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Imperatori militari.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Di personaggi giunti all'impero direttamente dalla carriera militare ce ne sono stati molti, sia prima (Vespasiano, Traiano..) che dopo (Diocleziano, Magnenzio...) il periodo di cui voglio parlare; come "Imperatori Militari" in senso stretto di solito vengono designati, ad es. dal Carson e da altri autori del RIC, quelli che vanno dalla morte di Alessandro Severo alla salita al trono di Diocleziano. Insomma, stiamo fra il 235 ed il 284 d.C. Un periodo terribile, che ha visto crisi continue, ribellioni militari ed acclamazioni di contro-imperatori, seguite da stragi, battaglie campali o più spesso assassinio di uno dei contendenti. Il più longevo del periodo mi sembra sia stato Gallieno (253-268 d.C.). Alcune figure hanno avuto una sopravvivenza di poche settimane (Saturnino, Regaliano), alcune sono perfino dubbie (Bonoso). Questo periodo ha visto anche gravi e ripetute svalutazioni, peggioramento gravissimo del contenuto di metallo nobile delle monete, caos monetario, diffusione di monete imitative "per necessità". Le monete di questa stagione dell'impero sono considerate brutte, ma spesso non lo sono affatto; basta pensare agli aurei di Postumo, ai doppi sesterzi ed ai sesterzi di Traiano Decio, a molte monete di Filippo, ecc. Io credo che pochi collezionisti amino particolarmente questo periodo per motivi storici: è difficile occuparsi dei periodi di crisi, e le vicende dal 235 al 284 non esaltano l'immagine dell'impero, e sono cariche di angoscia. Per di più, queste vicende non hanno avuto un Tacito a descriverle, e neanche uno Svetonio, e questo vuol dire molto. Basta, vi mostro qualche moneta: a me quest'epoca piace molto, mi appassiona, e non a caso mi interesso anche alle imitative. Ma direi di iniziare con qualcosa di classico: un antoniniano di Filippo Padre del millenario di Roma; l'ho già mostrata perchè raffigura un tempio esastilo, ma mi piace troppo.

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La seconda è sempre di Filippo 1°, ma un po' più rara (trovata in Gallia recentemente...) E' la VICTORIA CARPICA, pesa 4,3 g. ed è del 247, IV emissione dell'anno; Filippo combattè con successo questa popolazione danubiana, e coniò questa rara moneta (C238 e RIC 66) Come vedete, anche fra gli imperatori militari si trovano delle chicche!

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Gaius Messius Quintus Trajanus Decius è un imperatore militare. Successe a Filippo l'Arabo e a differenza dello stesso Filippo l'Arabo era una anticristiano. Decio morì assieme al figlio Erennio Etrusco nella battaglia di Abrittus contro i Goti. Imperatore di cui si sà poco sicuramente è un anticristiano e inizia subito una importante azione anticristiana, egli inoltre associa al potere, come fece Augusto con Agrippa, il Censoro P.Licinio Valeriano uno dei più illustri personaggi dell'ordine senatorio e uno dei migliori tra i prossimi imperatori di questo periodo buio. Allego di questo imperatore un sesterzio a mio parere molto bello e che si riferisce alla liberalitas augusta (vedi precedenti post) .

D IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG

R LIBERALITAS AVG, SC

Un caro saluto

Adriapel

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Il periodo buio di Roma stà per venire. Alla morte di Traiano Decio le legioni danubiane elessero come governatore C Vibio Treboniano Gallo, Gallo divenne impopolare tra i soldati per la pace stipulata con i Goti, e gli stessi soldati gli contrapposero M. Emilio Emiliano. Sfociò una guerra civile che si concluse con l'assassinio di entrambi trucidati dagli stessi soldati. Dalla Germania Valeriano ex Censore di Decio accorreva in soccorso di Gallo, egli stesso fu acclamato imperatore dalle sue legioni alla notizia della morte di Gallo e subito dopo fu riconosciuto anche dalle legioni della MEsia. Il governo civile di Valeriano I fu eccellente ma putroppo morì troppo precocemente nel 260 d C combattendo contro i Persiani. Il figlio P Licinio Egnazio Gallieno teneva contemporaneamente testa ad altre invasioni barbariche in occidente. Dal 260 al 268 d C fu il periodo storico più orribile e buio della storia dell'impero. Di fronte alla cresente invasione dei barbari in Europa e Asia il principe Gallieno perdette quasi completamente il controllo del governo. Come aveva precedentemente previsto Valeriano I ogni provincia dell'impero fu costretta a difendersi da sola e alla fine ogni provincia proclamava imperatore il governatore che la difendeva. In questo modo i pretendenti all'impero di moltiplicavano da ogni parte Spagna Britanni Gallia dove pure alla partenza per l'Oriente Valeriano aveva lasciato suo figlio Egnazio Gallieno. Nel 258 in gallia fu nominato imperatore M Cassiano Latino Postumo più tardi in Mesia e Pannonia un Ingenuo e un Regaliano; in Oriente un Ballista e un M Fulvio Macriano; in Rezia un Aureolo. Gallieno per porre freno a questa orgia di piccoli imperatori fu constretto con provvedimento inaudito a cancellare l'antica divisione augustea delle provincie in imperiali e senatorie convertendole tutte in imperiali. Inquesto modo poteva tenere sotto controllo tutta la situazione nell'impero romano. Tutto inutile i pretendenti si moltiplicavano da per tutto. L'impero era entrato nel girone dei TRENTA TIRANNI. Un congiura di generali nel frattempo eliminava Gallieno. L' arrivo di un grande personaggio come M Aurelio Claudio che sarà Claudio II porterà momentaneamente all'Impero una stabilità. Claudio iniziò una guerra infinità e sterminò le orde barbariche. Però il gagliardo braccio dell'uomo che aveva vibrato il colpo mortale ai barbari moriva nel 270 d C vittima della peste. Allego un Antoniniano Raro di questo coraggioso imperatore che mostra la vittoria sui barbari.

VICTORIAE GOTHIC

Un caro saluto

Adriapel

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Ciao a tutti!

Un periodo di crisi, quella del III secolo, nel quale anche gli imperatori che avevano qualche dote non ebbero il tempo di metterla in mostra causa spesso a causa di morti violente. Un periodo di instabilità dovuto a molti fattori: le lotte per il potere tra Senato ed Imperatore, il peso dell’esercito e delle varie truppe nella scelta dell’Imperatore, le ingenti risorse finanziarie assorbite da guerre svolte su due fronti principali (danubiano e partico) con conseguente inasprimenti delle tasse, solo per citarne alcune.

Alcuni hanno la mia simpatia, uno di questi è Massimino detto il Trace, il primo soldato divenuto imperatore che trovò la morte, assieme al figlio, nei pressi delle mie terre, ovvero presso Aquileia. Di estrazione modesta, indossò la porpora imperiale grazie ad un colpo di mano delle sue truppe ai danni di Alessandro Severo; dopo alcune campagne vittoriose contro i barbari subì la legge del contrappasso e fu ucciso dalle sue stesse milizie.

Massimino il Trace

Gaius Iulius Verus Maximinus

Altri titoli:

Germanicus maximus

Sarmaticus

Dacicus

(segue)

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Modificato da Illyricum65
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Massimino era nato in Tracia o Mesia intorno al 173; l'anno della sua nascita è considerato oggi inattendibile, al momento della presa del potere doveva avere sui 50 anni. Erodiano racconta che era un pastore tracio, che iniziò la sua carriera arruolandosi in una unità ausiliaria in virtù della sua forza. Lo storico riferisce che l'aspetto dell'imperatore era spaventoso e l'Historia Augusta lo dice alto circa otto piedi romani (due metri e quaranta).

In realtà, per quanto il dato sia stato sicuramente aumentato, la statura e la sua mole erano verosimilmente dovuti ad una patologia endocrina, l’aumento della produzione dell’ormone della crescita (GH) (manifestatasi con l’acromegalia ovvero la protrusione di entrambe le arcate sopraccigliari e dei processi zigomatici, il caratteristico prognatismo e il naso largo e carnoso ed in generale con l'allungamento delle ossa lunghe), come testimoniato da statue e raffigurazioni monetali.

Ad ogni modo, a partire dal IV secolo le fonti iniziano a chiamarlo "il Trace" e il soprannome ha fortuna rimanendo unito al suo nome.

