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IGNORED

BERIGNONE DENARO PICCOLO


Risposte migliori

osservando attentamente la moneta dovrebbe essere Ranuccio Allegretti e non Ranieri III Belforti

d/ + . EP . RANUCCI. R/ +. D. VVLTERRA

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Modificato da latino
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Mi sembra di vedere la I finale in legenda . Quoto latino nel secondo intervento e direi zecca di Casole.

Ciao a tutti

http://numismatica-i...oneta/W-VALT3/1

Modificato da adolfos
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Buonasera latino

le saremmo grati se volesse inserire l'immagine della sua moneta nel nostro catalalogo online di Volterra nella scheda dell'officina di Casole.

Grazie anticipatamente :)

saluti

Adolfo

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Buonasera latino

le saremmo grati se volesse inserire l'immagine della sua moneta nel nostro catalalogo online di Volterra nella scheda dell'officina di Casole.

Grazie anticipatamente :)

saluti

Adolfo

buonasera,con piacere provvedo subito

saluti

Latino ;)

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Buonasera latino

le saremmo grati se volesse inserire l'immagine della sua moneta nel nostro catalalogo online di Volterra nella scheda dell'officina di Casole.

Grazie anticipatamente :)

saluti

Adolfo

buonasera,con piacere provvedo subito

saluti

Latino ;)

Grazie :) :)

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  • 1 mese dopo...
  • 1 anno dopo...
  • 2 mesi dopo...

buonasera,avete "notato" che i piccioli casolesi di Ranuccio hanno più spesso-dopo la I di Ranucci una "rosellina"? meno spesso il puntino...chi mi dice qualcosa?? grazie

In realtá, un annetto fa ne ho analizzati circa 10 dal vivo ed altri in foto e ne ho visti 4 con la rosetta, gli altri tutti con il puntino... Forse questo è un numero di esemplari troppo basso per fare una seria statistica... Comunque non mi pare un particolare molto rilevante... Si sa che le varianti, in questo periodo, possono essere molteplici... Frequentemente capitava che i coni si danneggiassero.

Modificato da magdi
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Invidio il nostro caro magdi che ha avuto la fortuna di visionare così tanti esemplari.

Personalmente ne ho maneggiati non più di due o tre in trentanni. Per l'officina di Casole, intendo.

Non sò dire se quelli con punti sono più rari o meno di quelli che con rosette nell'impronta. Luciano62, al quale dò il benvenuto in sezione, e magdi a quanto pare ci dicono cose diverse. Dovremmo approfondire.

I diversi segni presenti in epigrafia potrebbero essere simboli distintivi di zecchiere. Qualche idea in proposito?

Saluti e a presto

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Adolfos, quasi tutti i commercianti hanno da parte un picciolo di Berignone... In più vanno sommati quelli nelle raccolte pubbliche e private... La raritá che da il MIR, forse è eccessiva... Purtroppo, però, non se ne trovano quasi mai in buono stato di conservazione ....

I diversi segni presenti in epigrafia potrebbero essere simboli distintivi di zecchiere.

Credo che non ci fosse molta attenzione allo zecchinette e alla tracciabilitá dei pezzi emessi... La zecca rimaneva attiva unicamente per motivi di vanto; economicamente non aveva pressoché nessuna importanza, non era gestita da alcun ente pubblico e il controllo sulle emissioni, direi fosse limitato alla stessa società degli appaltatori dell'officina... Io escluderei simboli degli zecchieri; piuttosto credo fosse un motivo casuale (o forse legato alle simbologie della famiglia Allegretti) che ricorre anche nel grosso con l'Agnus Dei.

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Awards

Non sono affatto d'accordo con quanto scrivi, caro giovane amico. Ma questo è il bello delle discussioni dove tutti possono confrontarsi e dove nessuno deve necessariamente convincere l'altro delle proprie idee. Alla fine, analizzando le varie considerazioni, tutti possono trarre le conclusioni che reputano più giuste :) .

Dubito che siano molti i commercianti che suddividono i piccioli volterrani nelle rispettive officine monetarie di appartenenza. Genericamente indicano Berignone. Tranne qualche eccezione.

