garlanded altar; victim lying at base. RIC II 884; BMCRE 1643; Cohen 32. Good VF, brown surfaces, spots of roughness in fields. Attractive portrait.

From the Tony Hardy Collection.

HADRIAN'S TRAVELS

Between the years 119 and 136 AD, the emperor Hadrian travelled throughout the Roman Empire, visiting various provinces to take stock of his inheritance and calm the disquiet which had arisen in the later years of Trajan's reign. His travels can be divided into two major episodes. The first tour was designed to shore-up Rome's northern borders and began sometime around 119 AD when Hadrian first visited the provinces of Gaul (lots 1479-80) and Germania Inferior and Superior. The emperor then crossed the Channel to Britannia where, during his stay, construction began on a seventy-three-mile long wall across the north of the province, known to this day as Hadrian's Wall. In 122-123 AD, Hadrian spent time in Hispania (lot 1481), then travelled East to Asia Minor. The remainder of this first tour was spent in the Balkans and Greece, touring such areas as DACIA (lot 1482) and ACHAEA (lot 1483), before returning to Rome, via Sicily, in 126 AD.

Hadrian's second tour began in 128 AD, when he set out on a short tour of the provinces of Africa (lot 1484) and Mauretania (lot 1485). Returning for a brief stay in Rome, Hadrian then went again to Asia Minor, and continued into Syria (lot 1486) and Palestine. In 130 AD, Hadrian moved on to Aegypt (lots 1487-9), where he visited Alexandria (lot 1490). It was while Hadrian was on tour in Egypt that his favorite, Antinoüs, mysteriously drowned in the Nile. Hadrian's attempt to "refound" Jerusalem as the city of Aelia Capitolina and build a temple to Jupiter on the the Temple Mount sparked the revolt of Simon bar-Kochba in 132 AD, and thus Hadrian remained in the region until 135 AD, when the revolt had largely been suppressed. In 136 AD Hadrian returned to Italia (lot 1491), ending his long travels. Increasing ill-health necessitated Hadrian's remaining close to the capital, as well as adopting Aelius and, later, Antoninus Pius as heirs to the throne.

HADRIAN. 117-138 AD. Æ Sestertius (24.62 gm). Struck circa 134-138 AD. Laureate and draped bust right / ADVENTVI AVG MA-VRETANIAE, Hadrian standing right, raising hand and holding roll, before lighted and garlanded altar over which Mauretania, standing left, wearing elephant's skin headdress, holding vexillum, holds patera; sacrificial calf left at feet. RIC II 899; BMCRE 1667; Cohen 67. VF, green patina, light smoothing in fields.

(segue)

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Hadrian. AD 117-138. Æ Sestertius (24.76 g, 6h). Rome mint. Struck AD 134-138. Laureate and draped bust right / ADVENTVI AVG IVDAEAE, S C in exergue, Hadrian standing right, holding scroll in raised hand, facing Judaea standing left, who holds patera and cup (or box), preparing to sacrifice at altar between them; small boy standing before Judaea, another behind, each holding a palm frond; sacrificial calf at base of altar. RIC II 890 var. (no scroll in Hadrian’s hand); Banti 42 var. (no scroll in Hadrian’s hand); cf. Hendin 798 (not draped and no scroll in Hadrian’s raised hand). VF, dark red-brown patina with traces of green. Extremely rare variety, possibly unique.

Between the years AD 119 and 136, the emperor Hadrian travelled throughout the Roman Empire, visiting various provinces to take stock of his inheritance and calm the disquiet which had arisen in the later years of Trajan's reign. His travels can be divided into two major episodes. The first tour was designed to shore-up Rome's northern borders and began sometime around AD 119 when Hadrian first visited the provinces of Gaul and Germania Inferior and Superior. The emperor then crossed the Channel to Britannia where, during his stay, construction began on a seventy-three-mile long wall across the north of the province, known to this day as Hadrian's Wall. In AD 122-123, Hadrian spent time in Hispania, then travelled east to Asia Minor. The remainder of this first tour was spent in the Balkans and Greece, touring such areas as Dacia and Achaea, before returning to Rome, via Sicily, in AD 126. Hadrian's second tour began in AD 128, when he set out on a short tour of the provinces of Africa and Mauretania. Returning for a brief stay in Rome, in AD 130 Hadrian then went again to Asia Minor, and continued into Syria, Judaea, Palestine, and, finally, Egypt. The bar-Kochba revolt in Judaea forced Hadrian to remain in the region until AD 135. In AD 136 Hadrian returned to Italia, ending his long travels.

