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IGNORED

La Vittoria.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Il tema mi pare assai stimolante, anche se purtroppo non ho moltre immagini da mostrarvi: spero che gli amici del Forum mi diano una mano, come sempre! La Vittoria romana è l'erede della Nike greca, a sua volta ben presente sulle monete, oltre che in pittura, scultura (pensiamo solo alla Nike di Samotracia) e anche nei nomi di città fondate dai greci (es. Nikaia= Nicaea=Nizza). Sia la civiltà greca che quella romana sono state molto "militari" ed hanno conosciuto guerre continue (si è detto che nella Grecia del VI e V secolo era sconosciuto il nostro concetto di pace: esistevano solo delle tregue!); ovviamente c'è chi vince e chi perde, e la vittoria è quella della parte che ha prevalso, che poi scrive anche la storia. Ma a noi ora interessa il periodo romano. Nelle monete repubblicane la vittoria compare abbastanza spesso, a cominciare dai vittoriati, sui quali incorona un trofeo; anche in seguito sarà frequentissima una vittoria che porge una corona, o la pone sul capo del vincitore.

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Ma volevo arrivare subito all'impero. Qui a mio avviso sono essenziali 3 vittorie: Farsalo, Filippi ed Azio. Con la prima Cesare sconfigge Pompeo nel 48 a.C.; seguirà il dupondio del 45 a.C., con la vittoria al diritto e Minerva al rovescio. A Filippi, Ottaviano ed Antonio sconfiggono nell'autunno del 42 a.C. l'esercito di Bruto e Cassio: evento ricordato dai numerosi bronzi provinciali di Filippi. Infine, nel 31 a.C. Ottaviano ad Azio sconfigge Antonio e Cleopatra, e qui ha inizio di fatto il principato, che noi datiamo ufficialmente al 27 a.C. (attribuzione del titolo di AUGUSTUS da parte del Senato). Le celebrazioni di questa vittoria e della fine della guerra civile sono estremamente varie, e comprendono anche varie monete, fra cui un bel denario (di cui mi manca la foto...) Ma già nel 29 a.C. Ottaviano aveva donato una statua della vittoria al Senato, facendola collocare nella nuova Curia Julia, nel Foro, con un altare per i sacrifici. Era una statua di bronzo dorato, presa ai Tarantini durante le guerre pirriche. Restò lì, come vedremo, fino al 4° secolo.

Durante l'impero, l'iconografia della vittoria è stata comunissima: per lo più con legenda VICTORIA AUGUSTA (oppure AUGG durante il 3° e 4° secolo), ma anche VICTORIA AETERNA . Più interessanti per noi però sono le vittorie su precisi fronti militari: GERMANICA, BRITANNICA, PARTHICA, GOTHICA, DACICA... Qualche volta la legenda è un poco diversa: GERMANIA DEVICTA, SARMATIA DEVICTA... Qualche volta, la vittoria mostra uno scudo su cui compare una scritta: SPQR in Nerone, oppure VICT GERM per gli Antonini, ecc.

Mi limito a mostrarvi per ora un denario di Caracalla.

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Vi mostro però qualche moneta provinciale, tanto per variare un po'. A Stobi il tipo con la vittoria era quello corrente. Questo grande bronzo è di Tarso, per Gordiano 3°.

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Ed ecco l'ultima moneta, vittoria con SALUS REIPUBLICAE, che viene emessa proprio nel periodo della "crisi" di cui parlerò qui sotto, o subito dopo. Si tratta infatti di Teodosio 1°.

