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MEGLIO COMUNE O RARA?


dabbene

Risposte migliori

Sono giornate in cui è difficile parlare di numismatica,comunque bisogna continuare anche se con tristezza;oggi vorrei parlare di monete comuni e rare,distinzione sommaria ma evidente.

Vorrei vedere l'argomento sotto due angolature,quella del collezionista e quella dello studioso di numismatica,due angolature che da questo punto di vista probabilmente non collimano.

Per il colezionista scegliere monete comuni o rare,è una una scelta di strategia,di opportunità,di costi,di investimento nel tempo,poi mi direte voi collezionisti come vi orientate e cosa prediligete tra le due,per lo studioso l'ottica può essere diversa o quantomeno l'approccio cambia;in proposito su cosa ne pensa sull'argomento voglio riportare il parere di un numismatico insigne,che però non è detto necessariamente dovete condividere ,ci possono essere opinioni differenziate o anche opposte,di certo quello che dice ha una sua logica.

Allora da "Note sulla monetazione milanese da Ottone I a Federico II" il parere di Ottorino Murari:"occorre anche superare la tendenza a trascurare lo studio delle monete comuni per priviligiare solo quelle rare;la rarità vale molto per il collezionismo,ma vale molto meno per la storia economica e sociale,una storia intimamente legata proprio alle monete più comuni,più numerose,a quelle che hanno effettivamente servito il mercato sostenendo le varie funzioni di misura dei valori,di mezzo di scambio e di pagamento,di conservazione e trasmissione di ricchezza;è soprattutto da queste monete più diffuse e più comuni che possiamo trarre notizie sulla storia economica e sulla vita della loro epoca".

Mi piacerebbe sentire una vostra opinione in proposito e poi a seconda che siate più collezionisti o studiosi ,meglio comune o rara ?

Modificato da dabbene
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a parere mio.....da collezzionista....e veramente meglio avere una moneta considerata rara...non tanto per il prezzo che potrei rivenderla...ma per il semplice fatto....che sono uno dei pochi(in base alle tirature ovvio)che può avere nella propia collezione un bel pezzo di storia....

Modificato da riccardo86
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Allora da "Note sulla monetazione milanese da Ottone I a Federico II" il parere di Ottorino Murari:"occorre anche superare la tendenza a trascurare lo studio delle monete comuni per priviligiare solo quelle rare;la rarità vale molto per il collezionismo,ma vale molto meno per la storia economica e sociale,una storia intimamente legata proprio alle monete più comuni,più numerose,a quelle che hanno effettivamente servito il mercato sostenendo le varie funzioni di misura dei valori,di mezzo di scambio e di pagamento,di conservazione e trasmissione di ricchezza;è soprattutto da queste monete più diffuse e più comuni che possiamo trarre notizie sulla storia economica e sulla vita della loro epoca".

Sottoscrivo in pieno. Nei miei (pochi) acquisti mi vado orientando sempre più verso monete che siano il più possibile esemplari per la circolazione monetaria in una certa zona e in un certo periodo. Oltre tutto, le monete comuni si riesce a prenderle belle senza svenarsi troppo, il che esteticamente non dispiace :)

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Né l'una né l'altra direi... A parte gli scherzi, a mio parere è necessario avere prima una visione chiara di ciò che si va a collezionare. Appurata la tematica, tutto discende con facilità, dal momento che, ritengo, è l'organicità della collezione ciò che conta davvero. Giusto pertanto ciò che scrive l'amico Paleologo, vanno messi in collezione esemplari che siano esemplificativi della circolazione monetaria in una data zona e in un determinato periodo (tutte cose che predeterminiamo). Ciò comporta l'acquisizione di esemplari più o meno comuni, i quali saranno senz'altro in maggioranza e allo stesso tempo esemplari non comuni, rari o molto rari, se, quando capitano e, variabile economica affatto trascurabile, qualora si abbia la possibilità di acquisirli.

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condivido il parere di Ottorino Murari, premesso che lo scopo di una collezione non è solo il diletto e la passione di raccogliere.

