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10 centesimi 1862 "esperimento".


bizerba62

Risposte migliori

Ciao a tutti.

Dall'ultimo Convegno di Verona scaturisce la discussione di quest'oggi sulla “moneta” indicata nel titolo.

Per dirla tutta, l'argomento mi è stato suggerito a Verona dall'amico Maurizio (si, Maurizio, il “compagno di banco” di R-R.) e l'occasione di parlare di questo tondello mi torna anche utile per ringraziare Lui e la simpaticissima Nicoletta per le premurosa ospitalità che ci hanno riservato.

Il tema che vorrei trattare è se tale tondello sia da considerarsi una moneta o un semplice esperimento di zecca, come l'incisione al dritto suggerirebbe.

PreparateVi spiritualmente perchè l'intervento, scritto nei ritagli di tempo negli ultimi 4 giorni, è risultato essere un poco lunghetto (della serie: sarò breve.... :ph34r: .), tanto da consigliarmi l'articolazione dello stesso in 5 parti.

La Letteratura numismatica al riguardo.

Come può rilevarsi dai principali Testi numismatici in commercio, il tondello in esame differisce da tutte le altre monete da 10 centesimi di V.E. II, destinate alla circolazione, per il ritratto del Sovrano con il “collo lungo”, per la testa del medesimo rivolta a destra, per la mancanza del segno di zecca e per la dicitura “esperimento” riportata in giro al dritto sotto la testa del Re.

Al proposito, il Gigante 2011 (pag. 102 – 103) non ha esitazioni e lo definisce una moneta, (emessa con R.D. nr. 37 del 2.5.1861), precisando in nota che, “nonostante le opinioni contrastanti, questi pezzi costituiscono un esperimento di circolazione, come chiaramente indicato dalla dicitura al dritto, per le popolazioni napoletane avverse all'uso della monetazione decimale..(...)”

Si tratta”, continua la nota del Gigante, “di monete rarissime, che hanno chiaramente circolato dato che si trovano generalmente in conservazione MB o BB”.

La rarità indicata dal catalogo è R3 ed è riportata una tiratura di 20.000 esemplari.

La Zecca di emissione, pur in assenza del relativo simbolo, viene individuata in quella di Napoli

Il Montenegro 2011 (pag.100) si limita a pubblicare la foto del tondello e le relative caratteristiche con l'indicazione della Zecca di Napoli, il grado di rarità (R4) e l'indicazione “esperimento”.

Non è tuttavia riportato alcun commento né sulla natura di “moneta” del tondello né sulla tesi proposta da Gigante (e dell'Attardi/Gaudenzi, che vedremo fra breve) circa l'esperimento di circolazione per le popolazioni napoletane.

Nulla si riporta anche in ordine al contingente battuto.

Nel I Volume di Attardi/Gaudenzi “Prove Varianti Errori Falsi nelle monete dei Savoia”, il tondello in esame viene indicato come “10 centesimi I tipo”, dandosi atto che il Cagiati considerava lo stesso un “esperimento” il C.N.I., il Marchisio ed il Pagani un “progetto” mentre il Simonetti lo ritiene un “esperimento di circolazione

.

Continua l'Attardi/Gaudenzi riportando che la moneta “fu emessa in base ad un decreto precedente (R.D. nr. 98 del 17.2.1861, con il quale la Zecca di Napoli veniva autorizzata a coniare le monete di bronzo italiane conformi ai decreti del 20.11.1859 e del 15.12.1860) abrogato dal nuovo decreto (R.D. nr. 17 del 2.5.1861) che stabiliva, oltre le caratteristiche tecniche, anche quelle artistiche con la nuova impronta del Re (collo corto)

Conclude il testo citato riportando che “quindi, pur entrando in circolazione (irregolarità commessa dalla Zecca di Napoli) non può essere definita “moneta” in quanto manca il requisito principale, cioè il regolare decreto di emissione”.

Il tondello viene indicato come tre volte raro e si segnala un contingente di 20.000 esemplari.

Il Pagani (Prove e Progetti di monete italiane) a pag. 20 descrive il tondello riportando la tesi del Cagiati (già citata nell'Attardi/Gaudenzi) ed osservando che “come esperimento di valuta sarebbe per lo meno tardivo, poiché già dal 1861 vi erano in circolazione monete da cinque, due e un centesimo battute a Napoli..(..)”.