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Nel frattempo infatti il Cristianesimo era divenuto prima religiona tollerata (313 d.C., editto di Milano), poi religione dello stato (380 d.C., editto di Tessalonica); e nel 391 saranno severamente vietati gli atti di culto dell'antica religione, oltre che le "eresie" della nuova. Già a Costanzo 2°, piuttosto intransigente sebbene ariano, l'altare e la statua della vittoria erano parsi intollerabili e li aveva fatti rimuovere dalla Curia. Giuliano li aveva ovviamente ricollocati. Seguono una serie di scaramucce e di spostamenti (povera vittoria!) fino alla più famosa disputa (382-384) fra Simmaco, praefectus urbis, e Ambrogio (che non era il papa, ma si comportava come se lo fosse). Nei confronti del debole Valentiniano 2°, Ambrogio aveva già decretato che occorreva rimuovere l'altare e la vittoria. Simmaco, pagano, inviò diverse relazioni abili e molto moderate, dicendo in sostanza che "la Vittoria aveva più volte salvato Roma", e che comunque era inutile contrapporsi fra credi diversi, visto che tutti intendevano onorare l'Essere Supremo. La risposta di Ambrogio fu però netta e negativa, accompagnata dalla minaccia di scomunica per Valentiniano, se avesse ceduto: "...Valentinianum, si privilegia infidelibus concesserit, ab Ecclesia rejiciendum..." (Ep. XVII)

Ovviamente, la vittoria non rimise più piede nella Curia. Possiamo anche considerare questa sottomissione alla Chiesa come la fine dell'impero romano, e l'inizio (semmai) di un impero compiutamente cristiano.

Non sarebbe male riuscire ad inserire anche qualche immagine di statue e monumenti!

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Bravo Gianfranco,

adesso mi motivo il rarefarsi dei tuoi interventi nell'ultimo tempo... stavi studiando testi sul tema "Vittoria"!

Hai già dato una buona sintesi su un tema vastissimo; aggiungerei solo che oltre all'iconografia classica "Vittoria alata reggente palma o corona" ci sono anche le monete (specie tardoimperiali) dove non figura direttamente come personificazione ma con l'immagine dell'imperatore che regge il labaro e schiaccia il nemico (barbaro) sconfitto. La scelta numismatica è vastissima e, a ben vederla... mi pare quasi più presente il tema "Vittoria" nel Tardo Impero (quando cominciarono le "bastonate") che non nel Pieno Impero... potenza della propaganda!

Allego qualche esemplare per dare un iniziale contributo.

due Imperatori cui la Vittoria non portò tanta fortuna...

Vitellius. 69 AD. Æ As (9.37 gm). Spainish mint (Tarraco?). A VITELLIVS IMP GERMAN, laureate bust left; globe at point of bust / VICTORIA AVGVSTI, S-C across field, Victory flying left, holding shild inscribed SP/QR. RIC I 46; BMCRE 107; Cohen 103. VF, dark green-brown patina, light porosity.

Titus. As Caesar, AD 69-79. Æ Sestertius (33mm, 27.36 g). “Judaea Capta” issue. Rome mint. Struck AD 72. Laureate head right / VICTORIA AVGVSTI, Victory standing right, foot on helmet, inscribing shield set on palm tree. RIC II 614 (Vespasian). VF, brown surfaces, a little porous.

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Uno splendido aureo commemorante una campagna vittoriosa contro un nemico classico... i Parthi!

SEPTIMIUS SEVERUS, with CARACALLA. 193-211 AD. AV Aureus (7.24 g, 12h). Struck 202 AD. IMPP INVICTI PII AVGG, jugate busts of Septimius and Caracalla right, both laureate, draped, and cuirassed / VICTORIA PARTHICA MAXIMA, Victory advancing left, holding wreath in extended right hand, palm cradled in left arm. RIC IV 311; Calicó 2597; BMCRE 265; Cohen 8.

