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AURELIANO ... 3


Illyricum65

Risposte migliori

Ciao!

iIn un post alla fine della discussione AURELIANO ... 2 era emersa questa lacuna:

Beh, forse rimane da aggiungere una noticina sulla riforma monetaria, ma forse hai già in serbo qualcosa...

Ed in effetti mancava una noticina in merito. Di seguito porgo rimedio. ;)

LA RIFORMA MONETALE DI AURELIANO

PROLOGO

Sino al 274 d.C., data dell'intervento di Aureliano, nell'Impero era in vigore il sistema monetario ideato da Caracalla nel 215.

Riforma monetaria di Caracalla (214-215 d.C.)

Il persistere dell'inflazione legata alle spese militari portò Caracalla nel 215 ad una nuova riforma, con un rapporto tra gli elementi del nuovo sistema monetario come riportato in tabella:

Metallo Moneta Rapporto con la libra Peso

Oro Binione 1/25 13,08g

Denario aureo 1/50 6,50g

Quinario aureo 1/90 3,64g

Argento Antoniniano 1/64 5,11g

Denario argenteo 1/96 3,41g

Quinario argenteo1/192 1,70g

Oricalco Sesterzio 1/12 27,28g

Dupondio 1/24 13,64g

Rame Asse 1/30 10,90 g

L'innovazione maggiore fu l'introduzione dell'antoniniano, una nuova moneta d'argento che valeva circa 2 denari. Dal punto di vista dell'iconografia, l'antoniniano utilizzava sul fronte la testa dell'imperatore con una corona radiata.

In pratica Caracalla (211-217), diminuì da 1/45 a 1/50 di libbra lo standard ponderale dell’aureus (=gr. 6,54) e, per ridare fiducia alla moneta divisionale, creò un nuovo nominale d’argento, l’antoninianus, nella funzione di moneta cardine del sistema, sostituendo con questo il denarius, la cui coniazione cessò verso il 250; nel 260 fu sospesa anche quella del sestertius. L’antoniniano valeva circa 2 denarii; dal punto di vista dell'iconografia, l'antoniniano utilizzava sul fronte la testa dell'imperatore con una corona radiata.

Stessa iconografia al dritto per una moneta aurea, il Binione (Binio), corrispondente a 2 Aurei.

NB: per la riforma monetaria di Caracalla c'è un bell'articolo alla sezione "manuali":

http://manuali.lamoneta.it/rifcaracalla.html

Allego:

un Binio di Caracalla

un Antoniniano di Caracalla

(segue)

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Modificato da Illyricum65
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Negli ultimi anni della sua coniazione, quando era stato ridotto nelle dimensioni e nella qualità, fu coniato per la prima volta il doppio sesterzio da Decio (249-251). Il doppio sesterzio era una moneta romana di grandi dimensioni in oricalco. Fu coniata per la prima volta da Decio verso il 249-251, come risposta alle spinte inflazionistiche del tempo che avevano svalutato il potere d'acquisto del sesterzio.

In realtà la nuova moneta era solo di poco più grande del sesterzio, che di conseguenza fu coniato con peso e dimensioni minori dell'originale. Il doppio sesterzio non ebbe successo e cadde in disuso. Fu ripristinato da Postumo, che fu imperatore dell'Impero delle Gallie dal 260 al 268 anno della sua morte. Postumo emise una sua propria versione del doppio sesterzio. Spesso, probabilmente a causa delle carenze di metalli disponibili, utilizzò vecchi sesterzi deteriorati che furono sovrabattuti con il suo ritratto e le legende. Dopo di lui il sistema monetario romano degenerò ulteriormente e circolò quasi esclusivamente il doppio denario (antoniniano o radiato a causa della corona radiata con cui veniva raffigurato l'imperatore).

Trajan Decius. AD 249-251. Æ Double Sestertius (31.80 g, 12h). Rome mint, 4th officina. 3rd emission, early-mid AD 250. IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG, radiate and cuirassed bust right, seen from the front / FELICITAS SAECVLI, S C across field, Felicitas standing left, holding a long caduceus in right hand, cradling cornucopia in left arm. RIC IV 115; Pink IV, p. 17; Banti 9; Hunter -; Cohen 39. EF, dark olive-brown patina.

Le vecchie monete come il sesterzio caddero completamente fuori uso e spesso furono fuse per creare i nuovi radiati. Con il IV secolo anche questi scomparvero e fu creato un sistema monetario completamente nuovo.

