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Fedeltà e concordia delle truppe


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Forse l'argomento è un po' scontato, ma mi è stato suggerito dal follis di Massenzio che vi mostro. Non occorre dire che, specie nei periodi più turbolenti dell'Impero, il fatto che l' esercito rimanesse fedele all'imperatore e che le legioni non andassero "ognuna per la sua strada" era essenziale per la sopravvivenza del principe. Questo valeva sia nelle normali campagne belliche contro i nemici di Roma che, a maggior ragione, durante le guerre civili. Legende del tipo FIDES MILITUM, CONCORDIA MILITUM, CONCORDIA EXERCITUS e simili abbondano soprattutto durante i conflitti interni e nei 50 anni degli "imperatori-soldati" (235-285 d.C.). A volte sono emesse da quelli che chiamiamo abitualmente "usurpatori", e nei cosiddetti Regni Separati (delle Gallie e della Britannia). Fra le tipologie più frequenti, due personaggi che si danno la mano, o le sole mani strette; più tardi, l'imperatore che regge uno o più labari. Ecco Massenzio: zecca di Ostia, 6,2 g. e 25 mm.; al R la legenda è FIDES MILITUM AUG N, e in esergo: MOSTP. Non è bellissima...

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Modificato da gpittini
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E' un tema molto interessante e caratteristico dei periodi turbolenti, a me ad esempio piace molto questo denario di Vitellio, direttamente dall'anno dei tre imperatori:

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in cui si ricorda l'importanza sia dell'esercito (FIDES EXERCITVVM) che dei pretoriani (FIDES PRAETORIANORVM). Peccato non sia un denario molto comune, per cui ancora lo posso ammirare solo in foto...

Modificato da cliff
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Il tema delle mani che si stringono (in inglese Clasping hands) è stato ripreso anche dai Flavii, con maggiori dettagli, in quanto le mani si stringono tenendo un’aquila legionaria posata su una prua di nave, comein questo denario di Domiziano.

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Lo stesso tema è stato sicuramente ripreso da Nerva, anche in monetazione di bronzo.

Nell'interpretazione di Filippo I, invece, la Fides Militum era rappresentata solo da un insieme di insegne.

Purtroppo per loro, malgrado invocassero la Fides questi imperatori del III secolo venivano regolarmente fatti fuori dai loro generali.

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Purtroppo per loro, malgrado invocassero la Fides questi imperatori del III secolo venivano regolarmente fatti fuori dai loro generali.

Già, tenevano buono il grosso dell'esercito con frequenti Donativum ma spuntava sempre il pretendente di turno...

Ciao

Illyricum

:)

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Qualche dato e link utile:

CONCORDIA MILITVM:

La Concordia è una figura della mitologia romana, era lo spirito dell'armonia della comunità.

Veniva rappresentata come una matrona in posizione seduta che reggeva un ramo d'olivo e la Cornucopia. A volte, è raffigurata fra due membri della famiglia Imperiale in carica nell'atto di agitare le mani.[più che agitare le mani... si scambiano una stretta di mano indicante un completo accordo...]

Nel 367 a.C. le fu dedicato un tempio, nel Foro Romano dal console Marco Furio Camillo dopo l'approvazione delle Leges Liciniae Sextiae. Un altro altro altare a lei consacrato si ergeva su una delle vette del Campidoglio. Quest'ultimo era stato costruito da Lucio Manlio nel 216 a.C., per ricordare la fine di una ribellione delle truppe nella Gallia Cisalpina

Il tempio fu restaurato da Lucio Opimio nel 121 a.C. Nel 10 l'imperatore Tiberio le dedicò il tempio nuovamente restaurato con l'epiteto di Concordia Augusta, nome che da quel momento le rimase per sempre.

http://www.forumancientcoins.com/moonmoth/reverse_concordia.html

FIDES MILITVM:

Fede (latino: Fides) è la personificazione romana della lealtà.

Il concetto di fides (come fedeltà, lealtà), e quindi la sua personificazione divina, voleva consacrare anche con un atto religioso la fedeltà del cittadino all'ordinamento dello Stato Romano.

La dea fa la sua comparsa nel pantheon romano nel III secolo a.C. quando un tempio sul Campidoglio le viene dedicato dal console Aulo Atilio Calatino probabilmente però costruito su di un precedente santuario già a lei dedicato; infatti secondo la tradizione il suo culto fu stabilito dal re Numa Pompilio. Inoltre la vicinanza del suo tempio a quello di Giove fa ritenere che il suo culto fosse più antico.

Nel suo tempio sul Campidoglio venivano custoditi i trattati stipulati dal Senato romano con i regni stranieri in modo che la dea potesse proteggerli.

Veniva raffigurata come una vecchia dai capelli bianchi, più vecchia dello stesso Giove, a simboleggiare che il rispetto della parola data è il fondamento di ogni ordine sociale e politico.

Alla dea venivano offerti sacrifici con la mano destra avvolta in un panno bianco. Nel suo tempio si sacrificava solennemente il primo d'ottobre. Il sacrificio veniva compiuto dai Flamini, forse dai tre Flamini maggiori: i sacerdoti di Giove, Marte e Quirino che si recavano al tempio su una biga coperta.

Il suo culto venne abbandonato per buona parte del I secolo a.C. ma venne probabilmente restaurato da Augusto. Divenne una divinità importante per gli imperatori che ricercavano, celebrandola, la fides militum, la lealtà dei soldati.

http://www.forumancientcoins.com/moonmoth/reverse_fides.html

Allego due monete:

Lucio Vero sesterzio, la concordia tra gli Augusti Lucio Vero e Marco Aurelio, uno dei pochi casi in cui i due reggenti (con Lucio in subordine...) furono veramente in accordo.

Massimino I il Trace, la fedeltà dell'esercito, auspicata e non mantenuta del tutto...

Ciao

Illyricum

:)

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DE GREGE EPICURI

In effetti, sembra che il termine FIDES, almeno in origine, significasse "lealtà" piuttosto che "fedeltà"; lealtà come rispetto della parola data, ma anche di regole etiche, da non contravvenire mai, neppure contro il nemico. Il concetto si collega a quello di BELLUM IUSTUM, e si contrappone alle astuzie, agli inganni, agli strumenti illegittimi per vincere a tutti i costi. La concezione militare romana originaria insomma si differenziava da quella dei greci, che prevedevano anche gli "stratégema" (il cavallo di Troia). L'origine di questa concezione è religiosa: chi non rispetta i patti o le regole sacre di quel che è "fas" e "nefas" non può avere la protezione degli dei, nè la vittoria.

C'è da dire comunque che tutto ciò vale soprattutto per le origini, e nei confronti delle popolazioni italiche; non invece per i Celti, e poi neppure per i Cartaginesi.

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