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Insegne militari


gpittini

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DE GREGE EPICURI

L'argomento ha molto a che fare con la numismatica, visto che le insegne compaiono su non poche monete.Però è difficile raccogliere notizie precise, e su Wikipedia c'è poco o niente (non ho alcun libro sull'esercito romano, ho sentito citare ripetutamente Y.LE BOHEC). Vi elenco i pochi termini che conosco: qualche esperto può confermarmi i significati?

-Aquila: prima in argento e oro, dopo Augusto solo oro; era conservata dalla prima coorte della legione.

-Insegne (signa): appartenevano alla fanteria. Ne ho viste molte su monete, ma non le saprei descrivere; sembrano in metallo, formate da 2 o 3 dischi metallici fissati ad un'asta. In inglese: standards.

-vessilli (vexilla): inizialmente solo della cavalleria, successivamente destinati alle ali dell'esercito (formate da fanti e cavalieri). Un quadrato di stoffa rossa era fissato all'asta per mezzo di barretta trasversale

-labaro (labarum): termine riservato al tardo impero. A partire dall'epoca costantiniana contiene (sempre?) cristogramma.

In epoca medievale compaiono i gonfaloni, gli stendardi (da: ostendo), e più tardi le bandiere.

Ma vediamo qualche moneta. Non vi mostro denari legionari di Antonio, perchè non ne ho sotto mano (e poi sono ultra-conosciuti). Eccovi un asse di Adriano, che al rovescio contiene 3 insegne, di cui una con l'aquila. Scusate se non è bello (11,2 g. e 28 mm). Al R. la scritta è: PONTIF MAX TR POT COS II Dovrebbe essere C525, RIC 539. Ho altre monete con insegne, ma non è male se qualcun altro ne posta...

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Modificato da gpittini
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Aggiungo subito questo denario repubblicano di Postumio Albino (Varesi, 524; RRC 372/2). Al D. testa della Spagna a dx, e HISPAN. Al R., A POST A FSN ALBIN ; personaggio in piedi, a sin. aquila legionaria, a dx fascio consolare.

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DE GREGE EPICURI

L'argomento ha molto a che fare con la numismatica, visto che le insegne compaiono su non poche monete.Però è difficile raccogliere notizie precise, e su Wikipedia c'è poco o niente (non ho alcun libro sull'esercito romano, ho sentito citare ripetutamente Y.LE BOHEC). Vi elenco i pochi termini che conosco: qualche esperto può confermarmi i significati?

-Aquila: prima in argento e oro, dopo Augusto solo oro; era conservata dalla prima coorte della legione.

-Insegne (signa): appartenevano alla fanteria. Ne ho viste molte su monete, ma non le saprei descrivere; sembrano in metallo, formate da 2 o 3 dischi metallici fissati ad un'asta. In inglese: standards.

-vessilli (vexilla): inizialmente solo della cavalleria, successivamente destinati alle ali dell'esercito (formate da fanti e cavalieri). Un quadrato di stoffa rossa era fissato all'asta per mezzo di barretta trasversale

-labaro (labarum): termine riservato al tardo impero. A partire dall'epoca costantiniana contiene (sempre?) cristogramma.

In epoca medievale compaiono i gonfaloni, gli stendardi (da: ostendo), e più tardi le bandiere.

Ma vediamo qualche moneta. Non vi mostro denari legionari di Antonio, perchè non ne ho sotto mano (e poi sono ultra-conosciuti). Eccovi un asse di Adriano, che al rovescio contiene 3 insegne, di cui una con l'aquila. Scusate se non è bello (11,2 g. e 28 mm). Al R. la scritta è: PONTIF MAX TR POT COS II Dovrebbe essere C525, RIC 539. Ho altre monete con insegne, ma non è male se qualcun altro ne posta...

al momento non ho testi sottomano, ma intanto posso brevemente dire che le insegne erano un elemento fondamentale e di vitale importanza nell'esercito romano.

Probabilmente anche gli strumenti di indiscussi successi militari; tieni presente che in un campo di battaglia di due millenni fa, era il miglior mezzo di comunicazione tra le truppe e i superiori, o per impartire ordini, e nno perdere le proprie posizioni. non avevano certo i "satellitari"...

esisteva sicuramente un complesso sistema di comunicazione che era di vitale importanza.. è un bel argomento da affrontare.