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Riforma monetaria di Aureliano (272-275 d.C.)

La situazione delle emissioni nelle province dell'impero romano si fece sempre più confusa, tanto che nel 240 le monete di bronzo vennero ritirate dallo stato per essere rifuse.

L' imperatore Aureliano nel 274 d.C. varò sia un nuovo sistema monetario che una riforma dell'organizzazione complessiva delle zecche collocate nelle province dell'impero, al fine di aumentare il controllo sulla circolazione monetaria. La riorganizzazione territoriale portò ad un aumento del numero delle zecche e, per poter controllare l'operato delle officine, sulle monete si iniziò a riportare, oltre al valore, anche l'indicazione della zecca di provenienza.

Per quanto riguarda l'antoniniano, si stabilì un peso di di 5,1g ed una percentuale di bronzo che il denario doveva contenere, con un rapporto argento: rame di 1: 20; questo valore viene marcato sul rovescio di alcune monete con le cifre romane XX.I in occidente e con le cifre greche K A in Oriente. Questa moneta, a volte chiamata aurelianeo (contenente il 4% d’argento) o antoniniano argentato, per le tecniche usate per lasciare in superficie l'aspetto di una moneta d'argento, continuò ad essere prodotta fino alla riforma monetaria di Diocleziano. Aureliano emettendo una moneta di valore intrinseco superiore alla precedente, ma di uguale valore nominale ed imponendole standard definiti, tentò di restituirle fiducia. Inoltre, ritirando le monete emesse prima del 274 ed emettendo i nuovi radiati (anche se in numero minore), sperava di ridurre la massa circolante stabilizzando, così, i prezzi.

In realtà, malgrado il suo tentativo di “restaurazione”, l’inflazione non fu superata.

Aurelian 270-275

AE Antoninian (3.81 g), Roma, 1 Offizin 274 AD. Av. IMP AVRELIANVS AVG, bust aureole five Cuirass nr Rv. ORIE-NS AVG / A (right field) / XXI (in section), Sol with vexillum and Globe with crescent moon is no left foot on the kneeling prisoners. RIC 65corr, C 160corr, MIR 125b. R s.sch. / f.vzgl. -. Minimally rough surfaces in Av, minor cleaning marks in the RV, in Av.. well preserved and in the RV. almost complete silvered, rare variant with vexillum in Rv.

Confrontando le due riforme, si nota come Aureliano (270-275), cercò di ricreare il sistema monetario di Caracalla, tanto che l’aureus tornò a valere 1/50 di libbra (come indicherebbe la marca I•L) .

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Tutto ciò sembra sia dovuto ad una rivolta dei fabbricanti di monete:

LA)

« Hoc imperante etiam in urbe monetarii rebellaverunt vitiatis pecuniis et Felicissimo rationali interfecto. Quos Aurelianus victos ultima crudelitate conpescuit. »

(IT)

« Sotto il suo (di Aureliano) regno a Roma anche i lavoratori della zecca si ribellarono per le monete false, e il responsabile della zecca di Roma, Felicissimo rimase ucciso. Aureliano, avendoli vinti, li domò con l'estremo rigore. »

(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, 9, 14. )

Un cenno su Felicissimo:

Felicissimo (latino: Felicissimus; ... – 271) fu un funzionario civile sotto l'imperatore romano Aureliano, incaricato della direzione della zecca di Roma. Fu coinvolto nella rivolta dei lavoratori della zecca, che venne spenta nel sangue nel 271.

Appartenente all'ordine equestre, Felicissimo ricoprì sotto Aureliano il ruolo di rationalis, cioè di responsabile del sistema monetario. Il compito più importante di un rationalis era quello di amministrare le zecche imperiali.

Prima del 271, probabilmente già dal regno di Claudio il Gotico, i lavoratori della zecca di Roma avevano messo in piedi una truffa ai danni dello stato, sia sottraendo il metallo pregiato destinato alla coniazione sostituendolo con metallo non pregiato che tosando i bordi delle monete per asportare l'argento; la zecca di Roma, sin dall'epoca di Claudio II il Gotico, produceva monete con contenuto di argento pari al 54% di quello delle altre zecche.