Per le zecche che conosco abbastanza bene valuto i gradi di rarità in base alle mie esperienze e non certamente in base alla bibliografia dove le incongruenze sono molto frequenti. Ripeto, a mio parere, Allegretti è molto raro.

Riguardo il concetto da te espresso sull'officina di Casole (poca attenzione, motivo di vanto, nessuna importanza economica e controllo limitato alla società appaltatrice......) veramente cado dalle nuvole. Conoscendo tutte le problematiche e le insidie che si nascondono dietro una produzione monetaria mi sembra troppo semplicistico il discorso. Evidentemente hai dei riferimenti a disposizione che io non possiedo e che eventualmente mi piacerebbe leggere.

Sui simboli anche io nutro qualche perplessità ;) . Almeno in questo siamo in sintonia

Un caro saluto e a presto.

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buongiorno!!! mi posso permettere di segnalare gli esemplari apparsi in Asta NEGRINI del5-6 novembre 2003, n.ri 1056 e 1057, per la zecca di Berignone ,il primo con "stellina" dopo la A di VOLTERRA ed il pastorale rivolto all'interno(!), il secondo con "rosellina" ben evidente....non credo a casualità. Molte Zecche avevano esclusivamente intento di lucro...il mondo non è cambiato troppo! Credo che non siano varianti -dunque-bensì" stelle e roselline" non siano una nuova canzoncina....banalmente, è più complesso il loro conio rispetto al puntino. Che ne pensate? un saluto a tutti

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Dubito che siano molti i commercianti che suddividono i piccioli volterrani nelle rispettive officine monetarie di appartenenza. Genericamente indicano Berignone. Tranne qualche eccezione.

Se vedi, di tutti i Berignone in commercio, quasi la metá sono del tipo di casole, anche nelle aste e nei siti dei vari commercianti (io non amo nemmeno dire "di casole" perchè non è neanche certo che provengano da li)... credo che tra Casole e Berignone non ci sia molta differenza di rarità, anche se convengo che casole è un poco più raro... L'unico veramente molto raro attribuito a Volterra, è quello della zecca cittadina, che io non sono mai riuscito a vedere dal vivo (non lo hanno neanche nel museo a Volterra) e di cui ho trovato una sola foto in Artemide di Gennaio 2010 oltre a quella del MIR che risulta presa da un'asta Varesi

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Riguardo il concetto da te espresso sull'officina di Casole (poca attenzione, motivo di vanto, nessuna importanza economica e controllo limitato alla società appaltatrice......) veramente cado dalle nuvole. Conoscendo tutte le problematiche e le insidie che si nascondono dietro una produzione monetaria mi sembra troppo semplicistico il discorso. Evidentemente hai dei riferimenti a disposizione che io non possiedo e che eventualmente mi piacerebbe leggere.

Basti pensare che, per obbligare i cittadini ad utilizzare la moneta volterrana, si bandirono quasi tutte le monete estere, con la minaccia di pesanti multe (segno che non era molto apprezzata nemmeno in loco) ... La moneta dei vescovi, come quella comunale, era gravata da una costante e pesante inflazione; mi risulta (ma di questo non mi sono mai documentato in maniera seria) che la città di Siena bandì a sua volta la moneta Volterrana venuta a conoscenza del fatto che era vietato spendere moneta senese a Volterra (di questo ne parla Lisini che, sicuramente, se lo scrive, avrà trovato riscontri archivistici).

Questo per dire che la zecca di Volterra chiuse perchè la sua moneta non aveva assolutamente più alcun valore nel panorama economico toscano, e venne presa la decisione di porre fine alle coniazioni solo dopo aver ridotto alla fame la popolazione.

La zecca vescovile doveva certamente andare di pari passo con quella comunale, ed è chiaro che, se la zecca cittadina era stata obbligata a chiudere i battenti per i motivi che ho scritto sopra, anche quella del vescovo non doveva navigare in buone acque, soprattutto dopo che fu liberalizzata la circolazione delle monete estere.

Ci sono anche i contratti di appalto ed i titoli consentiti erano molto bassi, mi pare intorno al 5% per il picciolo.

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Tralasciamo il discorso del raro o meno raro perchè il parere è soggettivo.

Mettiamo da parte l'esistenza o meno dell'officina di Casole, anche se in letteratura la danno per certa ultimamente.