Anche se quasi sempre questo costituisce la spinta iniziale,spesso la raccolta induce allo studio ed alla conoscenza maggiore del materiale,con risultati in molti casi interessanti.

Per quanto si cominci quasi sempre a raccogliere disordinatamente qualunque moneta che capita fra le mani, ci si accorge ben presto che il campo è talmente vasto,che bisogna limitare la ricerca a determinati periodi o a determinate serie di monete.

secondo me una collezione non dovrebbe essere impostata principalmente su monete rare o comuni,ma per evitare perdita di tempo e spreco di denaro,chi inizia dovrebbe principalmente stabilire i limiti della sua raccolta secondo le sue possibilità e le preferenze e tendenze storiche e artistiche.

saluti

Latino ;)

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Ecco la mia persona dovrà sdoppiarsi per fornire una risposta.

Sono uno studioso accademico di monetazione antica, italico, magnogreca per la precisione e un collezionista di monete del Regno, Repubblica e euro italiani.

Dal punto di vista accademico il discorso di Ottorino Murari non fa una piega e io lo condivido pienamente. Ciò vale pure per la monetazione antica come sottolineava il compianto Professor Attilio Stazio o il suo eminente discepolo Professor Aldo Siciliano. Solo con l'analisi della moneta minuta, si può avere la reale coscienza di quello che è realmente accaduto, della circolazione ecc. ecc.

Preziosissima paradossalmente è più la moneta caduta di tasca ad un ubriaco, uscito da una taverna del III a.C., che non gli splendidi tesoretti di epoca imperiali con esemplari d'oro e d'argento. Da studioso il dato di fatto è che per datare uno strato archeologico la prima può essere utlizzata, il tesoretto no se non in maniera cronologica molto ampia.

Da collezionista il discorso è differente. Anche a me piacerebbe possedere la rarissima serie Aratrice d'oro rosso o una quantità elevata di 5 lire del 1956 per poter fare proficui scambi. In questo caso non disdegnerei la rarità anzi se posso la cerco.

La domando che più spesso mi viene fatta è questa: Perchè non collezioni quello che studi? Non ti piace? Certo è che mi piace, ma come dicevano gli antichi Ubi Maior, Minor Cessat! E il Maior è la conoscenza storica complessiva, il Minor il mio interesse collezionistico.

Ma questa è un'altra storia...che mi porta sempre a scontrarmi con i "collezionisti veraci" di monete antiche...quindi lascio perdere.

Vincenzo.

Modificato da Vincenzo
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Difficile scegliere... anzi molto facile. La moneta rara, rarissima, unica, ha un fascino innegabile che impreziosisce una collezione e la rende comprensibile (per il valore veniale) anche ai non addetti (famigliari, amici, etc.), pubblicamente appetibile, ma , a meno che non si abbia ampia disponibilità di denaro, è un tipo di collezionismo riservato a pochi.

La moneta minuta, comune, molto ripetitiva, come dice anche il Murari, testimonia della reale circolazione e distribuzione di un tipo monetario. La presenza d'imitazioni e falsificazioni, aggiungo io, testimonia ancora di più della distribuzione e del livello di gradimento che un tipo monetario riscuoteva. La presenza di varianti nelle legende, nell'età crescente rappresentata nei ritratti, rappresentano la continuità nel tempo di alcune emissioni. Ebbene da tutto questo, negli anni, è venuta la mia crescente propensione verso la raccolta, la catalogazione e lo studio delle varianti di quattrinelli, sesini, bagattini etc. Per cui, molto spontaneamente e progressivamente, ma inesorabilmente mi sposto sembre più verso questo tipo di ricerca.

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Secondo me una collezione dovrebbe avere sia le rarità che le monete comuni. Quello che dice Murari è verissimo, ma riguarda soprattutto la circolazione commerciale delle monete. Per esempio chi studia i grossi veneziani riesce a capire i flussi commerciali delle varie epoche e anche la loro dislocazione geografica. Ma quella monetina caduta all'ubriaco di cui parla Vincenzo può oggi essere rarissima, perchè le monete minute non venivano sempre tesaurizzate. Per esempio i grossi tirolini di Merano sono comunissimi, ma provate a cercare un piccolo di Merano... Quindi a mio avviso una collezione deve essere il più completa possibile per poter rappresentare al meglio la situazione economica di un'area monetaria. Certo che se le finanze non lo permettono bisogna cercare una propria strada...