To commemorate these travels, Hadrian issued a variety of types in multiple denominations relating to each of the provinces he visited. For Judaea, he issued two types, inscribed IVDAEA and ADVENTVI AVG IVDAEA, respectively. Both show Hadrian facing Judaea, who stands prepared to sacrifice at an altar between them, and is flanked by two children holding palms. The only major variation between the two types is that, on those inscribed IVDAEA, a third child stands behind Judaea and the two others are advancing towards Hadrian. Other, minor varieties occur, such as Hadrian sometimes holds a scroll (as here), but these variations seem to reflect choices made by the respective engraver, rather than a change in policy regarding the types. Although Hadrian visited Judaea in the Summer of AD 130, it is likely that these two issues, as well as all Hadrian's travel series coins, were struck after Hadrian concluded his journeys. Although many cataloguers date the various travel coins to the date he visited a particular province, most scholarly treatments of his reign date them all to the last part of his reign: RIC places them circa AD 134-138, BMCRE places them circa AD 135-138, while Hill (P.V. Hill, "The Dating and Arrangement of Hadrian's 'COS III' Coins of the Mint of Rome" in Essays Baldwin) dates them to AD 136-137 (with these two Judaean types in AD 136).

(segue)

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COMMODUS, as Caesar. AV Aureus (7.32 gm). Struck 175/6 AD. COMMODO CAES AVG FIL GERM SARM, bare headed, draped and cuirassed bust right, seen from behind / ADVENTVS CAES, Commodus on horseback right, right hand raised. RIC III 604 (Aurelius) corr.; MIR 18, 334-12/17; BMCRE 641 (Aurelius; same dies); Cohen 1. Good VF, nice portrait of the teenage Caesar. Very rare.

(segue)

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Septimius Severus. AD 193-211. AR Denarius (19mm, 3.52 g, 6h). Struck AD 201-202. Laureate head right / ADVENT AVGG, Severus on prancing horse left, raising hand and holding spear; at left, soldier standing facing, head right, holding standard and reins. RIC IV 248; RSC 1. EF, lightly toned. Well-struck for this issue.

SEPTIMIUS SEVERUS. 193-211 AD. Æ Sestertius (26.14 gm). Struck 196 AD. L SEPT SEV PE-RT AVG IMP VIII, laureate, draped, and cuirassed bust right / ADVENTVI AVG FELICCISSIMO, S C in exergue, Septimius on horseback right, raising hand; preceded by soldier holding spear. RIC IV 719; Cohen 8. Nice VF, brown patina, partial flat strike. Rare.

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Caracalla. AD 198-217. AV Aureus (7.48 g, 12h). Rome mint. Struck AD 202. ANTON P AVG PON TR P V COS, laureate, draped, and cuirassed bust right / ADVENTVS AVGVSTOR, quinqereme with five oarsmen left, the two Augusti and Geta seated left at stern. RIC IV 58; Calicó 2660 (same dies as illustration); BMCRE p. 232, note †; Cohen -. Near EF, luster around the devices, a few minor marks. Very rare.

Septimius' Parthian campaign reached its climax in AD 198, with the capture of the Parthian capital of Ctesiphon. On this occasion Septimius was acclaimed imperator for the eleventh time, and he received the title Parthicus Maximus. His victorious campaign was celebrated on the coinage over the next few years, and an arch was erected in Rome in commemoration of the event in AD 203. Septimius elevated Caracalla, who was with him in the east, to joint Augustus in AD 198, in the aftermath of his great eastern triumph. This issue, struck in AD 202, celebrates the return of the emperors from their eastern campaign.

CARACALLA. 198-217 AD. AR Denarius (3.22 gm). Struck 201-202 AD. ANTONINVS PIVS AVG, laureate and draped bust right, seen from behind / ADVENT AVGG, galley with rowers sailing left. RIC IV 120; BMCRE 267; RSC 3. EF, bright surfaces.

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Geta (209-212) AR-Denarius, 3.48 g., 20 mm. Rome, 210-212. Obv.: P SEPT GETA PIVS AVG BRIT Laureate bust r.

Rev.: ADVENTVS AVGVSTI Geta l., on horseback. RIC 84; Coh. 3; BMC 63. R!

Good extremely fine (Coinarchives)

Philip I, 244 – 249 Sestertius 244-249, Æ 17.58 g. IMP M IVL PHILIPPVS AVG Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. ADVENTVS AVG Philip on horse pacing l., raising r. hand and holding spear; in exergue, S C. C 6. RIC 165 (misdescribed).

Beautiful green patina and extremely fine (Coinarchives)

Philip I. AD 244-249. AR Antoninianus (22mm, 3.97 g, 6h). Rome mint, 2nd officina. 4th emission, AD 245. Radiate, draped, and cuirassed bust right / ADVENTVS AVGG, Philip on horseback left, raising hand and holding spear. RIC IV 26b; RSC 3. Good VF, minor porosity.

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TRAJAN DECIUS. 249-251 AD. AR Antoninianus (4.04 gm). IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG, radiate and cuirassed bust right / ADVENTVS AVG, Decius on horseback left. RIC IV 11b; RSC 4. EF.

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Claudius II Gothicus. AD 268-270. Antoninianus (21mm, 3.17 g, 5h). Rome mint. 1st emission, September-November AD 268. IMP C CLAVDIVS AVG, radiate, draped, and cuirassed bust right, seen from behind / ADVENTVS AVG, Claudius on horseback riding left, holding scepter and raising hand. Normanby 592; RIC V 13; Mairat 65-8. Near EF, attractive brown surfaces. Well struck on a broad flan.

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