In allegato una statua raffigurante Massimino confrontata da un paziente affetto da acromegalia (non è Shreck!! ;) )

(segue)

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Di origine provinciale e non nobile, come altri imperatori del III secolo si sarebbe innalzato nella scala sociale attraverso la carriera militare, che iniziò sotto Settimio Severo, entrando infine nei ranghi dell'ordine equestre. Il fatto che il suo nome ricordi quello di Gaio Giulio Massimino, governatore della Dacia nel 208, suggerisce che abbia servito sotto di lui e che abbia ricevuto la cittadinanza come premio per questo servizio.

Ricoprì incarichi minori fino a che non fu promosso da Alessandro Severo durante le sue campagne contro i Persiani. Massimino aveva il comando delle reclute della Pannonia, le quali gli erano fedeli e che erano scontente dei pagamenti di Alessandro agli Alemanni per evitare la guerra. Dopo aver raddoppiato la paga ai soldati, Massimino attaccò il quartier generale di Alessandro a Mogontiacum (Mogontiacum era il nome dell'antica fortezza legionaria della provincia romana della Germania superiore, che corrisponde all'odierna città tedesca di Magonza); i soldati abbandonarono l'imperatore, che fu assassinato nella propria tenda, assieme alla madre Giulia Mamea, da un tribuno e da alcuni centurioni inviati da Massimino (fine febbraio, inizi di marzo 235).

Secondo Erodiano i soldati decisero di rovesciare Alessandro, considerato troppo effeminato, e di sostituirlo con Massimino, uno dei loro comandanti preferiti e dotato di maggiori capacità militari. Dopo aver acclamato Massimino imperatore, si recarono presso l'accampamento di Alessandro. Informato della sommossa, Alessandro si fece prendere dal panico e promise ai propri uomini di fare tutto quello che essi volevano in cambio della loro protezione, ma i soldati si rifiutarono di prendere le armi. Abbandonato dalle proprie truppe, Alessandro si ritirò presso la propria tenda, dove si trovava anche la madre Giulia Mamea, attendendo l'arrivo degli uomini di Massimino che li uccisero entrambi.

(Con la caduta dell'ultimo dei Severi, molte raffigurazioni di Alessandro e di sua madre furono intenzionalmente distrutte, per mostrare il sostegno al nuovo imperatore. Nel 238, con la morte di Massimino Trace e l'ascesa al trono di Gordiano III, Alessandro fu divinizzato e, per l'ultima volta, fu costituito un collegio di sodales in suo onore. A seguito di ciò, in molte iscrizioni in cui il suo nome era stato cancellato sotto Massimino, questo fu re-inciso.)

In allegato:

Alessandro Severo e la madre Julia Mamaea su un Medaglione bronzeo. Ironia della sorte, con legenda al rovescio inneggiante alla Fedeltà dell'Esercito:

Severus Alexander and Juliet Mamaea. Bi-metallic bronze and brass medallion, 231 IMP SEV ALEXANDER AVG Ivlia Mamaea AVG / AVG MATER. Bust of Alexander Severus, with laurel wreath, and Paludament tanks and draped bust of Julia Mamaea diadem with each other. Rev: FIDES MILI - TVM. d = 38 mm Severus Alexander in box costume to right standing, sacrificing from patera in his right hand over burning tripod and holding in his left hand scepter, convened by helmeted Mars wreathed in field dress, standing with a sign on its side behind the emperor, both facing Jupiter, naked except for a down jacket over his shoulders, full face, holding in his raised right hand thunderbolt and scepter in his left hand, his feet looking up to him one Adler left in the background two standards. C. 9 var (Severus Alexander and Mamaea). BMC corr 734th (Severus Alexander). Gnecchi II, p. 84, 4 and PL 101, 3rd 56.45 g.

extremely rare.

Excellent portraits, fine green patina with red-brown inclusions, excellent.

(segue)

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La scelta dei soldati fu confermata dalla Guardia pretoriana e poi, a malincuore, ratificata dal Senato romano, che non vedeva di buon occhio un imperatore di origine barbara.