Septimius' Parthian campaign reached its climax in 198 AD, with the capture of the Parthian capital of Ctesiphon. On this occasion Septimius was acclaimed imperator for the eleventh time, and he received the title Parthicus Maximus. His victorious campaign was celebrated on the coinage over the next few years, and an arch was erected in Rome in commemoration of the event in 203 AD. Septimius elevated Caracalla, who was with him in the east, to joint augustus in 198 AD, in the aftermath of his great eastern triumph. Mattingly, who ascribes this issue to 201-202 AD, and Kent remark that this rare issue was merely an issue promoting the nascent dynasty. The obverse legend 'Our Good Invincible Emperors' combined with the commemorative reverse does not suggest a special occasion for the issue, but the jugate-busts, however, may refer to the joint consulship held by Septimius and Caracalla in while still in the east 202 AD.

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Comincia un periodo tribolato...

Maximinus I. AD 235-238. Æ Sestertius (30mm, 25.53 g, 1h). Rome mint, 6th officina. 4th-6th emissions, autumn AD 236-spring 238. MAXIMINVS PIVS AVG GERM, laureate, draped, and cuirassed bust right, seen from behind / VICTORIA GERMANICA, Victory standing facing, head left, holding wreath and palm branch; at feet to left, bound captive seated left; S-C across field. RIC IV 90; MIR 27, 27-5; Banti 31. EF, dark brown patina.

E quindi un Imperatore "innovativo e lungimirante" contro un altro nemico classico del III-IV secolo d.C. : I Sarmati

Diocletian. AD 284-305. AR Argenteus (3.32 g, 12h). Ticinum mint. Struck circa AD 294. DIOCLETI ANVS AVG, laureate head right / VICTORIA SARMAT, four tetrarchs sacrificing over tripod before city enclosure with seven turrets. RIC VI 12a; Jelocnik 25; RSC 488d. Superb EF, toned.

During the later 3rd century AD, monetary reforms were implemented to restore the imperial coinage to a more more stable system of relational weights and improve fineness. Inspired by the monetary system of Nero, Diocletian set out on his reformation of the coinage along that line, based on a ratio of 1:4, with four sestertii equal to one denarius. To this end, in AD 294/5 two new denominations were introduced including one of pure silver. Known as the argenteus, it was to be a coin struck at 96 to the pound (indicated by the XCVI on the reverse of some issues), and, like the denarius, of a high fineness of silver. The argenteus would then be valued against the new bronze denomination, the nummus, thereby restoring a sense of unity to the entire monetary system, and although Diocletian had reintroduced the first true silver coin in over a century, the argenteus was to take a subsidiary role, as the aureus and nummus were intended to be the principal coins. This new system, however, was fragile and problems soon began to develop. By AD 301, the argenteus had to be revalued to double its face value to keep up with inflation and maintain the relational standard. Furthermore, the appearance of high quality silver issues encouraged hoarding, resulting in the disappearance of the argenteus from the marketplace.

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Ciao,

purtroppo al livello storico non sono preparato come molti di voi, quindi starò a sentire i vostri discorsi.

Posto il mio piccolo contributo con qualche moneta:

Asse di Nerone

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Asse di Traiano

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Suberato di Settimio Severo:

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Questo non l'avevo mai visto:

Constantius II. AD 337-361. AR Miliarense (22mm, 5.32 g). Constantinople mint. Struck AD 355-361. D N CONSTAN-TIVS MAX AVG, Pearl-diademed and cuirassed bust right / VICTORIA AVGVSTI, Victory standing slightly left, holding wreath in right hand isncribed X, shield in left hand isncribed VOT/XXXV/MVLT/XXXX in four lines, at her feet sit two captives; C•. Cf. RIC VIII 132; cf. RSC 220. VF, evenly porous. Apparently unpublished.

A similar coin, also unpublished, in the March 2008 Gorny Auction (lot 452) shows a nearly identical reverse type except the shield is simply inscribed VOT XXXX in two lines.

E se all'inizio avevo scritto "due Imperatori cui la Vittoria non portò tanta fortuna..." alludendo a Vitellio e Tito, che dire di Valens (a prescindere dai demeriti politici e/o militari)?