Infine il Simonetti (Monete italiane Medievali e Moderne, Vol. I Parte III, pagg. 23 – 24), cataloga al nr. 23 il tondello come “esperimento di circolazione del 10 centesimi” mentre al nr. 23/1 riporta un esemplare per la zecca di Napoli, seppure con il punto interrogativo.

A completamento delle tesi formulate dagli Autori citati, mi sembra opportuno richiamare la tabella pubblicata dal Carboneri (ne La Circolazione Monetaria nei diversi Stati – pag. 902 – 903) in merito alle “monete di appunto di bronzo dal 1861 al 1915 in Italia”..(..), nella quale, con riferimento alle monete da cent.10 dell'anno 1862 si riporta un contingente di 4 milioni di lire ed in nota (a) si precisa che “sono state coniate a Milano per l'importo di lire 4.000.000 ed esemplari a Parigi con l'effige di V.E. II Re d'Italia”.

Nessun riferimento viene riportato dal Carboneri in merito alla battitura del tondello in esame nella zecca di Napoli. Tanto meno alla tesi dell'esperimento di circolazione ed al contingente di 20.000 esemplari.

Fine prima parte

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Seconda parte

Considerazioni critiche.

Le prime considerazioni che sorgono spontanee attengono alle affermazioni riportate da alcuni Autori (Gigante, Attardi/Gaudenzi) circa la provenienza del tondello (Zecca di Napoli) ed al contingente coniato (20.000 pezzi).

Come capita (ahimè forse anche troppo spesso) nella letteratura numismatica del Regno d'Italia, gli Autori non sembrano in grado di fornire elementi oggettivi di riscontro a queste loro supposizioni.

Da dove essi ricavano che la zecca di battitura del tondello sia quella di Napoli? Da quali dati si evince che il contingente coniato ammonti a 20.000 pezzi?

In proposito, alquanto stravagante risulta altresì l'affermazione secondo cui il tondello sarebbe stato immesso in circolazione (abusivamente?) dalla Zecca di Napoli per abituare le popolazioni napoletane alla monetazione decimale.

In assenza di riscontri, gli Autori che sostengono tale opinione si limitano a fondarla sulla considerazione che i tondelli osservati si trovano normalmente in condizioni BB ed MB.

Al riguardo ci sarebbe da chiedersi, dopo aver constatato che la rarità attribuita al tondello è indicata come R3 (Gigante e Attardi/Gaudenzi) o addirittura come R4 (Montenegro), quanti esemplari siano stati effettivamente esaminati dagli Autori citati:....... forse una diecina?

Un numero maggiore di esemplari esaminati credo infatti determinerebbe inevitabilmente un grado di rarità inferiore rispetto a quello indicato.

Peraltro, giusto per trovare subito l'eccezione alla regola, rinvio i lettori alla visione dell'esemplare riportato sul nostro catalogo:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE2/3)

la cui immagine è stata rilasciata dalla Numismatica Varesi. Tale esemplare, se non è definibile fior di conio, davvero poco ci manca....

Per concludere sul punto, mi sentirei di argomentare che l'osservazione circoscritta ad un numero così limitato di tondelli, anche se in buona parte in modeste condizioni di conservazione, non possa fondare, da sola, la teoria che essi provengano dalla circolazione.

Tanto per fare un esempio, ho visto proprio a Verona dall'amico Maurizio una scudo del'1901 periziato ed in conservazione insolitamente bassa (forse intorno al MB) e penso che nessuno si sogni e si sognerà mai di sostenere che esso provenga dalla circolazione............

Ma abbandonando gli aspetti “empirici” proposti dai fautori della “tesi monetale”, direi che vi sono ben altri argomenti destinati a smentire gli assunti di coloro che vorrebbero attribuire a questo tondello lo status di “moneta”.

Alludo, come è evidente, alle risultanze normative.

Fine seconda parte.

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Terza parte

Il quadro normativo di riferimento.

Occorre a questo punto fare un breve excursus circa i provvedimenti che introdussero la monetazione in bronzo nel Regno d'Italia e, segnatamente, il nominale da centesimi 10.

Va innazitutto ricordato che la previsione normativa iniziale non contemplava affatto, fra la monetazione in bronzo, il nominale da centesimi dieci ma solo quelli da centesimi 5, 2 ed 1.