Fu il primo soldato a divenire imperatore romano, pochi decenni dopo che Settimio Severo aveva decretato la possibilità di avanzamento tra gli ufficiali per soldati di rilievo e ufficiali inferiori, e che suo figlio Caracalla aveva concesso la cittadinanza romana a quasi tutti i nati liberi nel territorio dell'impero

La sua prima campagna fu quella contro gli Alemanni, che Massimino sconfisse malgrado il grave impantanamento dei Romani in una palude presso l'odierna Baden-Württemberg. Dopo la vittoria, Massimino assunse il titolo di Germanicus maximus, elevò il figlio Gaio Giulio Vero Massimo al rango di cesare e princeps iuventutis ("principe dei giovani"), mentre la moglie defunta, Cecilia Paolina, fu divinizzata. Avendo reso sicure le frontiere della Germania, almeno per il momento, Massimino costruì un accampamento invernale a Sirmium in Pannonia (ora nel nord-ovest della Serbia, vicino ai confini di Bosnia e Croazia), e da questa base combatté i Daci e i Sarmati durante l'inverno 235 - 236, assumendo i titoli di Sarmaticus e di Dacicus.

In allegato due sesterzi VICTORIA GERMANICA di Massimino, sesterzio del figlio Massimo e a questo punto, denario della moglie Paulina (così abbiamo completato la famiglia):

MAXIMINUS I. 235-238 AD. Æ Sestertius (16.86 gm). Struck 236-238 AD. Laureate, draped and cuirassed bust right, seen from behind / VICTORIA GERMANICA, Victory standing left, holding wreath in right hand and palm in left; captive seated before her. RIC IV 90; BMCRE 191; Cohen 109. Good VF, green patina.

Maximinus' victories in Germany made him very popular with his soldiers, keeping him in power even though he made many enemies, particularly among the Senate in Rome.

MAXIMINUS I, AE Sestertius, Rome, A.D. 236/7, laureate, draped bust right, MAXIMINVS PIVS AVG GERM, rev. VICTORIA GERMANICA, SC, Maximinus standing left, holding spear, being crowned by Victory standing behind him, a captive at his feet (RIC 70; BMC 198; C 114), dark green patina, about very fine.

MAXIMUS. Caesar, AD 235/6-238. Æ Sestertius (30mm, 21.42 g, 12h). Rome mint. 2nd-3rd emissions, early-mid AD 236.

PAULINA. Died before AD 235. AR Denarius (3.19 g, 12h). Consecration issue. Rome mint. 2nd emission, AD 236.

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Impegnato nelle guerre sulle frontiere, Massimino non andò a Roma per rafforzare il proprio potere: invece di cercare il sostegno del Senato romano, decise di fondare il proprio potere sull'esercito; raddoppiò la paga dei soldati e ciò, in coerenza con le continue guerre, richiese un aumento delle tasse. Gli esattori ricorsero a metodi violenti e sequestri illegali, che gli alienarono ancora di più la classe dirigente.

All'inizio del 238, nella provincia d'Africa, una estorsione di un funzionario del fisco attraverso una sentenza comprata in una corte corrotta contro proprietari terrieri locali accese una rivolta generale nell'intera provincia. I proprietari terrieri armarono il loro "clienti" e contadini e presero Tisdrus (l'odierna El Djem), dove uccisero il funzionario corrotto e le sue guardie, e proclamarono imperatore il governatore della provincia, Gordiano I e coimperatore suo figlio, Gordiano II.

Ecco i due Gordiani:

Gordian I. January -238

Sesterzio (20.67 g), Rome 238th Av. IMP CAES M ANT GORDIANVS AFR AVG, draped and cuirassed bust right. Rv. VICTORIA AVGG, Victoria goes left, holding wreath and palm branch, SC. RIC: 12, C: 14 min; green patina. corroded f.vzgl RR.

Notate la definizione di AVGG, ovvero Augusti, alludendo ad entrambi.

Gordian II, RIC 5, C 9 Sestertius Obv: IMPCAESMANTGORDIANVSAFRAVG - Laureate, draped and cuirassed bust right.

Rev: ROMAEAETERNAE Exe: SC - Roma seated left, holding Victory and spear; shield below. March - April 238 (Rome).

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Il prefetto del pretorio di Massimino, Vitaliano, fu ucciso a Roma da uomini legati ai due usurpatori; il praefectus urbi Sabino fu ucciso dalla folla in una sommossa. Il Senato a Roma riconobbe i due imperatori augusti, dichiarando l'imperatore hostes (nemico dello stato): le sue onorificenze militari furono revocate, il suo nome e quello di suo figlio furono cancellati dalle iscrizioni e dai papiri, e i dipinti celebranti le sue vittorie sui Germani, che adornavano la Curia, furono staccati e bruciati. Massimino reagì marciando verso l'Italia con le legioni pannoniche.