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Collezionare è una passione, io generalmente colleziono in questo modo: Vittorio Emanele III ha coniato 100 tipi di monete...Bene allora io le voglio Tutte, La Republica ne ha fatte 50 bene allora le Voglio Tutte....e cosi via per il resto....Ovviamente devo tenere conto che alcune monete sono Proibitive ( economicamente). Ma non Mi importa se la moneta è Comune o Rara come Dicevo prima Le Voglio Tutte e Basta. Per la conservazione delle monete chiaramente ognuno di Noi credo che in base a quanto ha deciso di spendere per quella moneta spende. Quindi ritengo collezionare tutti gli anni emessi di ogni singolo tipo di moneta la cosa migliore....Ciao a Tutti

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Né l'una né l'altra direi... A parte gli scherzi, a mio parere è necessario avere prima una visione chiara di ciò che si va a collezionare. Appurata la tematica, tutto discende con facilità, dal momento che, ritengo, è l'organicità della collezione ciò che conta davvero. Giusto pertanto ciò che scrive l'amico Paleologo, vanno messi in collezione esemplari che siano esemplificativi della circolazione monetaria in una data zona e in un determinato periodo (tutte cose che predeterminiamo). Ciò comporta l'acquisizione di esemplari più o meno comuni, i quali saranno senz'altro in maggioranza e allo stesso tempo esemplari non comuni, rari o molto rari, se, quando capitano e, variabile economica affatto trascurabile, qualora si abbia la possibilità di acquisirli.

Vorrei sottolineare questo commento, a mio avviso molto appropriato.

Il criterio che mi guida nelle scelte è quello della significatività rispetto al momento storico oggetto di studio.

Ci sono monete che sono più rappresentative di altre (a parità di rarità) , alcune diventano addirittura dei totem per i cultori di quel periodo. Faccio un esempio estremo. Il denario di Bruto con i due pugnali: Non è così raro come si crede. Compare nelle aste con una certa frequenza. E' raro come molti altri denari meno quotati (e meno invitanti). Ci sono denari molto più rari, eppure per il denario di Bruto si fanno follie e tutti desiderano averlo in collezione. Il motivo è semplice: in questa moneta si addensano molteplici significati: emerge la contorta e ombrosa personalità di Bruto, di riflesso quella di Cesare, sua vittima, le ambizioni del cesaricida e la temerarietà con cui, sentendo vicina alla fine, si riappropria arrogantemente di quel gesto folle.

Tralasciamo altri esempi clamorosi simili a questo, di monete eccedenti di significati storici (il sesterzio di Tito con il colosseo, sesterzio di Vespasiano con la Giudea, i viaggi di Adriano, i rovesci architettonici di Traiano ecc ecc l'elenco sarebbe lungo), per le quali la rarità stessa è quasi un fatto trascurabile. Proviamo a fare questo ragionamento: è più rappresentativo dell'antica Roma un comune sesterzio, che ha sopportato il peso della circolazione e degli scambi, o un aureo, prerogativa di pochi ricchi e comunque subito tesaurizzato??? E' più significativo un umile denario imperiale o un medaglione, ambìto regalo per la stretta cerchia della corte imperiale??? Rispondendo a questa domanda ci si chiarisce le idee.

Io preferisco il denario ed il sesterzio, non perché comuni (ed anche a buon mercato quindi) ma perché sono più rappresentativi dell'epoca che sto approfondendo. E' intuibile che, avendo a disposizione risorse illimitate, approfondireti tutti gli aspetti ;) , ma così oimè non essendo, sono costretto a delle scelte, a dei compromessi. Che però mi permettano di godere di un oggetto paradigmatico di quell'epoca, che trasmetta i valori e l'atmosfera della sua epoca. Ed in questo è più efficace un umile sesterzio di Antonino Pio che non un medaglione.