Al riguardo, il primo provvedimento in materia di monetazione in bronzo emanato dal Regno d'Italia è il Regio Decreto nr. 17 del 2 maggio 1861 (N.B.: il Gigante 2011, a pag. 102, riporta un R.D. avente la stessa data ma con il nr. 37 che, per quanto mi consta dalle ricerche svolte, è sbagliato), che “stabilisce l'impronta delle nuove monete di bronzo”.

Si ribadisce che a quella data (2.5.1861) il nominale da centesimi 10 non era stato ancora istituito e pertanto il suddetto Regio Decreto si riferisce esclusivamente alle impronte delle monete da 1, 2 e 5 centesimi.

Nella premessa, il R.D. nr. 17/1861 richiama, per quanto interessa l'aspetto che qui trattiamo, due precedenti provvedimenti resi durante il cessato Regno di Sardegna.

Tali provvedimenti sono la Legge (rectius: il R.D.) 20.11.1859 ed il R.D. (rectius: il Decreto Luogotenenziale) 15.12.1860.

Il primo provvedimento richiamato (R.D. 20.11.1859 nr. 3773) dispone “la coniazione delle nuove monete di bronzo da uno, due e cinque centesimi in sostituzione delle monete erose che si trovano in circolazione nelle antiche e nelle nuove Provincie” (art. 1), dettando agli articoli successivi il peso ed il diametro (art. 2), le altre caratteristiche tecniche che dovranno rispettare le monete (art. 3), le impronte, molto genericamente indicate (art. 4) e disponendo nei successivi articoli le modalità per il ritiro dalla circolazione delle vecchie monete di rame e di bronzo (artt. 5, 6, 7, 8, 9 e 10).

Il secondo provvedimento richiamato (Decreto Luogotenenziale 15.12.1860 nr. 4475) stabilisce invece che “le nuove monete di bronzo” (e sono sempre quelle da uno, due e cinque centesimi – non esiste il nominale da 10...) “del diametro e peso stabiliti dalla legge del 20.11.1859, avranno da un lato l'effige del Re con la leggenda – Vittorio Emanuele II – e dall'altro un ramo di alloro ed uno di quercia intrecciati e nel centro la indicazione del valore della moneta e l'anno di fabbricazione”.

Gli articoli seguenti determinano le proporzioni di coniazione delle monete da 5, 2 ed 1 centesimo (art. 2) ed il titolo della lega (“960/1000 di rame e 40/1000 di stagno” – art. 3) mentre i successivi articoli 4, 5 e 6 dispongono ancora in ordine alle operazioni di ritiro e cambio delle vecchie monete.

A completamento del quadro normativo è opportuno dare conto, come fa l'Attardi/Gaudenzi sul presupposto che il tondello di cui trattiamo provenga dalla zecca di Napoli, anche del D. Luogotenenziale 17.2.1861 nr. 256 (nr. 98 per l'Attardi/Gaudenzi), con cui “si autorizza la Zecca di Napoli a coniare la moneta di bronzo italiana con la effige di Re Vittorio Emanuele ed a ritirare dalla circolazione le monete di rame del cessato Governo Borbonico

Con detto provvedimento si autorizza la Zecca partenopea a coniare la moneta di bronzo italiana ordinando che “le regole ed il modo di tale operazione saranno conformi a quelle stabilite ne' decreti de' 20.11.1859 e 15.12.1860 da Torino” (art.2).

Dunque non si può condividere l'affermazione riportata dall'Attardi/Gaudenzi (opera citata) secondo cui il 10 centesimi esperimento “fu emessa in base ad un decreto precedente (R.D. nr. 98 del 17.2.1861, con il quale la Zecca di Napoli veniva autorizzata a coniare le monete di bronzo italiane conformi ai decreti del 20.11.1859 e del 15.12.1860) abrogato dal nuovo decreto (R.D. nr. 17 del 2.5.1861) che stabiliva, oltre le caratteristiche tecniche, anche quelle artistiche con la nuova impronta del Re (collo corto)

Tale affermazione appare erronea in quanto, come riportato sopra, il Decreto Luogotenenziale 17.2.1861 non poteva autorizzare la Zecca a coniare una moneta (il 10 centesimi, appunto) che non era stata ancora istituita.

E perciò l'autorizzazione rilasciata alla zecca di Napoli si riferiva esclusivamente alle monete in bronzo già istituite e cioè quelle da 1, 2 e 5 centesimi.