La rivolta in Africa fu il risultato di un episodio e non era stata programmata; la maggior parte delle province rimasero fedeli a Massimino. Il governatore di Numidia Capelliano, fedele a Massimino e comandante dell'unica legione presente nella zona, la Legio III Augusta, sbaragliò le milizie dei due Gordiano nella battaglia di Cartagine, ponendo fine alla loro rivolta.

Con Massimino che si avvicinava minaccioso e i due Gordiano morti, i senatori decisero di continuare la resistenza eleggendo co-imperatori due di loro, Pupieno e Balbino (tardo aprile, inizi di maggio 238). Tuttavia una fazione a Roma preferì il nipote di Gordiano I, Gordiano III, e ci furono duri combattimenti nelle strade: Balbino e Pupieno accettarono allora di proclamare il giovane Gordiano cesare.

Ecco Balbino, Pupieno e il giovane Gordiano III:

BALBINUS. 238 AD. Æ Sestertius (29mm, 27.30 g, 1h).

PUPIENUS. AD 238. Æ Sestertius (28mm, 17.25 g, 12h). Rome mint. Struck May-June AD 238.

GORDIAN III. 238-244 AD. Æ Sestertius (29mm, 22.94 gm). Struck 238-239 AD.

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Ecco il mio Massimino!!!

Sesterzio di Massimino I il Trace

Obv. MAXIMINVS.PIVS.AVG.GERM. Laureate bust right

Rev. SALVS.AVGVSTI.. Salus seated left.

Diameter: 27mm

Weight: 13.0g

dal vivo è molto più bella

;)

RIC 64

Cohen 88

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Quando l'esercito di Massimino giunse in vista di Aquileia, posta all'incrocio di importanti vie di comunicazione e deposito dei viveri e dell'equipaggiamento necessari ai soldati, la città chiuse le porte all'imperatore, guidata da due senatori incaricati dal Senato, Rutilio Pudente Crispino e Tullio Menofilo e si rifiutò di farlo entrare, nonostante le . Massimino prese allora una decisione fatale: invece di scendere rapidamente sulla capitale con un contingente, si diresse verso la città di Aquileia, permettendo ai suoi avversari di organizzarsi: Pupieno raggiunse infatti Ravenna, da cui diresse la difesa della città assediata.

A questo punto abbiamo una buona narrazione degli avvenimenti in Erodiano “Storia dell’impero romano dopo Marco Aurelio”, VIII 2-5.

Va detto che Aquileia era forse da un punto di vista economico la più importante città dell’Italia Settentrionale e che aveva mal tollerato l’inasprimento delle tasse introdotto da Massimino per finanziare le campagne militari e le truppe impiegate; quando i legionari pannonici trovarono le porte della città sbarrate e vennero accolti da lanci di proiettili provenienti dalle mura Massimino incaricò un tribuno aquileiense di moderare la resa all’Imperatore, promettendo un perdono generale. Rutilio Pudente Crispino tuttavia, l’inviato dal Senato Romano ad Aquileia, riuscì a convincere i cittadini e le milizie a non desistere dalla difesa delle mura.

Una altro sesterzio di Massimino... altra beffa, dedicato alla "Fedeltà dei soldati"... :blink:

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Massimino a questo punto dovette accelerare le operazioni di assedio alla roccaforte e costruì un campo con fossato di difesa. L’unico ponte di attraversamento del Natisone era stato distrutto dalle milizie aquileiensi e l’esercito imperiale non riusciva a guadare il corso d’acqua. Il problema fu risolto costruendo un ponte utilizzando le botti requisite nelle campagne abbandonate circostanti la città. Le ville rustiche, trovate abbandonate, vennero date alle fiamme. Dopo una breve pausa preparatoria l’esercito imperiale cominciò i tentativi con le macchine di assedio ma Aquileia non cedeva, ben difesa dalle truppe e dai cittadini stessi.