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Contribuisco con questa Concordia con due stendardi di Commodo RIC III 107b 184-185 d.C.

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(Non c'entra con l'argomento, ma curiosamente viene dalla stessa coppia di conii dell'esempio su WW)

Un esempio interessante su una provinciale di Filippo l'Arabo, Dacia con spada (logobolon? uno strumento da caccia) e due stendardi, con i simboli della V legione (Aquila) e della XIII (Leone), Dacia Mushmov 2, 247/248 d.C

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Questa non è mia, ne ho un esemplare, ma molto molto mal messo...

Da quello che viene riportato dai "commentarii" di Giulio Cesare, che sto rileggendo, (ed anche dai libri di Simon Scarrow che consiglio vivamente...) i vessilli erano di vitale importanza strategica, ed erano il simbolo dell'onore e della gloria del reparto di appartenenza, oltre che essere un riferimento logistico. Infatti venivano difesi a costo della vita, tenuti sempre puliti (guai se cadevano a terra!) e venivano spesso cosparsi di essenze profumate. Essere un "vexillarium" era considerato uno degli onori più alti che potessero essere attribuiti ad un soldato, e si poteva ricevere questa carica solo dopo aver dimostrato ripetutamente sul campo il proprio valore, il vexillarium era sempre in prima linea e sempre pronto ad incitare i compagni, era lui il punto di riferimento. Il vessillo, non veniva mai abbandonato per nessuna ragione al mondo da chi lo aveva in consegna. Per contro, far cadere un insegna nelle mani del nemico era il massimo disonore per tutta la coorte

Riporto da Wikipedia:

Nell’esercito romano i vessilli erano le bandiere dei vari reparti, mentre signa erano chiamate le insegne (raffigurazione di animali o di simboli sacri), come le aquile della legione. Si chiamava inoltre vessillo una bandiera di porpora con fregi d’oro che veniva consegnata agli ufficiali superiori, tribuni, legati e prefetti, come ricompensa degli atti di valore.

Negli ultimi anni dell’impero, fu l’insegna particolare della Centuria, di cui il vessillo ne riportava il numero, oltre a quello della coorte cui la centuria stessa apparteneva. Nell’impero fu proprio delle coorti pretoriane, delle bande di cavalli e delle compagnie dei vessillari. Questi ultimi erano legionari romani istruiti per combattere sotto un vessillo proprio, i quali stavano nelle prime file ed eseguivano azioni rapide, in luoghi ove corpi più grossi non potevano giungere.

Negli accampamenti le insegne erano raccolte insieme nel pretorio, (apposita tenda) e gelosamente custodite. Si celebrava in loro onore una ricorrenza festiva durante la quale esse venivano rinnovate o riparate.

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DE GREGE EPICURI

Grazie Exergus, molto bello in bronzo di Viminacium (e mai visto!) Aggiungo questo sesterzio di Faustina Figlia, purtroppo molto usurato; dovrebbe essere C 166, ignoro il RIC. Al D. DIVAE FAUSTINAE PIAE. Al R. l'imperatrice seduta, ed a sinistra due insegne; legenda: MATRI CASTRORUM. Noto che questa scritta compare solo su monete post-mortem, come se questo titolo fosse una "dedicazione" all'imperatrice divinizzata.

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Ciao ragazzi, il tema è molto interessante ma l'ora è... tarda. Ce ne sarebbe da parlare per tanto tempo, mi limito a "saccheggiare" ed integrare il seguente link:

http://www.roma-victrix.com/signa/signa.htm

che vi invito a sfogliare.