Inoltre, già che ci siamo, non è neppure esatto che il R.D. 2.5.1861 avrebbe “abrogato” il R.D. 15.12.1860.

L'abrogazione di cui parla l'Attardi/Gaudenzi è riferita soltanto al primo articolo del R.D. 15.12.1860, che stabiliva che la legenda del dritto delle monete in bronzo dovesse riportare la scritta “Vittorio Emanuele II”, mentre invece il R.D. 2.5.1861 imponeva la nuova legenda “Vittorio Emanuele Re D'Italia” (disponendo conseguentemente all'art. 2 l'abrogazione della vecchia legenda).

Bene, direte Voi, ma questi benedetti 10 centesimi allora quando entrano in scena?

Entrano, entrano, abbiate ancora un poco di pazienza.

Fine terza parte.

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Quarta parte.

Prima di arrivare al dunque dobbiamo dare conto del provvedimento che conferì il corso legale alle monete in bronzo da 1, 2 e 5 centesimi, che risultano istituite ma che non hanno ancora, nel nuovo Regno d'Italia, il corso legale.

Tale provvedimento è il R.D. 17.7.1861 nr. 114 che "stabilisce il corso legale delle nuove monete di bronzo in tutte le Provincie del Regno e la cessazione del corso legale delle monete erose circolanti nelle Provincie Lombarde".

All'art. 1 di detto Regio decreto si dispone infatti che “a partire dal 1° agosto 1861 avranno corso legale in tutte le Provincie del Regno le nuove monete di bronzo di uno, due e cinque centesimi battute in esecuzione della legge 20.11.1859 nr. 3773 colla impronta conforme al disegno unito al presente Decreto

Come vedete, ancora non si parla del nominale da centesimi 10!

Ed eccoci finalmente arrivati alla nostra moneta.....(era ora, dirà qualcuno..... :blink: ).

Con la Legge nr. 737 del 6 agosto 1862 infatti si “autorizza la fabbricazione e l'emissione di monete di bronzo di dieci o cinque centesimi”, stabilendo all'articolo 1 che: “E' autorizzata la fabbricazione e l'emissione di monete di bronzo da dieci o cinque centesimi sulla norma del Decreto 20.11.1859 nr. 3773, per un valore nominale di 4 milioni di lire".

"Il pezzo da dieci centesimi avrà il peso di dieci grammi ed il diametro di trenta millimetri”.

Et voilà, ci siamo.

La moneta da centesimi 10 può finalmente vedere la luce grazie alla Legge nr. 737 del 1862, che la istituisce.

La moneta troverà poi piena consacrazione qualche settimana dopo nella Legge Monetaria Fondamentale del Regno (L. nr. 788 del 24.8.1862) che, all'art. 18, autorizzerà “la fabbricazione e la emissione di monete di bronzo secondo il sistema stabilito dal Reale Decreto 20.11.1859 nr. 3773 e dalla Legge del 6.8.1862 nr. 737, per un valore di otto milioni”.

Fine quarta parte.

Modificato da bizerba62
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Quinta e ultima parte.

Siamo al capolinea e tiriamo brevemente le:

Conclusioni.

1. Il tondello oggetto del presente studio non può essere considerato una moneta ma, come peraltro in esso è pure riportato, un mero esperimento di zecca e non già di circolazione.

2. Non è plausibile che si potessero autorizzare ed emettere a fini circolatori, tondelli recanti il valore “10 centesimi” ed il millesimo 1862, con impronte diverse da quelle “legali” e ciò in uno spazio temporale estremamente breve, considerando che l'istituzione della moneta da centesimi 10 avvenne con Legge del 6.8.1862 e che prima di tale Legge la suddetta moneta non esisteva affatto come nominale.

La immissione nelle nuove Province di moneta non ancora istituita del Regno d'Italia, (e, va ricordato, neppure precedentemente istituita all'interno dello Stato “incorporante” - il Regno di Sardegna) avrebbe costituito un evidente atto illegale ed anzi, riterrei, avuto riguardo al momento storico, avrebbe rappresentato un vero e proprio atto di deliberata “eversione” verso il nuovo ordine costituito.

3. Ancor meno plausibile appare che una sifatta iniziativa potesse essere assunta autonomamente dai responsabili di una Zecca, all'insaputa dell'Amministrazione statale di riferimento.