IMHO

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dal mio personale punto di vista...che è sinceramente un pò strano...a parte gli euro moderni....che per me non hanno nessuna storia alle spalle....sono molto umili con pochi rilievi....e la maggior parte anche bruttini :lol: io penso che già dalla monetazione del regno...anche la piu comune moneta io la considero rara....non tanto perchè su un catalogo c'è scritto R o C ma perchè è un pezzo di storia...una storia che non può essere definita in base a quante monete siano state prodotte....ma principalmente perchè riguarda la nostra Italia......so che è un po complesso da capire....ma anche nella mia collezione del regno ovviamente ci sono sia comuni che rare....pero per me e tutta rara la mia collezzione :lol: anche perchè è un periodo di apssaggio della nostra storia....diciamo quasi dall'antico al moderno.....se si prendono i due euro della finlandia....ce storia in una pianta secondo voi?????per me jno....gli unici che magari hanno un po di sotira sono i nostri 2€...almenoi c'è dante....che diciamolo...un pochina di storia l'ha fattaXD

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Per quanto mi riguarda seguo due filoni per quello che colleziono. Da una parte ,per le monete di Vittorio Emanuele III , prediligo quelle non comuni o rare . Dall'altra e mi riferisco alle monete coniate dalla Germania e dall'Austria nel primo novecento e alla monetazione classica colleziono (anche se non esclusivamente) monete comuni .

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Dipende da che cosa collezioniamo.

Se cerco una doppietta sarda di Carlo Emanuele mi va bene qualunque data.Purchè la moneta sia in buona conservazione.

Se desidero avere uno statere corinzio ,visto che l'eventuale differenza di prezzo tra quelli comuni e quelli con un simbolo raro non è poi così grande,scelgo quella rara.

Non colleziono Regno nè Moderne ,quindi per avere un esemplare storico da tenere in collezione,mi sta bene la moneta comune.Purchè sia in conservazione eccellente.

Aggiungerei ancora una suddivisione :

Esempio: 20 lire oro di Vittorio Em.II -- Date comuni e date rare. La moneta è sempre quella ,cambia solo la data.

2) Denari di Caracalla : Ritratto Giovanile,Adulto,con più o meno barba e capelli, rovesci diversissimi uno dall'altro--Ci sono quelli relativamente comuni e quelli rari e rarissimi. Sempre denari di Caracalla sono ma tutti diversi.

Ripeto: dipende da cosa collezioniamo.

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Per ciò che riguarda le monete di mio interesse (zecca di Genova) la preferenza è necessariamente sulle monete comuni anche perché all’interno di queste si apre un mondo spesso ancora sconosciuto; vi faccio un esempio:

Cosa c’è di più comune di un denaro genovese?

Eppure sto cercando un “primitivo” che abbia un peso il più vicino possibile al grammo e mi accorgo che è rarissimo (Vittorio Emanuele III ne ha catalogato uno che pesava gr 1,06) mentre un importante numismatico mi ha detto che lui non ne ha mai visti e dubita che ce ne siano oltre al grammo.

E poi di questa moneta, mi dicono, esistono oltre 600 varianti ma io ne ho viste una ventina e le altre?

Per concludere la scelta non è fra le comuni o le rare ma fra quelle che seguono il periodo oggetto del mio approfondimento storico, se poi mi capita di approfondire un periodo nel quale esistono monete solo rare le compro se sono compatibili con il mio “budget” altrimenti vado alla ricerca di una bella fotografia digitale che colmi il mio bisogno di conoscere.

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Awards

Comune o rara.... non sai quale lasciare o prendere direi che le comuni sono la base di partenza per creare la spina dorsale di una collezione la rarità ne crea il pregio poi c'è da distinguere il collezionista dal numismatico che , secondo me , sono due posizioni diverse.

Il primo mette insieme una grande quantità di monete catalogandole e conservandole per molto tempo ..giusto per...