In occasione della grande paura pubblica causata dall'invasione degli Alemanni Iutungi, che nel 271 giunsero in Italia sconfiggendo Aureliano a Piacenza e puntando su Roma, e a causa della paura che l'imperatore scoprisse e punisse la truffa, i lavoratori della zecca iniziarono una sommossa, sotto la guida di Felicissimo, occupando il Celio. La rivolta ebbe il sostegno della popolazione e, probabilmente, anche di alcuni senatori, la cui opposizione ad Aureliano derivava dalla volontà dell'imperatore di diminuire il prestigio e il potere del Senato Romano. Dopo uno scontro sanguinoso, passato alla storia come Bellum Monetariorum e che vide la morte di 7.000 soldati, i rivoltosi vennero sconfitti, e Felicissimo fu ucciso.

In un atto collegato a questa rivolta, sia che sia avvenuto prima che dopo la sommossa, Aureliano chiuse la zecca di Roma, che rimase inattiva per tre anni fino al 274, mise a morte diversi senatori come complici della rivolta, togliendo al Senato il diritto di coniare le monete di bronzo, e provvedette ad una prima, piccola riforma del sistema monetario, che riformò più radicalmente nel 274.

Sebbene Felicissimo sia incluso tra gli usurpatori di Aureliano, sembra da escludersi che abbia voluto farsi imperatore. Riguardo alla sua partecipazione alla rivolta, Eutropio sembra affermare che questa iniziò dopo la morte di Felicissimo, forse come reazione alla sua esecuzione: un'altra ipotesi è che gli stessi lavoratori abbiano assassinato il rationalis. Riguardo ai partecipanti alla ribellione, è probabile che non ci fossero abbastanza lavoratori da scatenare una ribellione così sanguinosa: considerata la reazione di Aureliano, è possibile che tale ribellione avesse il supporto dei senatori.

Ciao

Illyricum

:)

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la pubblicherai?

Scusa, cosa intendi? Penso di no... al limite spero possa esser "conservata" (come qualche altra discussione meritevole :D ) per consultazione futura agli altri utenti del Forum...

Per pubblicarla comunque dovrei cercare altri dati, approfondire qualche punto.

Ad esempio Traiano Decio oltre al doppio sesterzio ha introdotto altre modifiche (più che altro relative al peso monetale) ma non ho trovato al momento ulteriori specifiche. :(

Comunque grazie della richiesta, significa che la discussione è stata apprezzata!

Ciao

Illyricum

:)

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DE GREGE EPICURI

Per quanto riguarda Aureliano, sembra che le conseguenze della sua riforma, sul piano economico, non siano state positive. Infatti, rispetto alla ristrutturazione monetaria di Caracalla, mancavano gli spiccioli, e questo per il commercio e gli scambi quotidiani rappresentò un gravissimo problema. Caracalla aveva mantenuto dupondi e assi in quantità discreta; Aureliano mantenne il denario (leggero e di basso titolo) e quei bronzi considerati a volte sesterzi, a volte assi; ma queste monete erano talmente poche da risultare inutili. Soprattutto per questi motivi dilagarono le imitazioni (di Claudio 2° in Italia, dei Tetrici in Gallia e Britannia). Oggi si sa che le imitazioni dei Tetrici dilagarono anche in Africa; molte provenivano dalle Gallie, ed erano legate al commercio dell'olio d'oliva africano; pare però che alcune imitazioni fossero prodotte proprio in Africa (v. articolo sull'ultimo numero dei Quaderni Ticinesi).

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pare però che alcune imitazioni fossero prodotte proprio in Africa (v. articolo sull'ultimo numero dei Quaderni Ticinesi)

Per curiosità... hai qualche foto da postare di questi esemplari?

Ciao

Illyricum

:)

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DE GREGE EPICURI

Purtroppo no; ho potuto leggere solo rapidamente l'articolo in biblioteca, appena possibile lo prenderò in prestito. Contiene la riproduzione di buona parte del tesoretto, quindi anche delle monete considerate "africane", che secondo l'Autore hanno caratteristiche tipiche. Non credo che la rivista sia leggibile on-line, e se anche lo fosse penso che mancherebbero le foto.

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Per approfondimenti sulla riforma di Aureliano ho trovato questo testo in inglese

RAGCarson, Revue numismatique, 1965,Volume 6, Numéro 7, pp. 225-235

e reperibile sul web al link:

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/numi_0484-8942_1965_num_6_7_932

Ciao

Illyricum

:)

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