Il fine ultimo di Massimino, a questo punto, era radere al suolo la città per dare un esempio a tutti sulla fine che sarebbe toccata a chi avesse osato opporsi alla sua avanzata. Ma la presa della città si dimostrava più difficile del previsto e le perdite nell’esercito di Massimino, sia a livello umano che materiale, aumentavano. Ben presto le milizie imperiali cominciarono a demoralizzarsi, mentre quelle cittadine prendevano coraggio. Tra l’altro le scorte alimentari erano abbondanti e avrebbero garantito abbondanti risorse in quanto gli aquileiensi si erano preparati per tempo all’eventualità di dover resistere ad un assedio; viceversa l’esercito imperiale era giunto impreparato da un punto di vista logistico e le campagne circostanti, oltre ad essere state abbandonate, erano state distrutte all’arrivo delle truppe e non fornivano alimenti.

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Un Filippo I l'Arabo

Philip I AR Antoninianus. IMP M IVL PHILIPPVS AVG, radiate, draped & cuirassed bust right / ANNONA AVGG. Annona standing left holding corn-ears over modius & cornucopiae. RIC 28c, RSC 25.

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Sempre Erodiano (“Storia dell’impero romano dopo Marco Aurelio”, VIII 3) narra che durante l’assedio tra le truppe di Massimino si diffuse la voce che la città fosse protetta dalla divinità solare celtica di Belenus (lo Splendente), assimilata ad Apollo e che era oggetto di culto ad Aquileia; ben presto ci furono soldati che affermarono di averlo visto combattere con gli aquileiesi a difesa sulle mura. Esisteva un profondo legame tra Aquileia, il suo entroterra e il culto di Beleno, tanto che si può affermare che questa doveva essere la principale divinità aquileiese. Tra l’altro Aquileia non era nuova a sincretismi culturali, data la sua posizione chiave - fin dall’epoca preistorica - nel crocevia tra l’area altoadriatica ed il mondo norico, retico, pannonico, danubiano.

Ecco il racconto di Erodiano:

"Questo si diceva del resto all’inizio della guerra: che [gli aquileiesi] erano rimasti fedeli perché dentro la città c’erano molti che si occupavano dell’altare del sacrificio ed erano esperti di lettura del fegato, e annunciavano i sacri auspici; gli italiani infatti credono moltissimo in questo tipo di indagine. E diversi responsi dicevano che il dio protettore della terra prometteva la vittoria. Chiamano questo [dio] Beleno, e lo venerano grandemente; pretendendo che sia Apollo. Dicevano alcuni dei soldati di Massimino che la sua immagine era apparsa spesso nell’aria combattendo sopra la città."

Un’altra fonte riporta una versione simile:

"Assediando dunque Aquileia, Massimino mandò ambasciatori in quella città: ai quali il popolo forse avrebbe dato retta, se non si fossero opposti Menofilio e l’altro console, dicendo anche che il dio Beleno per bocca degli aruspici aveva risposto che Massimino doveva essere sconfitto. Per cui si dice che anche dopo i soldati di Massimino si vantavano che Apollo doveva aver preso le armi contro di loro, e che quella non era stata la vittoria di Massimo o del senato, ma la vittoria degli dèi."

Esposti agli agenti atmosferici e affamati (il Senato Romano aveva inviato truppe che impedivano l’arrivo di vettovaglie, masserizie o transiti da e per il campo imperiale): l’assedio si era rovesciato, gli assediati erano diventati in pratica gli assedianti. Tra l’esercito avevano cominciato a circolare voci che il Senato stava raccogliendo per l’Impero e tra i barbari uomini per creare un esercito da contrapporre a quello di Massimino.

Tutto ciò fiaccò la determinazione ed il morale delle truppe sino al drammatico epilogo. Soldati della Legio II Parthica strapparono le sue immagini dalle insegne militari, per segnalarne la deposizione, poi lo assassinarono nel suo accampamento, assieme al figlio Massimo ed ai suoi ministri (10 maggio 238).

Le loro teste, tagliate e poste su pali, furono portate a Roma da messaggeri a cavallo, mentre i corpi di padre e figlio furono mutilati e dati in pasto ai cani, una poena post mortem. Il Senato elesse imperatore il tredicenne Gordiano III e ordinò la damnatio memoriae per Massimino.

Come detto in apertura, il destino si era ritorto verso Massimino nella stessa maniera in cui egli aveva preso il potere, se non peggio ancora!