4. La paternità della coniazione alla Zecca di Napoli è, allo stato delle conoscenze, del tutto fantasiosa, così come fantasioso è il contingente di 20.000 esemplari che sarebbero stati battuti ed immessi nella circolazione.

Ho concluso.

Ringrazio tutti coloro che fossero arrivati, ancora lucidi, fino a questo punto e li invito caldamente a proporre eventuali contro deduzioni per alimentare il dibattito.

Saluto ancora, anche da parte di Alessandra, Maurizio e Nicoletta (caro Maurizio, come vedi all'aeroporto di Verona non c'era il tempo ed il modo di sintetizzare tutti passaggi sopra riportati, grazie comunque per lo spunto di riflessione.......)

Vorrei infine considerare questo modesto contributo come il primo apporto della neo costituita Associazione della quale mi onoro di fare parte..

Speriamo che sia di buon auspicio.

Saluti.

Michele

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Guest utente3487

Esposizione chiara ed avvincente che va contro il solito "rimorchio" delle notizie numismatiche.

Vediamo se qualcuno ha qualche notizia da aggiungere.

Tra l'altro, mi sembra di ricordare che pure la zecca di Palerno era stata autorizzata a battere moneta, in oro, argento e bronzo.

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Mi associo a Domenico nel complimentarmi per l'esposizione; stasera studio e poi vedo se riesco ad aggiungere qualcosa a quanto hai scritto.

Al momento mi sento di non condividere solo il paragone col 5 Lire del 1901 il qual pezzo é senza dubbio più raro MB o BB che FDC, segno che non ha mai circolato.

Al contrario il 10 Centesimi é comparso quasi sempre con tracce più o meno marcate di usura ed i pezzi da MB a q.SPL costituiscono la norma; solo eccezionalmente si sono visti in condizioni migliori come quello della Coll. Demicheli che hai postato.

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Complimenti Bizerba per la tua ricerca , se trovo qualche informazione utile provvedo ad inserirla nella discussione

p.s. per la cronaca proprio a Verona un amico di Maurizio , A.G.mi ha proposto un esemplare in conservazione BB-SPL

Modificato da piergi00
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Di esemplari FDC se ne conoscono un paio. Il primo e quello della collezione Rocca I parte (1998, poi passato nella dispersa collezione De Micheli), il secondo esitato da Nomisma nel 2007, poi confluito nella collezione Vitalini (Nomisma 40).

Tutti gli altri esemplari a mia conoscenza erano in bassa conservazione (tra i più recenti quelli apparsi da InAsta alcuni anni or sono e quello apparso nel 2007 da Nomisma accanto a quello divenuto poi "Vitalini").

Si tratta di una moneta rara che pone alcuni problemi, e in mancanza di documenti gli anni che passano non aiutano certo ad interpretarne la storia.

D'altra parte ritengo poco probabile che qualcuno si sia inventato una tiratura di 20.000 pezzi: forse (o meglio, certamente) qualcosa sfugge ancora. ;)

Modificato da Giov60
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Guest utente3487

NOTE AGGIUNTIVE: Molto interessanti le osservazioni fatte dall’avvocato Michele Cappellari di Cagliari, sul sito lamoneta.it, nel dicembre 2010: in merito a questo esemplare:

Caro Michele, ecco cosa metterò sul volume Prove e progetti, prima di mettere tutta la tua dissertazione virgolettata.

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Guest utente3487

"Vorrei infine considerare questo modesto contributo come il primo apporto della neo costituita Associazione della quale mi onoro di fare parte.."

Sono curioso, non sapendone nulla.....

La colpa è di R-R :D :D :D

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"Sono curioso, non sapendone nulla....."

Grazie a tutti per gli apprezzamenti. Le acquisizione dei provvedimenti normativi monetari cominciano a dare frutti...........

E' tutto più facile se si ha sotto mano la "materia prima" ed i ragionamenti "quadrano" molto meglio.

"Caro Michele, ecco cosa metterò sul volume Prove e progetti, prima di mettere tutta la tua dissertazione virgolettata."

Ti ringrazio del pensiero; magari per il futuro potremo predisporre una sorta di "quaderno", edito dall'Associazione, nel quale pubblicare periodicamente questo ed altri interventi in forma meno "forumistica" e più "editoriale", allegando la documentazione e le fonti che citiamo in modo che tutti i lettori possano immediatamente riscontrare ciò che si scrive.