AQUILA

Era il simbolo più importante di tutta la storia di Roma. Inizialmente ogni Legione portava in battaglia 5 insegne (aquila, cavallo, minotauro, lupo, cinghiale); successivamente (probabilmente sotto il Console Mario) a ciascuna venne assegnata una aquila, pare in argento in età repubblicana (con le saette in oro tra gli artigli), e in oro o placcata oro durante l'impero, (nessun esemplare di aquila è mai stato rinvenuto); la perdita dell'aquila (il cui portatore era detto aquilifer), oggetto di vera e propria venerazione da parte dei soldati, poteva causare lo scioglimento dell'unità, in quanto era da considerarsi alla stregua della perdita dell'intero reparto, dovendosi intendere l'aquila come vera e propria anima della legione. In caso di perdita dell'aquila, i sopravvissuti perdevano diritti civili ed anche quelli costituiti dal vitalizio spettante alla fine della carriera militare. Ciò accadde ad esempio a Carre, dove trovò la morte il triumviro Marco Licinio Crasso e nella disfatta di Teutoburgo, quando vennero annientate tre legioni. Augusto nel primo caso e Germanico nel secondo si occuparono di far tornare in patria le aquile perdute, in entrambi i casi con grande pubblicità.

Il simbolo dovrebbe venire da Giove e quindi, per estensione, al potere di Roma. L'aquilifero (aquilifer in latino, letteralmente colui che porta l'aquila) era il soldato incaricato di portare in battaglia l'aquila delle legioni romane, che tutti i soldati dovevano proteggere anche a costo della vita. L'aquilifer faceva parte della coorte del primus pilus. Sono numerosi i casi di aquiliferi che, gettandosi contro il nemico portando l'insegna, hanno trascinato con sé i compagni, capovolgendo una situazione critica: un esempio è dato dal primo sbarco di Cesare in Britannia, quando le sue truppe, intimorite dai nemici, si decisero a sbarcare a terra per proteggere un aquilifero che da solo era sbarcato avanzando verso i nemici.

VEXILLUM

Il vexillum (il cui portatore era il vexillifer) era un altro simbolo della legione ma non solo: era infatti anche un'antica insegna delle ali di cavalleria, ma anche dei distaccamenti talvolta eterogenei detti vexillationes. Su questa insegna che altro non era che una sorta di labaro di colore rosso e di forma quadrata era ricamato con il colore oro il nome o il numero del reparto o ancora un simbolo zoomorfo o altre figure. Con questo nome era anche indicato il drappo rosso che veniva alzato sul padiglione di comando nell'imminenza di un combattimento.

SIGNUM

Anche coorti, manipoli e centurie avevano un numero e un nome. Ogni coorte era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome; i manipoli erano numerati da uno a tre per ogni coorte, mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del suo centurione. Un soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per cercare il suo posto, per esempio: Legio I Italica, III cohort, I Manipolus, Caenturia secunda. Inoltre le coorti avevano un vessillo detto signum così come i manipoli.I signa portati dai signifer, erano aste con in cima una punta di lancia ornamentale o una mano alzata (arcaicamente una manciata di fieno), decorate con ghirlande e larghi dischi in numero variabile che forse indicavano le singole centurie: la mano alzata stava forse ad indicare in origine il manipolo o il gesto fatto durante il giuramento, segno di unità, o ancora il saluto militare. Sotto l'emblema, sull'asta (e questo valeva per ogni tipo di reparto), figuravano inoltre eventuali decorazioni al valore, segni connotativi riferibili alla costituzione, all'origine dei militari, o quant'altro potesse essere segno distintivo o di onore. Ogni manipolo aveva due portainsegna (uno per centuria), e si proprende a credere che le coorti legionarie fossero rappresentate da una delle tre insegne manipolari. Altri tipi di signum erano utilizzati dalle Cohortes e dalle Alae di ausiliari: queste riportavano solitamente dei simboli zoomorfi in cima all'asta. Da tenere ben presente che tutte le insegne di un reparto avevano il ben preciso scopo di comunicare ai soldati, durante uno scontro, le posizioni da tenere e le manovre da effettuare; per cui non solo elementi decorativi e aggregativi, ma preciso strumento della disciplina operativa dell'esercito.

IMAGO

Aste con medaglioni e immagini dell'imperatore e della famiglia imperiale, portate dall'imaginifero, il cui scopo era ricordare alle truppe il proprio legame con l'imperatore.

DRACO

Insegna adottata dalle coorti e dalle ali di cavalleria durante il basso impero e portato dal draconianus; si trattava una testa di drago a cui veniva applicata una "manica a vento" che produceva un sibilo al suo sventolio.