Il secondo è un po come il primo ma oltre a catalogare e conservare ne vuole conoscere la storia di ognuna e approfindisce tutte quelle caratteristiche che altimenti non sarebbero conosciute, tutto ciò rende il numismatico un collezionista/ricercatore di storia numismatica a tutti gli effetti.

Questo è quello che secondo il mio umile punto di vista è la moneta comune o rara.

Ciao

RENATO

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Secondo me è meglio... quello che più piace e più affascina! :)

Certo, le monete rare hanno ancora più fascino ma come è stato detto, un collezionista dovrebbe contemplare qualsiasi moneta del periodo "amato".

Come dice un amico del Forum (a cui dò pienamente ragione in tutto, a parte quando parlava di Euro :D ) ogni moneta ha la sua dignità, in qualsiasi grado di conservazione e di rarità! :)

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se si prendono i due euro della finlandia....ce storia in una pianta secondo voi?????per me jno....gli unici che magari hanno un po di sotira sono i nostri 2€...almenoi c'è dante....che diciamolo...un pochina di storia l'ha fattaXD

Il camemoro, la pianta rappresentata sui due euro finlandesi è una pianta che ha fiori simili alla rosa, ed è diffusa nelle zone artiche.

Probabilmente ha la stessa storia che potrebbe avere una Stella Alpina (Germania), una spiga (Italia e decine di altri paesi, direi), o una pannocchia (Romania).... dipende dai paesi... ci sono piante che hanno fatto la storia dei paesi....

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Per rispondere al tema, ritengo che le monete siano preziose secondo l'importanza storica che hanno avuto, e non in base al numero di pezzi in circolazione.

Per questo rifuggo le collezioni per anno, o quelle degli errori di conio, perché non credo che ti facciano vedere il popolo che sta dietro alla moneta, non so se riesco a spiegarmi....

Siamo calati in effetti in un mondo di simboli, in cui il conio di una moneta ha un senso perché rappresenta un pezzo del Paese. Guardate cosa abbiamo messo sugli euro: Dante, l'Uomo Vitruviano, Forme nella Continuità dello Spazio, la Venere che emerge dalle acque, il Colosseo, la Mole Antonelliana e il Castel del Monte di Puglia.

Guardando questi simboli, non vedi il popolo che sta dietro alla moneta?

E questo discorso si potrebbe ripetere per centinaia, migliaia di monete.....

A che serve avere tutti gli anni di un conio, se non ci sono modifiche rilevanti, modifiche che ti facciano vedere un altro aspetto del popolo che sta dietro alla moneta?

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....A che serve avere tutti gli anni di un conio, se non ci sono modifiche rilevanti, modifiche che ti facciano vedere un altro aspetto del popolo che sta dietro alla moneta?

Una domanda vero interessante… ma per me la risposta è superficiale semplice quanto la differenza enorme fra queste due monete identiche:

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La differenza fra la Gran Bretagna di 1940 che ha coniato quello, e la Gran Bretagna di 1946 che ha colpito l'altro, fanno queste due monete molto differenti, con due storia molto differenti.

Ma quello è soltanto il mio parere. Tutti abbiamo nostro proprio senso che vedono le cose--persino le monete per cui ripartiamo un entusiasmo comune.

:) v.

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A truly interesting question...but for me the answer is as simple as the enormous difference between these two superficially identical coins:

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The difference between the Great Britain of 1940 that coined the one, and the Great Britain of 1946 that struck the other, make these two very different coins, with two very different stories.

But that’s only my opinion. We all have our own way seeing things—even the coins for which we share a common enthusiasm.

:) v.

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Ciao a tutti.

Il punto non è questa moneta ha più storia di un'altra il punto è comune o rara e come, personalmente penso, comune diventa soggettivo in quanto a me può essere comune per te, invece, prende un valore diverso.

La rarità è un discorso a se che, secondo me, dà rilevanza e va presa sotto un certo punto di vista.

A questo punto tutto diventa discutibile in quanto ognuno di noi potrebbe pensarla in modo diverso.

Ciao

RENATO

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