Insomma, una collana dii mini-saggi, senza alcuna pretesa accademica (per carità), ma finalizzati a suscitare confronti e dibattiti fra appassionati su temi numismatici scarsamente approfonditi.

Chissà....perchè non provarci?............ ;)

A proposito: sabato prossimo riunione dei soci fondatori dell'A.N.S. alle 17.00 in quel di Assemini.

Non mancate.......(sennò il Presidente si inc...avola........ B)

Saluti.

Michele

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"Sono curioso, non sapendone nulla....."

Grazie a tutti per gli apprezzamenti. Le acquisizione dei provvedimenti normativi monetari cominciano a dare frutti...........

E' tutto più facile se si ha sotto mano la "materia prima" ed i ragionamenti "quadrano" molto meglio.

"Caro Michele, ecco cosa metterò sul volume Prove e progetti, prima di mettere tutta la tua dissertazione virgolettata."

Ti ringrazio del pensiero; magari per il futuro potremo predisporre una sorta di "quaderno", edito dall'Associazione, nel quale pubblicare periodicamente questo ed altri interventi in forma meno "forumistica" e più "editoriale", allegando la documentazione e le fonti che citiamo in modo che tutti i lettori possano immediatamente riscontrare ciò che si scrive.

Insomma, una collana dii mini-saggi, senza alcuna pretesa accademica (per carità), ma finalizzati a suscitare confronti e dibattiti fra appassionati su temi numismatici scarsamente approfonditi.

Chissà....perchè non provarci?............ ;)

A proposito: sabato prossimo riunione dei soci fondatori dell'A.N.S. alle 17.00 in quel di Assemini.

Non mancate.......(sennò il Presidente si inc...avola........ B)

Saluti.

Michele

questa mi sembra una proposta estremamente valida

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"Sono curioso, non sapendone nulla....."

http://www.lamoneta....ro-in-sardegna/

Grazie a tutti per gli apprezzamenti. Le acquisizione dei provvedimenti normativi monetari cominciano a dare frutti...........

E' tutto più facile se si ha sotto mano la "materia prima" ed i ragionamenti "quadrano" molto meglio.

"Caro Michele, ecco cosa metterò sul volume Prove e progetti, prima di mettere tutta la tua dissertazione virgolettata."

Ti ringrazio del pensiero; magari per il futuro potremo predisporre una sorta di "quaderno", edito dall'Associazione, nel quale pubblicare periodicamente questo ed altri interventi in forma meno "forumistica" e più "editoriale", allegando la documentazione e le fonti che citiamo in modo che tutti i lettori possano immediatamente riscontrare ciò che si scrive.

Insomma, una collana dii mini-saggi, senza alcuna pretesa accademica (per carità), ma finalizzati a suscitare confronti e dibattiti fra appassionati su temi numismatici scarsamente approfonditi.

Chissà....perchè non provarci?............ ;)

A proposito: sabato prossimo riunione dei soci fondatori dell'A.N.S. alle 17.00 in quel di Assemini.

Non mancate.......(sennò il Presidente si inc...avola........ B)

Saluti.

Michele

stu populu sardu......

Complimenti ed auguri alla neonata associazione. Mi farei socio solo per avere la scusa di andare in quella magnifica terra, alle riunioni wink.gif...

Vi imbottiglio un bel pò di nebbia e ve la spedisco.

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  • ADMIN
Staff

Ho riportato un sunto delle considerazioni di bizerba sulla scheda a catalogo:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE2/3

suggerirei di ricercare il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1951 che, da quanto vedo da google, dovrebbe contenere estratti di giornali dell'epoca.

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Riporto la nota di Michele Pannuti e Vincenzo Riccio a proposito dei “10 centesimi esperimento” dal libro “Le Monete Di Napoli”.

“Inseriamo nell’opera questa moneta in quanto, secondo autorevoli studiosi, si tratterebbe di una vera moneta (e non di un saggio), destinata alla circolazione sperimentale nelle nuove province dell’Italia unita. Resta incerta l’effettiva coniazione nella zecca di Napoli.”

Ora passo a fare qualche “controconsiderazione”.

Conclusioni.

1. Il tondello oggetto del presente studio non può essere considerato una moneta ma, come peraltro in esso è pure riportato, un mero esperimento di zecca e non già di circolazione.