VALENS. 364-378 AD. AV Medallion of 1 1/4 Solidi (22mm, 5.36 g). Antioch mint. Struck 372 AD. D N VALENS PER F AVG, pearl-diademed, draped and cuirassed bust right / VICTORIA ROMANORVM, Victory walking left, holding wreath and palm; P-headed cross/ANOBA. RIC IX - ; Depeyrot -.VF, numerous light scuffs and pin pricks in fields. Unpublished and apparently unique.

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Anche le Imperatrici presentano monete con iconografie dedicate alla personificazione della Vittoria:

Aelia Flaccilla, wife of Theodosius I

d=21 mm

Solidus, Constantinople circa 383–386, 4.38 g. AEL FLAC – CILLA AVG Draped bust r., wearing elaborate headdress, necklace and mantle. Rev. SALVS REI – PVBLICAE B Victoria seated r. on throne, writing Christogram on shield held on small column; in exergue, CONOB. RIC 48. C 1. Vagi 3707. Depeyrot 40/1.Extremely rare and in exceptional state of preservation for this issue.

Extremely fine

Like her husband, the emperor Theodosius, Aelia Flaccilla was born to a good family in Spain, and when she married in about 376 it may never have occurred to her that Theodosius’ career would draw her far from her homeland. After a year or less of marriage Flaccilla gave birth to her first son, Arcadius, and about six years later (long after she had moved to Constantinople and been hailed Augusta) to her second son, Honorius. Throughout her life – even as an empress – she bore a reputation for her piety and her generosity to the poor. Her coins were the first struck for an empress since the 330s and they reinstated the practice, which soon took an especially firm hold in the East. On her coins it is easy to see the iconographic connection to earlier issues of Fausta, Helena and Theodora, and to observe how they influenced future empress coinages. Additionally, her name Aelia, which is abbreviated AEL on her coin inscriptions, apparently was assumed to have been part of her title, for it was adopted as a title by later Augustae.

E sempre nel Tardo Impero:

Constantine III, 407 – 411

d=22 mm

Solidus, Lugdunum 407-411, 4.41 g. D N CONSTAN – TINVS P F AVG Rosette-diademed, draped and cuirassed bust r. Rev. VICTORIA – AAAVGGGG Emperor standing r., holding standard in r. hand and Victory on globe in l., spurning captive with his l. foot; in field, L – D. In exergue, CONOB. RIC 1506. C 5. LRC 793. Depeyrot 22/3.

Very rare. Minor nick on obverse and light scratches on reverse, otherwise about extremely fine

Constantine III, a general of obscure origins but considerable talent, was proclaimed emperor in Britain in 407 by his soldiers following the assassinations of the usurpers Marcus and Gratianus (neither of whom issued coins). He led his troops across the Channel into Gaul, where his authority was swiftly accepted locally, but was opposed by the reigning Western emperor Honorius, who sent his general Sarus from Italy to harass his defences. After initial setbacks, Constantine gained the upper hand and occupied all of Gaul up to the Alps, establishing his base at Arles. At its greatest extent, the territories controlled by Constantine included all of Western Europe, from Britain in the North and Spain in the South. Soon, however, his grip began to loosen. First Britain rose in revolt, and then Gerontius, Constantine’s own magister militum, whom he had sent to Spain to quell another revolt, ended up turning against him. His fate was sealed in 411 when Honorius sent a general by the name of Constantius (the future emperor Constantius III) to defeat him. Although he had taken refuge in a church and was ordained before surrendering, the former rebel was murdered in captivity and his head sent to Ravenna where it was exhibited for some time.

Ed infine un aureo del tipo Imperatore con labaro reggente una piccola Vittoria porgente la corona d'alloro:

Antioch RIC 2c Valens AV Solidus. 367 AD. D N VALENS P F AVG, pearl-diademed, draped & cuirassed bust right / RESTITVTOR REPVBLICAE, Valens standing right holding labarum & Victory on globe; ANTQ in ex. Depeyrot 30/2.