Mi spiace, magdi, ma io stento a trovare un filo logico sulle altre cose che affermi. Il fenomeno da te indicato accade in tutte le zecche del periodo in centro Italia. Quindi nulla di strano. Oltretutto non capisco cosa intendi per zecca comunale e vescovile.

Dunque mi sembra che siamo andati OT da quella che era la domanda iniziale di luciano62. Chiaramente se lo ritieni opportuno i tuoi argomenti saranno benvenuti e ti leggerò con attenzione.

Cordiali saluti

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Oltretutto non capisco cosa intendi per zecca comunale e vescovile.

La zecca cittadina era gestita pubblicamente, gli atti si conservano nell'archivio storico comunale e non erano dipendenti dal vescovo; a fianco a questa, lavoravano le officine vescovili che si trovavano nei castelli del vescovo (nella fattispecie, i documenti di allocazione parlano di Berignone e Montalcinello, ma non di casole), i quali atti ufficiali si conservano nell'archivio storico diocesano di Volterra... La zecca comunale era indipendente da quella vescovile e viceversa.

È vero che c'era una crisi generalizzata di cui risentirono tutte le piccole zecche del centro-Italia, e proprio perchè questa crisi ha colpito anche l'officina comunale volterrana la portavo come strumento di paragone con quella vescovile, cioè -se quella comunale ha avuto questi problemi che la hanno costretta a chiudere, quella vescovile deve aver avuto gli stessi problemi- ... Non riesco a capire dove sbaglio...

Dopo la chiusura della zecca cittadina, rimangono aperte quelle vescovili, che non hanno più valenze economiche importanti,, più che altro rimangono aperte per un fatto di prestigio (almeno questo penso io)

Comunque anche io credo che siamo andati oltre alla domanda di luciano62, Quindi, tornando a quella domanda, secondo me, la rosellina non è più frequente del punto, e che, a mio parere, non ha nulla a che fare con gli zecchieri ;)

Comunque, il discorso dei simboli è molto diffuso... Altre volterrane hanno anche la mitra ad inizio e fine leggenda, su massa si hanno rosette e stellette, su Arezzo le lunette, le mitre e le rosette, su Chiusi le mitre (o torrette, come alcuni hanno interpretato) e le stellette... Credo che siano semplicemente simboli, ripeto che, magari, un significato cel'hanno anche, ma non credo sia riconducibile agli zecchieri, anche perchè non sono noti registri di zecca o magistrati responsabili della produzione... Infondo aveva anche poco senso in una zecca molto piccola gestita da una società appaltatrice credo...

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gentili MAGDI ed ADOLFS il mio quesito NON riguarda rarità,valore od altro....ho notato queste differenze in questo tipo monetale e mi chiedevo il perchè...se c'è, se si conosca! le monete di PISA hanno quasi tutte simboli,ma anche grossi di berignone delle armette...least not last quali fossero REALMENTE le monete di VOLTERRA....a prescindere da Berignone,Casole, Montieri, Montalcinello.....se possano esistere criteri ,ipotesi per riconoscerle.Vi ringrazio di cuore-mi rendo conto del complesso quesito-.

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Il perchè dell'esistenza di questi simboli è una domanda molto complicata, proprio per questo discutevamo sull'ipotesi (secondo me improbabile) degli zecchieri... Io, comunque, credo che siano legati semplicemente alla simbologia delle famiglie da cui provenivano i vescovi o comunque a qualcosa di simile (se hanno un senso... Magari non cel'hanno neanche un senso esatto).

Su questo punto:

least not last quali fossero REALMENTE le monete di VOLTERRA....a prescindere da Berignone,Casole, Montieri, Montalcinello.....se possano esistere criteri ,ipotesi per riconoscerle.Vi ringrazio di cuore-mi rendo conto del complesso quesito-.

Non ho ben capito quale è la domanda...

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oltre che nella zecca comunale,quali sono-agli attuali studi-CON CERTEZZA, le zecche che coniarono moneta a nome di VOLTERRA? quali secondo "deduzioni", altre possibili sedi ? spesso, soprattutto chi è in zona, ci "arriva" 10-20 anni prima dei "letterati"........

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