Potrebbe essere, ma l’esame dei pezzi noti ci fa pensare che essi sono entrati in circolazione. Il che non esclude che fossero semplicemente esperimenti di zecca. Ma in qualche modo dalla zecca sono poi usciti.

Inoltre, specialmente in questo caso, bisognerebbe formulare un’ipotesi che giustifichi la necessità di tale esperimento. Per quale motivo, infatti, sperimentare un vecchio ritratto, quando in circolazione c’era già il nuovo? Il modello era già stato fissato ed è quello che compare sui 5, 2, 1 centesimi coniati a partire dal 1861. In più, immagino si stessero prendendo accordi per mandarne la coniazione anche a Parigi. Dunque un esperimento del genere, nel 1862, non è un po’ fuori tempo massimo?

Ammettiamo pure che si intendesse sperimentare una nuova ghirlanda e in corso di esperimento si sia usato il nostro vecchio punzone per il ritratto; è davvero plausibile che si volesse interrompere l’omogeneità della serie per una nuova ghirlanda? E poi perché non operare in modalità “uniface” e tirare fuori il vecchio ritratto?

Il discorso sarebbe di gran lunga diverso se “1862” fosse una data fittizia e detto esperimento risalisse agli anni 1860 o 1861.

Qualche attenzione andrebbe anche riservata al peso. Il catalogo Gigante 2008 riporta 9,80 grammi, mentre il nostro catalogo indica 10 grammi. Sarebbe importante conoscere il peso dell’esemplare “ex-Vitalini” che forse, in quanto FDC, potrebbe avvicinarsi allo standard (ammesso che ci sia).

2. Non è plausibile che si potessero autorizzare ed emettere a fini circolatori, tondelli recanti il valore “10 centesimi” ed il millesimo 1862, con impronte diverse da quelle “legali” e ciò in uno spazio temporale estremamente breve, considerando che l'istituzione della moneta da centesimi 10 avvenne con Legge del 6.8.1862 e che prima di tale Legge la suddetta moneta non esisteva affatto come nominale.

La immissione nelle nuove Province di moneta non ancora istituita del Regno d'Italia, (e, va ricordato, neppure precedentemente istituita all'interno dello Stato “incorporante” - il Regno di Sardegna) avrebbe costituito un evidente atto illegale ed anzi, riterrei, avuto riguardo al momento storico, avrebbe rappresentato un vero e proprio atto di deliberata “eversione” verso il nuovo ordine costituito.

E se invece fosse proprio il fatto che fino ad allora questo nominale non era stato emesso a favorire un eventuale accordo tra istituzioni per un esperimento di circolazione al Sud?

Nel 1861 ci sono già gli argenti e i piccoli bronzi. Manca una moneta di bronzo “pesante” che non solo completi la serie, ma che sia più vicina per dimensioni ai 3 tornesi e avvicini il modulo da 5 tornesi. Se ne sente l’esigenza. Si accorda alla zecca la possibilità di emettere una piccola quantità di 10 centesimi, purché facilmente distinguibili da quelli che entreranno in circolazione verso la fine dello stesso anno. Nessun esemplare nel fu Regno di Sardegna è stato mai emesso e questo è un vantaggio, non ci saranno ulteriori confusioni. Si procede dunque a coniare un 10 centesimi con la scritta “ESPERIMENTO”, che presenta il vecchio ritratto “collo lungo” e una ghirlanda peculiare.

Mancano i decreti ed essendo l’emissione monetaria un fatto normativo serissimo, mi rendo conto che quanto ho scritto è improbabile e questa concessione sarebbe parsa alquanto ardita. Forse è però il ragionamento che si è seguito nell’attribuire questo esperimento a Napoli.

3. Ancor meno plausibile appare che una sifatta iniziativa potesse essere assunta autonomamente dai responsabili di una Zecca, all'insaputa dell'Amministrazione statale di riferimento..

Nulla da controproporre qui. Se ci fosse stato qualche accordo, l’amministrazione statale doveva essere informata.

4. La paternità della coniazione alla Zecca di Napoli è, allo stato delle conoscenze, del tutto fantasiosa, così come fantasioso è il contingente di 20.000 esemplari che sarebbero stati battuti ed immessi nella circolazione.