SIMBOLO

Ogni legione aveva un proprio simbolo o segno zodiacale, che compariva ad esempio sulle monete a loro dedicate, su alcune steli funebri, su mattonelle o altri oggetti, e che distingueva ulteriormente una legione dall'altra; questi simboli (che secondo alcuni venivano presentati in battaglia) avevano una derivazione ben precisa, associata al compleanno dell'unità o del suo fondatore, e prendeva la forma di un segno zodiacale.

Inoltre allego foto di un aquilifero, di due signum (sulla destra, in centro aquila e vexillum) ed un dettaglio di un vexillum.

Ciao

Illyricum

:)

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E, a proposito di stendardi, come non citare la serie GLORIA EXERCITVS?

Costantino I, RIC VII Siscia 235, 334 - 335 d.C.

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oppure la serie GLORIA ROMANORVM, stendardo con chi-ro

Valentiniano I, RIC IX 5a I, 364 - 367 d.C.

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Calo un asso:

AE Medallion 165-166, Æ 45.92 g. L VERVS AVG – ARM PART MAX Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. TR P VI IMP III COS II L. Verus standing l. on platform, accompained by the Praetorian Prefect and a soldier, about to introduce the young Commodus, standing before him, four soldiers, each holding vexillum, insigna and shield. C 288. Gnecchi p. 46, 15 and pl. 74, 1. Toynbee pl. XLII, 4.

E un bel sesterzio:

Sestertius circa December 68, Æ 27.51 g. SER SVLPI GALBA IMP CAESAR AVG P M TR P Laureate bust r., with aegis. Rev. Galba, in military dress, standing r. on podium, accompanied by praetorian prefect behind him, addressing two helmeted soldiers, each with shields and one with spear, a horse facing between them. Before podium, two tunicate cursores, and in background, vexillum, signum and aquila, in exergue, ADLOCVTIO / S C. C 4. BMC –, cf. p. 356 note *. RIC 464. CBN 255 (this obverse die). ACGC 374a and pl. 37 (this coin illustrated). Kent-Hirmer pl. 61, 213.

Very rare. A magnificent portrait well-struck in high relief and a finely detailed reverse

composition. Tiber tone and surface somewhat porous, otherwise about extremely fine

Ciao

Illyricum

:)

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La monetazione di Domiziano presente spesso simbologie militari, specie in concomitanza con la vittoriosa campagna militare contro i Catti, da cui l'appellativo di Germanico.

Questo cistoforo di Efeso con aquile legionarie è però anteriore.

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Modificato da FlaviusDomitianus
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Questo sesterzio dell'anno 86 è invece successivo alla vittoriosa campagna militare.

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Domitian, togate, standing right, clasping hands over lighted altar with officer (Agricola?) standing left; behind, from left to right, soldier holding standard, another, wearing animal-skin headdress, holding aquila, and another, wearing crested helmet, holding spear and rectangular shield.

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In assenza di altri contributi integro il mio precedente post (#12) con qualche dato sul labaro tratto da Wikipedia.

Il labaro era una insegna militare romana (un vexillum), che veniva utilizzata solo quando l'imperatore si trovava con l'esercito. Era costituito da un drappo quadrato, color porpora e con una frangia d'oro, attaccato a una lancia o a una lunga picca dorata per mezzo di una piccola asta trasversale. Sul drappo anticamente sarebbe stata ricamata con fili d'oro o dipinta un'aquila, simbolo di Giove.

Sembra che il labaro sia stato utilizzato sin dall'epoca dell'imperatore Adriano. Le origini del nome sono incerte, ma l'etimologia più diffusa lo collega alla parola laurum (=alloro), simbolo di trionfo. Secondo altri, invece, la parola ha origine celtica, affine al basco lauburu. Il nome e lo stendardo sarebbero stati portati a Roma dai cavalieri cantabrici al servizio di Roma. L'unico fatto certo è che già nel II secolo alcuni autori latini menzionano delle insegne militari, il vexillum e il cantabrum, costituite da una lunga picca dorata e da un'asta trasversale, proprio come il labaro imperiale.