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Modificato da Illyricum65
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Infine un bronzetto con la tipologia dell'Imperatore che schiaccia il nemico, reggente un labaro, ovvero un tipico GLORIA ROMANORVM:

Aquileia RIC 7b Valens AE3. 367-375 AD. D N VALENS P F AVG, diademed, draped & cuirassed bust right / GLORIA ROMANORVM, emperor walking right, head left, dragging bound captive by the hair & holding labarum, .SMAQS in ex. Cohen 12.

Ma ormai di Vittorie ce ne saranno ben poche...

Ciao

Illyricum

;)

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Ho notato che nella magnifica galleria già postata manca un esemplare della moneta intrinsecamente legata alla Vittoria.

Ricordo di avere letto che il quinario d'argento in epoca imperiale veniva coniato solo in occasione dei trionfi dell'imperatore, ed aveva sempre al rovescio la Vittoria.

Ne posto qui un esemplare di Domiziano che mi piace accostare (anche se vado fuori tema) ad una medaglia di Napoleone delle medesime dimensioni, coniata in occasione della sua incoronazione. La medaglistica napoleonica trae abbondante ispirazione dalla monetazione imperiale di alta epoca.

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Posto poi due assi coniati durante il regno di Vespasiano, entrambi piuttosto rari, in particolare il secondo.

Il primo rappresenta la Victoria Navalis (ignoro in verità a quale episodio storico si faccia riferimento), la seconda raffigura la Vittoria nell'atto di deporre una corona sopra un'insegna militare (avrei potuto postarla anche nella discussione sulle insegne).

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Altri due medi bronzi.

L'asse riprende il tipo già di Vitellio e Nerone con la Vittoria che regge lo scudo con la scritta S.P.Q.R..

il dupondio celebra invece la vittoria che gli valse l'appellativo di Germanicus e rappresenta la Vittoria accanto ad un trofeo militare.

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Concludo con due sesterzi.

Il primo fa parte della stessa serie del dupondio di cui sopra e rappresenta la Vittoria nell'atto di scrivere sopra uno scudo, ai piedi del quale la Germania è in lacrime.

Il secondo bellissimo e rarissimo (non è mio, purtroppo :( ) rappresenta la figura della Vittoria in qualche modo contaminata con quella della Spes.

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Ed ecco il mio modesto contributo alla discussione.

Dopo le innumerevoli, ma mai abbastanza, monete da voi postate...vi mostro qualche immagine riguardante ciò di cui stiamo parlando fuori dai tondelli...:D

Tralasciando gli sviluppi stilistici che ha avuto la Nike/Vittoria nel corso dei secoli, fino a diventare l'attuale figura dell'angelo alato diciamo che la sua rappresentazione standard era questa:

Una bella donna, alata; qui in una statua del primo secolo d.C.

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In seguito alle Vittorie, molti Imperatori hanno anche elevato Archi di Trionfo; anche qua molte volte si possono trovare in rilievo le nostre Dee in questione.

Qua sotto in un particolare dell'arco di Traiano:

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Come ha detto Gianfranco, poi, una Statua della Vittoria, fu elevata da Augusto all'interno del Senato, della Curia Ivlia, della quale qua sotto vi mostro una foto:

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La statua doveva essere sopra all'altare posizionato in fondo alla sala, sopra il quale venivano effettuati i sacrifici alla Dea. (Eliogabalo pose un suo busto sopra di esso per far sì che le offerte venissero fatte a lui stesso).

Purtroppo non ci sono ricostruzioni della sala con statua annessa, ma si possono comunque ammirare rifacimenti digitalizzati della curia senza di essa:

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Infine, vi mostro un interessante Denario di Augusto con la rappresentazione, appunto, della Curia vista dall'esterno.

Si può notare come una statua della Vittoria sia posta all'acroterio. E' ragionevole pensare, che non potendo rappresentare la statua all'interno della Curia, sia stata rappresentata all'esterno sulla sommità del tetto.

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