Sono sostanzialmente d’accordo (ma direi che la paternità è arbitraria e non fantasiosa). Forse la ghirlanda, se confrontata con altri esperimenti o prove di zecche note, potrebbe aiutare a risalire alla vera zecca. Quanto alla tiratura, mi chiedo, in mancanza di un documento, quali considerazioni hanno condotto a valutarla in 20.000 pezzi.

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Ho riportato un sunto delle considerazioni di bizerba sulla scheda a catalogo:

http://numismatica-i.../moneta/W-VE2/3

suggerirei di ricercare il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1951 che, da quanto vedo da google, dovrebbe contenere estratti di giornali dell'epoca.

Posseggo l'articolo del su questa moneta pubblicato nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, se vi interessa posso postarlo o farvi collegare a qualche link per scaricarlo. Spero di riuscirci entro lunedì o martedì, se l'articolo è di poche pagine lo posterò direttamente in questa sezione. Francesco

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Guest utente3487

Ho riportato un sunto delle considerazioni di bizerba sulla scheda a catalogo:

http://numismatica-i.../moneta/W-VE2/3

suggerirei di ricercare il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1951 che, da quanto vedo da google, dovrebbe contenere estratti di giornali dell'epoca.

Posseggo l'articolo del su questa moneta pubblicato nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, se vi interessa posso postarlo o farvi collegare a qualche link per scaricarlo. Spero di riuscirci entro lunedì o martedì, se l'articolo è di poche pagine lo posterò direttamente in questa sezione. Francesco

Certo che interessa, grazie.

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Ho riportato un sunto delle considerazioni di bizerba sulla scheda a catalogo:

http://numismatica-i.../moneta/W-VE2/3

suggerirei di ricercare il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1951 che, da quanto vedo da google, dovrebbe contenere estratti di giornali dell'epoca.

Posseggo l'articolo del su questa moneta pubblicato nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, se vi interessa posso postarlo o farvi collegare a qualche link per scaricarlo. Spero di riuscirci entro lunedì o martedì, se l'articolo è di poche pagine lo posterò direttamente in questa sezione. Francesco

Certo che interessa, grazie.

Ho appena verificato nel mio archivio. L'articolo è abbastanza lungo ed è del 1957 a firma Francesco Guerrini, farò il possibile per renderlo scaricabile in pdf entro domani sera o Lunedì. La pagina web in cui verrà pubblicato è la seguente http://www.ilportaledelsud.org/bollettini.htm . A presto. Francesco

post-8333-019977400 1291385631_thumb.jpg

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Nell' attesa dell' articolo del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano

Inserisco la scansione di due pagine sul 10 centesimo esperimento tratte dall catalogo CAGIATI MEMMO Manuale per il raccoglitore di monete del Regno D' Italia. Napoli 1918.G.Marino Editore piu' volte citato nella discussione

post-116-049950800 1291386698_thumb.jpg

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Guest utente3487

Nell' attesa dell' articolo del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano

Inserisco la scansione di due pagine sul 10 centesimo esperimento tratte dall catalogo CAGIATI MEMMO Manuale per il raccoglitore di monete del Regno D' Italia. Napoli 1918.G.Marino Editore piu' volte citato nella discussione

Parla di parecchi esemplari da lui visionati....mah.

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Guest utente3487

Ho riportato un sunto delle considerazioni di bizerba sulla scheda a catalogo:

http://numismatica-i.../moneta/W-VE2/3

suggerirei di ricercare il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano del 1951 che, da quanto vedo da google, dovrebbe contenere estratti di giornali dell'epoca.

Posseggo l'articolo del su questa moneta pubblicato nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano, se vi interessa posso postarlo o farvi collegare a qualche link per scaricarlo. Spero di riuscirci entro lunedì o martedì, se l'articolo è di poche pagine lo posterò direttamente in questa sezione. Francesco

Certo che interessa, grazie.

Ho appena verificato nel mio archivio. L'articolo è abbastanza lungo ed è del 1957 a firma Francesco Guerrini, farò il possibile per renderlo scaricabile in pdf entro domani sera o Lunedì. La pagina web in cui verrà pubblicato è la seguente http://www.ilportaledelsud.org/bollettini.htm . A presto. Francesco

Grazie mille del prezioso contributo.

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  • ADMIN
Staff

La prima parte ricalca bene quanto riassunto da bizerba e anzi segnala la mancanza nell'elenco dei conii della ex zecca di Napoli. Però il salto logico alla fine dell'articolo non mi convince.

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