Quando Costantino il Grande abbandonò il paganesimo, modificò il labaro sostituendo l'aquila di Giove con il monogramma di Cristo Chi-Rho. Cinquanta uomini scelti, detti labariferi, erano incaricati di portare e difendere il labaro alla testa dell'esercito.

Diverse tipologie di labaro sono riportate nelle monete coniate da Costantino. Esse differiscono per la posizione del Chi-Rho, che può essere riprodotto sul drappo oppure circondato da una corona e attaccato al braccio superiore della croce. Sull'asta del labaro o sopra il drappo si trovavano anche medaglioni con il ritratto dell'imperatore e dei suoi figli. Secondo la Vita di Costantino di Eusebio di Cesarea, che fu uno stretto collaboratore di Costantino negli ultimi anni della vita di entrambi, il ritratto dell'imperatore si trovava sulla metà superiore del drappo, mentre sulla metà inferiore era disegnata una croce. Il Chi- Rho, invece, era attaccato al braccio superiore della croce.

Il labaro, così modificato, fu da allora utilizzato da tutti gli imperatori cristiani romani o bizantini sino alla caduta di Costantinopoli.

Per metonimia la parola labaro viene utilizzata anche per indicare il Chi Rho stesso. Questo uso è diffuso in molte lingue europee.

Di seguito alcune maiorine tardoimperiali, un solidus di Teodosio I presentanti un labarum.

In ultimo, un dettaglio di immagine in avorio di Onorio con labaro presentante il testo "INNOMINI XPI VINGAS SEMPER", in alcune fonti riportato come emblema portato in battaglia dalle truppe del Tardo Impero.

Ciao

Illyricum

:)

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DRACO

Insegna adottata dalle coorti e dalle ali di cavalleria durante il basso impero e portato dal draconianus; si trattava una testa di drago a cui veniva applicata una "manica a vento" che produceva un sibilo al suo sventolio.

... vessillo forse di origine sarmata, era portato sul campo di battaglia da un soldato anziano detto draconianus o draconarius.

Vi segnalo sul tema (non solo sul draco ma anche sulle aquile, imago, vexillum,ed anche sui dettagli componenti i signum[phalere, crescenti...], etc...) il link:

http://www.legionxxiv.org/signum/

da un sito inglese con splendide ricostruzioni e dal quale ho tratto la foto che allego del draco.

Ciao

Illyricum

:)

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Modificato da Illyricum65
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DE GREGE EPICURI

Grazie a tutti per gli interventi, ed anche per gli ottimi links (non conoscevo l'intervento di LegioPrimigenia con la rara moneta di Claudio). Ora ho le idee un po' più chiare anche sul Labarum, che non è così tardo come pensavo. Occorre dire che l'organizzazione dell'esercito romano era davvero complessa e con frequenti adattamenti e modifiche, noi qui ovviamente semplifichiamo. Oggi vi posto questo sesterzio di Massimo (21,5 g. e 30 mm) con un rovescio PRINCIPI JUVENTUTIS, il Cesare Massimo con 2 insegne. Fra l'altro, in diverse "Principi Juventutis" di altri Cesari sono presenti insegne militari.

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Questa tetradracma di Augusto l'avevo già postata in una discussione incentrata sul tema delle tetradracme e gli edifici templari.

Il rovescio presenta le insegne militari perse da Crasso a Carre contro i Parthi e che Augusto, ottenuta la restituzione per via diplomatica, propagandò come una grossa "vittoria" con emissioni monetali specifiche. Dette insegne (signum) furono poi esposte in visione nel Tempio di Marte Ultore.

Sono ben visibili le Phalere ed i "crescenti".

Alla stessa occasione va ascritto il denario con il rovescio rappresentante un guerriero parthico inginocchiato che rende un signum.

Ciao

Illyricum

:)

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Modificato da Illyricum65
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DE GREGE EPICURI

Bellissime le tetradracme, ma anche i bronzi del Tardo Impero col cristogramma. Aggiungo un paio di monete: Alessandro Severo per Nicea (con scritta: NIKAIE-ON) perchè è stata coniata in grandissima quantità, e continua ad apparire anche nel Forum, con domande sulla diversa espressione del toponimo o sulle varie "spezzature" della scritta. Questa pesa 3,9 g.

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