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Una provinciale di Filippo II che adoro :)

Antiochia, Siria 26 mm

AUTOK K M IOULI FILIPPOC CEB

Laureate, draped, cuirassed bust right, seen from behind

DHMARX EXOUCIAC UPATO D

Eagle standing left, head left, tail right, wings spread

ANTIOXIA / SC in exergue

Prieur 473.

Riporta, cosa insolita, il titolo del 4 consolato di Filippo I (249 d.C, secondo l'autore)

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Infine un "caso numismatico" già proposto tempo fa sul Forum ed un altro sito...

Tra i miei suberati c'è questo denario attribuibile a Massimino il Trace in base alla legenda del dritto MPMAXIMINVSPIVSAVG, ritratto purtroppo deteriorato dalla perdita di argentatura, rovescio ANNON - A[_ _]. Altri dati: peso 1,7 gr, diametro 20 x 18 mm.

Bene, l'Annona (AVG) NON risulta tra le monetazioni emesse da Massimino. Inoltre:

- Il ritratto per quel che rimane, non è quello canonico.

- Il rovescio della moneta appare realizzato in modo approssimativo, sia nel tipo appena abbozzato dell'Annona, sia nella forma delle lettere della leggenda tanto da apparire stilisticamente difforme dal dritto

Ne era emersa l'ipotesi che:

...la moneta sia un falso storico, realizzato al tempo dell'elevazione di Massimino, quando ancora del nuovo imperatore non si conosceva il profilo ufficiale mentre erano ancora in circolazione i denari di Alessandro Severo...

Qualche nuova idea in merito? Qualche ipotesi? Allego la moneta in oggetto e un denario ANNONA AVG del predecessore Alessandro Severo per confronto.

Ciao

Illyricum

:)

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DE GREGE EPICURI

Su questo suberato, non ho altre ipotesi: quella più plausibile è appunto che non avessero ancora un ritratto di Massimino, e avessero deciso di copiare quello di Alessandro, o addirittura di UTILIZZARE quello di Alessandro, modificando solo la legenda. Ma volevo sottolineare un altro aspetto di questo periodo. Ci sono molti tentativi di creare delle dinastie, ma tutti falliscono: al massimo si arriva alla 2° generazione con la creazione di un cesare (o a volte addirittura di un augusto), ma poi tutto crolla; spesso padri e figli vengono uccisi contemporaneamente. Così per Massimino/Massimo, TraianoDecio/Erennio Etrusco (uccisi dai Goti), Treboniano Gallo/Volusiano. Solo per Valeriano, Gallieno, Valeriano 2° e Salonino le cose andarono un po' meglio. Con Caro/Carino e Numeriano, la musica non cambia molto. Negli altri casi, la "dinastia" non riesce neppure ad iniziare. D'altra parte, il problema della successione fu il punto debole di tutto l'impero, da Augusto a Romolo "Augustolo": le due alternative alla dinastia, cioè la adozione e il meccanismo tetrarchico, non riuscirono ad avere se non un successo effimero.

Di queste coppie padre/figlio che vi ho citato, vi mostro un sesterzio di Volusiano, preso recentemente: CONCORDIA AUGG (RIC 250 a).

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Facendo fede al mio nickname, non potevo fare a meno di segnalare gli... imperatori illirici!

Il primo, che diede un primo freno alla decadenza in atto nell'impero è Claudio II Gotico. Regnò per due anni, durante i quali ottenne risultati militari importanti... eppure in soli due anni disseminò l'Impero di quei suoi antoniniani così frequenti (e vi contribuirono pure le imitazioni barbariche così numerose...).

CLAUDIUS II GOTHICUS. 268-270 AD. AV 8 Aurei Medallion (36mm, 38.32 gm). Mediolanum (Milan) mint. Struck circa 269 AD. IMP C M AVRL CLAVDIVS P F AVG, laureate and cuirassed bust right, aegis on left shoulder; cuirass decorated with griffin right flanking head of Medusa / CONCORD-IA EX-ERCITVS, Concordia standing facing, head right, knee bent, holding legionary aquilae. Cf. RIC V 1 (6 aurei medallion); Lafaurie, RN 1958, 11; Huvelin and Lafaurie, "Trésor d'un Navire Romain Trouvé en Méditerranée Nouvelles Découvertes," RN 1980, 25 (same dies); Gnecchi pg. 9, 1. Choice VF. Very rare.

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Modificato da Illyricum65
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